notte
Avevo scritto questa storia qualche tempo fa. Credo fosse durante
l’ennesimo periodo depressivo. Poi l’ho archiviata
perché per fortuna il periodo era passato ^^ Ma stasera mi
è spuntata davanti agli occhi.
Gli ho dato un’editata e ho deciso che in fondo non facevo
male a nessuno pubblicandola.
La dedico davvero di cuore a Callie_Stephanides,
perché mi ha fatto uno splendido regalo ed i regali vanno
sempre ricambiati, soprattutto quando sono davvero graditi!
Non è uno scambio equo, però spero tu voglia
accettarlo lo stesso ^^
Grazie a chiunque leggerà
kiss kiss Chiara
Occhi
rossi e piume di corvo
È ancora notte
quando Loki apre gli occhi.
Nero manto
sicuro, come l’ala di un corvo benigno. La notte è
una coperta che ti avvolge per difenderti dal freddo, da quel
freddo che non è sulla pelle, ma nel cuore.
La notte
è gentile con
le creature smarrite, la notte evita di dare giudizi. Ti accetta
perché tu l’accetti, perché non le
ricordi quanto
essa sia niente in confronto alla bellezza del giorno.
Perché essa
protegge la luna che rincorre sempre il suo sposo luminoso, senza mai
riuscire a raggiungerlo.
Loki ama la
notte ed ama la
luna, a cui si sente affine, quasi fosse il suo stesso figlio roccioso.
Lui, per cui essere un figlio, è stata una condanna sin
dalla
nascita.
Anche su
Midgard la notte
oscura mantiene il suo caldo abbraccio, anzi, la notte di Midgard
è una notte splendida.
Gli uomini sono indegni di tale dono. Gli
umani deboli e meschini, che hanno rubato le attenzioni di suo
fratello, e con esse il suo cuore.
Midgard ha
avuto ciò
che lui ha corteggiato per una vita immortale senza neanche fare un
millesimo del suo sforzo. L’amore di Thor è
piovuto su di
essa con generosità. Loki è rimasto sempre una
landa
arida.
Thor,
fratello dalle belle
parole ma dai gesti nulli.
Thor, dagli occhi infiniti e dal sorriso
buono.
Thor, che l’ha avuto davanti a quegli occhi
infiniti per
un’eternità, ma non l’ha mai davvero
guardato.
“Sei mio fratello, Loki.
Lo sei sempre stato.” Eppure il suo pugno si
è alzato con
ferocia al cielo e tempeste di fulmini gli hanno saettato il corpo.
È
chiuso in una cella
metallica, con decine di occhi meccanici che lo vegliano
indecentemente. Non ci sono finestre. Non ci sono fenditure nella
parete. Eppure Loki sa che la notte magnanima è calata su di
lui. Lo avverte dall’odore. La notte di Midgard profuma di
aria
bagnata, anche quando non piove. Profuma di segreti e promesse che non
saranno mantenute all’alba. La notte di Midgard è
seducente come le parole taglienti che danzano sulla sua lingua, e che
bruciano chi le pronuncia.
Il sonno
l’ha
abbandonato, ma in realtà ha finto di cullarlo. Non ci sono
più sogni ad aspettarlo fra le palpebre chiuse. Non ci sono
neanche più incubi. Per avere incubi devi conoscere i sogni
e
Loki ha perduto memoria di entrambi.
Il suo
giaciglio ha la consistenza di una roccia, ma è semplice
metallo liscio. Ma non è freddo.
Gli umani
sono patetici quando
fingono di provare a se stessi di essere meno crudeli di quanto non
siano in realtà. Ti tagliano la gola e poi ti avvolgono un
drappo attorno alla ferita. Ti gettano fra le spine e ti porgono un
cuscino per non farti pungere. Ti rinchiudono come una minaccia in una
sterile gabbia di ferro, e ti scaldano un letto di acciaio
affinché tu possa riposare. Ti fanno sperare nella
libertà mentre ti tengono le mani in catene.
Gli uomini
sono un paradosso disgustoso. Gli uomini, destinati a morire ma che
combattono la loro unica vita per vivere.
Gli occhi
che lo osservano
brillano di una luce rossa. Lo seguono nei suoi passi, ne catturano le
espressioni, lo derubano del più breve sospiro. Gli occhi
meccanici degli uomini, che aspettano che lui si mostri nella sua vera
veste. Perché Thor, sebbene incapace di tessere fini
discorsi,
ha sempre avuto un’incredibile abilità
nell’aprire
la sua bocca a sproposito. Ed ora Loki di Asgard è per tutti
il
figlio rinnegato di un mondo fatto di ghiaccio.
Ma il
principe degli inganni
conosce la raffinata arte della pazienza. Sa attendere, sa fare
attendere. La sua costanza prima ancora della sua vita eterna, gli
concede il lusso e il diletto di lasciare che quegli occhi inanimati lo
scrutino per un tempo che non può essere misurato dalle vite
degli uomini. Nascerà il sole un miliardo di volte ancora,
prima
che Loki conceda a Midgard di farsi beffa ed orrore di lui.
La porta
metallica si apre. Il
suono è simile al rantolo morente di una bestia. Non
c’è bisogno di voltarsi per incrociare il suo
sguardo.
«Porgi
visite ad ora tarda, figlio di Odino.»
«Ti
sapevo sveglio.» Loki sente il freddo dei suoi occhi.
«Dedica
il tuo tempo al
riposo. Ne trarrai di certo un guadagno maggiore.» Loki sente
il
calore del suo corpo farsi più vicino.
«Le
tue azioni
scellerate mi hanno portato a fare ciò che non avrei mai
voluto.
Ma tu, Loki, perché ti ostini ad odiarmi? Non ti
è
bastato il male che ci siamo già fatti? Quante altre vite
vuoi
spezzare in nome della tua insensata vendetta?»
Sorride il
principe delle menzogne, il figlio di roccia della luna. Sorride, e
quel piegare di labbra è un urlo muto.
«Midgard
non offre vite
a sufficienza per recarmi soddisfazione. Se questo insulso
pianeta si triplicasse nel suo marciume, neanche allora mi direi
pago.» La presa di Thor è sempre ferrea. Nulla
puoi
sfuggire dalle sue forti mani. Il legittimo re di Asgard ama far suo
ciò che più gli aggrada e non chiede mai permesso.
«Ritorna
in te, Loki. Torna ad essere il fratello che ho amato!»
Gli occhi
rossi lo guardano. Li guardano.
Le esili braccia strette fra le falangi possenti. Il
ringhio sofferente sul viso di uno, la smorfia di scherno a piegare le
labbra dell’altro.
«Sono
giorni mai
esistiti, se non nella tua illusione.» Argento liquido che si
tramuta in verbo. E ferisce, e prova piacere nel farlo. «Il
fratello che ricordi non c’è mai stato.»
«Ascoltati!
Ascolta il
veleno che esce dalla tua bocca! Tu non sei così, non
c’è così tanto buio nel tuo
cuore!» Ed
è un confine misero quello che divide i loro visi. È un respiro
che si perde fra le labbra che mentono e quelle che pregano.
È
lo spazio di una piuma di corvo.
«Non
darti altra pena.
Preserva la tua bontà per il mondo che hai scelto di
difendere.
Ne avrà bisogno!» Un ringhio ed uno strattone. La
morsa
è distrutta e gli occhi infiniti del tuono in carne, mirano
la
schiena del principe del caos.
«Perché
rifiuti
il mio amore, Loki? E non rispondermi con altre menzogne. Sii sincero,
almeno una volta.» Ma la verità è una
lama senza
elsa che lacera il palmo di chi la impugna, e Loki non ha abbastanza
ghiaccio per impedire al filo di affondare nella sua carne.
«Guerra
e morte è ciò che chiedo. Il tuo amore vale meno
della polvere sotto le mie suole.»
Un altro
ringhio, un altro rantolo, e freddo e fuoco che sparisce.
Loki fissa
quegli occhi rossi che lo guardano impudenti e sorride avido.
La notte di
Midgard è gentile come quella di Asgard, ma ad essa non
è concesso di vedere le lacrime rigare il volto del figlio
della menzogna.
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