Soltanto una questione di prospettive

di AsfodeloSpirito17662
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PROLOGO

 

"Che cosa ne facciamo di lui?"

 
Al di là del vetro, Mathias siede in maniera composta, le manine incrociate sul tavolo quadrato, illuminato solo dalla luce asettica ed impersonale che pende dal soffitto. La camicia bianca con righine arancioni, sottili e pallide, è abbottonata fin sotto il mento. Il movimento regolare del petto, dovuto al respiro, è vagamente mascherato dal golfino color panna che la sua minuta figura indossa, sopra un paio di pantaloncini marroni. Il fascio che la lampada emana, sembra voler inglobare al suo interno semplicemente la figura del bambino, mantenendo in una vaga ombra le gambe ciondolanti sotto il tavolo, coperte sin sotto il ginocchio da un paio di calzini bianchi con abbinati dei mocassini neri e lucidi. E' l'immagine della purezza e della compostezza, in quella stanza spoglia, scialba, che Blaise può osservare attraverso il vetro trasparente -senza però poter essere osservato a sua volta. Infatti, Blaise pensa che, in qualche modo, sia ingiusto. Una sola prospettiva, un solo giudizio, una sola chance, una sola volta, un solo tempo, un solo battito, un solo cervello. Uno, uno, uno. Tutto unico nel suo genere, tutto irripetibile. Non che lui sia una persona a cui importi cosa è giusto e cosa non lo è ma, davvero, in quel momento l'idea nasce spontanea, non può fare a meno di pensare...  Perché non è mai permesso avere due prospettive?










NOTE DELL'AUTORE:
Lo so, è un prologo decisamente lungo. Potevo farlo più corto visto che c'ero! (Ironia portami via). Ringrazio Arianna perché sta betando questa enorme epopea con tanta pazienza. La storia è già terminata, pubblicherò un capitolo ogni sabato. E' da più di un anno che la sto scrivendo e non credevo l'avrei mai terminata, perché mi conosco e non mi fido della mia (in)costanza. Ma dato che il miracolo è accaduto, ho il sacrosanto dovere di rendere il mondo partecipe della mia gioia. Ci vediamo al primo capitolo :)




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