Perché? Perché a me?

di NonViDiroIlMioNome
(/viewuser.php?uid=251736)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Perché? Perché a me?



“Perché? Perché a me?”


Fu la prima cosa che pensai contemplando il disastro davanti ai miei occhi.
Tanto, tanto tempo speso così inutilmente! Tante fatiche andate in fumo in un istante!


“Perché? Perché a me?”


Avevo fatto di tutto per portarmi avanti col lavoro e finire in tempo ed ero riuscito a terminare addirittura una settimana in anticipo. Mi sentivo incredibilmente soddisfatto. Non vedevo l’ora che anche quella settimana passasse per godere dei frutti del mio lavoro! Ed ora, invece…


“Perché? Perché a me?”

Pensai ancora.


Se solo quelle parole potessero portare indietro il tempo, fare in modo che nulla di tutto questo accada, aggiustare tutto! Se così fosse mi ritroverei in piedi, con il mio lavoro intatto tra le mani, ancora soddisfatto pronto a gustarmi quella settimana che mi rimarrebbe davanti!


“Perché? Perché a me?”


Ma se quella frase funzionasse davvero, se il mio desiderio si avverasse, ciò che è accaduto a me non accadrebbe forse a qualcun altro? Magari evitando che capiti a me, farei in modo che accadesse al mio vicino. E perché, anche lui, non dovrebbe pronunciare la mia stessa fatidica frase? E perché con lui non dovrebbe funzionare?


“Perché? Perché a me?”


E PUFF! Così com’era venuto, anche il suo guaio si risolve! Ma che accade? Accade che ciò che è successo a lui avverrà al suo vicino, ed anche lui pronuncerà QUELLA frase, ed anche a lui tutto si risolverà, ma accadrà ad un altro.


“Perché? Perché a me?”


E così si creerà un circolo vizioso infinito. Infinito fino a quando non tornerà inevitabilmente a me, che ho dato origine a tutto, com’è giusto che sia. E magari io, ancora una volta, vorrò pronunciare QUELLA frase, ma non lo farò.


“Perché? Perché NON a me?”

 

Contemplavo ancora il disastro davanti ai miei occhi quando mi alzai dal pavimento sul quale mi ero ritrovato, preda della disperazione.
 

“Forse non tutto è perduto…  Se proprio è dovuto accadere, cerchiamo di porvi rimedio!”


   

Quella settimana forse non potrò più contemplarla con occhio pigro ma almeno ho ancora l’occasione di cambiare le cose e non per magia ma per mio volere.  

 

“ Non serve a niente piangere sul latte versato.”





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1361166