Dunque... questa storia era stata concepita inizialmente come one-shot,
ma quando ho letto la recensione di Lady_Eowyn che mi chiedeva un
seguito, sono rimasta di sasso: poteva dunque avere un futuro? Shin,
Naoki, Misato e gli altri personaggi mi hanno risposto di
sì...
Se Fujimo l'avesse vista in quel momento, l'avrebbe senz'altro
invidiata. Fujimo... la sua amica... la persona che un tempo le era
più cara... che era rimasta a Osaka, a piagnucolare con
Clara dei tempi andati. Rimpiangevano i vecchi Blast... ma lei, Misato,
non aveva nessun motivo per rattristarsi. Nana era lontana,
è vero, lontana quanto le stelle, ma per quel che riusciva a
sentire, era la sua
stella: prima che venissero a conoscenza del loro legame di sangue, non
era forse ancora più distante?
Ora i Blast stavano rinascendo, e lei era parte di questo miracolo,
dava voce al sogno di Shin.
Clara le era sembrata un essere superiore, quella sera, quando l'aveva
invitata al party dei Blast. E Shion... una vera signora! Sopra a tutto
questo, la regina, così bella, così immensa...
Nana. Ma ora tutto questo acquisiva la sua giusta dimensione; anche il
capo supremo di un fanclub ridiventa un comune mortale allo
scioglimento della band. E Nana era ora semplicemente una ragazza
coraggiosa, che non aveva permesso ai riflettori e alle calunnie di
distruggere la sua libertà. Era così orgogliosa
di essere sua sorella!
Naoki era molto dubbioso riguardo al futuro della nuova band. Anche
circa il presente, in realtà. Sapeva di essere un bravissimo
batterista, e apprezzava la voce di Misato quasi quanto aveva amato
quella di Reira, ma Shin... toccava a lui scrivere le canzoni. Sarebbe
stato all'altezza? O si sarebbe fatto aiutare da Nobu, ormai votato
alla cucina e ai lavori domestici?
La risposta gli giunse sotto forma di note, naturalmente, un giorno in
cui era andato a trovarlo a casa, nell'appartamento 707.
Si era appena avvicinato alla porta d'ingresso, che una melodia quasi
insopportabilmente romantica l'aveva avvolto, fermando la sua mano che
già si allungava sul campanello.
- Questa canzone... non l'ho mai sentita da nessuna parte. Non
è lo stile di Nobu, e nemmeno quello di Ren... Possibile che
l'abbia composta proprio Shin?
Quando la musica terminò, suonò il campanello e
Shin gli aprì. Sul pavimento, una chitarra acustica, dei
cuscini e un computer portatile.
- Weh. Entra.
- Ti sei sistemato bene qui, eh?
- La mammina... cioè, Hachi non sopportava che continuassi a
vivere a scrocco da Nobu e Yu... cioè, Asami...
- E ha ragione. E poi qui ci sono tanti bei ricordi, no?
Già. Tanti
ricordi. E nessuno di questi mi rende triste. Ho trovato la mia
famiglia, qui dentro, e voglio restarci. Hachi, Nobu, Nana, Yasu...
ognuno con la sua vita, a Shirogane, a New York, o chissà
dove... amici miei, io so di potervi raggiungere, in questa vita...
- Dì la verità, ti piace Misato, eh? - fece Naoki
con indifferenza.
Shin lo guardò. - Ma che ti salta in mente? Io non mi
avvicino neanche a una ragazza del genere. Micchan è
sacra... è pura, porco schifo!
Il batterista scoppiò in una risata nervosa. - Ma che dici?
Forse vuoi dire che è un po' giovane per certe cose... ma
crescerà anche lei, no? Non sei molto più grande,
tu!
- No. Ma ho abbastanza esperienza per sapere che l'innocenza
è una virtù rara. Se fossi sporco di fango dalla
testa ai piedi, ti getteresti in un campo di gigli? - Alla faccia
stupita dell'altro, scosse la testa. - Scusa, non puoi capire. Vuoi un
po' di birra?
Anche lei era pura.
L'unico uomo che l'aveva
avuta prima di me era un campione di delicatezza e rispetto. Yasu. Ma
lei bruciava di passione per l'unico che non poteva avere... e l'ha
riversata su di me, travolgendomi, finché non ho
più avuto scampo. L'amavo, Kami, quanto l'amavo!
- Grazie. Shin, scusa se ho origliato, ma l'hai scritta tu quella
canzone?
- Quella che... suonavo prima? Sì, stavo finendo di mettere
giù lo spartito al computer.
Il computer che ho
comprato per scriverle quando era lontana.
E la chitarra... Nana
l'aveva anche sgridato, per quella...
- Puoi farmela risentire per bene? Dopotutto, dovremo cominciare a
mettere giù dei pezzi nostri, giusto? Non andremo avanti
molto, provando e riprovando il vostro vecchio repertorio.
- Lo so. Ti assicuro che è quello che sto facendo. Ma per me
è dura, capisci? Io non sono come Nobu che componeva in nome
dell'Arte, e per Nana, essenzialmente... o come Takumi, che
riarrangiava i brani dei Trapnest per mantenerli nello stile della
band... io scrivo per me stesso, e basta. Però hai ragione.
Ascolta, e dimmi cosa ne pensi.
Iniziò a suonare, accigliandosi.
Ad un tratto Naoki riuscì a percepire la sua voce che
accompagnava la melodia, e udì queste parole:
"...Chi ti ha chiamato
fin qui?
Sa di latte alla fragola
quel bacio che non ti ho
mai dato,
ma ti spingo via,
lontano dalle mie lacrime.
Aspettami, forse una notte
aprirò gli
occhi alla luce della luna
e avrò capito
il segreto per sorriderti..."
- Merda, Shin... ma tu sei innamorato, innamorato perso! -
sbottò Naoki.
- Ma cosa dici? Sono un musicista, no? Mica Nobu era innamorato di
Nana... eppure...
- Il problema, caro mio, è che hai appena detto di essere
diverso da lui. "Io scrivo per me stesso", te ne sei già
scordato? Questa canzone è per Misato, punto... e tu sei
cotto di lei...
- Questa canzone è per Misato, perché lei la
canterà, e se piacerà alla Gaia
diventerà il nostro singolo di... ri-esordio. Ma quanto
all'ispirazione, sono fatti miei.
Naoki capì che era inutile spingere in quel senso. Restava
un solo punto da chiarire...
- Ok, per me va bene, ma il ritmo va migliorato... senza offesa,
così non venderà mai.
- E' per questo che la proveremo tutti insieme, no? Non ti avrei preso
nella band, se non avessi fiducia nelle tue capacità. Takumi
non mi è molto simpatico, per un sacco di motivi, e tu lo
sai... ma nel suo lavoro è vincente, non c'è
dubbio. E tu, lavorando per tanti anni al suo fianco, hai sviluppato un
grande talento.
Si sorrisero.
Takumi continuava a lavorare per la sua vecchia casa discografica, come
arrangiatore e talent scout. Il suo tempo libero era aumentato,
naturalmente, e stava con la sua famiglia il più possibile.
A volte portava Satsuki con sé al lavoro, e anche se la cosa
a volte era problematica, Mari ne era felice.
- Tu eri affezionata a Reira, non è vero, Mari?
- Ma Takumi... certo che le volevo bene! Tutti l'amavano... persino i
capi, qui, quando avevamo rischiato lo scandalo per quella foto con
Ren... ricordi? hanno fatto la voce grossa, ma...
- Ma? Non illuderti. Tutti pensavano alla band come una fonte di
guadagni. Tutti, me incluso. Lei era il pezzo forte del mio progetto
più ambizioso... nient'altro. Non ho mai pensato a lei come
un essere umano capace di provare sentimenti, soffrire, innamorarsi...
ha lasciato Yasu per seguirmi nella mia sete di gloria... mi ha amato
in silenzio per così tanto tempo... ed io sono sempre stato
cieco, non esisteva nient'altro se non la sua voce, per me,
perché mi serviva...
- Takumi, tu sei troppo severo con te stesso.
- E ho cercato di toglierle la sua unica fonte di luce... il suo nuovo
amore... l'unico che poteva renderla felice. Fino all'ultimo l'ho
trattata male, le mie ultime parole per lei sono state di rimprovero...
Tu non lo sai, Mari, tu
non puoi sapere che persona meschina sono!
- Papà, bacio a Sacchan! - cinguettò Satsuki,
saltandogli sulle ginocchia. - Papi piange? Pecché?
Takumi abbracciò la sua bambina, trasformando la rabbia che
provava per se stesso in disperato affetto.
E Mari gli disse:
- Guarda che persona
stupenda sei diventato!
per oggi è tutto, girls'n'boys.
confido nella vostra clemenza...
la vostra SakiJune
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