Let me be your last first kiss.

di onedeyes
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Il giorno della mia partenza, prevista per il diciassette luglio, era arrivato in fretta, ancora non ci potevo credere che sarei andata due settimane a Londra con la mia migliore amica. Era un sogno. L'aereo sarebbe partito a mezzogiorno, quindi avrei potuto svegliarmi con calma, ma già alle sette ero in piedi. L'ansia mi stava uccidendo. Mi ero già fatta due docce, avevo controllato sette volte la valigia e stavo pensando e ripensando a come sarebbero state quelle settimane. << Sei sveglia? >> chiese mia madre affacciandosi nella camera. Mi voltai verso di lei e annuii. << Oh, tesoro.. mi mancherai così tanto. >> disse stringendomi. << Ancora non ci credo. >> risposi. << Dai, dai, vi divertirete.. >> disse sorridendomi. << Lo so, è solo che mi sembra tutto un sogno! >> ribattei incredula. Lei rise e mio padre entrò. << Tesoro, andiamo? >> chiese. << Ve ne andate? >> chiesi guardandoli. << Sì, dobbiamo andare a lavoro.. tu vai da Martina, Simona vi accompagnerà all'aeroporto. >> disse papà. Li guardai e li abbracciai, mi avevano fatto il regalo più bello di sempre. << Ricorda di chiamarci spesso. >> disse mamma dandomi un bacio sulla fronte. Li salutai e, quando se ne furono andati, iniziai a saltare per casa cantando 'Up All Night'. Erano le dieci quando andai a casa di Martina, due ore e saremmo partite. << Ciao Carlo, entra entra.. >> disse Simona prendendo la mia valigia e facendomi entrare. << Marti? >> chiesi. << E' in camera sua, vai pure. >> disse. Salii velocemente le scale ed entrai in camera sua. Martina era ancora in pigiama, con la valigia ancora aperta! << Ma farla prima no, eh? >> chiesi avvicinandomi. Lei mi guardò sconvolta. << Aiutami invece di parlare! Passami quei vestiti.. Dio, devo ancora farmi una doccia! >> esclamò. << Muoviti, qua ci penso io! >> dissi alzando gli occhi al cielo. Mi abbracciò, mi diede un bacio e corse sotto la doccia. Sistemai la sua valigia, la chiusi e nel frattempo, lei si era preparata. Erano le undici e un quarto. << Ragazze forza che vi accompagno all'aeroporto! >> urlò Simona. << Ci siamo, ci siamo. >> disse Martina scendendo le scale e trascinandosi la sua valigia. Sentivo l'ansia salire sempre di più. Londra arrivo, era il mio unico pensiero. << Pronte? >> chiese Simona in macchina. << Mamma, muoviti! >> disse Martina. Simona rise e partì. Io mi girai verso Martina. << Non ci credo, ancora. >> dissi scuotendo la testa. << Ti rendi conto, Carlo? Londra.. Londra! >> disse urlando. Iniziai a ridere, era un sogno era tutto troppo bello. << Sai già dove dormiremo? >> chiesi guardandola. << Sì, le nostre adorate mamme hanno pensato a tutto. >> disse guardando Simona. Anch'io la guardai, era così simile alla figlia. Bionda, con gli occhi castani. Solo che Martina non aveva quelle piccole rughe intorno agli occhi. << Siamo in centro? >> chiesi curiosa. << A pochi passi dal centro. >> rispose Simona. Eravamo arrivate, nel frattempo, all'aeroporto. << Bene, ragazze. Io vi saluto che devo andare al negozio. Buon viaggio, piccole e fatemi sapere appena arrivate! >> disse abbracciandoci e salutandoci. Eravamo sole all'aeroporto e ci dirigemmo verso il check-in. Ci controllarono le valigie, ci chiesero i biglietti e poi ci dirigemmo verso l'aereo. << Carlo, Carlo.. aspetta. >> disse Marti fermandomi in mezzo alle scalette per salire. << Marti dobbiamo entrare, le persone aspettano. >> dissi guardando dietro di lei. << Allora ti parlo mentre camminiamo.. >> disse venendomi vicino. << Londra, ti rendi conto? Realizzeremo il nostro sogno.. >> disse sorridendo come una scema. Sorrisi e l'abbracciai, lei ricambiò l'abbraccio. L'hostess ci indicò dove sederci e noi ci accomodammo. << E se li incontrassimo? >> chiese improvvisamente. Capii di chi stava parlando, non ne avevamo accennato affatto, ma la possibilità di incontrare i tuoi idoli nella loro città era altissima. << Io morirò. >> disse stringendo la sua mano. Lei rise e iniziò a pensare, magari a come sarebbe stato incontrarli, magari a come sarebbe stato parlarci. Io mi limitai soltanto a chiudere gli occhi e accendere l'I-pod. La voce di Harry, quella voce morbida, rauca, che sapeva farmi piangere al solo sentirla, mi cullava. << Sveglia! >> disse qualcuno colpendomi la pancia. Aprii gli occhi e tossii, mi girai e vidi Martina sorridermi. << Stronza. >> risposi portandomi una mano sulla pancia. << Siamo arrivate.. >> disse sorridendo ancora di più e indicando il paesaggio fuori dal finestrino. Aeroporto di Londra. << Dio, Marti.. ci siamo! >> gridai scattando in piedi. << Signorina stia seduta, il capitano non ha ancora autorizzato i passeggeri ad alzarsi. >> mi sgridò l'hostess. << Scusi. >> borbottai. Martina rise e vedevo l'eccitazione nei suoi occhi. << Ci siamo, ci siamo. >> sussurrai. << Attenzione, si avvisano i gentili passeggeri che l'aereo sta atterrando. Siete pregati di rimanere seduti. >> avvisò il capitano. << Oddio, oddio.. >> iniziò a singhiozzare Martina. Scendemmo dall'aereo e iniziammo a saltare, abbracciate. Eravamo nella nostra città, stranamente mi sentivo al mio posto. Sentivo che quello era il posto dove sarei dovuta essere. Recuperammo le valigie e chiamammo un taxi, prima di partire la madre di Martina ci aveva dato l'indirizzo dell'albergo e così passammo il foglietto con quell'indirizzo all'autista. Il signore guidò in silenzio, lasciandoci ammirare il paesaggio che scorreva veloce vicino a noi. Solo un paio di volte ci rivolse la parole, per chiederci se eravamo delle turiste e da dove venivamo. Quando gli dicemmo che eravamo italiane, annuì e disse che l'Italia gli era sempre piaciuta. Poi tacque e continuò a guidare. << Chissà, magari tutti gli inglesi sono così silenziosi.. >> sussurrò Martina. Io la guardai e scrollai le spalle, non ero mai stata Londra. Non potevo saperlo. << Here we are. >> disse ad un certo punto il signore fermando l'auto. Aprimmo lo sportello e ci trovammo di fronte all'albergo. Scendemmo, prendemmo i nostri bagagli e lo pagammo. << Salve. >> ci disse una ragazza dietro al bancone. Era graziosa, piccolina con due enormi occhi verdi e i capelli rossi raccolti in un morbido chignon. Sorrisi di riflesso. << Sì, salve.. abbiamo, cioè hanno prenotato a nostro nome.. >> dissi guardando la mia amica che si era intontita a guardare la hall dell'albergo. << Il nome? >> chiese la ragazza gentile. << Ehm.. veda se c'è il nome Medina.. >> dissi dando il mio cognome. << Sì, eccolo. Carlotta Medina e Martina Rinaldi, giusto? >> domandò la ragazza. Noi ci guardammo e sorridemmo. << Benvenute al London Hotel, ragazze. Camera 865 ottavo piano. >> ci disse porgendoci la chiave. Martina prese la chiave e si diresse verso l'ascensore. << Un po' più su, no, eh? >> disse ridendo. Io risi e la spinsi dentro, quel posto mi faceva sentire a casa.




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