Fermo e Lucia - Come mai Fermo è diventato Renzo

di Ciulla
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Era il giorno del felice evento,
il promesso attendea con orgoglio;
con un che di comasco in accento
s’addestrava nel dir “Sì, lo voglio.”


Sistemava con garbo ogni cosa,
con un fare un po’ di braveria;
si lisciava la giacca costosa
e pensava all’amata Lucia.


Si diresse verso la casa,
busso piano, chiese: “E’ permesso?”
All’interno ci fu calma rasa...
Spinse l’uscio, ed entrò lo stesso.


Nell’ingresso trovò donna Agnese,
che urlò “Fermo!” quando fu entrato.
Il ragazzo in parola la prese,
restò lì come pietrificato.


In quel mentre arrivò la Bettina,
con in mano del pane raffermo,
si diresse nella cucina,
ma lo vide e gli gridò: “Fermo!”


Il ragazzo si spazientiva
di restare sempre più immobile;
era triste poiché non capiva
la ragion della pena sì ignobile.


Ed allora arrivò la Lucia,
che urlò: “Fermo!” con vago arrossare;
egli, come se preso in follia,
s’arrabbiò e iniziò a bestemmiare.


“Porco ***, mi prendete per fesso?
Brutte oche riunite in consorzio!
Non mi fate spostare, ma adesso,
io ti sposo, e poi chiedo il divorzio!


Se cominci a tiranneggiare
quando ancora non sei mia moglie,
al futuro vicino pensare
già mi provoca orrori di doglie.


Brutte streghe! Dei documenti
di nozze non firmerò un rigo.
E ridendo ai quattro palmenti
me ne vado a scopar don Rodrigo!”


Il Manzoni posò il manoscritto,
con in faccia un acciglio perplesso,
disse: “Ohibò! E’ proprio questo che ho scritto,
che col nobile va a fare sesso!

Non posso esser sì svergognato,
gli studenti diranno: ‘Ma... Come?
Lo credevo un Manzoni educato!’
Mi sa proprio che cambierò il nome.”






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