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Questo è uno di quegli spettacoli che si vedono una sola
volta nella vita. Il grande James Potter, malandrino per vocazione e
dongiovanni per conseguenza, nervoso per un appuntamento!"
Sirius Black continuava a ridere alla visione che gli si presentava
davanti: il suo migliore amico che camminava avanti ed indietro per
tutta la Sala Comune, in attesa che arrivasse l'ora del fatidico
appuntamento.
Erano passate due settimane dalla sera che gli aveva cambiato la vita,
da quando quelle stesse poltrone, che ora lo guardavano torturarsi, lo
avevano visto saltare di gioia quando Lily aveva finalmente
acconsentito ad uscire con lui.
Durante quelle due settimane aveva cercato di convincersi che
effettivamente non era stato un sogno.
E i suoi amici lo avevano aiutato come avevano potuto.
Peter gli aveva dato, di tanto in tanto, qualche pizzicotto sul
braccio, per dimostrargli che era sveglio.
Sirius, invece, in modo molto meno delicato, gli dava dolorose pacche
sulla spalla o sulla nuca, accompagnate spesso dalla frase " James
Potter ha colpito ancora!"
Remus, da bravo razionale qual era, gli ripeteva semplicemente che se
avesse seguito i suoi consigli e si fosse comportato da bravo ragazzo
prima adesso probabilmente lui e Lily sarebbero già stati
insieme.
E adesso che il grande giorno era arrivato, non era più
l'incredulità a pervaderlo, ma la paura che qualcosa andasse
storto.
" Nervoso per il tuo primo VERO appuntamento, giusto?"
James e Sirius si girarono verso la voce che aveva interrotto il
tormento del primo ed il divertimento del secondo.
" Che vuol dire primo VERO appuntamento Frank?"
Frank Paciock si avvicinò ai due malandrini, cercando le
parole adatte per spiegare il concetto al meglio.
" Il primo VERO appuntamento è quello più
agognato, desiderato ed atteso di tutti. Quello con la ragazza che,
anche se ti ha fatto sudare sette camicie, non potresti mai sostituire
con un'altra."
James aveva spalancato gli occhi e Sirius aveva sorriso in modo
amichevole in direzione dell'amico.
" Si, Frank. Questo è il primo VERO appuntamento per il
nostro caro Potter!"
Erano rimasti a parlare ancora un po', riuscendo a sciogliere i nervi
tesi del cercatore, quando quest'ultimo aveva sentito una delicata mano
poggiarsi sul suo braccio.
Si era girato di scatto, mettendo a fuoco il proprietario dell'arto.
Anzi, la proprietaria.
Lily Evans era appena scesa dal dormitorio ed ora stava davanti a lui.
" Ciao Potter."
" Ciao Evans."
" Salve Evans. Mi raccomando, non me lo trattare male e cerca di
farmelo tornare indietro tutto intero. E soprattutto vedete di non fare
troppo tardi."
Lily si era girata verso Sirius Black, lasciando cadere il contatto
visivo con James, e aveva sorriso alle sue parole " materne".
" Certo... tranquillo, Black. Starò attenta!"
E ricambiato il sorriso al grifone, si era nuovamente voltata verso
James, perdendosi nei suoi occhi.
" Andiamo?"
" Buona giornata, ragazzi!"
" Anche a te, felpato!"
Erano usciti da Hogwarts ed il silenzio non accennava a finire. Dire
che erano imbarazzati era poco.
James aveva paura di dire qualcosa di sbagliato e Lily stava
rimuginando sul fatto che questo silenzio non era per niente
paragonabile a quello che c'era ogni estate fra lei e la sorella
Petunia.
Un silenzio teso e pesante. Rotto nel modo più insolito.
" Non ci si sente soli ad essere figlio unico James?"
Avevano così iniziato a parlare della famiglia Potter della
famiglia Evans, del legame fraterno fra Sirius e James e delle
incomprensioni fra Petunia e Lily.
Da lì si erano susseguiti tanti altri argomenti: dal
Quidditch all'avvicinarsi della fine della scuola. Dalle decisioni sul
futuro ai ricordi del passato. Dai compagni di Casa ai nemici giurati,
con particolare riferimento a Mocciosus.
" Spiegami perché ce l'hai tanto con Piton?!"
" Perché se lo merita!"
" Non è una spiegazione logica..."
" Senti, io sono un grifondoro e lui un serpeverde e da quando mondo e
mondo, i grifoni e le serpi non si sono mai andati a genio. Chi sono io
per cambiare una così onorevole tradizione?"
Si erano fermati davanti alla Stamberga Strillante senza neanche
accorgersene.
James guardava sospettoso il volto della ragazza di fianco a lui:
perché non urlava?
Perché non si indignava per la sua risposta immatura?
Perché sembrava che il suo dolcissimo viso si stesse
formando un sorriso al posto della solita espressione contrariata?
La sua espressione confusa portò Lily a ridere ancora
più forte, mentre cercava di riprender fiato.
James la guardava a dir poco estasiato: stava ridendo senza riserve ed
era ancora più bella.
" Signorina Evans, un po' di contegno..."
La buffa imitazione che James stava facendo della McGrannit
provocò l'aumento dell'ilarità nella rossa, ma
stavolta anche il ragazzo iniziò a ridere.
" La sai una cosa, non ti facevo così alla mano.
Credevo che ti saresti innalzato su un piedistallo visto che
avevo finalmente accettato di uscire con te... mi devo ricredere!"
" Beh, meglio tardi che mai! Muoviamoci o ci lasceranno fuori dalla
scuola."
Stavano lentamente ( molto lentamente) attraversando il giardino di
Hogwarts, diretti al portone della scuola.
James era felice per la buona riuscita dell'appuntamento e orgoglioso
di aver fatto divertire Lily. D' altro canto, era anche triste
perché la giornata era ormai finita e l'incertezza sul
dopo-appuntamento non gli dava pace. Ma lo preoccupava
soprattutto la chiusura di quella fantastica giornata: doveva buttarsi
e provare a baciarla oppure continuare a fare il bravo?
Lily, invece, aspettava una mossa del suo accompagnatore; diversamente
dall'immagina che aveva dato di se', sperava sinceramente in un bacio...
" Allora Evans... posso sperare in una replica della giornata?"
Lily si volse e gli si mise di fronte, mentre il tramonto colorava la
superficie del Lago Nero e colpiva i suoi capelli.
" Ed io posso sperare in una tregua, Potter?"
James aveva capito cosa lei gli stava implicitamente chiedendo: un
corteggiamento normale, senza dichiarazioni urlate o incantesimi
lanciati per attirare la sua attenzione.
" Seppellire l'ascia di guerra, insomma..."
Lily annuiva seria, mentre James fingeva di pensarci, tenendola sulla
corda.
" Solo se mi chiami James!"
Le stava rivolgendo quel sorriso furbo e felice che la faceva
impazzire. E Lily gli rispose con il più bel sorriso che il
cercatore avesse mai visto sul suo volto.
" Solo se mi chiami Lily."
" Bene, LILY... hai qualche impegno per il prossimo fine-settimana ad
Hogsmeade?"
Sicuro come non mai della sua risposta affermativa, la mente di James
fantasticava già, immaginando scene da film, alquanto
improbabili ed irreali.
" Veramente... si!"
Quelle due parole ebbero il poter di schiantare il ragazzo,
riportandolo bruscamente alla realtà.
La stava guardando perso ed abbattuto.
Non sapeva che il prefetto si stava solo prendendo una piccola
rivincita per poco prima.
Ma la sua espressione avvilita e i suoi occhi tristi la convinsero a
mettere fine alla sua agonia.
Si avvicinò lentamente a lui e, dopo avergli dato un bacio
sulla guancia, sussurrò le parole più belle che
il grifondoro avesse mai sentito.
" Ho un impegno con te... James!"
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