Hurricane
Inception.
Le lacrime gli offuscavano la vista. Non era
esattamente triste e già questo gli papreva abbastanza
strano. Provava un miscuglio di delusione, stupore e rimpianto. Avrebbe
dovuto abbandonare prima quella crociata inutile. Si era innamorato da
bambino, ma la sua idea di Lydia non era cambiata in tutti quegli anni.
Ariusciva quasi ad ammettere lucidamente che tutto quello non aveva
molto senso. Eppure non riusciva a fare a meno di sentirsi male. Lydia
aveva definitivamente scelto Jackson e Stiles era più che
certo che non sarebbe tornata indietro. Scott non lo aveva fermato,
quando aveva deciso di andarsene per non assistere ad ulteriori scene
da diabete. Oltretutto lui era l'unico senza nulla di speciale,
insomma, Scott, Derek, Isaac, Erica e Boyd erano licantropi, Allison
era addestrata a cacciare creature sovrannaturali e Lydia era immune al
morso. Zio Peter, inoltre, era un risorto. Persiono Danny era
più interessante e utile di lui. Era circondato da persone
straordinarie. Lui non era un eroe. Nascose il volto nelle mani mentre
un ondata di rabbia lo travolgeva. Si sentiva inutile. Di sicuro non
era colpa di questa sua normalità se Lydia non lo aveva
calcolato, ma di sicuro aveva contribuito a mostrarlo come il ragazzino
che conosci da sempre, ma su cui non ti fermi a pensare.
Stiles era piuttosto sicuro di essere sempre stato solo, per questo il
rumore di passi che rimbombavano nel cemento lo insospettirono. Si
sentì un codardo a pensare di nascondersi, eppure aveva
avuto a che fare così al di sopra delle sue
possibilità che era piuttosto sicuro di non voler rischiare
così spudoratamente. La cosa fastidiosa erano i muscoli
intorpiditi e immobili. Sembravano fatti di marmo. Non riusciva a
spostarsi. Quando la figura entrò nel suo campo visivo,
tirò un sospiro di sollievo. Non che fosse auspicabile
trovarsi Derek nei paraggi, ma Stiles poteva giurare di preferirlo a
molti dei pericoli che si aggiravano a Beacon Hills. Lo aveva
riconosciuto ancor prima che la luce rivelasse i tratti del suo volto,
semplicemente dal modo di camminare. Alla luce potè
individuare una bottiglia di Jack Daniels. Non riusciva a capire a cosa
gli servisse. Ricordava che Scott non era riuscito ad ubriacarsi, tempo
prima. Scrollò le spalle e tentò di cancellare i
segni del pianto. A sorpresa Derek gli si sedette accanto, Stiles
riusciva a sentire sulla pelle il calore che emanava. Il calodre del
lupo lo tranquillizzò. L'altro non disse nulla e si
limitò a rivolgergli uno sguardo che gli aveva visto spesso,
ma che non era mai riuscito a definire. Era lo sguardo che gli aveva
rivolto la sera in cui avevano scoprto che il finto messaggio di Scott
arrivava dall'ospedale. Non si stava poi così male, immersi
in quel silenzio, con un lupo mannaro che in toria odiava e che
ricambiava. C'era da dire che i loro rapporti erano cambiati
leggermente senza che nemmeno se ne accorgessero. Si aiutavano senza
troppe sceneggiate e si erano salvati la vita a vicenda, ma sedersi
accanto a lui quando era in quello stato era ben diverso. Stiles
poggiò la testa sul muro freddo e Derek gli passò
la bottiglia dopo averne buttato giù un sorso. Le mani del
ragazzo tremavano, afferrò la bottiglia, la
rigirò tra le mani un paio di volte e poi bevve.
Rimasero in silenzio, passandosi la bottiglia fino a finirla. Ormai
ubriaco Sitles aveva cominciato a mormorare cose incomprensibili. Derek
si alzò in silenzio, gettò la bottiglia e
tornò indietro senza sedersi «Non sei inutile,
Stilinski. Vedi di ricordartelo perché non te lo
ripeterò quando tornerai lucido». Stava per
andarsene quando Stiles gli afferrò un polso. Non ci mise
molta forza, ma bastò a far voltare Derek. Stiles aveva gli
occhi lucidi e biascicò ridendo «Secondo te sono
attraente per un gay?» L'altro rimase a fissarlo, perplesso.
Fece qualcosa che non aveva programmato, si risedette senza dire una
parola e continuò a guardare Stiles che si appropriava
definitvamente del suo braccio, se lo passava attorno al collo e
poggiava la testa sul suo petto. Derek non muoveva un muscolo, faticava
a respirare e se Stiles fosse stato sobrio avrebbe espresso tutta la
sua disapprovazione, ma il ragazzino aveva già preso sonno.
Il lupo sapeva come si doveva sentire. Dopo la morte della sua
famigliaa sapeva cosa voleva dire avere paura di perdere qualcun altro.
A lui era successo, suo zio aveva ucciso sua sorella, da lì
c'era stata solo una rabbia incontrollabile. Stiles non aveva nemmeno i
mezzi fisici per evitare di perdere i suoi cari e si reputava inutile.
Lo capiva, in un certo senso. Ricordava ancora la sensazione
d'impotenza nonostante fosse un licantropo. Gli occhi gli bruciavano,
così li chiuse. L'alcool non gli aveva fatto effetto, ma la
stanchezza della giornata gli piombò addosso catturandolo in
un sonno pesante.
Stiles si mosse appena tra le sue braccia, ma Derek non ricardava di
averlo abbracciato. Stiles si rigirò un paio di volte prima
di aprire gli occhi e trovarsi intrappolato tra le braccia di qualcuno.
Non ricordava chi ci fosse con lui, ma si sicuro quello non era il
corpo di qualche ragazza e nemmeno quello di Scott. Alzò lo
sguardo e inorridì. Sarebbe morto, se lo sentiva. Derek
aveva il sonno leggero e si svegliò al primo accenno di
movimento, non si accorse subito di essersi disteso e di aver
abbracciato il corpo di Stiles per tutta la notte. Spalancò
gli occhi, giusto un secondo. Si alzò velocemente e si
rivolse al ragazzo «Questo non è mai successo,
d'accordo?» L'altro annuì e Derek se ne
andò. Stiles ci mise qualche secondo a collegare,
alzò una mano e salutò il nulla «Ciao,
Derek. Buongiorno anche a te».
***
Et voilà, altro mini-delirio. E' una mini-long composta da 2
massimo 3 capitoli. Spero vi piaccia! Il rating è verde, si
alzerà massimo fino all'arancione perché non so
bene che piega prenderà la cosa. R&R!
P.S. Se volete seguirmi su Facebook « Tyger! Tyger! Burning Bright
|