Viaggio

di MarchesaVanzetta
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All'Amore, alla speranza e al vino buono
 
Erano appena usciti dalla stazione dei treni e, mano nella mano, si stavano avviando verso la banchina tra le due corsie della strada, in attesa del pullman.
“Quanto pensi ci metta?” chiese lei, controllando il cellulare.
“Lo schermo qui sopra dice dodici minuti, quindi hai tutto il tempo per chiamare tua mamma e dirle che siamo scesi dal treno” le rispose sorridendo lui, sapendo che non lo aveva ancora fatto per non disturbarlo.
“Nha, le mando un messaggio. Tanto è uguale” gli disse sorridendo.
Mentre la ragazza stava scrivendo, rivolgendogli d’istinto la schiena, lui le si avvicinò piano e iniziò a far scorrere le mani sui fianchi. La sentì ridacchiare e  non ebbe tempo  di udire il suono d’avviso di usicta del messaggio che lei si era girata e chinata verso di lui, baciandolo.
“L’hai inviato, il messaggio?” chiese lui, tra un bacio e l’altro, ridendo del lampo interrogativo che era passato negli occhi della sua ragazza.
“Non so, controllo dopo. Ora ho di meglio da fare” gli rispose, mordendogli un poco il labbro inferiore e ridacchiando.
“Amore, ti fa male il collo?” domandò lui, adocchiando l’interessante ringhiera della banchina.
“Sì, dovevo trovarmi il ragazzo alto, in effetti” lo prese in giro, facendo il passo avanti necessario per andare a scontrarsi contro la balaustra di metallo. Lui, continuando a lasciarle leggeri baci sulle labbra, si issò sul corrimano e si sedette.
“Tsk, trovato il ragazzo alto” le disse, piegando finalmente lui il collo per baciarla.
Si baciarono a lungo, ignari delle risatine dei passanti, finché non arrivò il pullman che li avrebbe portati a casa dei genitori di lei, dopo mille contrattazioni e preghiere.
Dandole l’ultimo bacio dall’alto, scese dal corrimano e salirono sull’autobus, pronti alla lunga giornata che si prospettava loro davanti.




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