Ma come Cacchio ti Vesti, Demente?

di Walpurgisnacht
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“Xiao, tu sei sicura che la tua idea funzionerà?”
“Certo che lo sono, ho piena fiducia nelle mie capacità.”
“E cosa ti rende così fiduciosa, se posso?”
“È il tipo di idea in cui cadreste tu e quell’altro allocco di Hwoarang.”
La guardo di sottecchi, un pelo irritato dal suo commento. Che razza di idea ha di me e… no, che razza di idea ha di me E BASTA. Hwoarang è un allocco e si sa; perché deve paragonarmi a lui?
“Grazie del paragone con il trashy-corean-guy” borbotto “ma non so se con Iori funzionerà, è tutt’altra storia.”
“Oh sì, mi sono accorta che lui è intelligente” prosegue nel suo perculamento ai miei danni “ma è anche un maschio, e poco prima che gli ringhiassi contro come un carlino inferocito ci stava provando con me. Posso sfruttare la cosa per farlo cadere nella mia trappola!”
Sgrano gli occhi, lasciando che il mio cervello elabori scene perverse di seduzione che vanno ben oltre la mia immaginazione.
“Tu COSA-“
“Taci e osserva, e magari impara qualcosa!”
Esce fuori dal nostro nascondiglio – un appendiabiti di quelli da negozio, pieno dei più brutti cappotti in pelo di lana di cane che io abbia mai visto, e che tanto vanno di moda tra le yamamba che ancora infestano certi quartieri di Tokyo. Si dirige dritta verso Iori, intento a passare in rassegna camice di dubbio gusto.
“Trovato qualcosa di carino, Yagami?” cinguetta con fare frivolo. Iori alza un sopracciglio e la fissa dubbioso. Non so se uno così navigato come lui ci casca…
“Non saprei, mi sembra tutta spazzatura…” commenta, avvicinandosi a lei. Vai così Jin, tu sì che capisci la gente.
“Sì, lasciano un po’ a desiderare in effetti, ma chissà che cercando bene…” continua lei, quasi facendo le fusa. Ero così distratto dalle sue grandi doti recitative che mi accorgo solo adesso che ha in mano un enorme bicchiere di frappè. Bicchiere che, chissà come, finisce addosso a Iori.
“Oh cazzo!”
“Oddio mi dispiace Yagami, sono così sbadaaaataaaa!” trilla Xiao, la falsità fatta persona. Ma guardala come recita, sono sconvolto!
“E ora che faccio, me lo dici?” commenta lui, decisamente alterato. Lei, senza fare una piega, lo spinge dentro i camerini, suggerendogli di togliersi gli abiti.
“Vedrai che ti trovo qualcosa da indossare, abbi fede!”
E lesta, sottrae gli abiti di Iori, che incurante li aveva lasciati penzolanti dall’asta della tendina.
E finalmente capisco il piano di Xiao.
È un maledetto genio del crimine.
E a me sono sempre piaciuti i genti del crimine.
Sento i rumori provenienti dal camerino, al quale mi avvicino di soppiatto. Principalmente Iori che si lamenta, si agita, scalcia e respinge profferte audaci della mia cinese preferita. Niente di scabroso, sia chiaro. Perché in quel caso, fiamme o non fiamme, avrei fatto brodino di Iori Yagami.
"Allora, te lo vuoi provare questo top o no?" dice lei.
"Ma la smetti di tirar fuori roba indecente, santo cielo?" risponde lui.
Oh, cosa darei per essere dentro e vedere con i miei occhi. Invece mi siedo su una poltroncina lì nei pressi, attendendo che escano.
Ogni tanto Xiao esce e va a recuperare altra roba. La seguo con lo sguardo chiedendomi come stia andando, ma senza esternarlo ad alta voce. Anche perché lei mi rivolge sempre degli sguardi molto rassicuranti, in alcuni casi corroborati da occhiolini e gesti vari, per rassicurarmi sul buon svolgimento del piano.
Passa qualche decina di minuti e loro ancora non emergono.
Dovrei preoccuparmi?
Sto per alzarmi quando il duetto dei tamarri sopraggiunge dalla mia destra. E, anche se me ne avvedo distrattamente, loro sembrano felicissimi di aver trovato una faccia conosciuta in questo mare di stoffa, scarpe e accessori di gusto pacchiano.
"Kazama!" fa tutto allegro Hwoarang trotterellando verso di me tipo pony zoppo "Finalmente! Non hai idea di cosa ci siamo arraffati io e il mio socio in affari".
"Qualcosa per spaventare i bambini come neanche It?".
"Sempre spiritoso come un comodino, tu. No, ecco, guarda". E così dicendo comincia a tirar fuori capi d'abbigliamento sinceramente orribili: gilet viola a strisce rosse, bracciali multicolori che potrebbero essere usati come segnalatori per elementi nocivi alla società, fasce per capelli da far rizzare non solo i suddetti capelli. E altre schifezze che prima dimentico e meglio sto.
Il suo compagnuccio di merende sfoggia oggetti non tanto migliori, anzi alcuni persino peggiori. Non c'è proprio mai fine allo scempio, pare.
Per fortuna la salvezza, si fa per dire, arriva con la voce di Xiaoyu.
"Et voilà. Guardate chi vi porto in dono".
Ci voltiamo tutti e tre verso il camerino.
Per la barba di Odino…
Ciò che Xiao è stata capace di combinare va oltre l’umana comprensione, travalica i confini del buon gusto in fatto di estetica e li sputa via come un chewingum masticato da ore.
“Oddio…” sussurro, portandomi una mano davanti alla bocca. Meglio che Iori non mi veda ridere.
“Yagami, cosa cazzo…” esordisce Nikaido, che finora si era espresso in maniera anche piuttosto forbita; ma mi rendo conto che quella visione possa tirar fuori il camionista che alberga in ognuno di noi.
Hwoarang si limita ad osservarlo con un sorrisone beota stampato in faccia.
“Tu, ragazzina…” ringhia Iori, mentre Xiao lo osserva serafica. Sto seriamente osservando uno degli outfit più brutti mai pensati da mente umana. E quello alla Dee Snider di Hwoarang era già qualcosa di orribile!
Iori indossa una camicia a fiori strappata di dosso a un hippie; la suddetta camicia è infilata in un paio di terrificanti pantaloni a zampa ascellari, tenuti fermi da una cinta la cui fibbia è una gigantesca stella glitterata; ovviamente, ai pantaloni a zampa vanno abbinate delle zeppe alla Disco Stu – per fortuna senza pesci dentro. Completano l’outfit una giacca svasata color vinaccia con disegno cachemere, un cilindro con piume di pavone e un paio di terrificanti occhiali anni settanta con montatura bianca ed enormi lenti gialle.
“Allora, che ne pensi Yagami?”
“Dico che se ti metto le mani addosso diventi più bassa di quel che già sei…”
“Dio santo Yagami, sembri un incrocio tra Elton John degli anni d’oro e Willy Wonka…” commento, incapace di trattenermi.
“Taci Kazama, TACI” ringhia lui, giustamente inviperito.
“E questo ci riporta al quesito a cui tu e il caro Jin-kun cercavate di dare risposta” continua Xiao “ovvero: si può essere brave persone pur essendo vestite di merda?”
“No, confermo la mia tesi” ringhia Yagami “perché in questo momento ho un’insana voglia di uccidere qualcuno!”
“Uhm, mi sa che usarti come cavia è stata una pessima idea, sei più irascibile dello Stronzone con le lucette” commenta lei, per nulla spaventata dalla furia omicida di Yagami.
“Eppure a me piace” commenta Nikaido, serissimo “trovo che quel look sia davvero adorabile!”
"Benimaru, azzardati a dire ancora una singola parola e prendo quel cilindro giallo che spacci per i tuoi capelli, lo stacco con un colpo secco, gli do fuoco e te lo faccio entrare dal culo e uscire sempre dal culo dopo avergli fatto esplorare tutte le tue interiora". L'accusato, molto saggiamente, fa il gesto di chiudersi la bocca con una zip e si ammutolisce.
Iori è veramente fuori di sé. È circondato da un'aura violetta. Non farmi scherzi e non diventare una pira funeraria, per favore.
"Xiao, riportalo dentro e fagli togliere quell'ammasso di ciarpame di dosso" le dico, sperando che questo basti a quietarlo. Lo sguardo di lei si intristisce, ma rimango fermo nella mia posizione e ribadisco l'ordine. Qua rischiamo seriamente la pellaccia, e non per modo di dire.
Per fortuna se ne convince e lo ritrascina nel camerino, fra lo sconcerto e la tristezza generalizzati dei due cialtroni.
"Ma era un tesoro..." commenta sconsolato Hwoarang con la voce da checca isterica francese.
"Eh sì. Una gran perdita per il genere umano" gli dà manforte quell'altro scarto di galera.
Sapete cosa? A 'fanculo. Aveva ragione lui. 'Sti due bipedi sono la feccia della terra e devono morire male.
Me ne vado borbottando. Sento che mi stanno seguendo ma li ignoro, sono troppo sconvolto da quanto successo per preoccuparmene.
Voglio uscire da questo posto del cazzo. Ora.
E qui succede una cosa che, a uno sguardo esterno, può sembrare persino divertente.
Mi perdo.
Questo fottuto centro commerciale è grande e dispersivo, senza la minima segnaletica interna. Dà per scontato che i pervertiti che vengono qui a fare acquisti siano pratici del posto, quindi non si spreca ad aiutare noi povere persone normali con un semplice cartello "Uscita ->".
Dopo essere passato per la terza volta di fronte al camerino da cui emerge Iori, per grazia divina tornato al suo aspetto solito... che per carità, sarà opinabile per certe cose ma è comunque molto, molto, molto, molto, molto meglio di quella pagliacciata di prima... beh, diciamo che mi parte un pugno dalla frustrazione.
E diciamo che gli sfioro la guancia.
E diciamo che improvvisamente mi sento un morto che cammina.
Oh merda.
Oh santissima merda d’artista inscatolata.
“Jin… perché vuoi morire giovane?” commenta lui, scostando il mio pugno dal suo viso, stringendolo con una mano e avvolgendolo con le sue fiamme blu. Ahia.
“Scusami ti giuro che non volevo è la frustrazione perché non trovo l’uscita-“
“Peggio per te.”
E un’enorme palla di fuoco si materializza davanti ai miei occhi. E punta verso di me.
“Cazzo!” urlo, piegandomi all’indietro in una spericolata imitazione di Neo in Matrix; sono piuttosto sicuro di aver sentito degli inquietanti crack provenire dalla mia spina dorsale.
“Vieni qui se hai coraggio!” urla il mio assalitore, le mani entrambe avvolte dalle fiamme blu; fiamme che, nel frattempo, hanno incenerito metà del reparto uomo. Il che non è una grave perdita, in termini di abbigliamento.
“Non ci penso nemmeno, oggi mi diverto a fare il pusillanime!” rispondo, facendo lo slalom tra cappotti in pelle di caimano e minigonne giropassera che nemmeno Anna Williams quando aveva l’età per indossarle. Iori però non demorde, e continua a inseguirmi tra un reparto e l’altro, portando scompiglio, fiamme e distruzione di pessimi capi d’abbigliamento.
“Dai Iori, ti ho pure chiesto scusa!” urlo, usando Hwoarang per parare un’altra palla di fuoco. Lo lancio via, mentre mi urla un “Vaffanculo Kazama! I miei capelli hanno preso fuoco!”, ma non me ne curo.
“Chissenefrega, vieni qui e lascia che ti faccia flambè!”
“Giammai!”
Finalmente davanti a me vedo l’uscita di questo posto del cavolo.
Sto per varcarle quando sbatto contro qualcosa.
“Nulla da dichiarare, ragazzini?”
Alzo gli occhi e mi ritrovo a fissare quelli della panciuta guardia del negozio.
Oh. Merda.

“È stato davvero un bel pomeriggio, non trovi?”
“Assolutamente, dovremmo ripeterlo più spesso!”
“A parte, magari, i capelli bruciati…”
Quella comare di Hwoarang lancia uno sguardo torvo a me e Iori, nell’inutile intento di farci sentire colpevoli per la sua defunta chioma – al momento rimpiazzata da una terrificante parrucca rossa.
“Però quella parrucca ti dona tantissimo” prova a consolarlo comare Nikaido “sei un a-mo-re!”
“Tu dici?!”
“Dio santissimo, se devi uccidermi prendimi ora, subito!” borbotta Iori.
“Oh taci” mi azzardo “se non fosse per la tua indole piromane non avremmo dovuto pagare i danni a quel posto di merda, né gli acquisti di quelle due galline!”
“Se tu e la tua nanetta non aveste architettato quel piano idiota io non avrei fatto niente! E poi figurarsi, il presidentissimo di stocazzo della Mishima Zaibatsu ce li avrà pure gli spiccioli per pagare due straccetti, no?” Gli lancio un’occhiataccia, continuando a tossire per colpa del fumo.




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