yoro
Ed eccoci ad una nuova storia, che conto di terminare questa volta. Ma
come al solito molto dipende anche dalle recensioni ricevute e dunque
dal gradimento... sono molto preso con lo studio e non ho molto tempo
per scrivere. Se poi ciò che scrivo neanchè piace al
lettore...tanto vale non proseguire, non trovate?
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20 Settembre, anno primo.
Caro diario
anche oggi il corpo mi tradisce, le mie membra stanche e affaticate non
potranno sostenere ancora a lungo la pura determinazione che mi
mantiene desto in questa tarda ora della notte .
Presto cederanno inesorabilmente al sonno, condizione agognata e temuta
poichè se da un lato ristora dall'altro avvicina il giorno
successivo.
Inoltre, non è saggio rimanere all'aperto troppo a lungo. Non mi
è dato uscire dalla caverna nel cuore della notte: loro sono
là fuori, riesco a sentire i loro ululati ed i tonfi sommessi prodotti
dalle ronde notturne, misti al tintinnare degli anelli di metallo
attaccati alle lance.
Ormai sono trascorsi molti giorni dall'inizio della vicenda, e non
rammento nemmeno come tutto sia iniziato. Un giorno ero a casa mia, al
sicuro nell'agio offertomi dalla società civile e moderna...
Poi come per magia mi son ritrovato nel passato, gettato secoli
indietro contro il mio volere e inserito violentemente in un'epoca
barbara e incivile. Ma vi è di più! Almeno si
limitasse a questo il dramma!
Apparentemente i demoni esistono. Non stò vaneggiando, posso
dimostrarlo dal momento che son stato catturato e fatto schiavo da
creature aventi fattezze umane ma animo sanguinario e bestiale al
pari di una fiera feroce.
Alla vista sembrano esseri umani, tuttavia le loro pose e movenze
animalesche non possono che incutere timore reverenziale. I loro
sguardi... fieri e selvaggi, tanto intensi e penetranti quanto quelli
dei lupi che spesso a gruppi di tre o quattro li accompagnano.
Sarei quasi portato a dire che i lupi si siano evoluti ed abbiamo
appreso il linguaggio degli uomini. Creature di rara bellezza e
eleganza, tuttavia indomabili e imprevedibili.
La loro società è comunitaria ed estremamente
affascinante : tutta la tribù (si definiscono Yoro del Sud)
è composta da membri aventi ognuno un preciso compito, in modo
da agire come un'unico e impeccabile macchinario.
E questo meccanismo è mosso da un ristretto numero di individui:
la nobiltà, a cui fa capo quella che potrebbe definirsi una
famiglia reale. Quindi di fatto il potere decisionale è in mano
ad un pugno di individui: Obara-sama, il lupo più vecchio del
branco ed Ayame-sama, la giovane principessa tanto bella quanto
indubbiamente potente.
Ora, per quanto riguarda Obara-sama , sospetto che sia un demone come
gli altri : probabilmente preferisce rimanere in forma di lupo
piuttosto che assumere fattezze antropomorfe...contento lui.
Ho passato diverso tempo ad osservarli con discrezione e devo ammettere
che formano una mirabile società: amicizia, fratellanza,
solidarietà... sono come una grande famiglia, tutti conoscono
tutti e se qualche intruso minaccia il loro territorio si muovono come
un'unica e precisa macchina da guerra.
Avarizia, superbia, e in generale i vizi umani sono si presenti, ma in
maniera molto mitigata : avremmo molto da imparare da loro, se non
odiassero con tanta passione la nostra razza. Che creature complicate!
Ed ecco che in questo intricato mosaico ci inseriamo noi, gli umani:
schiavi e cibo dei demoni, l'ultimo gradino della piramide sociale.
Semplici strumenti ai quali affidare i compiti più gravosi, come
ad esempio la coltura del riso.
Chi l'avrebbe mai detto che esso va coltivato in primavera e raccolto
alle prime avvisaglie dell'autunno, quando le spighe sono alte e
maestose? Chi l'avrebbe mai detto,soprattutto, che anche il riso fa le
spighe?
Ah, quali danni provoca l'urbanizzazione. Talmente abituati a trovare
il cibo pronto in tavola da dimenticarsi la maniera in cui lo si
ricava. Oppure sarò io ingenuo; ma daltraparte ho sempre nutrito
interesse per particelle più piccole. Sono un chimico io,
dell'agricoltura non so che farmene.
A che pro coltivare il riso? A quanto pare nonostante la loro natura
carnivora sia il pane che riso e ortaggi sembrano essere di loro
gradimento. Ciò mi ha portato più volte a pensare che
siano onnivori come noi umani, anche se prediligono con passione la
carne.
Specialmente fresca. Specialmente umana.
Gli abusi, le frustate, gli sguardi derisori : quelli non ci mancano
mai, anzi, i demoni sono molto generosi e ce ne dispensano in
abbondanza.
Vorrei tanto dire loro che ride bene chi ride ultimo, poichè dal
futuro in cui provengo gli umani dominano incontrastati tutto il
creato. Ma ovviamente ci tengo alla pelle.
Nel modo in cui ci trattano noto un'analogia con il modo in cui gli
uomini trattavano alcune etnie in passato: tante belle parole vuote per
mettere in risalto la nostra inferiorità quando in realtà
siamo entrambi dotati di intelletto e capaci di provare emozioni.
Invero, per loro la scusa è buona : necessitano di schiavi
deboli (in modo da non potersi ribellare) ma abbastanza intelligenti da
svolgere le più varie mansioni. Non eravamo noi uguali? Ma siamo
maturati alla fine.
Ma basta, si stà facendo tardi e domani sarà una giornata dura. Buona notte, mio inanimato amico.
David.
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La mattina successiva David fu svegliato dalla luce diffusa del
sole, un pallido chiarore che infiltrandosi lungo la stretta apertura
della grotta annunciava con discrezione il preludio di una nuova ed
estenuante giornata.
Il giovane umano era avvolto in alcune pelliccie sbrindellate, usate
come coperte per proteggerlo dal morso impietoso del freddo che
scendeva sui monti non appena il disco luminoso calava dietro all'orizzonte.
Diario, piuma e calamaio erano ben nascosti tra le calde coltri,
poichè non era permesso agli schiavi di possedere alcunche oltre
ai loro modesti vestiti: un paio di pantaloni ed una tunica dall'aria
trasandata, talvolta sporca di sangue a seguito delle "azioni
disciplinari" dei demoni lupo.
E mentre lentamente David si rizzava in piedi, gesto mimato dai
numerosi esseri umani che abitavano in quella spelonca, non potè
evitare di pensare al suo futuro : un triste avvenire privo di speranza
alcuna.
Era il giovane un uomo intorno ai 23 anni, nel fiore della giovinezza : alto,
di aspetto piacevole anche se un pò sciupato a causa delle
avversità legate alla prigionia. Occhi verde-bruni come gemme
incastonate al viso, capelli castani di una tonalità tanto scura
quanto il suo attuale umore,ma ciò che più lo caratterizzava era il viso.
Non eran tanto peculiari i lineamenti severi ed affilati che
contribuivano a dargli un aspetto quasi marziale : ciò che lo
distingueva dagli altri era piuttosto la mancanza di alcuni tratti.
In Giappone ( poichè probabilmente si trovava lì o forse
in Cina, gli autoctoni avevano fisionomie tipiche delle popolazioni
asiatiche) una tonalità di pelle pallida, quasi cerea, unita
alla mancanza di occhi a mandorla e ad un'altezza di 1 e 80 era da
considerarsi un evento.
Sorvolando l'altezza, in sostanza David era riuscito a farsi un'idea di
dove fosse capitato : Giappone, anno imprecisato ma anteriore al 1800.
Perchè? Perchè il Giappone non aveva avuto molti rapporti
con gli europei fino al 1800, secolo in cui le nostre genti occuparono
i porti giapponesi con la forza, obbligando le popolazioni dell'isola
al commercio di materie prime e spezie. (Erano spezie pure?
Sinceramente David non lo rammentava. Inoltre non ripassava da anni la
storia, dunque sperava che le sue supposizioni fossero vere).
E se a ciò si aggiunge che i demoni assomigliavano terribilmente
agli europei (alti, privi di occhi a mandorla e con una tonalità
di pelle simile alla nostra) si può comprendere il motivo per
cui i lupi probabilmente consideravano David alla stregua di un animale
esotico mentre gli altri schiavi ovviamente lo disprezzavano.
Ignoranti e superstiziosi, erano convinti che fosse anche lui una
specie di demone : naturalmente era tutto dovuto al suo aspetto, ma
l'ingenuo presta più fede all'apparenza che alla sostanza.
Non stupirà dunque che il giovane era solito dormire in
disparte, emarginato dagli altri. E non gliel'aveva perdonato questo
affronto : non provava simpatia per la sua gente che così
prontamente l'aveva scacciato, a causa del suo aspetto "demoniaco".
Come ogni mattina, David ricambiò la smorfia di disprezzo
dipinta sul volto delle persone che volutamente o casualmente
incrociavano il loro sguardo con il suo; oramai vi era abituato.
E mentre si avviava verso l'uscita della caverna sul viso aveva dipinto
la sua solita espressione neutra, imperturbata e fin quasi enigmatica.
Pareva quasi il volto di una sfinge : era il viso di chi non si piega
alle avversità ma piuttosto nasconde per convenienza i suoi
pensieri, le sue opinioni e le sue sensazioni.
Non era un debole, il suo animo era indomito e saldo. Non era un vile,
ma non amava correre rischi inutili. Non era stupido, e talvolta lo
sguardo profondo e attento che indirizzava verso i demoni tradiva una
mente sottile e accorta.
E naturalmente era certo che anche i demoni se ne fossero accorti,
poichè altrimenti non si spiegava come potesse avere
alcune...conoscenze (perchè uno schiavo non può provare
amicizia verso il proprio padrone).
Rimanendo sul tema dei lupi, non appena David sbucò fuori
dall'imboccatura della caverna una mano artigliata si posò sulla
sua spalla, con delicatezza ma determinazione.
Voltando il capo, il suo sguardo si posò sulle iridi intense e
algide di uno dei pochi demoni che apprezzava e rispettava con estrema
onestà.
Si presentava ai suoi occhi una giovane donna che all'apparenza non
poteva avere più di vent'anni, ma si sa...l'apparenza inganna
quando si parla di tali misteriose creature.
Era una creatura intrigante, tanto fredda e inflessibile quanto gentile
e comprensiva se presa nella giusta maniera ; inoltre fin dal primo
giorno pareva aver preso in simpatia David per qualche oscura ragione.
Come molte altre femmine yoro era incredibilmente bella (ma per
esperienza l'uomo aveva imparato che certi sguardi non erano salutari.
Non dopo che una femmina aveva squartato a mani nude uno schiavo che le
aveva lanciato uno sguardo più intenso del dovuto) , un fisico
scolpito dai duri allenamenti dovuti alla sua professione : era uno dei
generali della tribù, un daiyōkai che aveva il compito di
gestire le questioni militari in ogni singolo aspetto.
Ma poi, cosa mai significava daiyōkai? Era un appellativo pronunciato
apparentemente con molta deferenza e imponeva rispetto : ma l'amuleto
della Zanna aveva apparentemente i suoi limiti.
Era questo una semplice zanna di lupo legata ad un cordino, nulla di
eclatante o appariscente. Tuttavia era stata infusa di magia e gli
permetteva di comprendere l'idioma di quelle creature, cinese o
giapponese qualunque cosa sia.
Fortuna che gli Okami gliel'avevano donato (leggasi tra le righe
"imposto") , altrimenti non avrebbe mai capito una parola pronunciata
nè da loro nè dai suoi simili.
Ma tornando al demone le cui unghie stavano lentamente affondando nella
tenera pelle della spalla del ragazzo, è bene spendere ancora
qualche parola su di lei.
Occhi neri e freddi come il cupo oblio, atti a inquietare anche il
più valente dei guerrieri; capelli lunghi e corvini che le
arrivavano fino alle spalle, fisico esile e slanciato che le conferiva
l'agilità di un felino.
Due lunghi marchi (parevano tatuaggi eppure erano reali, nè cicatrici
nè segni dipinti!) partivano quasi dall'altezza dell' orecchio e le
solcavano le gote (due marchi per ogni guancia, sembravano quasi i
tatuaggi cerimoniali delle popolazioni barbare) fino a terminare nel
mento : rossi come il fuoco, inquetanti come una visione infernale.
Come ogni Yoro indossava un gonnellino di pelo corto che, se magari non
lasciava molto all'immaginazione almeno era indubbiamente pratico e
funzionale; al petto una corazza leggera e sulle spalle un lungo
mantello di pelo. Il tutto di una colorazione candida come la neve
(persino il pallido colore della sua pelle delicata e era quasi d'un
puro candore niveo! ) , contrapposto al grigio comune delle vesti degli
altri yoro.
E altrettanto candido era il colore della coda che tentava di celare alla meglio nel gonnellino, con scarso successo.
In un certo senso, quel demone dava quasi l'impressione di essere fuori
posto in quella tribù. Tuttavia i fatti dimostravano il contrario.
Takara era il suo nome, anche se tutti la chiamavano Takara-sama o Lady Takara.
Ma tornando alla vicenda l'Okami, avendo attirato l'attenzione del
ragazzo, senza tergiversare oltre lasciò che il viso le si
increspasse in un leggero sorriso e con calma disse -- Buongiorno
David. Stamattina il destino non ti condurrà a valle nei campi.
Il riso può attendere, ma Obara-Sama non è altrettanto
paziente. Lady Ayame ha richiesto la tua presenza. --
-- Ayame-Sama?-- Domandò stupito il giovane, prima di abbassare
il capo ad osservare un punto imprecisato dinanzi a lui. Pareva che i
lupi considerassero un gesto di sfida sostenere il loro sguardo; dunque
non era salutare errare con gli occhi all' altezza del viso di quelle
creature.
Ma neanche un secondo dopo una mano artigliata gli afferrò il
mento facendogli alzare nuovamente il capo : e il giovane si
trovò con il volto dell'Okami a pochi centimetri dal suo.
Pareva quasi un predatore che stesse scrutando la propria preda.
Fredda, con un tono che non ammetteva obbiezioni la giovane
sussurrò -- Ti ho già detto che certi atteggiamenti da
cucciolo smarrito non sono di mio gradimento. Soprattutto se provengono
da te. So che fingi, so che ti pieghi non per debolezza ma per
convenienza, al fine di evitare inutili punizioni. So anche che
lì dentro -- E enfatizzò le sue parole toccandogli senza
troppa gentilezza il petto con l'indice della mano -- Si cela un'animo
forte e orgoglioso. Quindi, la prossima volta osservami in viso come un
vero uomo, da pari a pari. Non ti ho offerto la mia amicizia ed il mio
aiuto per sfizio. --
E detto ciò ringhiò sommessa e lo scosse leggermente
prima di lasciarlo andare. David compì un gesto di assenso con
il capo, riconoscente. -- Lady Takara, la ringrazio. Vi è sempre
gentilezza e comprensione dietro alle sue parole--
Al che borbottando qualche parola incomprensibile la giovane lupa si
voltò, probabilmente imbarazzata, dando le spalle al giovane.
--Stupido. Se hai la forza per aprir la bocca e vaneggiare allora tanto
vale impiegare tale vigore per una causa più utile. Seguimi,
Lady Ayame attende la tua presenza.--
PROSSIMAMENTE il nuovo capitolo, in cui si fa la conoscenza di
Ayame...in cui salterà fuori il nome di una certa kagome e si
indagherà se anche il giovane come quella strana ragazza
proviene dal futuro.
Oh, non ho ancora deciso :
1- se ci sarà una storia d'amore o simile più avanti tra David e qualcuno
2- per chi David dovrebbe provare affetto, sempre se finirà per provare affetto per qualcuno.
Sono aperto a suggerimenti :-)
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