Whispers
in The Dark.
Derek si rifiutava categoricamente di rispondere. Stiles, d'altro
canto, non gli levava gli occhi di dosso. Quei maledettissimi occhi da
cucciolo smarrito. Lui non era un lupo, si rimproverava sempre Derek,
quando pensava ai suoi occhi in quei termini. La loro
curiosità lo faceva sentire claustrofobico. Derek sapeva di
dover ringraziare qualche buona stella quando Stiles non riusciva anche
a fargli uscire il mal di testa, riempiendolo di chiacchiere. In caso,
però, si preoccupava sempre di qualche catastrofe imminente
e incontrollabile. Tutto questo, perché Stiles, in
realtà, non chiudeva mai la bocca. Non prendeva nemmeno
fiato, probabilmente. Derek non si era mai concentrato su quel
dettaglio, naturalmente. Anzi, solitamente, Derek tentava di
concentrarsi il meno possibile su quello che usciva dalla bocca di
Stiles e, qualora fosse possibile, evitava proprio di guardare la bocca
che si muoveva senza sosta, o il naso che si arricciava infastidito da
questo o quello. Quello che gli riusciva difficile evitare, per una
serie di imprevedibile sventure che non riusciva ancora a spiegare,
erano i suoi occhi. A volte, per sfuggirgli era costretto ad abbassare
gli occhi e, di solito, vista la vicinanza a cui erano soliti parlare,
finiva sempre per guardargli le labbra. Derek non aveva paura di
Stiles. Il problema era la sensazione fastidiosa che gli occhi del
ragazzo gli trasmettevano ogni volta che lo sfioravano, anche per
sbaglio. Anche in quel momento le cose stavano seguendo il loro solito
corso. Derek sapeva di non dover alzare lo sguardo, così
stava guardando la casa avanti a sé. Avrebbe potuto
rispondergli con una delle sue minacce, ma si rifiutava di spendere
fiato per replicare al ragazzo. Di solito non avrebbe esitato, ma
quella domanda non meritava risposta. Quando si erano accordati per i
turni Scott aveva espressamente affidato la vita di Stiles nelle mani
di Derek. Quello era un problema bello grosso visto che i due non
riuscivano a coesistere pacificamente. Derek era infastidito dai modi
di fare di Stiles che lo mettevano a disagio. Quando il ragazzo lo
scrutava si sentiva sempre troppo osservato. Era come se Stiles
riuscisse a invadere il suo spazio privato solo con gli occhi. Il
fastidio derivava dal sincero interesse che Stiles provava per
qualsiasi cosa gli fosse estranea. La maggior parte delle volte questo
coincideva con qualcosa di estremamente pericoloso, come, per esempio,
fare quella domanda alla persona che lo aveva ripetutamente minacciato
di morte. Non che il suo istinto di sopravvivenza fosse inattivo,
tutt'altro, ma di solito la sua mente e la sua bocca lavoravano in
contemporanea ad una velocità sfiancante, per chi si trovava
ad ascoltarlo, naturalmente. Derek non riusciva proprio a capire come
riuscisse ad essere così attivo. Non che si fosse mai messo
d'impegno per farlo. Di solito, però, le domande di Stiles
consistevano più in domande retoriche a cui il ragazzo
finiva per rispondersi da solo, ad alta voce, dilungandosi in
collegamenti improbabili.
Per questo quella domanda lo aveva spiazzato e aveva richiamato in un
colpo tutta la sua rabbia. Come aveva potuto seriamente pensare che lui
gli avrebbe risposto? Nessuno lo aveva fatto prima. Stiles continuava a
guardarlo e Derek poteva giurare di aver sentito i suoi battiti
aumentare quando aveva strinto i pugni in un tentativo di controllarsi.
Lo spaventava. Questo lo aveva sempre fatto sentire potente, ma non con
Stiles. Lui provava paura solo per una frazione di secondi e aveva
imparato che, in realtà, le sue erano solo intimidazioni.
Non lo avrebbe mai ucciso e Derek si pentiva ogni volta che si lasciava
sfuggire l'occasione di farlo. Ogni volta evitava di chiedersi cosa lo
trattenesse dallo squarciargli la gola. La prima volta che si era
risposto che lo faceva per Scott una voce nella sua testa gli aveva
dato dell'idiota. Quella voce aveva il timbro di Stiles e Derek voleva
evitare di sentirlo più del dovuto. Salvarlo tutte quelle
volte non poteva proprio attribuirsi al voler legare Scott al branco.
Derek aveva già chiara l'ostilità di Scott da
molto prima della sera della trasformazione di Jackson, sapeva che non
lo riconosceva come Alpha. Quella volta non era poi tanto sicuro di
riuscire a trattenersi. Lo sentì respirare più
velocemente e sperò di non doverlo vedere durante un attacco
di panico. Scott lo aveva avvisato. Anche Stiles ne aveva sofferto,
quando era morta sua madre. Anzi, a Scott era capitatao solo una volta.
Stiles sapeva esattamente come ci si sentiva. Il campo visivo che si
restringeva e gli occhi che si velavano rendendo tutto sfocato, la
sensazione di oppressione al petto, l'ansia inspiegabile che precedeva
il finto soffocamenteo che gli rendeva difficile la respirazione. Le
vertigini, la sensazione di impotenza. Quando lo vide tremare si
pentì di aver mostrato i suoi pensieri. Sì, a
Stiles bastava una minuscola azione, un indizio che i suoi occhi
avrebbero colto e analizzato. Stiles non stava parlando, la sua voce
non faceva da sottofondo a quella sera scura e umida. Agì
velocemente, estrendo un inalatore, sperando che ci sarebbe cascato e
ebbe fortuna « Non ti ucciderò ».
Tentò di rassicurarlo « Respira, Stiles
». Il ragazzo riprese il solito colorito e ci mise un po' ad
articolare un discorso, ma non si smetì « Ti ho
solo fatto una domanda! Ok, magari non è stata un'idea
geniale. Ok, non è stata un'idea geniale, decisamente... Ma
non è questo il punto. Insomma, perché nessuno mi
risponde? Non è corretto! Io lo so, so di essere fastidioso,
ok? Però non potete trattarmi, anzi, non dovete proprio
permettervi di trattarmi come uno sfigato. Solo perché non
ho il vostro stesso problema peloso. Ok, magari non mi spuntano le
zanne una volta al mese e... Insomma, non dovete e basta. Sono qui
perché vi sono utile, lo so. Perlomeno fate finta di
ascoltarmi ».
A quel punto Derek era certo di aver sentito abbastanza « Sta
zitto! » L'altro parve offendersi « No, Derek! Non
è colpa mia sei sei un misantropo asociale. Devo ancora
capire perché non è Scott che fa il turno con me
». Derek non rispose, la sensazione dei suoi occhi,
determinati, lo faceva sentire in trappola « Scott non
è il più forte di noi. Voleva che fossi protetto
al meglio ». L'altro sbuffò « No, lui
voleva avere Allison al suo fianco, come Erica se ne andata con Boyd e
Deaton è andato con Isaac anche se non sono ancora di chi
proteggerà chi in caso di attacco. Dimmi la
verità... Perché non sono andato io con Deaton?
» Derek esalò un respiro pesante «
Perché lui e Isaac se la possono cavare assieme. Tu e
Deaton, no ». Lo guardò negli occhi giusto il
tempo di fargli capire che diceva sul serio e Stiles annuì
« Ci tieni molto a far cambiare idea a Scott. Sappi che
è un tipo testardo. Non si lascerà abbindolare da
te come ha fatto con gli Argent ». Derek lo sapeva e sapeva
di non essere lì per quello « Sta zitto
». Stiles trovò opportuno continuare la sua
descrizione di Scott, per giustificare il suo amico. Ad un certo punto
le tempie di Derek stavano per scoppiare e nemmeno tutta la
concentrazione del mondo riusciva a distrarlo da quel momento di
diarrea verbale. « Stiles! » Non
ringhiò, per attirare la sua attenzione, ma quel richiamo
bastò a fare in modo che il ragazzo alzasse lo sguardo e, di
nuovo, Derek si domandò perché finissero sempre a
una distanza talmente irrisoria da poter essere reputata equivoca.
Tentò di sfuggire ai suoi occhi indagatori e lo sguardo gli
cadde sulle labbra del ragazzo con una pevidibilità che lo
scosse. Stiles disse qualcosa che non registrò subito,
impegnato a memorizzare, inconsapevolmente, ogni dettagli di quella
bocca dal taglio sottile, ma dalle labbra più carnose di
quanto ci si possa aspettare. Quando il suo cervello reagì
alle parole di Stiles, Derek si era già tuffato su quelle
labbra con un impeto che non gli era mai appartenuto, con una foga che
non riusciva ad ammansire. La bestia famelica dentro di lui il quel
momento era diversa dal lupo, che riposava tranquillamente nelle
profondità della sua coscenza. Quando gli mancò
il fiato si staccò, ma la lucida razionalità con
cui affrontava sempre tutto si era volatilizzata «
Sì » esalò sulla bocca di Stiles.
* *
*
Call
Me Maybe:
Giusto per
cambiare il titolo alle note. Indovinate quel è la domanda
che Stiles ha posto a Derek! Spero che questa OS vi sia piaciuta e mi
scuso immensamente per essere ancora ferma con la mini-long,
tornerò presto, promesso.
R&R!
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