Harlem Victoria

di _morph_
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Image and video hosting by TinyPic Victoria fumava. Non era mai stata come tutte le ragazze che si erano prestate, negli anni della sua crescita, ad essere sue amiche. Loro possedevano incisività, carattere e presenza (o almeno uno di questi aggettivi, se non tutti), lei invece era mogia, malinconica, quasi sempre fuori posto e impacciata in modo imbarazzante. Certamente non era questo aspetto a distinguerla, a vederla sembrava la classica ragazzina tonta, vittima del mondo e troppo ingenua per tener gli testa. Chi per primi avevano contribuito ad accrescere questa nomina erano stati i suoi amici, o chi si considerava tale almeno, e i suoi genitori, incoraggiati dal suo costante disagio, dalla paura di fronte ad ogni cosa nuova. Lei fumava e non si sentiva in colpa, lei era cresciuta ed all'ingenuità si era sostituito un carattere dispotico, al disagio una personalità introversa, permalosa, gelosa della sua mente e desiderosa di tenerla sotto il proprio controllo, in una corazza insormontabile e indistruttibile, una corazza che teneva rinchiusa la dolcezza e rilasciava irritazione. Alla tenerezza solo indolenza. Gli unici a non subire questo cambiamento furono suo fratello e sua sorella, rispettivamente di diciotto e ventitré anni, contro i suoi sedici, appena compiuti. Victoria fumava nella macchina di sua sorella, che la accompagnava a scuola. Una nuova scuola, nel distretto di Harlem, New York. La ragazza diede una rapida occhiata all'edificio, dubbiosa fosse il posto giusto per lei -sicura sia questa?- domandò con un sopracciglio alzato, stringendo ermeticamente le labbra. -non fare l'idiota- borbottò in replica la sorella, Joanne, strappandole la sigaretta dalle labbra -cerca di fare amicizia, ci serve una guida del posto- fece un cenno assertivo, slacciandosi la cintura -a che ora esci?- -non so, sento e ti so dire...- prese lo zaino dai sedili posteriori, infilando nella tasca piccola in basso un mazzo di chiavi datole dall'altra -buona giornata- mormorò baciandole una guancia. Attese che la macchina si allontanasse, prima di volgeresi verso quello che sarebbe stato il luogo dove avrebbe passato tutte le sue mattinate, da lì a Natale, escluse le domeniche. Magnifico, superbo, elettrizzante. Si fece grinta, stringendo la bretella dello zaino che teneva in spalla. Avrebbe fatto amicizia, non sarebbe stato difficile, bastava partire di buon umore, vedendo la cosa nella sua giusta ottica.




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