Pairing/Characters: Faye
Valentine (Jet/Faye in background)
Rating: PG
Warnings: Missing
Moment Session #26.
Word
Count: 528
(FDP)
Disclaimer: Nope,
nope e ancora nope.
N/A: Scritta
per 500themes_ita,
prompt #10.
Stella cadente e per
il prompt Faye/Jet, sopravvissuti @ piscinadiprompt.
Cowboy Requiem
Quella
notte, mentre Spike e Vicious combattono la loro ultima battaglia, in
un letto non suo Faye sogna Toro-Che-Ride. I suoi compagni le hanno
parlato di lui qualche volta, ma lei non l'ha mai incontrato di
persona. Per il vecchio indiano non è certo un problema: non
è mai stato il tipo da farsi ostacolare dalle
formalità.
(Diversi
anni dopo, quando Faye si ritroverà per la prima volta
faccia a faccia con lui nel mondo reale, Toro-Che-Ride la
tratterà come una vecchia conoscente, e altrettanto
farà lei, pur senza riuscire a spiegarsi il motivo di quella
sensazione di familiarità).
Nel
sogno il vecchio le parla di stelle, del modo in cui nascono e del modo
in cui cadono, e di come lo scopo ultimo di ogni uomo sia quello di
raccontare una storia.
Quando
lei gli chiede che tipo di storia, se triste o divertente, lui si
stringe nelle spalle.
Una
storia sul passato,
le risponde.
Anche
nel sonno, Faye storce il naso: non le piacciono le storie sul passato.
E non le piacciono nemmeno gli uomini con un passato. Detesta qualsiasi
cosa abbia un passato, a dire il vero.
(È
il motivo principale per cui, tanti mesi prima, aveva deciso di
rimanere sul BeBop: lì di passato sembrava essercene ben
poco. All'apparenza, almeno. Certo che l'avevano imbrogliata proprio
per bene, quei bastardi. Tutti e due. Tre, contando Ed, che se n'era
andata senza salutarla. Probabilmente anche Ein aveva una cagna e una
cucciolata da qualche parte del sistema solare. Non ci si
può fidare proprio di nessuno, in quest'universo).
Faye
si risveglia, infastidita, con l'eco delle ultime parole del vecchio
ancora in testa.
Una
storia sul passato è di solito una storia triste, riflette.
Quando non proprio tragica.
Le
ombre nell'angolo della stanza assumono per un attimo la forma di un
uomo alto e spigoloso, e due occhi, uno più chiaro
dell'altro, sembrano fissarla dall'oscurità con ilare
menefreghismo.
Faye
fa una smorfia, e un attimo dopo fa scattare rumorosamente l'accendino,
disturbando senza volere il sonno dell'uomo che le dorme accanto. Lo
osserva con la coda dell'occhio, stringendo la sigaretta tra le labbra
con tanta forza da deformarne il filtro, ma lui si limita a girarsi
dall'altra parte e non dà alcuna indicazione di volersi
svegliare a breve.
Meglio
così,
pensa.
Non
ha voglia di chiacchiere sul futuro. Non è nemmeno sicura
che una notte come questa abbia il diritto di crearlo, un futuro, anche
se in fondo sa che le storie ─ le migliori storie, perlomeno ─, sono
fatte essenzialmente di notti del genere.
«Idiota»,
mormora comunque alla stanza vuota.
(Da
qualche altra parte, in mezzo ad un grattacielo di macerie, un ultimo
colpo di pistola risuona nel silenzio, mentre una pozza di sangue si
allarga lentamente su una scalinata di marmo).
Faye
chiude gli occhi, aspira profondamente un ultimo tiro, e poi torna a
stendersi sul materasso, cercando, nel buio, la mano di Jet.
Subito
le dita di lui s'intrecciano alle sue in una presa confortante, ma
l'uomo non si volta verso di lei, e se sia sveglio o meno, Faye non
saprebbe proprio dirlo.
Sospira,
ma decide di non indagare oltre. Forse è solo che nessuno
dei due ha voglia di guardarsi negli occhi e trovarli entrambi rivolti
al passato.
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