Scusatemi immensamente per aver aggiornato così tardi, ma ho avuto dei seri problemi di connettività. Sto scrivendo persino il seguito di questa ff, ma è ancora più triste di questo e non so se può essere gradito. Fatemi sapere, così decido se continuare!
Voglio ringraziare di cuore tutti coloro che hanno seguito questa storia, ma proprio tutti.
un bacio,
SakiJune
Il passato, il presente, i sensi di colpa... quella rivelazione
sembrò colpire Nana come un pugno in faccia. Era felice, ma
provava anche vergogna di se stessa.
- Il suo primo amore sei tu, allora... chi l'avrebbe mai...
Shin negò decisamente.
- Se ricordi bene, il suo primo amore sei stata tu.
Nana ebbe un attimo di smarrimento.
- Sono tornata soltanto un mese fa - disse lentamente. - Non ho detto
nulla a nessuno.
Shin rispose, ironico, che lo sapeva. - Se non fosse stato per Yasu,
noi, ancora adesso, staremmo a piangere per te.
- Lui non mi perdonerà mai.
- Credo di no. Ma se sei diventata così forte come sembri,
puoi sopportarlo.
La mattina dopo, Shin si svegliò presto. Nana aveva
preparato la colazione: brodo di miso e uova dashimaki.
- Perché non resti? Ti porto a fare un giro - propose Ren.
- Scusa, ma devo tornare a Tokyo. E' il compleanno di Misato - rispose.
- La Gaia ha organizzato una festa.
Ren guardò Nana, che distolse subito gli occhi e
tornò a lavare i piatti.
"Sto di nuovo pensando soltanto a me stessa. Non è servito a
niente"
Misato aspettava davanti al ristorante, un po' imbarazzata per il
vestito elegante che indossava. Naoki l'aveva accompagnata a
sceglierlo, convincendola che quella sera ci sarebbe stata una
grandissima festa. Ma lei era lì da mezz'ora e non aveva
visto
arrivare nessuno. Eppure Naoki aveva detto per le sette.
Un taxi si fermò e vide Shin che ne usciva, reggendo un
mazzo di rose. Il cuore prese a batterle più forte.
- Perdonami, il treno ha avuto un ritardo. Happy birthday, Misato!
La baciò sulla guancia e le fece cenno di entrare insieme:
- Ma Shin... non aspettiamo gli altri?
Lui fece una faccia furbetta. - Ok, la festa è domani, alla
Gaia. Questa è una mia piccola iniziativa personale.
- Naoki era d'accordo, allora... per questo mi ha fatto vestire
così... cos'avete in mente?
Misato rideva, ma non osava credere alla trasformazione di Shin. Come
l'anno prima, era andato a far visita alla tomba di Reira, e si
aspettava di vederlo ritornare stanco e abbattuto. E invece... lui le
regalava una serata insieme, non in sala prove o al pub con Naoki, ma
loro due soli, in un ristorante di lusso, e soprattutto quella sera la
guardava con occhi differenti. Non osava sperare troppo, ma ad un certo
punto diventò evidente.
- Domani avrai la tua torta con le candeline. Promesso. Però
il
regalo l'avrai stasera - dichiarò Shin quando ebbero finito
di
cenare.
- Credevo che il tuo regalo fosse il vestito, a questo punto - rispose
Misato. - Se non l'ha pagato la Gaia...
Shin scosse il capo. - No no. Lo indosserai domani, è
proprio
un'idea della casa discografica. Un bel pensiero, non trovi?
- Già... allora grazie... dove andiamo adesso? E' una cosa
piccola o grande?
- Oh, è grandissimo. L'ho lasciato a casa mia.
Una cosa del genere, prima, Shin non l'avrebbe mai fatta. Che cosa era
successo, laggiù, da cambiare il suo atteggiamento in quella
maniera? Stava scoppiando di gioia, ma non era ancora sicura di che
cosa potesse significare.
Arrivati sotto il palazzo, Misato fece per avviarsi all'ingresso, ma
Shin la fermò. Il rumore del fiume... il vento tiepido...
- Aspetta, devo parlarti. Devo farlo stasera.
Lei chinò la testa, arrossendo. - I fiori appassiranno,
andiamo a metterli nell'acqua...
- Sei tu il mio fiore, Misato. Tu sei sbocciata davanti a me, insieme a
me, io ti vedo, adesso, ti vedo davvero...
Il vento le scompigliava i capelli davanti agli occhi, e lui continuava
a parlare, a sorprenderla, come in un sogno.
- Ho detto addio a Reira, l'ho lasciata andare. Io credevo che l'avessi
capito, quel disegno: lei è un angelo, tu sei reale, sei
viva, e
io ti amo...
Misato sentì le labbra di Shin che toccavano le sue, ancora
incredula, ancora sconvolta...
"Non commetterò l'errore di Ren, né quello di
Nana. Non
sarò indeciso come Nobu, né cinico come Yasu. Io
sono
Shinichi Kawano, e sono nato in questo istante".
Per la prima volta nella sua vita, il batticuore si
trasformò in
desiderio autentico, e ne fu spaventata. Ma Shin affondò le
dita
nei suoi capelli, attirandola a sé, e Misato si
abbandonò
a quel bacio senza più pensare a nient'altro.
- Ti amo anch'io, Shinichi. Ti amo tanto da tremare...
Lui le prese la mano e vi ficcò le chiavi di casa. - Vai a
vedere il tuo regalo, adesso. Corri, dai!
- Tu non vieni su?
- Io ti aspetto qui. - Le accarezzò il viso. - Non vado da
nessuna parte, non senza di te.
Il rumore dei passi di Misato rimbombò per quei sette piani.
Passi felici, tacchi di scarpette eleganti, l'eco dell'impazienza di
una diciassettenne che corre verso un dono inaspettato.
Nell'appartamento 707, al buio, una sigaretta alla menta fumava in un
posacenere. Mentre lo scalpiccìo sulle scale si faceva
più vicino, Nana Osaki allungò una mano verso la
porta.
"Non voglio più essere egoista. Domani i giornalisti
sapranno
che sono di nuovo in Giappone. Addio tranquillità. Forse mi
costringeranno a cantare di nuovo, o forse mi verrà
naturale,
con il tempo. Adesso non mi importa più: tu ne vali la pena,
sorellina. Potrebbe bastare una canzone sola, le nostre due voci, le
nostre mani unite... forse Stand
by me, oppure... non importa, piccola donna, ora ti
vedrò... io ricomincio da te!"
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