Come mi sono innamorata di Jaden Christopher Syre Smith

di imadreamer
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Tutto è cominciato il terzo giorno di scuola. Chi si sarebbe mai immaginato che quel mercoledì di settembre avrebbe cambiato la vita a una liceale al primo anno? Di certo non io.
Ricordo quel giorno perfettamente, ma comincerò a raccontare dall'ora di educazione fisica.

Ero in palestra con il resto della mia classe, indossavo un paio di leggins neri, sopra una maxi maglia di seta che mi copriva i fianchi di cui mi vergnognavo tanto, ai piedi un paio di trainer nere e i lunghi capelli raccolti in una coda biondae riccia. Ci stavamo divertendo, ma improvvisamente cadde il silenzio: un'altra classe attraversò la porta d'ingresso. Chi erano quelli? La palestra doveva essere nostra per quell' ora settimanale!

«Ragazzi, per oggi abbiamo ospiti.» disse la prof «La loro insegnante è assente, sono del primo anche loro» aggiunse come se ci volesse rassicurare. Il silenzio si ruppe nell' istante in cui l'ultimo ad entrare chiuse la porta troppo forte «Andatevi a cambiare!» disse infine quasi infastidita dall'eco provocato dallo sbattere della porta.

Non appena entrambi le classe si misero in riga, l'insegnante ci disse di iniziare a correre. Noi, silenziosi, obbedimmo.
«Ehi, Serena!» Martina mi stava chiamando, eravamo amiche da sempre e ora eravamo anche vicine di banco. «Guarda questo qui davanti...» disse quasi sussurrando mentre correvamo alle spalle di uno dei tipi strani dell'altra classe. «E' un figo assurdo!» disse senza accorgersi di aver alzato il tono di voce.
La prof le lanciò un'occhiataccia, io nel frattempo superai quel ragazzo per guardarlo in faccia. Era alto, aveva la pelle color cioccolato e gli occhi color nocciola, le labbra carnose e le braccia muscolose. «Secondo me è uno come tanti, il solito convintone» dissi a Martina notando com'era vestito: portava un paio di pantaloncini blu, una canotta bianca e un cappellino grigio come le scarpe. UN CAPPELLINO A SETTEMBRE. Era davvero strano. Mi attraeva, ma non lo ammettevo neanche a me stessa. Perché?

 

 




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