Una notte

di Mattimeus
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Una notte

Domenica 18 Ottobre 2009

Alcuni di questi eventi sono accaduti realmente. O forse nessuno, o forse tutti.



Sì svegliò di soprassalto. Si vergognava sempre quando dormiva mentre altri erano svegli. Non doveva addormentarsi. Soprattutto perché c'era stato un incidente e avrebbe dovuto andare lei, mentre era andato lui. Solo per non svegliarla.

Non sopportava quando faceva così. Lei non aveva bisogno di favori stupidi come quello, men che meno impacchettati di carineria. Ma lui era come sordo, implacabile. Da quanto andava avanti la sua corte?

All'inizio non se ne era nemmeno accorta, era stata Carla a farglielo notare. Poi anche lei si era accorta che lui si preoccupava sempre che il suo caffè fosse caldo, che i fiori in ufficio fossero freschi e che non fosse mai in ritardo.

Ma lei non aveva bisogno di tutto questo, dannatamente no. La sua corte era superflua, perché lei lo amava già. E allora perché aveva permesso che lui andasse avanti per così tanto tempo? Perché aveva lo lasciato senza risposta?

Lo sapeva, ma si vergognava ad ammetterlo. Perché lei era la bionda senza paura che tutti conoscevano, era forte, decisa, ruvida, o almeno così la pensavano tutti. Eppure aveva una gran paura. Cosa sarebbe successo poi? Cosa? Carla la faceva troppo facile, lei desiderava innamorarsi di nuovo e tifava romanticamente per lui. Troppo facile.

Ma in lei si era insinuata la voglia di una vita fatta di caffè caldo e fiori freschi, di arrivare puntuali e di... gentilezza. Lei non aveva mai considerato la gentilezza degna di nota, mentre aveva sempre visto se stessa come un rude maschiaccio, un poliziotto.

Ma in lui c'era tenerezza, ce ne era un mondo, e lei stava incominciando ad immaginare come sarebbe potuto essere.

Lei era forte, così dicevano. Quindi era ora di finirla. No, cioè, di iniziarla. Quando sarebbe tornato, era decisa di digli in modo brusco di amarlo.





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