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Il corvo e la strega.
Arianna Barde non usciva mai di casa. Troppo rumore, troppa confusione,
l'aria è fredda e se cadi nessuno ti alza. Questo diceva suo
padre, e lei fingeva di crederci con la sfiduciata stanchezza che la
malattia soffia sul collo. Malattia, già. Quella
parola ripetuta e ripetuta, senza che se ne accorgesse da nemica era
divenuta alibi.
Ma gli anni sono passati e caduti a terra, come i petali marci di un
ciliegio in inverno. E oggi lei li calpesta freddamente sotto le suole,
abbandonando senza rimpianti la sua vita dalle tapparelle abbassate
contro il mondo.
Non conosce quelle strade bene come dovrebbe. I quartieri sembrano
cambiati troppo in fretta, i negozi che ricordava ora sono tutt'altro
oppure sbarrati dalle saracinesche. Non sa neppure dove andare,
nè dove sta andando: come in un sogno tormentoso, d'un
tratto la tappezzeria della camera le è parsa la griglia di
una cella e il silenzio le è crollato sulle spalle, dopo
anni passati a cigolare. Così, incalzata da un terrore
irragionevole, ha afferrato la giacca ed è fuggita da quelle
stanze tanto grandi e troppo vuote, saltando i gradini tre a tre, senza
nemmeno fermarsi a chiudere il cancello dietro di sè. Forse
era un fantasma, quello da cui stava scappando, lo spettro dei suoi
giorni lunghi d'agonia inutile.
Ed ora i suoi passi affrettati la stanno conducendo verso una meta che
non conosce, una voce senza suono a sussurrarle all'orecchio la strada.
I pensieri s'inerpicano su quei palazzi che i suoi occhi non
hanno potuto vedere per tanto tempo, e tacciono impassibili davanti
agli sguardi curiosi dei passanti.
Arianna prosegue il suo cammino sull'asfalto buio e bagnato, mentre
sulle facciate delle case sfilano finestre nere come orbite vuote. Una
brezza umida tenta d'insinuarsi sotto il colletto della sua giacca, con
sospiri pallidi. Il sole sgocciola annoiato qualche raggio sui tetti,
senza preoccuparsi di scaldare.
-Stai cercando qualcuno?-
Quelle parole le si conficcano dritte nella schiena, dardi scoccati con
maestria. Impossibile illudersi che non siano rivolte a lei. Arianna
batte le ciglia, senza fermarsi.
-Sicuramente non tu.-
Vi è una pausa instabile, interrogativa, durante la quale
attende una replica. Che però non arriva. Dietro di lei,
silenzio.
Per un attimo, crede davvero che finirà così.
-Magari posso aiutarti.- Una figura irrompe improvvisamente nel suo
campo visivo, scivolando da un vicolo laterale. E' un ragazzo dai
capelli scompigliati color della brina, a pochi passi da lei.
Nonostante la cortese offerta, la sua espressione è
imperscrutabile; i suoi occhi d'acciaio la squadrano con una sorta di
cauta indifferenza.
-O magari no. Cosa ti importa?- La voce di Arianna è arida,
piatta. Sgombra di risentimento, soltanto appena increspata dallo
sprezzo. Lei non parla con gli estranei, figurarsi con gli scocciatori.
Il ragazzo si mette a braccia conserte e china la testa su una spalla,
con divertita ironia. -Risposta un po' acida anche per una strega, non
trovi?-
Arianna tace. Svolta verso una stradina stretta senza nemmeno vederla.
Sui suoi occhi cala un'ombra, una macchia d'inchiostro sulla cera
bianca. Il passato freme e pulsa sulla pelle come una ferita fragile.
-Si può sapere che cosa vuoi?- La sua voce si riduce ad un
sibilo, mentre il ragazzo la affianca con naturalezza.
La esamina con uno sguardo intenso, quasi volesse strappare ogni
segreto dalle sue iridi azzurre. Poi sorride un sorriso di scherno, di
quelli che fanno prudere le mani dal desiderio di scacciarli.
-Soltanto conoscere la famosa strega di Misthallery. Ci hai fatto
dannare parecchio, sai? Tu e quel furbo di tuo fratello.-
Arianna avverte un fastidio sempre più insistente,
martellante. Non vuole che quei ricordi riaffiorino, non dopo tutta la
faticosa sofferenza che ha consumato per raggrumarli in un blocco di
ghiaccio. Non vuole pensarci ancora, pensarci adesso, pensarci a causa
di quello lì.
-E perchè io dovrei voler conoscere te?- Voce ancora
incolore, rigida.
Il ragazzo ridacchia, quasi avesse detto una battuta sorprendentemente
spiritosa.
-Fa un po' come ti pare, Barde. Ma sappi che fra i Corvi Torvi ci
sarà sempre posto per una strega carina come te.-
Muro. Arianna si ferma all'imbocco del vicolo, aggrottando gli occhi e
scalpitando nervosa. Un imbarazzato disagio crepita sul palato, e quel
suo sguardo insinuante preme ancora sulla sua nuca.
-Corvi Torvi?- Ascolta la sua stessa voce esitare. Una falla nel marmo.
Il ragazzo inarca le sopracciglia trionfante.
-Mi chiamo Crow. Ci rivedremo al mercato domani, Barde.-
Arianna non scosta gli occhi da lui, finchè non svanisce nel
buio dell'ennesima viuzza invisibile. Ci rivedremo? L'ultima persona
che ha detto così non tornerà più, ma
è ora di smetterla di vedere riflesso Luke
in ogni sguardo.
Non riesce a mentire a sè stessa: vorrebbe pensare che
può scegliere. Ma del suo futuro Arianna sa solo
che non sarà sprecato ad aspettare chi non intende tornare.
E che domani lei andrà al mercato.
Note dell'Autrice: Ed ecco una coppia che interesserà a
circa 0,0034 lettori in tutto il mondo. XD E che ci volete fare, a me
insieme piacciono!
Grazie per avere letto, mi piacerebbe sapere che ne pensate. ^-^ Buon 1
Gennaio!
Lucy
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