Alice sbagliata.
ALICE ...SBAGLIATA.
L'aveva sentita il cappellaio, aveva sentito che
stava per arrivare Alice. Era un bel giorno di una bella stagione , il leprotto
marzolino stava mettendo un po' di te, solo un goccio eh, nel suo zucchero.
Lui invece ...che stava facendo il cappellaio? Ah ecco
,rifletteva su quante tazze poteva rompere con un sol balzo o su quanti
cucchiaini di zucchero poteva mettere nella sua tazza prima di farla
trasbordare. Era un bel grattacapo , visto che il cappellaio non sapeva
contare, solo misurare le teste dei poveri malcapitati a cui doveva crea un
cappello.
" Sta arrivando " aveva sussurrato
all'improvviso e poi lo aveva urlato , con gli occhi verdi acido guizzanti
verso il nulla.
La sua testa era improvvisamente offuscata da una
nebbia più pesante del solito , come se l'arrivo imminente di Alice fosse per
lui ... Strano, quasi più bizzarro di lui. E per essere più bizzarri di un
cappellaio matto cosa bisognava essere? Semplice : Alice sbagliata.
In tutta la storia del paese delle meraviglie non era
mai capitata una cosa del genere: di sbagliato in quel mondo c'era tutto e
niente , quindi definire una persona sbagliata era da ipocriti o se non altro
ambiguo. Ma nessuno si rese conto all'inizio di questo fatto : stava arrivando
Alice, la loro salvatrice dalla regina di cuori. Tutto il paese era in fermento
, sentivano che si avvicinava alla tana ma si scostava pronta , quasi timorosa
di entrarci. Nessuno corse questo segnale , nemmeno il cappellaio che , per
quanto matto, i segnali li riconosceva SEMPRE.
Il coniglio si muoveva sempre più frenetico ,
aspettando anche lui Alice quando non doveva lavorare per la regina, e
borbottava incessantemente
qualcosa riguardo a un misterioso ritardo e tutti
dedussero soltanto che teneva alla sua testa: la regina non tollerava i
ritardi.
Parecchi giorni più tardi fu proprio il coniglio ad
andare a cercare Alice. Uscii fuori dal paese delle meraviglie e la condusse
personalmente . Sii stupì , vedendola ancora impietrita davanti alla tana e
allora sbuffò e le disse " Cosa aspetti Alice, sono in ritardo! È tutto
uguale all'altra volta"
La ragazzina si stupì perché lei non si ricordava
nessun'altra volta, perché in effetti non c'era stata. Seguii il coniglio dal
panciotto e dall'orologio d'oro, non perché era un coniglio con il panciotto e
l'orologio d'oro , ma perché era abituata ad eseguire ordini dalle voci
autoritarie.
Precipitò nella tana , senza urlare, senza scomporsi.
In fondo, se ci era già stata doveva essere abituata a tutto questo.
Almeno così la pensava il coniglio .
Alice , la vera Alice, era già venuta nel paese delle
meraviglie da piccola. Aveva incantato tutti con i suoi capelli biondi e
boccolosi e i suoi occhi grandi azzurri.
Questa Alice era diversa: al posto dei capelli biondi e
boccolosi , si vedevano capelli spaghetto rosso carota; al posto degli occhi
azzurri , i suoi erano verdi ma non per questo meno belli. Indossava un vestito
rosso ciliegia in stile vittoriano, pieno di pizzi e merli rosati qua e la.Sua
madre pensava che se non fosse per le poche forme che si ritrovava, sarebbe
sembrata una prostituta. Una zia lontana le aveva regalato quel vestito, a
parere della madre, troppo scollato per l'epoca.
Ad Alice piace quel vestito ed l'unica cosa su cui in
parte trasgredisce agli ordini della madre. Certo, non si sarebbe mai sognata
di metterlo ad una cena con i colleghi del padre e le rispettive mogli. Non
voleva essere di nuovo la vergogna della famiglia.
Nel paese delle meraviglie , Alice riesce a dimenticare
per un istante che lei abbia qualcosa di cui si debba vergognare. I suoi
capelli rossi sono normali in quel tripudio di colori.
Il primo a presentarsi fu il Cappellaio matto insieme
alla lepre marzolina e la invitarono subito a bere il tè . Alice non ebbe
neanche il tempo di ribattere che già mille altri buffi personaggi si
presentavano a lei tra Pinco Panco e Panco Pinco e il gatto del Chelserie .
Alice rideva , come mai in vita sua. Il cappellaio matto fu sorpreso da quella
risata così bella , e si rese subito conto che qualcosa non andava. La risata di Alice
che ricordava lui era ben diversa e lui ricordava tutte le risate che sentiva ,
anche solo per pochi secondi.
" Questa non è Alice" pensò ma se ne pentii
subito perché non spettava a lui decidere questo.
" Dobbiamo andare dal brucaliffo, dovrà illustrargli
la profezia" sorrise il gatto del Chelsire.
" Troppa...
Nebbia...
Sul...
Sotto! Il..
Cammino...
Meglio...
Aspettare...
No! Andare ...
Qualche giorno!" dissero Pinco Panco e Panco
Pinco.
Il cappellaio allora sorrise e riconfermò il suo invito
per il tè , che la ragazza non declinò.
"Quanto zucchero vuole , signor cappellaio?"
chiese cordiale.
" Quanto ci sta in una tazza"
" E quanto zucchero sta in una tazza?"
" Oh, non lo so , io non so contare" rispose
sincero il cappellaio.
Entrambi rimasero in silenzio , la ragazza per
imbarazzo e il cappellaio per mancanza di parole , quindi sorrideva a sguardo
basso.
" Se vuole li conto io per voi " esordì la
ragazza dopo alcuni minuti . Il cappellaio alzo la testa
e i suoi occhi verde acido si illuminarono.
" Con molto piacere"
Alice presa la zuccheriera e il suo cucchiaino e prese
a contare" uno, due, tre..."
Intanto il cappellaio si innamorò di Alice, quella sbagliata,
solo guardandola riempirgli la tazza di zucchero.
La nebbia si diradò presto quel pomeriggio, troppo
troppo prestissimo a dire del cappellaio.
S'incamminarono tutti di buona lena verso il brucaliffo
, felici di sapere che il giorno gioglorioso stava arrivando.
L'unico triste nella combriccola era il cappellaio ,
come se il suo enorme cappello sapesse dell'enorme delusione che stava per
formarsi sul paese delle meraviglie.
Arrivati al punto predestinato , tutti attendevano il
verdetto con fiato sospeso. Egli inspirò per bene dal suo narghilè e una nuvola
di fumo bluastro li avvolse tutti. " Chi sei tu?" " Alice"
"Quale Alice?" la ragazzina rimase stupita:
nessuno le aveva mai posto una domanda più assurda. " Dal tuo silenzio
,direi quella sbagliata"
Alice rimase pietrificata e si voltò notando tutti gli
sguardi delusi e arrabbiati, anche il gatto del Chelsire non sorrideva più.
Alice cercò lo sguardo del cappellaio che le si
avvicinò piano .
" Io ho sempre saputo che tu eri l'Alice sbagliata
per il paese delle meraviglie" negli occhi di Alice iniziarono a formarsi
dei piccoli luccichi argentati. "Ma poi sei diventata l'Alice giusta"
" Giusta per chi?" chiese la ragazza
sull'orlo del crollo.
" Giusta per me, solo l'Alice giusta poteva
riuscire a rendermi pazzo "
" Ma tu sei il cappellaio matto "
" Esatto, non ero ancora pazzo " il
Cappellaio sorrise e prese la mano dell'Alice sbagliata che sorrideva a sua
volta. " Non diventerebbe troppo lungo il vostro nome? " Sarei Pazzo
solo per te, per gli altri sono matto "
La ragazza rise e lui gioì dentro di se. All'improvviso
si guardo nella tasca e trovo una minuscola formina circolare.
" Tieni, viene dalla Cina" il cappellaio la
prese titubante e , vedendo la sua incertezza la ragazza sorrise e parlò di
nuovo " Mettila nell'altro occhio, almeno così sarai degno del tuo
nome"
Sorrisero entrambi e Alice svanii per sempre dal paese
delle meraviglie.
Questa era la storia dell'Alice sbagliata, della pazzia
del cappellaio e della sua lente rosa.
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