Proie Rouge
Ama il tuo peccato e sarai
innocente
šsšt›s›
Credo
siano le due di notte, un grosso orologio sull’alto soffitto ha scandito due
rintocchi, anche se non riesco a capire come l’abbia sentito.
La musica
cambia ancora, diventa più lenta, s’insinua nella mia mente più di quanto io voglia, mi rapisce, mi cattura.
Credo sia
un miscuglio tra un tango spagnolo ed una struggente canzone d’amore inglese.
E’ magica.
Draco
mi attira di più a sé, mi stringe, mi culla quasi sulle note di questa melodica
sinfonia.
Ondeggiamo
lentamente su queste note, così come molte coppie nella sala. C’è Silvia praticamente appesa al collo di quel ragazzo bruno, che lei
chiama Blaise. Oddio, ma allora è Zabini!
Ma poi, cosa ci fanno loro qui?
La luce
rossa diventa padrona del Proie Rouge.
I nostri corpi sono colorati da una luce calda, come se stessimo camminando
sulla riva del mare al tramonto. Ma l’atmosfera è
anche più scura, più passionale, più peccaminosa.
Sono
fermamente convinta del fatto che c’è così tanto pathos
ed eros nell’aria, che se uscissimo di qui ci renderemmo conto di quello che
stiamo facendo, e smetteremmo. Ma, stranamente, io non
voglio uscire e credo neanche lui.
Il Proie Rouge risveglia i tuoi
sensi assopiti, profuma d’amore, parla di sensualità.
E mi
viene ancora una volta da pensare: sto ballando davvero con Draco
Malfoy? Ho baciato davvero Draco
Malfoy?
Ora lo
stringo, le braccia sulle sue spalle ampie, le dita intrecciate dietro il suo
collo; le sue mani sono invece sulla mia vita, sento il
suo cuore, il suo respiro sui miei boccoli.
Il Proie Rouge è una droga. Ma se
davvero ci fosse qualche sostanza erotica nell’aria, comunque
non m’importerebbe. Voglio viverlo questo mio Peccato.
Mi ritorna in mente la frase di Jim Morrison “ Ama, ama follemente. E se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente”
Posso
amare il mio peccato? Forse non Draco Malfoy, perché usciti di qui
saremo nuovamente Malfoy e Granger,
con tutto quello che comporta. Ma il mio peccato, ciò
che sto facendo, io posso amarlo.
Sento le
ciocche dei suoi capelli sfiorarmi il naso, mentre alzo la testa per portare le
mie labbra al suo orecchio.
“ Draco...”
Aspetto
qualche secondo.
“ Usciti di qui, sarà tutto come prima?” chiedo, con voce ferma e
decisa.
Silenzio, forse non sa cosa dirmi.
“ Si”
sussurra poco dopo. La sua risposta è sicura, ma anche flebile.
“ Bene”
dico solo, stringendomi ancora di più a lui.
Il mio
Peccato è un peccato che posso amare. E sarò innocente. Un’innocente al Proie
Rouge. Poi, tutto tornerà come prima.
Ho la
testa poggiata sul suo petto, guardo alla mia destra: Silvia e Blaise si stanno allontanando dalla sala. Forse, verso le
stanze? Una punta di ansia, preoccupazione, nei
confronti di Silvia. Ha solo quindici anni...ma mi sa
che sono arrivata tardi per aver paura per lei.
Due dita sotto il mio mento, torno a perdermi in quegli occhi di
tempesta.
Sfiora il mio naso con il suo, chiude gli occhi, respira il mio profumo. Le
dita sotto il mio mento salgono lungo la guancia, dietro
la nuca. Mi attira nuovamente a sé e mi bacia.
Dio Mio,
riuscirò davvero a fare come se niente fosse, una volta fuori al Proie Rouge? Rivederlo ad Hogwarts non mi provocherà
niente?
Mi morde leggermente il labbro inferiore, mi stringe a sé quasi
sollevandomi da terra. Mi passa un pollice sulle labbra, mi
bacia ancora. Scende sul collo, dietro l’orecchio e di nuovo su, sulle
labbra. Il suo collo è morbido e sa di quel profumo francese che m’inebria i
sensi da quando mi è vicino. Le mie labbra lo fanno
trasalire, sussulta quasi, quando prendo a baciarlo accanto a quel bellissimo
neo.
Lo
stringo più forte, mentre continuiamo a baciarci. Lui porta la sua mano ad
intrecciare la mia, dietro il suo collo. L’altra mia mano resta
lì, mentre questa, intrecciata alla sua, scende lungo i nostri corpi
abbracciati.
Fa passo
indietro, le dita della sua mano intrecciate con le mie, e mi sento vuota senza
il suo corpo attaccato al mio. Mi fissa e vorrei
dirgli di non guardarmi con quegli occhi, ma non riesco neanche a parlare.
Credo mi
stia portando fuori dalla sala, perché cammino
ancheggiando su questi tacchi condotta solo dal suo corpo accanto al mio, dalla
sua mano nella mia.
Cammino
su un tappeto di rose rosse, cammino e sento la scia del suo profumo, mentre lentamente
avanza e mi precede.
Sposta il drappo rosso, volta a destra e sale con me la scala a chiocciola.
Uno
scalino, due.
Dove stiamo andando, Draco?
Sette
scalini, otto.
Io sono vergine
Pensiero lucido, che in quel momento decido di allontanare.
Dodici
scalini, tredici.
Ebbene, Miss Granger che non se ne importa. Voglio viverlo fino in fondo
questo mio Peccato e poi desidero ardentemente fare l’amore con lui.
Venti
scalini, ventuno.
Sono
impazzita? Probabilmente si. Ma sento solo la sua mano
nella mia e la voglia di averlo.
Venticinque
scalini, ventisei.
Siamo
giunti in un atrio circolare con incastonate nelle pareti rosse molte porte.
Non faccio quasi caso all’arredamento, ma mi appare lussuoso e decisamente cupo.
Una di questa porte si sta appena chiudendo, sulla targhetta
appare scritto “ Blaise Zabini
e Silvia Von Roudier”. Che il proprietario del Proie Rouge sia un mago? Mi viene subito da pensare che lo sia.
Collego, nella mia mente brillante, tutte le idee maturate fin’ora
o semplicemente le frasi sentite.
Nessuno resta a bocca asciutta al Proie Rouge...
Il Proie
Rouge è una droga. Ma se davvero ci fosse qualche
sostanza erotica nell’aria, comunque non
m’importerebbe...
Il Proie
Rouge risveglia i tuoi sensi assopiti...
Chiudo
gli occhi. Quando li riapro degli occhi argentei s’intrecciano
ai miei e Draco mi conduce in una stanza infondo,
dove una targhetta dorata sbrilluccica sulla porta
d’ebano. Credo appariranno i nostri nomi, una volta
chiusa la porta.
Entriamo,
le luci rosse e soffuse mi mettono quasi a mio agio.
Fuori, oltre le tende nere calate, c’è la luna piena.
Si ferma,
si gira, mi guarda. Mi carezza la guancia e sorride.
“ Sono
vergine” mormoro, senza controllo. Ma diamine, riesco
a stare zitta almeno una volta?
Le sue
labbra sono al mio orecchio, chiudo gli occhi, perché prende a baciarmi proprio
lì.
A questo
punto dovrebbe allontanarmi e non dire “ Vuoi fare l’amore con me?” continuando
a baciarmi il collo.
Ma
l’ha detto. E Dio, io sto tremando.
Tremo
come una foglia, ma riesco a dire un “ Si ” che mi fa
avvampare. E poi non ha detto sesso ma amore.
Le sue
mani su di me, sul mio abito, sulla mia pelle che
scotta.
Il mio
vestito scende lungo le gambe, finisce sul pavimento.
Sono senza reggiseno, avendo messo un vestito a corpetto, e ho uno slip verde
scuro. I boccoli mi cadono lungo il corpo fino a coprirmi i seni e la schiena.
Ma
non mi sento in imbarazzo. I suoi occhi ardono sulla mia pelle
ma sento solo lui e ancora lui.
Una mano
sulla mia vita, ho ancora indosso le scarpe alte. Mi porta con sé verso il
letto a baldacchino rosso pompeiano.
Cammina a
ritroso ed ha ancora le sue mani sui miei fianchi.
Si ferma quando le sue ginocchia toccano qualcosa – il letto
dalle coperte di seta – e si siede mentre io resto in piedi.
Mi bacia il ventre, poi alza lo sguardo per incontrare i miei
occhi e le mie guance da bambina. Scende a sciogliermi i lacci alla schiava, le
mie scarpe vengono abbandonate ai piedi del letto,
perché lui mi trascina con sé e sono sopra di lui, avvolta tra le sue braccia
sotto le tende rosse del letto a baldacchino.
Mi
allontana i boccoli, che mi finiscono dietro le spalle. Ma
quando mi chino su di lui, i miei capelli gli invadono il viso.
Lui
sorride sulle mie labbra e mi bacia, mentre anche la sua camicia bianca, sotto
le mie delicate carezze, è per terra.
Il
jeans scuro scivola lungo le sue gambe, lentamente, mentre sento le sue labbra
roventi sulla mia spalla, sul mio collo.
Cado al
suo fianco, mentre i miei boccoli sono sul suo petto. Mi bacia, mi stringe a
lui, ed in un batter di ciglia siamo nudi, su queste coperte rosso scuro.
Ora è
sopra di me, sento i sui crini biondi sul mio viso, mentre mi bacia ancora e
ancora.
Il suo
corpo contro il mio, la nostra pelle che si carezza, le nostre
mani che si cercano, le nostre bocche che si rincontrano.
Scende sul collo, sento la sua bocca calda sulle mie scapole, le sue labbra sul
mio seno. Ho le gambe divaricate ed il suo corpo che si muove sopra di me. I
suoi baci passano a lambirmi ogni parte del corpo, come a voler disegnarne i
contorni e imprimerseli nella mente. Un altro bacio sotto i seni, segue una
scia che arriva fino all’inguine, ed un brivido percorre la mia schiena.
Gli porto
le mani ai lati del viso e lo attiro a me, per baciarlo ancora. Mi carezza il
ventre, le sue mani raffinate ed eleganti salgono dietro la mia schiena e mi
portano al suo cospetto, seduta sul letto a sfiorargli il naso.
Mi prende
il viso tra le mani e mi bacia, scendo a sfiorargli il torace con i miei baci e
le mie mani inesperte, mentre lui affonda la testa tra
i miei lungi boccoli.
Mi
stringe, mi porta giù con sé, e posso sentirlo contro di me, contro la mia
verginità. Forse non ho neanche paura, non ho rimorso,
niente di tutto ciò. Non penso che mi sto lasciando coccolare e baciare dal mio
peggior nemico, non penso che con lui la mia verginità sta per sciogliersi come
neve al sole.
Ci
voltiamo di lato, e poi lui è sopra di me.
Quando lo
sento entrare in me, un brivido misto di dolore e piacere mi attraversa
la schiena. La inarco e mi sfugge un gemito dalle
labbra.
Ho la
testa reclinata all’indietro e lui mi sta baciando il collo.
Una spinta, un’altra. Il suo bacino contro il
mio, i suoi capelli sulle mie labbra.
Le sue spinte decise, il suo torace che sfiora ritmicamente
i miei seni. Brividi mi scuotono, ma il dolore è svanito. Lo stringo,
non voglio perderlo. M’inebrio di lui e lo bacio.
Non
stiamo facendo sesso. Stiamo facendo
l’amore. Ed
ho ancora una rosa rossa tra i capelli. Perché devo
lasciarlo?
I nostri
respiri si fondono, o meglio, i nostri gemiti si fondono e capisco che avevo
maledettamente ragione: fare l’amore con lui è dannatamente pericoloso.
Sento emozioni così forti da non riuscire a descriverle, artiglio le mie unghie sulla carne della
sua schiena. Non voglio davvero lasciarlo.
Le nostre
labbra sono di nuovo unite, le nostre lingue si
sfiorano. Inarco la schiena e lo sento di più dentro di me. Il cuore mi batte
forte, ansimo così come lui. Sento le sue labbra nuovamente sul mio collo e
gemiti che non gli permettono di continuare a baciarmi.
Un mio
gemito soffocato, un mio gemito più forte...mi sento
morire.
I suoi
capelli mi solleticano il naso, i suoi occhi come argento liquido mi fanno
impazzire. Perché mi sta guardando, quasi sfidando, e
mi bacia, continua a baciarmi.
Il letto sussulta, sento le sue braccia muscolose fare pressione sul
materasso per reggersi. Le mie gambe s’intrecciano sul suo
corpo, il piacere sembra addirittura aumentare.
Si può
morire di piacere?
Ora un
urlo, praticamente una scarica elettrica così forte da
non riuscire a contenerla. Sono senza forze, lui ansima e scivola al mio
fianco.
I nostri
respiri ansanti riempiono la stanza, mi porto una mano
al cuore.
Draco
si porta una mano sulla fronte, sollevando le ciocche chiarissime. Sembra
sconvolto.
“
Mai...mai avevo provato niente del genere” lo sento dire al mio fianco, mentre
si tira le coperte sul corpo nudo e mi attrae a sé.
Il mio
cuore batte ancora furiosamente, il mio respiro non è
regolare, ma mi stringo a lui e chiudo gli occhi.
“ E se scappassimo? Io e te...in qualche posto...dove nessuno
ci conosce” mormoro, tra un respiro ed un altro.
Non dice
nulla, ma il suo cuore batte ancora più forte. Mi stringe ancora di più e mi
bacia la fronte.
Perché
devo lasciarlo?
L’orologio
a pendolo scandisce le cinque e mezza. E’ davvero tardi.
Qualcuno
bussa alla porta. Apro gli occhi e fisso il buio della stanza. Bussano ancora.
“ Hermione? Sono Silvia. Sei qui, vero? Dobbiamo
andare” sbatto più volte le ciglia.
Ah già,
esiste la realtà.
“ Hermione?” chiama ancora, ma io non voglio sentire. Draco mi guarda, comprende che mi sta per perdere per
sempre...apre la bocca ma non dice nulla. Mi bacia
però, un bacio quasi disperato.
“ Herm...” sussurra Silvia più
lentamente. Mi stacco da Draco e annuisco, senza
smettere di fissarlo.
“
Silvia...si, arrivo” dico, perdendomi negli occhi di ghiaccio che ho di fronte.
Provo ad
allontanarmi, ma le sue braccia circondano ancora la mia vita.
“ Non
andare...” mi sussurra all’orecchio, baciandomi ancora
e ancora.
Sono
stupita, anzi, praticamente sbalordita. Non vuole che
me ne vada. E poi perché, io voglio andarmene?
“ Devo”
gli sussurro a fior di labbra.
“ Fuori dal Proie Rouge io non ti dimenticherò. Farò solo finta di averlo fatto” mormora, quasi impercettibilmente. Non riesco a
rispondere subito, vacillo, mi perdo nelle sue labbra e nel profumo della sua pelle.
“ Io...io
proverò. Ma non so se ci riuscirò” oddio, ma cosa ho
detto? Possibile che non riesca neanche a controllare le mie parole?
Sorride, lui sorride. Chiude gli occhi e poggia le sue labbra sulla mia
fronte, mantenendo il contatto per qualche secondo.
“ Quanto resti a Parigi?” mi sussurra.
“
...dopodomani parto”
“ E se ci rivedessimo?” mi spiazza ancora. Vuole vedermi di
nuovo?
“ Lo vuoi
davvero?”
“ Si”
“ E possiamo?”
“ No, non
possiamo” da voce ai miei pensieri. E’ vero, siamo a Parigi, ma fuori dal Proie Rouge siamo comunque solo Malfoy
e Granger. Come possiamo solo pensare di continuare questa farsa in qualche modo?
Annuisco
e poi scivolo fuori dal letto, mentre le sue mani
scorrono lungo il mio corpo, lo accompagnano, finché non ricadono sul
materasso, lontane da me.
Mi
rivesto, lentamente. Gli slip, l’abito, le scarpe. Non voglio
voltarmi, non ce la farei a lasciarlo.
Apro la
bocca per dire qualcosa. Ma cosa potrei dire, poi?
La mano
sulla maniglia della porta, mi ravvivo i capelli e aspetto.
Devo aprire...
La luce
più forte di fuori inonda il mio corpo candido, le mie
guance arrossate, i miei occhi lucidi.
“ Addio” Draco lo ha detto davvero? O è
stata solo un’allucinazione? Non voglio voltarmi, non voglio.
Esco, Silvia è al centro dell’atrio. Chiudo la porta dietro di me e sospiro.
“ Silvia”
la chiamo, ma lei non si volta.
“ Scusa Herm...i miei tornano alle sette e mezza da Madrid. Se non ci trovano a casa io...” ma
la sua voce è scossa e tremula. Poi si volta ed è in lacrime. “ Non lo rivedrò
più, mai più” mormora e poi corre ad abbracciarmi.
Resto con
le braccia a mezz’aria, non riesco a parlare, non riesco
a pensare, sento solo la mia piccola cugina che piange sulla mia spalla e
trema.
Perché
dev’essere tutto così complicato?
Scendiamo
la scala a chiocciola in silenzio, percorriamo il corridoio, usciamo dal drappo
nero e percorriamo il tappeto rosso. Il cielo è terso, con mille screziature
colorate per il sole nascente.
L’auto
rossa di Alfred è davanti al
locale, parlano fra loro, ci salutano e iniziano commenti sulla splendida
serata.
Il mio
sguardo vaga, forse in cerca di Draco. E se uscisse adesso? Potrei rivederlo ancora.
Esci, ti prego esci...
Ma il
tappeto rosso rimane deserto, nessuno usce dal Proie Rouge.
Mi porto
una mano alla testa: non ho più la rosa rossa tra i capelli!
“
Accompagniamo prima Silvia ed Hermione, ragazzi” sta
dicendo Alfred, ma non lo sto
ascoltando realmente.
Draco...
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So è
qui, da qualche parte a Parigi. So che potrei vederlo, so
che potrei illudermi per l’ultima volta che possiamo provare a stare insieme. Ma credo che se lo vedessi di nuovo non riuscirei più a
staccarmi da lui.
Sono le
sette di pomeriggio. Silvia è stata stranamente silenziosa
tutta il giorno, mai stata così taciturna devo dire. I suoi genitori sono tornati oggi la mattina presto da un viaggio, sono
sorridenti e felici. Ho abbracciato mia zia e mio zio,
come ha fatto anche Silvia, ma entrambe con scarso entusiasmo.
Saliamo
in camera, dopo cena, Silvia si butta sul letto e sospira. Dice qualcosa in
francese che non riesco a capire, ma suona proprio come una brutta parola.
“ Ehi Herm, siediti qui con me. Devo parlare, devo
sfogarmi” sussurra ad occhi lucidi, poi da qualche colpetto sul materasso
accanto a lei e vado a sedermi.
“ Silvia
era...era Blaise Zabini, lo conoscevo” le dico e lei strabuzza gli occhi.
Mi chiede cose di lui, vuole sapere.
“ Sai,
lui è di Hogwarts, è un
mago” la vedo sgranare gli occhi e portarsi una mano alla bocca: lei capisce
cosa vuol dire. “ Ma è anche di serpeverde e non è
che mai ci abbia parlato, se non per prenderci in giro, ma
credo sia un bravo ragazzo”.
“ Mio
Dio...e cosa ci faceva a Parigi, tra noi comuni mortali? O
babbani, come dicono loro” mi chiede, stupita.
“
Confesso di non saperlo”.
“ Quindi anche l’amico, quello biondo è un mago” ragiona tra
sé e sé. “ Beh, serpeverde hai detto...caspita,
purosangue e tutte quelle cose che mi racconti. Quindi non avreste
potuto stare insieme tu e quello biondo. Oh, ma aspetta un attimo...non
mi dire che il biondo era...era...” farfuglia,
tornando a guardarmi.
“ Draco Malfoy, si” mormoro
tranquillamente.
“ Oh mio
Dio!” si porta di nuovo le mani alla bocca. Vuole sapere perché, perché sono
andata con lui. Parlo, parlo di cose che neanche io
riesco a capire perché sto dicendo. Dico che il Proie Rouge è una droga, cerco di
dare la colpa a quel posto. Ma la colpa è solo mia.
“ Ma decisamente mi sento innocente. Io ho amato il mio Peccato”
sussurro, guardando il tramonto oltre la finestra.
Mi sta dicendo che mi capisce, gli occhi le si stanno inumidendo;
ecco che torna a parlare di Blaise, dicendo che mai
le era successo di legarsi così tanto ad un ragazzo.
“ Mi
sembra assurdo solo pensarlo ma...come farò senza di lui?” mormora tra sé e sé.
Arriva la
sera. Lei è stanca, ha pianto troppo e cade assopita. Io sto girando per la
stanza, forse per calmarmi. Non riesco neanche più a leggere.
Un
ticchettio alla finestra, alzo lo sguardo e un’aquila nera appare davanti ai
miei occhi.
Vacillo per qualche secondo, poi corro alla finestra ad aprire. Il
rapace entra e si posa sulla specchiera. Ha un piccolo pacco con sé, mi porge
la zampetta e lo prendo. Lo apro e il suo contenuto mi cade sul tavolino.
La mia rosa rossa.
Segue un
biglietto, poche righe ma le lacrime che fin’ora avevo trattenuto bagnano il dorso della mia mano,
con cui tento di arginarle.
Il tempo è geloso dei nostri
momenti più belli. E’ ladro d’emozioni e assassino di sentimenti. Il tempo è un
tiranno, è solo, abbrevia i momenti felici e allunga i più tristi. Stanotte, il
tempo è davvero volato.
Hermione Jane Granger, mi
mancherai.
Che
diavolo mi succede? Che diavolo prende al mondo? Sono
infuriata, infuriata con me stessa perché non dovevo
lasciarmi andare. Adesso sto male, voglio vederlo, voglio averlo con me. E se
mi smaterializzassi da lui? Ovunque
egli sia. E se gli dicessi che non m’importa di
quello che pensa la gente? Lui cosa mi risponderebbe?
Il rapace
sta per volar via, ma lo fermo. Voglio scrivergli qualcosa, qualcosa da
rileggere se gli mancherò davvero...se vorrà.
E’ assurdo solo pensare di
scriverti in questo momento. Ho il tuo sapore sulla mia pelle, ma fa male ed è
insopportabile, in questo momento che vorrei solo averti con me.
Draco Lucius Malfoy, mi
mancherai.
PS: C’è qualcun altro che sta male
in questa stanza. Dà un bacio a Blaise da parte di
Silvia.
Addio
Giusto
qualche parola, piego il foglio e lo metto in una
bustina, dove ripongo anche il mio braccialetto d’argento: voglio che abbia qualcosa di mio. Lo lego alla zampetta dell’aquila e la vedo
prendere il volo. Mi passo una mano sugli occhi. Non
so quanto sono rimasta a guardarla volare lontano, ma Silvia si è svegliata ed
ho iniziato a fare i bagagli.
Tornerò a
casa domattina e poi andrò alla Tana, mostrando uno dei miei più bei sorrisi.
Come se
niente fosse successo.
Intanto,
prendo il bocciolo rosso della rosa e lo metto tra i capelli. Riesco a sentire
ancora il suo profumo.
Fine Seconda Parte
šsšt›s›
Ecco finita la seconda parte. Anche Silvia, quella vera, è rimasta entusiasta di questa
storia. ^___^
Grazie a tutte voi per i commenti
che avete lasciato, un bacio grandissimo!! Siete come
sempre meravigliose.
Vorrei ultimare così questa
storia, anche se, proprio mentre finivo di scrivere, ho
pensato ad un continuo. Avrei già qualcosa in mente, quindi ditemi cosa ne pensate...se ne vale la pena, insomma, o se è
meglio che termini così. Una parte di me vuole lasciarla così, sospesa...però c’è sempre l’altra mia parte.
Baci,
Erin.