Note: un'altra
flash-vignetta pour
vous,
per arrivare più veloci al Natale ;) sciocchezzina
comico-fluffosa.
Scritta per
la Staffetta in Piscina @piscinadiprompt, Sfida 6, col prompt: orfano,
Fiamma. Parte undicesima della serie Presso
fuochi di campo e troni di re incoronati. Per la decima parte andate qui ;)).
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Distrazioni
(presenti e future)
Dopo tanto tempo,
leggere è ancora la sua attività preferita.
Più della magia, che
lo appassiona e diverte, ma non lo rilassa; più del seminare
zizzania, che ormai ha perso di fascino (un poco). Prima che se ne
renda conto, quel pomeriggio Loki ha una serena fiammella blu sulla
punta di un indice.
«Ha» esclama Thor, sulla poltrona
accanto. «Lo fai ancora!»
Non sta ridendo, ma lui agita la mano e
disperde il fuocherello. «Distrazione.»
«No, rifallo.»
Loki alza gli occhi dal suo libro. «È
un giochino stupido. E potenzialmente pericoloso.»
«Con te qui a contenere i danni?»
sorride Thor, posando il rotolo che stava consultando sulle
ginocchia. E' raggiante. «Avanti. È una vita che
non lo vedo.»
«Tutte le bambine con un po' di magia
si esercitano così.»
È una delle tante cose che ha dato ad
Asgard; una delle sue prime, innocenti invenzioni.
«Ma nessuna ha quel colore.»
Loki sospira. «Non hai del lavoro da
fare?»
Il volto dello stupidone è
impenitente. «Può aspettare. Tu sei più
interessante.»
«Non ne dubito.»
E fa per tornare al suo poema. Il
rotolo delle modifiche di legge si agita in aria.
«Via... mi annoio, Lock.»
D'accordo, Thor ha voglia di giocare.
In quel salotto privato sono soli e si rifiuta di fare il re, anche
quando si trascina dietro il lavoro. Sembra un cane da riporto. Loki
finisce per trattenere un sogghigno.
«Loki.»
Un piede bussa alla sua gamba. Spinge,
facendogli quasi cadere il libro.
«Lokii.»
«Oh, Thor» fa, esasperato.
«Ecco.»
Alza una mano, punta l'indice e, con
aria di grande sopportazione, vi soffia sopra. Sulla punta si
riaccende una fiammella. «Contento?»
Eccome. A quello sciocco sembra
caduta fra le mani una meteora. E che le Norne lo aiutino, Loki sa
che si sta condannando – ma anche lui ha cose cui non sa
resistere.
Lentamente, apre le altre dita e crea fuochi fatui per ogni punta.
Poi le agita come se fossero un ventaglio.
Thor gli passa un piede intorno alla
caviglia, allungato sulla poltrona. La sua faccia è spaccata
da un
sorriso.
«Quanto mi piaceva quando lo facevi da
bambino» confessa. «Non te l'ho mai detto, ma ero
tremendamente
invidioso.»
Loki inarca le sopracciglia. «Davvero?»
«Davvero.»
«Tremendamente
invidioso.»
Attraverso la pantofola, Thor arriccia
le dita del piede sul suo polpaccio. «In maniera
insopportabile»
dice, con una smorfia al limite della boccaccia.
Loki potrebbe pensare a mille e una
recriminazione per rovinare il momento, ma il passato è
passato, e
ha già fatto loro male sufficiente. Non è per
rabbia e vendetta che
si trova lì, a leggere davanti al fuoco, come una sposa di
campagna.
Lentamente, sorride.
«E questo, te lo ricordi?»
Chiude la mano a cuneo, come se
imbeccasse Muninn, e inghiotte le fiammelle. Inspira profondamente,
sopprime il riflesso di uno starnuto e le soffia dal naso in un unico
getto, creando l'illusione del fumo con la magia.
Thor si schiaffeggia una coscia. «Hah!
Il drago delle caverne!»
«Molto bene. E questa?»
Attingendo alla memoria di mille volte
mille notti di storie del terrore, narrate alla luce di una candela
nello spazio sotto il letto, Loki chiude gli occhi e lascia che il
seiðr
gli modelli il viso. Le sue ossa cambiano, la sua pelle si stira. Un
istante e ha naso adunco da megera, corna di pentapalmo, i riccioli
eterni del padre di Fandral e una vecchia babbuccia di Frigga per
cappello (originale perduto da chissà quanto). Thor gli
dà uno
sguardo, strabuzza gli occhi e – ancor prima che Loki abbia
alzato
le mani per ringhiare – scoppia in una fragorosa risata.
«Ohh, Norne, la Furia dei ladri di
sidro! Me l'ero dimenticata! Quanto pisciarsi addosso dalla paura,
poi, la notte... dopo aver tracannato il sidro,
ovviamente...»
Loki ridacchia con lui, tornando
normale. «Che linguaggio, maestà.»
«Ma non rompere. Pensa se fosse
entrato uno scudiero mentre facevi il mutaforma.» Gli
dà una
spintarella all'altra gamba, col tallone, asciugandosi le guance
bagnate di lacrime. Gli brillano gli occhi. «Pensa se fosse
entrato
Radulf. Per la barba di Odino, dobbiamo
organizzargli una
bella sorpresa.»
«Thor» fa Loki,
incredulo,
scuotendo la testa. «Non hai niente di meglio da
fare?»
«Quando si tratta di tormentare quel
contapeli della malora, no.»
Oh, Loki lo amava già quand'era un
piantagrane allo sbaraglio. Ora che è un piantagrane
coscienzioso,
lo adora.
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