Naruto
Uzumaki aveva passato la sua esistenza a rincorrere dei sogni. Li aveva
sfidati, afferrati e poi catturati. Diciannove anni in cui non era
passato un solo giorno in cui non avesse trovato la forza di provare e
riprovare. Adesso, con Madara e Obito sconfitti, la guerra si era
conclusa e lui era riuscito a salvare i suoi compagni e, più
importante, a ritrovare il suo migliore amico. Sasuke aveva minacciato
di ucciderlo, aveva ringhiato insulti, sferrato pugni e alla fine gli
aveva salvato la vita. Se non fosse stato per lui, Kurama sarebbe
finito fuori controllo per colpa di Obito e probabilmente i morti
sarebbero aumentati drasticamente.
“Siamo
pronti?”
“Cinque
minuti Tsunade-sama, i consiglieri del villaggio della Nebbia sono
appena arrivati e si stanno accomodando.”
“Perfetto,”
ironizzò, stringendo le labbra lucide “tanto siamo
solo qui per bere un tè e farci una chiacchierata,
vero?”
Shizune
deglutì, abbassando gli occhi.
“Se
vuole, posso—”
“No.
Lascia stare e vieni con me, andiamo dagli altri Kage.”
Invece
erano ancora vivi. Certo, malconci ne erano usciti; lui credeva di
avere un buco in pancia da quanto il sigillo premeva sulla carne mentre
Sasuke teneva aperti gli occhi contornati di sangue per miracolo. Dopo
una riabilitazione di due mesi i medici avevano evitato ogni grave
complicazione, e ora era autorizzato a camminare per le vie del
villaggio senza temere che qualche infermiera gli staccasse le gambe
per obbligarlo a restare a letto. Con Sasuke fu più
complicato; gli occhi bruciavano troppo e l’addome aveva
riportato ustioni piuttosto grandi, senza contare che il personale
dell’ospedale si era dapprima rifiutato di assisterlo e in
seguito, costretto dall’Hokage, temeva che Uchiha si
ribellasse e li sterminasse tutti.
“Ci
sono tutti?”
Shizune
annuì, diligente.
“Bene,”
rivolse una breve occhiata agli altri Kage, indurendo lo sguardo
“cominciamo.”
Tsunade si
alzò in piedi, avvicinandosi al pubblico per mostrarsi
all’intera platea.
Le persone
fremettero, incollando gli occhi sull’imponente figura
dell’Hokage.
“Diamo
inizio,” urlò, osservando poi alla sua destra
diverse unità di Anbu accerchiati intorno a una sedia
“al processo per il giudizio su Uchiha Sasuke, nukenin di
livello S e ricercato mondiale.”
“No!”
gridò, sbattendo i pugni sulla scrivania “Non
potete farmi questo! Ci ha aiutato, mi ha salvato,
lui—”
“Naruto.”
Tsunade lo interruppe nuovamente, osservandolo grave. “Sapevi
il suo destino fin dall’inizio.”
“Sasuke
non è un assassino! Non ha fatto del male a nessuno,
l’unico di Konoha era Danzo, ma non mi pare abbiate pianto la
sua morte!”
Kakashi
posò una mano sulla sua spalla, trattenendolo.
“Calmati,
Naruto.”
“No!
Non potete ucciderlo, non potete portarmelo via!”
urlò ancora più forte, la gola che pulsava e le
lacrime che spingevano per uscire. “Lui è
l’unico che mi abbia mai considerato e accettato!”
“La
sentenza è fissata per domani a mezzogiorno.”
Naruto
spalancò le palpebre, guardando Tsunade con aria smarrita.
“Quale
sentenza?” sussurrò, incapace di accettare la
realtà.
“Sarà
deciso il destino di Uchiha Sasuke. Verranno qua i Kage e i loro
consiglieri, più le scorte di ninja. Potrai essere presente
fra il pubblico ma non intervenire se non interpellato.
Chiaro?”
Naruto
strinse i denti, mordendosi le labbra. Kakashi rafforzò la
presa sulla sua tuta, quasi a volersi scusare per non essere stato in
grado di fare il suo dovere di maestro ancora una volta.
“Non
posso fare altrimenti. Lo sai.”
La
fissò negli occhi.
La
fissò, e per la prima volta vide davanti a sé
l’Hokage di Konoha e non la cara Tsunade.
“Le
votazioni riportano tali conclusioni,” annunciò la
Godaime, rompendo i mormorii diffusi “la maggioranza dei
consiglieri di Konoha non accetta il ritorno di Uchiha Sasuke al
suddetto villaggio.”
I sospiri di
sollievo si diffusero nella grande sala, mentre l’eroe di
Konoha strinse i pugni.
“I
consiglieri restanti fanno appello al fine che Uchiha Sasuke rimanga
nelle prigioni per un tempo pari all’ergastolo.”
Un singulto si
diffuse, e Naruto riconobbe la voce soffocata di Sakura alle sue spalle.
“Infine,”
concluse, dirigendo lo sguardo verso il ragazzo che la guardava dal
basso con i suoi occhi azzurri scintillanti “I Kage non
favorevoli alla morte di Uchiha Sasuke, sono…” si
fermò, portando stavolta gli occhi alla figura seduta a
pochi metri da lei “la sottoscritta e il Kazekage. Dichiaro,
pertanto, che la maggioranza ha stabilito che Uchiha Sasuke, nukenin di
livello S, sarà condannato a morte entro l’alba di
domani.”
“Li
fermerò. Assolutamente. Anzi, magari stanno solo
ingigantendo la cosa e ti faranno restare in prigione qualche giorno e
basta.”
Sasuke,
sguardo vacuo e mente assente, riposava sul letto
dell’ospedale. Il chakra era talmente debole che lo sentiva
appena, eppure erano decine i ninja fuori dalla porta che aspettavano
un suo solo passo per catturarlo.
“Hai
capito? Ti proteggerò io!”
Naruto
gesticolava a pochi centimetri dal volto di Sasuke, preda del timore
per il giorno seguente.
“Ehi,
sono serio! Non ti accadrà nulla, cred—”
“Non
m’interessa.” La voce era bassa, e Naruto
avvertì un brivido.
“Che
cosa intendi?” domandò, con una punta
d’ansia “Non scherzare, dai!”
“Possono
uccidermi anche subito.”
“Non
dirlo!” urlò, afferrandolo per il colletto della
maglia “Mi hai salvato la vita! Come puoi pensare
che—”
“Non
ingigantire la questione, non volevo affatto aiutarti.”
“Bugiardo.”
Sillabò, rabbioso “avevo promesso di farmi carico
del tuo odio. E tu, tu l’hai capito in
quell’istante, vero Sasuke?”
Uchiha
portò la mano al polso dell’altro, esercitando una
breve pressione.
“Preferisco
che la testa mi sia tagliata, piuttosto che marcire in un villaggio che
ha le mani sporche del sangue della mia famiglia.”
Naruto
ringhiò e in un attimo diede una testata a Sasuke, portando
le loro fronti in contatto.
“Non
vorrebbero vederti così, non l’hai ancora capito?
Itachi ti amava più di ogni altra cosa al mondo, eri suo
fratello, come avrebbe potuto non farlo? E pure tu, Sasuke, lo amavi
fino a volerlo uccidere pur di non pensare più a lui e alla
sofferenza che ti aveva causato il suo tradimento. Sono stato io lo
stupido a dirgli che ero stato un fratello migliore di lui per
te.”
Sasuke
ebbe un sussulto violento, le mani andarono ad artigliare le braccia
del compagno, e la bocca si contrasse.
“Non
ti azzardare a giudicare cose che non conosci!”
“Conosco
te, Sasuke! Ti ho rincorso per anni, come puoi escludermi
così?”
Si
guardarono, frementi di rabbia e rancore.
“Mi
salvasti quella volta contro Haku, ricordi? Tu che mi odiavi e mi
consideravi una palla al piede! Nemmeno allora avrei potuto accettare
di perderti! Come pensi che possa riuscirci adesso?!”
“Questo
villaggio desidera solo di vedermi con un cappio al collo, possibile
che non te ne rendi conto? Hanno mandato Itachi alla morte e faranno lo
stesso con me!”
“Non
lo permetterò!”
Sasuke
ringhiò e Naruto catturò quella rabbia nella sua
bocca, premendola su quella del compagno. Lo baciò, e non ci
fu tempo di respirare, non con Sasuke che gli succhiava il labbro
inferiore, tirandolo poi con la punta dei denti.
“Amavo
Jiraiya,” confessò, dopo che il bacio ebbe
consumato entrambi “era il padre che non avevo ancora
conosciuto. Amavo i miei genitori pur non avendoli mai incontrati, ero
certo che mi avessero riempito d’amore, ed era davvero
così.”
Sasuke
fremette, lanciando avvertimenti con gli occhi.
“Tu
sei il mio migliore amico, il mio compagno di squadra, la mia
aspirazione, sei tutto. Non permetterò che ti portino via.
Non gli darò l’opportunità di togliermi
la mia famiglia per la terza volta.”
Sasuke
chiuse gli occhi, soffiando aria calda sulle labbra
dell’altro.
“Perché?”
esalò infine, stringendo i pugni
“perché ti dai tanta pena per me?”
Naruto
sorrise appena, addolcendo i lineamenti.
“Perché
voglio proteggere la persona che amo.”
Le
nocche divennero bianche e il nero degli occhi sembrò
concentrarsi in una tonalità più scura.
“Ami
anche Konoha.” Sputò fuori, forse senza
accorgersene.
“Devo
scegliere. Itachi aveva ragione. Tuo fratello era una persona
straordinaria, ma lo sai già. E poi, tu hai già
preso la tua decisione, e io non ti sono mica da meno!”
“Cosa
intendi?”
Naruto
sorrise ancora, di più stavolta.
“Hai
scelto di salvarmi. Forse non mi consideri la tua famiglia e non lo
farai mai, ed è giusto così, non voglio prevalere
su nessuno, non è una competizione d’affetto. Io
però ti consideravo come la mia famiglia prima di conoscere
i miei genitori e Jiraiya, quindi è un po’ diverso
credo.”
“Sei
un idiota.” Mormorò, facendo combaciare le loro
labbra con lentezza.
“Credo
che la questione sia un’altra,” disse, staccandosi
appena “mi hai chiarito tu le cose, dopo lo scontro con
Obito. Eri a terra svenuto, potevi morire da un momento
all’altro, e lì ho capito. Il legame,
ciò che ci univa, tutto. L’amore che provo per te
è grande e, seppur con sfumature diverse da quello della tua
famiglia, non è né più grande
né più piccolo. Ti amiamo, solo che io intendo
quel tipo d’amore che mi spinge a pensare cose che ti
farebbero venire il voltastomaco. Capisci?”
Annuì.
Sasuke capiva davvero, lo sentiva a pelle.
“Potrei
respingerti.”
“L’avresti
fatto prima del bacio.”
“Non
cambia il fatto che detesti ancora questa tua ostinazione e
sicurezza.”
Rise,
e in quel momento avvertì gli occhi pizzicare.
“Sono
pronto a sfidare tutti, Sasuke. Posso fare qualsiasi cosa per
te.”
L’altro
cinse la sua nuca con la destra, stringendo le ciocche chiare.
“Konoha
è la tua casa.”
“No.
Casa è dove c’è qualcuno che ti ama.
Posso avere centinaia di Konoha solo con te al mio fianco.”
“Dove
è andato a finire il tuo sogno? Qualcuno voleva
diventare Hokage, qui.” Pronunciò, avvertendo
quasi staffilate al cervello pensando in una probabile risposta.
“Non
posso essere Hokage senza averti con me.”
“Non
lo saresti nemmeno insieme con me. Come puoi pensare che ti
eleggano?”
Naruto
ghignò.
“Non
sarò l’Hokage di Konoha ma insieme potremo crearci
qualcosa di più grande. Così mi accetterai, e lo
farà anche chi riconoscerà il nostro
legame.”
Sasuke
inspirò, serrando le palpebre.
“Sei
sicuro?”
“Sì.
Non sono mai stato così sicuro. Sei la mia certezza,
dovresti saperlo ormai.”
Si
guardarono nell’istante che seguì, e fu come se si
videro davvero per la prima volta dopo tanto tempo.
“Sei
tremendamente facile da leggere, Naruto. Lo sei stato da bambino fino a
quando, prima di svenire, avevi gli occhi rossi e urlavi il mio
nome.”
“Beh,
tuo fratello l’avevo capito, voglio dire, ti ha affidato a
me, per questo non potevi respingermi, ti conosceva troppo bene per
sbagliare!”
Sasuke
si accigliò.
“Itachi
era troppo intelligente per mettermi nelle mani di un idiota.”
“Forse
aveva capito che non mi avresti mai ucciso.”
“Mai
dire mai.”
Naruto
ridacchiò.
“Gli
anbu si staranno innervosendo per questa mia visita
prolungata.” Azzardò poi, pensieroso.
“Avranno
di che annoiarsi fino a domani mattina.”
Gli
occhi azzurri rotearono, indecisi.
“Posso
restare qui?”
“Qui
dove?”
“In
questa stanza. Con te.”
“Non
scapperò.”
“Mai
dire mai.” Lo scimmiottò, beccandosi un pugno
leggero sull’avambraccio.
“Non
farti troppo illusioni,” Aggiunse dopo Sasuke
“probabilmente mi accerchieranno e spereranno di catturare
anche te, solo che io finirò alla ghigliottina e a te
faranno il lavaggio del cervello.”
“Non
se scappiamo appena non accettano le mie condizioni.”
“Che
sarebbero?”
“Permetterci
di andare a vivere da un’altra parte, magari isolata e
lontano abbastanza da ogni nazione. Così non nuoceremo a
nessuno. Se non accettano, chiedo a Kurama di darmi una mano e ci
defiliamo.”
“Così
i nukenin diventeranno due.”
“Giurerò
di non sfiorare con un dito un singolo abitante di ogni villaggio. E
che tu, uhm, agirai solo in caso di legittima difesa.”
“E
poi magari ci augurano anche buon viaggio.”
Ironizzò malevolo.
“Oh,
dai, siamo tra i più forti ninja che mai siano esistiti,
sarà un gioco da ragazzi. Quindi, non preoccuparti. Non ti
abbandonerò.” Rassicurò
d’istinto, provando a cingerlo in un abbraccio.
“Non
l’hai mai fatto.” Arrivò il sussurro,
inaspettato, al suo orecchio.
Sorrise.
Aveva finalmente accanto a sé la sua famiglia.
“No.”
Quella parola
echeggiò tra le pareti, provocando l’inizio del
cambio dei programmi.
Naruto,
sguardo fermo, si alzò in piedi, affrontando gli occhi
stupiti e arrabbiati di tutti i presenti.
“Uzumaki
Naruto, nessuno ti ha interpel—”
“Ritengo
sia ingiusto e davvero di basso livello ciò che avete
scelto. Senza contare che non mostrate più giustizia nei
confronti di chi ci ha salvato. Chiedo, pertanto, di ritirare la
condanna e permettere a Sasuke e a me di lasciare il
villaggio.”
Singulti,
stupore, smorfie e obbiezioni andarono contro le sue parole.
Naruto
cercò gli occhi di Sasuke, trovandoli. Erano vivi, e lo
trapassavano con la loro intensità.
Sorrise.
Avrebbero vinto anche quella battaglia.
Ammetto
che Naruto e Sasuke sono piuttosto “focosi”. Hanno
un temperamento forte, spero non eccessivo, purtroppo non ho il tempo
di rileggerla attentamente, lo farò nel fine settimana e
correggerò probabili errori, mi scuso quindi per eventuali
strafalcioni, solitamente sto più attenta, solo che il tempo
mi scarseggia e dovevo pubblicarla prima di stasera tardi,
perché ho avuto un forte dibattito sull’amore che
provo per Sasuke e Naruto. Diciamo che parlando ho evidenziato le
emozioni che Naruto fa emergere ogni volta che si tratta di Sasuke, sia
negative sia positive, e allora, mettendo ciò per iscritto
in uno scenario post guerra, ho tratto ciò. Ciò
che volevo far emergere è proprio questo sentimento che
Naruto si porta appresso da tanto tempo: diciamo che se provo a
immedesimarmi in lui mi sembra di soffocare certe volte per questa
intensità, non oso immaginare Naruto stesso. Itachi poi,
beh, i riferimenti a lui erano necessari. Sasuke ha capito tutto, forse
l’aveva fatto nel momento in cui ha visto Obito attaccare
Naruto e si è messo in mezzo, ha protetto lui e quel
sentimento che provava. Ci sarà un altro capitolo in cui i
flashback saranno sugli spaccati della battaglia finale, più
incentrati su Sasuke e si capirà meglio perché in
questo capitolo ha agito così con Naruto. Non è
caduto dalle nuvole insomma, non ha tirato pugni nel muso
dell’altro per il bacio, ci sarà una spiegazione
XD poi si sa che tra il capirlo e l’ammetterlo ci vuole un
pochetto.
Basta adesso,
altrimenti mi dilungo più che del capitolo XD
Non
è stato facile mantenere dei toni forti, lo ammetto,
probabilmente perché vado più per le cose leggere
in genere, ma era una mia prerogativa non smorzare
l’intensità manco per un istante, quasi a
rasentare troppo forte, altrimenti avrei perso la carica di sottofondo.
Basta sul
serio! ^^”
Grazie per la
lettura e per eventuali recensioni.
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