Cold and Hot Thunders

di Enavy
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Rettangolino di una persona impegnata: ok è da secoli che non aggiorno, un’estate movimentata impegnata soprattutto a studiare matematica, si essere stata rimandata ha segnato il mio tempo in modo non poco significativo. La matematica mi ha completamente fuso il cervello e sono leggermente, dico leggermente per non spaventarmi xD più rincoglionita del solito. Vabbè comunque eccomi tornata! Qualcuno mi ha chiesto di continuare quindi ieri finito l’esame ho scritto questa robette spero vi piaccia :) potrremmo non rivederci giovedì vado a fare rafting, sono una novellina e ho muoio sbattendo sulle rocce oppure sopravvivo (devo andare a vedere il film di batman e insomma io adoro Christopher Nolan quindi ci terrei xD) ma ho qualche serio dubbio che qualcuno non mi faccia fuori prima visto la fortuna di quei film, pazienza XD vabbuono ora vi lascio sono nel bel mezzo di un’operazione per un compleanno (7 COMPLEANNI NEL GIRO DI DUE SETTIMANE VI RENDETE CONTO?) comunque cavoli mi imbarco in operazioni troppo complesse è davvero complessa e ci vuole mooolto tempo J quindi bye a presto e buona lettura!
 
 
 
Un paio di forbici, anche con le punte arrotondate, possono rivelarsi oggetti pericolosi.
Un paio di forbici da barbiere e Thor che le maneggia, avvicinandosi pericolosamente al fratello, risulta uno scenario decisamente preoccupante
 
          «Non ci pensare neppure», bofonchiò Loki a Thor tenendo le braccia incrociate e scrutandolo con uno sguardo che rasentava il glaciale.
          «Perché no?»
          «Hai anche il coraggio di chiedermelo? Non mi farei tagliare i capelli da te neanche morto. Anche a costo di lasciarli crescere e sembrare Raperonzolo!»
          «Nemmeno una spuntatina?», implorava Thor sgranando anche eccessivamente gl’occhi, nel vano tentativo di sciogliere l’incorruttibile fratello. «Tanto per cambiare un po’ questo tuo look monotono e pieno di inutile gel. Un taglio più libero e naturale».
          Il rumore metallico delle forbici che Thor apriva e chiudeva ogni due secondi iniziava ad agitarlo.
          «I miei capelli non sono affar tuo chiaro? Vuoi farmi la cortesia di girare i tacchi e lasciarmi in pace? Ho altro da fare che ascoltare i tuoi vaneggi». Richiesta totalmente inutile se posta a Thor.
          «Dai non fare il difficile!»
          Gli sbuffi prolungati, e il continuo sbattere di ciglia come segno di completa insofferenza non sortivano un grande effetto. E Thor continuava imperterrito a prolungare una discussione che Loki avrebbe voluto troncare come la testa del biondo che aveva di fianco.
          Non riuscendo a fermare la valanga di ostinazione che Thor stava violentemente scagliando contro la sua delicata e suscettibile persona, Loki decise di alzarsi e andarsene in un posto tranquillo senza nessuno che potesse importunarlo ulteriormente.
          Il lento movimento che seguì la decisione di allontanarsi da quella situazione fu interrotto dal repentino e inaspettato ulteriore colpo di forbici che Thor aveva appena compiuto alle sue spalle. Lo sguardo puntato verso il pavimento marmoreo, e il volto che stava prendendo un colorito biancastro di un pallore ancora più insolito e raramente presente sulle guance di Loki, cercava di trattenere tutta la sua collera.
          Il ciuffo nero scivolato dalle mani di Thor e andatosi a posare vicino ai suoi piedi sortiva nella mente del Dio una specie di stato confusionale. Di una cosa era certo, la velocità con cui Thor aveva posato quelle forbici tra i suoi capelli deturpandoli e disobbedendo a un suo preciso ordine, non sarebbe stato di certo il trattamento che Loki gli avrebbe riservato. No gliel’avrebbe fatta pagare, e precisamente nel modo più lento e doloroso che la sua mente avrebbe mai potuto ideare. 
         Calmo come mai avrebbe potuto pensare di essere in una situazione tanto sgradita quando mai augurata, e spostando l’attenzione dei neri capelli sul pavimento alle iridi azzurre e spaventate del fratello, pronunciò queste poche, semplici e concise parole: «E io ora dopo questo a letto con te non ci vengo più»







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