L'Orrore Continua nei più Svariati Modi, Sapevatelo

di Walpurgisnacht
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Titolo: Dialoghi al cimitero con gente che non ti può rispondere.
Personaggi: Homura Akemi.
Collocazione: un punto nel tempo indefinito dopo la fine de L'Orrore?, pressapoco una trentina d'anni.
Generi: introspettivo.
Traccia: Some Things are Worth Getting your Heart Broken for, orfana. Scritta per la quinta sfida della Staffetta in Piscina della Piscina di Prompt.


Madoka poggia un fiore sulla tomba di Mami.
La osservo da lontano, un po’ in disparte. Non voglio infilarmi nel suo momento di commozione e ricordo.
“Ciao Mami-san. Come ti va? È un anno che sei mancata e qui non è successo nulla degno di nota...”.
Parlare a voce alta coi morti. Non l’ho mai fatto e onestamente dubito lo farò mai.
Se lo avessi fatto avrei perso il fiato, considerato l’elevato numero di cadaveri che ho stretto fra le braccia in gioventù.
Però... però...
“... i miei stanno bene, anche se ormai sono anziani. Tatsuya continua a frequentare Josuke nonostante l’opposizione in famiglia...”.
Le parole non hanno significato per me. Sono un brusio di sottofondo.
Però capisco perché lo fa.
All’essere umano piace mantenere un contatto con chi non c’è più. È una cosa naturale, del tutto comprensibile.
E poi mi rendo conto che ho sfidato, e vinto, il destino anche per questo.
Anche per vedere Madoka Kaname che straparla da sola di fronte al loculo della nostra senpai.
Ho bisogno di questi attimi particolari per rendermene pienamente conto.
Ormai è passato abbastanza tempo da farmelo considerare scontato.
Ma c’è stato un tempo in cui avrei ucciso, e l’ho fatto, per ottenerlo.
Ho vissuto alcune delle cose peggiori che un essere umano possa vedere.
E adesso posso dire di esserne felice.
Ne è valsa la pena.
Il mio cuore si tiene insieme per miracolo. In certi frangenti è andato a tanto così dal frantumarsi in mille pezzi.
Ma ho perseverato. E ho vinto.
“... beh Mami-san, direi che è tutto. Homura-chan, vuoi dirle qualcosa?”.
“No, a essere onesta no. Non mi piace rendermi ridicola”.
“Sei sempre la solita insensibile”.
“Mi conosci. Vogliamo andare, adesso? Hai finito?”.
“Sì, ho finito. Andiamo pure”.




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