Take my hand, take my whole life too, for I can’t help falling in love with you. di Evaney Alelyade Eve (/viewuser.php?uid=111382)
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Primo
Appuntamento, Jens!POV:
Parte
I - Lasciate ogni speranza, o voi amatori di hamburger, quando entrate
in un ristorante francese!
Passarono in rassegna una trentina
di locali, osservandone le vetrine dall'Impala, senza avere il coraggio
di dire "Dai, entriamo
in quello", e questo perchè entrambi avevano un
problemino con questa storia dell'appuntamento.
Insomma erano due uomini adulti e vaccinati che non avevano un
appuntamento da...beh, da secoli, e per entrambi era una situazione
totalmente nuova. Inoltre entrambi avevano paura di proporre qualcosa
di poco gradito all'altro, perchè, alla fine, quello che
volevano era che l'altro stesse bene.
Jensen, per esempio, cercava in tutti i modi di mantenere
un'espressione neutrale e parzialmente serena ogni volta che Misha
adocchiava un locale, soprattutto ristoranti francesi,
perchè non voleva precludere o smorzare qualsiasi proposta
che l'altro volesse fare.
Sapeva benissimo quanto quei ristorantini francesi avessere solo tavole
ben agghindate, ma che su queste non c'era alcuna sostanza che si
potesse condierare commestibile, ma tacere per amor dell'altro era
l'obiettivo.
Dopo l'ennesimo ristrantino, Jensen dovette cedere ai borbottii del suo
stomaco, e, scendendo a patti con se stesso, puntò ad un
ristorante all'angolo della Cross Avenue, che sembrava il male minore.
Sembrava, per l'appunto.
- Ehi..Mish, che dici se ci fermiamo in quel locale? Comincio ad aver
fame, e mi sembra...ehm, piuttosto carino. - e puntò
l'indice contro la fatiscente insegna che riportava la scritta "La maison du bon gout".
- S-sì, credo sia un'ottima idea...-ribattè
l'altro, passandosi nervosamente una mano dietro il collo. Jensen
capì che non era l'unico ad avere una salivazione
allegramente azzerata e si chiese perchè diavolo fossero
così nervosi. Visti da fuori, ci avrebbe scommesso 5
dollari, dovevano sembrare due adolescenti imbranati, più
che una coppia di adulti. Di uomini. Cavolo!
Non che lui non fosse abituato a quel tipo di situazione, anzi, aveva
sempre saputo cosa fare e come farlo, ma la compagnia di Misha
destabilizzava ed annullava tutte le sue facoltà
logico-razionali. Misha era capace di creare una tempesta di sentimenti
e sensazioni così forti, che lui perdeva semplicemente
lucidità. Si chiese se queste sono le sensazioni che uno
provava al cosiddetto "primo amore" visto che lui non era mai stato
seriamente innamorato, a parte quella piccola storia avuta secoli prima
con una ragazza di nome Lisa, o qualcosa del genere.
"Jens, l'amore non
è fatto di ragionamenti! Smettila di pensare e segui
l'istinto!" lo rimproverò mentalmente la voce
del giovane Padawan. Guai a non ascoltarne le perle di
saggezza.
Quando scesero dall'auto, e si furono avvicinati al locale, Jensen
strizzò gli occhi e lesse ad alta voce l'insegna.
- La maìson
du bon gòut - strappando una piccola risatina
al compagno. Gli lanciò un'occhiata perplessa - Cosa? -
- Oh, nulla, hai un francese davvero impeccabile - lo prese in giro,
mentre aprivano la porta del locale. Jensen sbuffò, piccato.
Okay, il suo francese era pessimo e questo perchè al liceo
si era rifiutato di seguire le lezioni di Miss François, ma
non era mica colpa sua se a lui della Francia o della lingua parlata in
Quebèc non gli fregava un'emerito cavolo! E comunque non ci
stava proprio a farsi prendere per il culo da quel giornalista
squattrinato, no, no!
- Certo, dimenticavo che stavo parlando con Mister Francia! -
borbottò sarcastico, e Misha si limitò a
sorridergli; un sorrisetto a metà tra malizia e sfida. La
loro piccola diatriba fu interrotta dal caposala.
- Boinsoir - salutò, cortese ed impeccabile.
Jensen fece un piccolo cenno del capo.
- Bonsoir, monsieur - ribattè invece Misha, in un francese
quasi perfetto. Jensen lo squadrò da capo a piedi,
sbalordito: allora aveva davvero a che fare con un piccolo Mr Francia!
- Vorremmo un tavolo per due, se è disponibile, il
più appartato possibile, merçi -
continuò il moro, e Jensen si trattenne a stento dal
mordergli le labbra, indispettito, quando quello gli lanciò
un'occhiatina di trionfo e superiorità.
- Se i signori vogliono aspettare, controllerò la nostra
disponibilità - ribattè il caposala, ignorando
totalmente la loro discussione fatta di sguardi, e portando il proprio
sull'enorme registro che teneva dinanzi a sè.
Dieci minuti dopo, erano diretti verso l'ultimo tavolo, quello sul
fondo della sala, accanto alla finestra che si vedeva dalla strada, ma
nascosto agli occhi interni da una spessa tendina bianco-vaniglia.
"Forza e coraggio, Jens"
si disse mentalmente, mentre, sfilando tra i tavoli, gettava
occhi circospetti e a volte inorriditi sui piatti che coppiette o
gruppi di persone stavano "gustando". Assolutamente quella roba non
poteva essere definita un piatto, nemmeno lontanamente! Piccole
porzioni di solo Dio sapeva cosa, accompagnate da insalate dall'spetto
strano e salsine ancora più inquietanti.
"Posso
sopravvivere....vero?" si chiese disperato, mentre si
accomodavano al tavolo.
- Se i signori sono pazienti, tra un attimo arriverà il
cameriere per prendere le ordinazioni. Prego, questo è il
nostro menù - e diede loro due libricini fatti in pelle nera
con il nome del ristorante in scritte dorate sul dorso.
- Merçi - ripetè Misha, nascondendosi dietro il
menù. Jensen lo aprì, deglutendo piano, e quello
che vi lesse era...arabo. Altro che francese! Piatti dal nome assurdo e
decisamente poco appetitoso, salsine di tutit i tipi con nomi ancora
più strani... l'unica cosa che si sentiva in gradod i
salvare era la mousse al cioccolato.
Si schiarì la gola.
- Allora - esordì, mentre Misha depositava il
menù sul tavolo, soddisfatto - sai parlare il francese, eh?
L'hai studiato o perchè la tua fmiglia è
francese? -
- Oh, no, sai ho un'amico..cioè, il mio migliore amico,
Sebastian, che per metà è francese e a volte,
quando è arrabbiato, si mette ad imprecare in francese o
vede programmi in francese e a furia di sentirlo ho imparato
qualcosina. -
- Capisco, quindi sei totalmente americano? - non si era mai reso conto
di quanto poco sapesse di quest'uomo, e di quanto fosse avido di sapere
tutto ciò che lo riguardava. Non aveva mai provato quel tipo
di curiosità, nemmeno sul lavoro.
- Mmh..no, non interamente. - e quì abbassò la
voce, sporgendosi verso di lui con aria da perfetto cospiratore - la
verità è che sono per metà.... -
- Tedesco? - buttò lì Jensen, senza pensarci,
facendo ridere Misha di gusto.
- Oh, no! Ritenta sarai più fortunato. - ribattè,
ridendo.
- Mmh...polacco? Svizzero? Non dirmi che vieni dal Quebèc
perchè... - avvisò lui, puntandogli il
dito indice contro. Misha lo fissò perplesso.
- Cos-? No! Perchè dovrei venire dal Quebèc?
Anzi, perchè odi il Quebèc? -
ribattè, sghignazzando. Jensen rise a sua volta, scuotendo
la testa.
- Naah, nulla, lascia perdere! Allora mi arrendo, da dove vieni? -
- Russia. Polonia. Ucraina. - rispose il moro, parlando con
un perfetto accento russo; Jensen spalancò e richiuse la
bocca un paio di volte.
- Cosa? Stai scherzando?! -
- No - ribattè Misha, più serio - mi chiamo Misha
Dmitri Tippens Krushnic. Nelle mie vene scorre il sangue di parecchie
persone, eh? - scherzò su, mentre prendeva un sorso d'acqua.
- Già, beh, woah, è una bella folla! Io sono solo
un povero ragazzo del Kansas! - ribattè, ancora un po'
stranito, prendendo di riflesso un sorso d'acqua.
- Beh, hai avuto la fortuna di incontrare me, detective, quindi non sei più un
semplice ragazzo del Kansas! -
- Così pare! E dimmi, come fai ad essere
così naturale in un posto del genere? - ed indicò
il resto della sala con un cenno del capo.
- Oh, è perchè Julie amava i ristoranti francesi,
e mi ci portava d ogni occasione! - spiegò
Misha, e le sue guance si colorarono
leggermente di rosa.
- Dio mio,
sei davvero internazionale Misha Collins! - borbottò Jensen.
La loro discussione fu interrotta dal cameriere, che riportò
alla mente di Jensen problemi più urgenti : cosa avrebbe
scelto?
"Quello che prende lui,
Jens, Non sono in vena di esperimenti!" suggerì
impaziente la voce del suo stomaco, e lui non potè non
essere d'accordo.
- Volete ordinare, monsieur? -
- Oui, merçi! - ribattè prontamente Misha - io
prenderò una Vychissoise e un'insalata niçoise. -
e mentre parlava il cameriere prendeva nota dell'ordinazione su un
palmare sottilissimo e nero, sostituto del vecchio block notes.
- Bien, e per lei, monsieur? - chiese poi rivolto a Jensen.
"Un Hamburger amico! "
pensò disperato.
- Quello che ha preso lui - disse invece, sperando vivamente
che non si trattasse di lumache.
- Bien, allora come vino posso consigliarvi lo "Channaydeau" , perfetto
per accompagnare questo tipo di piatto. -
- Oh, oui! E se può anche quel deliziosissimo pane francese
alle olive! - e mentre Misha discuteva allegramente con il camerirer,
Jensen non poteva fare a meno di osservarlo ammaliato e con una punta
d'invidia. Sembrava così sicuro e padrone della situazione,
proprio l'inverso del povero Misha sensibile agli avvenimenti fino a
svenire. Si rese conto di amare entrambi questi lati di Misha.
- Jens? - lo richiamò la sua voce, quando il cameriere si fu
allontanato - tutto bene? -
- A meraviglia - e gli sorrise.
"Non va affatto bene!
Assolutamente! " pensò orripilato, quando il
cameriere depositò dinanzi a loro i rispettivi piatti di
Vychissoise, ovvero una "simpatica" zuppa cremosa, dal colore
verdastro, strana roba verdognola accompagnata da piccoli pezzetti di
roba ancora più inquietante. Deglutì.
- Ehm..ehi, Misha, esattamente cosa dovrebbe essere questa? -
- Uhm? Oh, zuppa di porri e patate! E' davvero ottima! -
"Porri? No
cioè...ha detto sul serio...porri?! Se ti
azzardi ad avvicinarla alla bocca...." commentò
acido lo stomaco di Jens, che, con nonchalance, prese un respiro e ne
ingoiò una bella cucchiaiata.
Calda. Troppo dannatamente calda e dal sapore... bleah,
così bleah che gli andò di traverso e
minacciò di soffocarlo.
- Jens? Oddio, Jens, tutto okay?! - esclamò preoccupato
Misha, versandogli subito un bicchiere d'acqua, con il quale il
detective domò, almeno in parte, il saporaccio e l'incendio
che gli stava corrodendo la gola.
- S-sì, Mish, tutto okay, ho solo...troppo..mi è
andata di traverso - inventò alla fine, mentre la tosse si
calmava.
" Voglio un hamburger!
Andiamo alla Road House!" supplicò il
suo stomaco, brontolando. Jensen lo ignorò.
"Che figura di merda."
pensò, mentre sentiva le guance calde " tutta colpa di questa dannata
zuppa!"e le
rivolse un'occhiataccia. Se gli sguardi avessero potuto
uccidere e la Vychissoise fosse stata una donna, Jensen da detective
sarebbe diventato assassino.
"Smettila di fare il
moccioso viziato, Jens!" lo rimproverò la voce
del suo personalissimo PadaYodawan.
- Al diavolo! - sbottò, attirando l'attenzione di Misha, che
intanto si stava gustando il suo pane alle olive e l'insalata
niçoise.
- Uh? - chiese, corrucciando la fronte.
"Merda."
- Eh? No nulla, mi sono ricordato che..... -
"Merda!"
-...che non ho registrato la partita dei Dolphins a Jared! -
inventò di sana pianta. Jared non sapeva manco chi fossero i
Dolphins.
- Oh, è un tifoso? -
- G-già....allora al lavoro come va? -
"Bravo Jens, porta
l'argomento su porti più sicuri!"
La serata filò più o meno liscia, tra una
cucchiata, un bicchiere di vino, chiacchiere, risate e un mezzo e
bencelato conato di Jensen. L'insalata fu per lui un vero e proprio
trauma, e dovette rinunciarvi a meno he non volesse dare sul serio di
stomaco, davanti a Misha. Riuscì a rilassarsi solo
verso fine serata, quando, verso le 22:45, il cameriere
portò loro il conto.
- Uhm...volevo il dessert! - si lamentò Misha, una volta
usciti dal locale. Jensen pensò inorridito a
chissà quale cosa strana avrebbero potuto servirgli, e
decise di distrarre Misha dal proprio intento.
- Beh, hai un ottimo profitterol quì, sai? - e
s'indicò, un sorrisetto sghembo ad ornargli le labbra.
"Cavoli"
pensò, quando Misha lo schiacciò letteralmente
contro il fianco dell'Impala, impadronendosi delle sue labbra,
vezzeggiandole e succhiandole come se fossero stati davvero un ottimo
profitterol.
- Mmmh, si, hai ragione... - borbottò, leccandosi le labbra
in un modo così indecente che Jensen fu a tanto
così dal sbatterlo sui sedili posteriori e mangiarselo,
dopotutto gli doveva una cena decente
e sana.
- Si potrebbe...- stava per proporre qualcosa che aveva in
mente da un po', ma il suo stomaco - maledetto! - decise di intervenire
e reclamar le attenzioni che gli si dovevano.
- Hai fame? In effetti non hai mangiato molto al ristorante. -
commentò Misha, osservandolo sospettoso.
- Sì, beh, ecco.....-
- D'accordo, ho capito, Jens, andiamo alla Road House! - disse,
rassegnato e anche divertito, il bastardo.
"Sposalo Jens. SPOSALO!"
inutile dire che sia il suo stomaco, sia il suo cervello che lui stesso
non poterono far altro che ballare un'allegra conga.
Salirono in auto e sfrecciarono a tutta birra verso il Paradiso
personale di Jensen.
Angolo
Autrice:
Ehi, com- *viene brutalmente linciata, calciorotolata e sparaflashata*
Q___Q ahi! Lo so che è un ritardo imperdonabile, ma sono
successe uns acco dic ose e ho dovuto mettere da parte questa storiella
per un po'! Inoltre c'è qualcuno che sta cercando di
sabotarmela, visto che ieri, dopo due giorni di fatica, avevo
completato questo capitolo e poi il mio pc s'è spento e ha
cancellato tutto! Infatti non ne sono molto entusiasta, visto che la
versione precedente era molto meglio! >_______<
Un capitolo interamente Jens!POV, e che vedrà il prossimo
Misha!POV e speriamo anche una terza e golosa parte......
Evaney
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