Titolo: Sometimes it Hurts
Fandom: Supernatural
Personaggio: Castiel, Dean, Sam
Rating:
Arancione
Avvertimenti: Flashfic
Set/Prompt: Armi - Posacenere
Disclaimer: I personaggi descritti non mi
appartengono e la storia non è scritta a fini di lucro.
Note: Ambientata da qualche parte
durante la quinta stagione. Buona lettura! =)
Tabella: Qui
Sometimes
it Hurts
A Castiel non importa.
Molti anni, più di quanto l’uomo possa immaginare,
giacciono pesanti sulle spalle dell’angelo ribelle. Ha
osservato a lungo, ha compreso le dinamiche dell’essere umano
e le ha accettate da tempo. I Winchester non hanno cambiato di molto
questa prospettiva. La caccia è un gioco pericoloso e
Castiel, nella sua così lunga vita, ha visto donne, uomini e
bambini morire in tutti i modi possibili e sebbene tali morti
generassero un senso di malessere nel petto, mai hanno fatto breccia
nel suo cuore tanto da fargli male. E’ un soldato, la morte
è diventata una compagna costante.
Dean e Sam ne sono consapevoli, perché in fondo, soldati lo
sono anche loro.
Questa volta, però, c’è qualcosa di
diverso.
Non esiste spiegazione logica: a volte fa male.
“Siamo arrivati troppo tardi.”
Sam constata con voce gentile, quasi un sussurro nel silenzio che fa da
padrone nella piccola stanza. Castiel percepisce appena
un’imprecazione sospirata da Dean, qualcosa che non
è una vera maledizione, ma più una semplice
accettazione di qualcosa che non sono riusciti a impedire, qualcosa che
spesso accade e con cui hanno dovuto imparare a sopravvivere.
L’angelo non dice una parola.
Resta fermo, immobile, e non guarda le lenzuola azzurre macchiate di
sangue, né le braccia di una madre, strette attorno alla
figura esile del bambino che ha concepito e ha cercato di proteggere
con tutta se stessa. Castiel non riesce a distogliere lo sguardo dalle
dita del piccolo che penzolano dal bordo del letto. Stringono forte un
pezzo di plastica a forma di angelo, sospeso nel vuoto, come se fosse
in volo. Sul pavimento, proprio sotto quel polso privo di vita, giace
un posacenere di vetro, al suo interno un altro gruppo di angeli di
plastica. Il sangue gocciola su di loro, sedimenta sul fondo.
Castiel può ancora sentire le urla di quel bambino che
chiedono il suo aiuto. Eppure, l’angelo che avrebbe dovuto
salvarlo, sta annegando nel suo sangue, sul fondo di un posacenere.
“Cass?”
Sam chiama, ma Castiel non risponde.
E allora i Winchester capiscono.
Dean pone una mano sulla spalla dell’angelo, stringe appena,
in un misero gesto di conforto. Sam gli prende un lembo della manica
con due dita, lo porta via, lontano da un dolore che non comprende.
“Andiamo, Cass.”
A volte fa male, ma bisogna andare avanti.
Più tardi, nell’impala, Castiel siede sul sedile
posteriore. Il dolore è ancora lì, sordo, ma
indelebile.
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