7. Epilogo
Era
il ventotto dicembre, intorno alle dieci del mattino, e Angeline
pensò che forse stavolta suo figlio si sarebbe degnato di
risponderle. Se stava dormendo, beh, era ormai ora di alzarsi. Per
l’ennesima volta lo chiamò sul cellulare. Artemis rispose
al terzo squillo.
-Madre!- esclamò,- che piacere sentirti!
- Artemis, mi avevi promesso di non utilizzare quella parola, almeno durante le vacanze!
- Già.. è vero… mamma…
- Comunque, è da Natale che cerco di chiamarti, tutto bene?
Il ragazzo ci mise un
po’ a risponderle. –Sì, benissimo. Il cellulare mi
era scivolato in strada ed è stato distrutto da un camion, ho
dovuto ricostruirlo.
- Hai la voce un po’ roca, hai preso freddo?
- No, solo la scarlattina.
- Oh, santo cielo! Ma l’avevi già avuta!
-
E’ quel che credevo anch’io, ma credo mi sia successo
al supermercato. C’era un gruppo di bambini, e alcuni tossivano.
Comunque mi è già passata.
-Fantastico! Allora verrai da noi per il capodanno?
- Certo, non vedo l’ora di rivedervi! E.. a proposito di questo...
-Sì?
- Mi chiedevo se posso portare con me una persona. E’ una mia amica di università..
Angeline ci mise un
poco a formulare la risposta. Poi esplose in un grido di giubilo.
–Oh, tesoro, certo che sì! E’ meraviglioso!
Finalmente ci fai conoscere qualcuno al di fuori dei premi nobel e
strani scienziati! O forse lo è anche lei?
-No, non mi risulta. Però…
- Però cosa, piccolo mio?
- Devo solo avvertirvi
che ha un aspetto un po’ strano… Ha avuto un problema alle
ossa, da piccola, e non è mai cresciuta molto, è alta
circa un metro. E’ vegetariana. E inoltre, ha fatto una
operazione alle orecchie, per via di una malformazione, quindi le
avrà coperte da bende…
- Solo questo? Non mi stai parlando di una strana creatura aliena o di un folletto, dopotutto.
A quelle parole il ragazzo tossì. –Che? N-no… infatti.. è una persona molto simpatica e gentile.
-Bene. Allora ci vediamo il giorno di capodanno, tesoro.
-Certo.. mamma.
Angeline spense il
cellulare, soddisfatta. Era felice per il figlio, ma anche per il fatto
di essersi riuscita a trattenere. Da quando le era tornata la memoria
in effetti le era difficile evitare di parlarne, ma non voleva dare
ulteriori problemi a suo figlio. Aveva capito che era meglio per tutti
non mostrare di sapere dell’esistenza del Popolo. Anche
perché non desiderava ricevere lo pazzamente di nuovo, i ricordi
erano una parte di sé che formavano la sua identità e a
cui non voleva rinunciare.
Pensava a questo mentre camminava lungo il corridoio.
“E così,
mio figlio sta con quella Spinella… oh, sembra una cosa
così carina! Ma dovrò assolutamente fingere di non averla
mai vista, e spero di non risultare troppo distaccata!”.
Leale le passò vicino e la vide molto pensierosa. –Tutto a posto, signora?
Angeline gli diede una
pacca sulla spalla. –Mai stata meglio, Leale. Sono sicura che
questa volta avremo un Capodanno molto interessante!
E, saltellando, si diresse al piano di sotto, per iniziare la sua sessione giornaliera di pilates.
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