Bloody farewell

di Freya Crystal
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Bloody farewell
 
 
 
 
 
 
  
E' ancora caldo. Senti la carne pulsare.
Ma le pulsazioni sono talmente in sincronia col tuo cuore, che la sensazione è quasi piacevole.
Ti stai illudendo.
No. Non ti stai illudendo.
In quelle pulsazioni riecheggia il tocco delle sue mani. 
Ed è un palpito improvviso, intenso, che al solo pensiero ti scuote tutta.
Vibra nel rosso del sangue, il piacere.
E' una visione macabra di te stessa. Una distorsione perversa della realtà.
No, la verità è un'altra. Ti sei fusa con lui, hai dimenticato cosa sia la luce, tuffandoti a capofitto nelle sue tenebre. Come puoi pensare di non essere diventata come lui?
Hai lasciato un marchio di te dentro quella meravigliosa bestia. E la bestia te ne ha impresso uno più profondo.
Sangue.
C'è un confine sottile fra dolore e piacere.
Quel sangue continua a sgorgare lento, senza pudore. Ti piace sentirlo.
E sulle labbra è sale. E sul cuscino è sudore. Sa di te, sa di lui. E il calore sale e scende, ancora, dal basso ventre alla gola.
L'elica del ventilatore gira, emettendo un incessante ronzio. Ti asciuga la pelle. Ma il sapore resta. Il piacere vibra e si cristallizza dentro di te.
Sai che devi alzarti, ripulirti, smacchiare le lenzuola. Ma hai ancora voglia di rimanere adagiata su quel letto. Di essere carne, fiato, battiti. 
Vuoi annullarti. Rivivere nell'intreccio delle vostre gambe, nei sospiri delle vostre bocche, dei graffi incisi dalle tue dita, del ruvido tocco delle sue mani. Cerchi la sua nera chioma selvaggia nell'ombra, sopra di te. Chiudi le gambe e l'impronta bollente ti frigge le membra.
E lo senti di nuovo dentro di te, ansimante sul tuo collo.
L'elica del ventilatore gira. Ma non basta a privarti del calore. 
Non basta ad asciugare il sangue.
Sai che lui tornerà.
E ad ogni addio che ti darà sentirai ancora più male. Ma non t'importa. Non t'importa di sanguinare ancora.
Lo vuoi. 
Vuoi che sia violento, febbrile, animale, come lo è sempre stato.
Vuoi lui e tutto ciò di lui.
Vuoi che ti prenda nel peggiore dei modi. 
E' fatto così, Vegeta. Non sai dove andrà, cosa farà, quanto resterà via. 
Ma sai che tornerà. 
Perciò rimani supina su quel letto, a mente serena, anche se l'altro lato del materasso, dove tieni disteso un braccio, è vuoto. Resterà vuoto per giorni. Ma tu resisterai.
Perché lui tornerà. 
E ti renderà l'ennesimo, finto addio.   




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