Occhiatina
-Otoutoo, hai visto un fantasma?
Itachi sventolò la mano davanti al viso cinereo del
fratello. Sasuke era rimasto rigido come una statua per cinque minuti
buoni a fissare come un ebete il viso invecchiato di Itachi.
Sentiva solo la pressione alle gambe della stretta della bambina, i
risolini di Naruto mentre si cambiava tranquillo e le parole ovattate
di Itachi davanti al suo viso.
Sentiva la testa vorticare frenetica e i pensieri che aveva in mente
dissolti come sabbia nell’acqua.
Era accaldato e confuso.
Le parole gli si erano bloccate in gola e il cuore nel petto aveva
preso un ritmo frenetico e convulso.
Le mani gli prudevano.
Naruto, accortosi dello stato d’animo del compagno gli si era
avvicinato lento, così come il fratello, e aveva allungato
una mano al capo di Sasuke.
Fece passare in un movimento lento la mani nei capelli serici del moro
che calmò il suo respiro, guardandolo.
Perché sotto quella mano, Sasuke si sentiva calmo e provava
un senso di affetto estremo?
Fece un passo indietro, guardando con occhi larghi i due e
staccò a forza la bambina dalle gambe che lo
guardò curiosa.
Prese un grosso respiro e si dissolve davanti agli altri, scappando da
quella casa.
Non seppe per quanto tempo saltò tra le case di Konoha, ma
si ritrovò nei campi di allenamento con il fiatone e lo
stomaco pesante.
Scosse il capo e strinse gli occhi.
Svegliati.
Era uno sonno, sicuramente.
Itachi era morto.
Era stato lui a… ucciderlo.
Era scomparso davanti a lui in mille luci bianche nel covo di Kabuto,
dopo la risurrezione.
Naruto….
Scosse il capo furiosamente, afferrandosi i capelli tra le mani.
… compagni.
No. Impossibile.
Aveva soppresso quei sentimenti. Era riuscito a cancellarli.
Non provava più niente per il suo ex compagni di team.
Quando lo aveva lasciato indietro, quattro anni fa, steso sotto la
pioggia, si era ripromesso di troncare ogni legame con Naruto.
Perché la sua mente gli stava giocando questi scherzi,
proprio la notte prima della battaglia?!
Un tonfo attirò la sua attenzione.
Alzò lo sguardo per vedere una ragazza calciare verso un
uomo con una cappa a lui familiare.
Sgranò gli occhi quando l’uomo si voltò
verso di lui, ghignando divertito.
Era lui.
Ne era sicuro.
Corse verso la sua direzione, fermandosi poco prima.
-Che diamine mi è successo?
Sbraitò Sasuke avvicinandosi minaccioso.
Fece sobbalzare la bambina che era davanti all’uomo, caduta
al suolo dopo un calcio rotante mal riuscito.
L’uomo fissò la ragazza e mosse appena il capo e
lei annuì, scoccando un’occhiata stranita al
ragazzo appena arrivato.
-Diciamo solo che questa è
un’occhiatina…
Disse vago l’uomo, grattandosi il capo e fissando la
ragazzina davanti a lui che si stava rialzando.
Sciolse le dita dai riccioli nero pece e fissò Sasuke con
gli occhi grigi di chi sa tutto.
Sasuke strinse le labbra, fermando il ringhio che stava per nascere.
Miraki si voltò verso il giovane con un sorrisetto
fastidioso.
-Che significa occhiatina…
Sputò, stringendo i pugni.
-Lo capirai a tempo debito… oh!
L’uomo sgranò gli occhi, fissando il cielo, verso
il sole alto.
-Devo andare.
Sasuke scattò in avanti, cercando di fermarlo.
-No! Aspetta…
L’uomo gli fece un saluto col la mano e sparì come
la prima volta, lasciando a Sasuke un senso di smarrimento.
Strinse i pugno e digrignò i denti.
Non stava capendo più niente.
Tutti ci siamo posti almeno una volta la domanda: se ci dessero la
possibilità di tornare indietro nel tempo, che cosa
cambieremmo?
Se potessimo modificare ciò che è stato, che
errori correggeremo?
Quali dolori, rimpianti, rimorsi cercheremmo di cancellare?
Per andare dove e diventare cosa?
E con chi?
Sasuke se lo chiedeva ogni volta che i suoi occhi si aprivano in un
nuovo giorno nel covo di Orochimaru. Se lo chiedeva ogni volta che
affondava un pugno di troppo sul viso del suo ex compagno.
Se lo chiese fino alla disperazione quando sentì il cuore di
Itachi fermarsi sotto la sua vendetta.
Stette fuori tutta la mattinata, camminando guardingo nei vicoli bui di
Konoha, fissando quel villeggio che voleva distruggere a tutti i costi.
Quel villaggio che ora stava vivendo tranquillo, come se le minacce
della guerra non avessero scalfito nessun presente.
Quelli che lo vedevano scostavano lo sguardo da un’altra
parte, o altri si inchinavano rispettosamente e gli offrivano qualcosa
da bere, che lui rifiutava costantemente.
Arrivò davanti al quartiere Uchiha, sgranando gli occhi
quando non ci trovò niente.
Dove una volta sorgevano le case dei suoi avi, ora c’era solo
una distesa verde ricoperta di fiori e alberi nani.
Un piccolo parco giochi si ergeva nel mezzo del parco, come un piccolo
germoglio di una nuova esistenza.
Sasuke fissò scioccato la casina con il simbolo della sua
famiglia, accompagnata da una piccola altalena e scivolo.
Sentì lo stomaco stringersi in una morsa fastidiosa e si
voltò, guardandosi intorno smarrito.
Nella strada del ritorno, cercò di ricordarsi la casa da
dove era scappato quella stessa mattina. Dove, tra le mura,
c’era suo fratello… vivo!
Naruto.
La bambina.
Prese un grosso respiro e poi si fermò davanti a un negozio,
dove ridendo ne usciva Kiba con Akamaru.
Il moro lo guardò e Kiba ricambiò lo sguardo
appena stralunato e poi sulle labbra nacque un ghigno divertito.
-Uchiha!
Salutò, avvicinandosi.
Sasuke tese tutto il corpo, fissando l’uomo davanti a se con
uno strano sguardo.
-… bhe! Stai bene? Sei pallido. Naruto ha avuto ancora una
sua strana voglia?!
Domandò divertito, accarezzando il capo del cane.
Sasuke lo guardò stranito, non capendo le parole di Kiba.
-Voglia?
Kiba alzò un sopracciglio dubbioso, scosse il capo e
fissò Akamaru che abbaiò.
-La paternità gli ha fatto perdere colpi… hai
ragione amico mio.
Mormorò davvero divertito all’animale che gli
leccò il dorso della mano.
Sasuke fece un passo indietro, pronto a caricare qualsiasi arma per
uccidere Kiba, ma poi ripensò al fastidioso problema di casa
sua.
-Dove abito?
Chiese con un tono di voce basso.
Kiba tese il copro fissando Sasuke con gli occhi sgranati.
-Con Naruto!
Rispose ovvio, inclinando il capo di lato.
Il moro contrasse la mascella infastidito e strinse i pugni.
-Dove vive Naruto?
Chiese allora, assottigliando le palpebre a mezza luna.
La salivazione di Kiba diminuì e deglutì
forzamente, capendo che l’Uchiha davanti a lui si era
svegliato, molto probabilmente, dalla parte sbagliata del letto.
-Emm… ti… accompagno.
Mormorò lento, ponendosi davanti al ragazzo.
Ora che ci faceva veramente caso, Sasuke era ancora in pigiama, e
scalzo.
-Per caso Naruto ti ha sbattuto fuori di casa, o cosa?
Domandò, fissando di sbieco il ragazzo dietro di lui che
stranamente, guardava il villaggio intorno a lui.
Sasuke abbassò il capo verso di lui e poi ritornò
a guardarsi in giro, e Kiba sospirò sorridendo preoccupato.
Sicuramente avrà fatto arrabbiare talmente tanto Naruto, che
le botte che gli ha dato lo hanno trasformato in…
Si voltò indietro quando non sentì più
i passi del moro.
Si era fermato come imbambolato in mezzo alla strada, con il naso verso
il cielo e gli occhi neri larghi, a guardare scioccato il sesto viso
del monte degli Hokage.
-S… sesto Hokage? Quando è successo?
Ok.
pensò Kiba veramente preoccupato per il moro. Sasuke Uchiha è
uscito di testa.
-Senti, Sasuke…
Cominciò stando allerta.
-… vuoi che chiami Sakura? Penso che tu abbia preso una
bella bot…
-Perché Itachi è
il Rokudaime Hokage Kōho?
Urlò scioccato.
Sulla parete di pietra, il viso di Itachi spiccava tra gli altri, dopo
quello di Tsunade.
Sasuke si sentì il fiato mancare come se qualcuno gli stesse
strappando l’aria dai polmoni e il suo corpo prese a tremare
incontrollato.
Kiba pensò che sarebbe svenuto, ma così come era
arrivato, il tremore scemò lentamente, lasciando Sasuke
più pallido e spossato di prima.
Itachi, suo fratello maggiore, quello che aveva sterminato il proprio
clan per salvare il villaggio era…
Ancora non ci credeva.
Kiba gli poggiò una mano sulla spalla e lo scosse lentamente.
-Sasuke… Itachi è divenuto Hokage dopo la
verità sul vostro clan… Non te lo ricordi?
Sasuke si voltò verso Kiba con un espressione perplessa.
Ormai era quasi metà pomeriggio quando Kiba
accompagnò il moro verso casa.
Villa Uchiha, la nuova, si espandeva su un grande pezzo di terreno,
sola e maestosa come Sasuke non ricordava da tempo.
I fiori che una volta erano curati dalla madre, ora crescevano anche
intorno alla dimora, più colorati e floridi.
Gli trasmetteva un senso di pace quella villa.
Casa, è dove
vivono le persone che ami.
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Questo è il terzo capitolo e sto mettendo una nota solo
adesso... sono senza speranze. Hihihihi...
Comunque ringrazio davvero tanto voi ragazze che lasciate uno spiraglio
di felicità nelle vostre recensioni. Mi fanno sempre
così piacere!! Sono commossa!
Riguardo alla storia non c'è molto da dire. Era nata come
one-shot ma poi correggerla lì, qua ecc. mi è
venuta una cosa lunga... non tanto lunga. Penso altri tre capitoli.
Vediamo, per rispondere più o meno alle domande poste.
In questo capitolo si scopre che Itachi è vivo ed
è Hokage O.O Wouuu... povero Sasukkio.
L'uomo misterioso non è nessuno che conosciamo, ma sembra
conoscere molto bene Sasuke. Mmm.. qualche idea malsana?!? come ha
detto.
Enjio è una specie di
Spirito natalizio, un pò strano, ma si avvicina molto a
quello! Infatti mi sono ispirata a i Canti di Natale.
Bhe! spero vi sia piaciuto e fatemi sapere!
Un bacio a tutte voi.
Kit
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