Racconti
D’Aveno 1x07:
Se
Semo Amate Tante
Giovanna
è sempre stata una brava donna, una brava madre, una brava
amica, ma soprattutto è sempre stata a fianco al marito, non
ha mai dubitato di lui, e lo ha sempre sostenuto e amato fin dal primo
giorno. Purtroppo nessuno sapeva, che a quella brava donna, madre,
amica e moglie stava per cambiare radicalmente la vita.
Giovanna
e Tibberio sono sempre vissuti a San Cesc’ammare, e fin da
quando erano piccoli hanno sempre avuto una simpatia reciproca.
All’epoca
del liceo questa simpatia si trasformò in un qualcosa di
più che una semplice amicizia. Iniziarono ad uscire insieme
e giorno dopo giorno i loro sentimenti crescevano sempre di
più. Insomma, in poco tempo si innamorarono.
I
due trascorrevano insieme tutte le giornate, sedevano vicini a scuola,
e il pomeriggio “studiavano” insieme.
Era
una giornata fredda a San Cesc’ammare, e proprio in queste
giornate, Giovanna preferiva rimanere in casa. Giovanna è
sempre stata di suo una persona molto malinconica, e quando il clima si
imbruttiva la sua meteoropatia diventava più forte e la
faceva sentire triste. Il suo miglior metodo contro la tristezza, era
quello di pulire da cima a fondo tutta la casa.
Tibberio
intanto sedeva sulla poltrona di casa mentre guardava la televisione.
“Tibbè,
scanza li pieda! Fammi puline” disse Giovanna con una faccia
smorta.
“Va
bena, tanto volevo uscine…” gli rispose Tibberio.
“E
dova vai?”
“Vado
a comprane li dorcia, c’ho voja”
“Si
vabbè mo li dorcia! Per una volte che stiamo a casa insiema
senza Paolo, te devi uscine, co me nun cè stai mai,
e… pura si me fai tanti regala io e te nun abbiamo
più er rapporto de prime” disse Giovanna.
“Lo
sane che nel momente in cui aveva più bisogne de te, io te
sentive distanta, adesso perdonama ma nun riesche a statte
vicine”
“Io
ti sone sempre stata accante, e nun puoi dine che nun è
vere, fin da quande ci siamo conosciute, abbiame sempra avuto un
rapporte invidiabila, ora nun capische cosa è
successe”
“Beh…
nun lo sone, ora esche ti prende i dorcia pura a te”
Nel
maggio del 1985 Tibberio affittò per telefono uno di quei
piccoli aerei ai quali vengono attaccati degli striscioni.
Era
un caldo pomeriggio di maggio, quando Tibberio telefonò a
casa di Giovanna. Lei rispose.
“Amora!
Affacciete alla finestre!” disse Tibberio entusiasta.
“Aspette
che me sto a taja le unghia de li pieda” rispose Giovanna.
“Dai
amora, smettila e affacciete”
“Ok,
ma se è na stronzata domana te mene” disse
Giovanna mentre si affacciava alla finestra.
“Hai
viste?? C’è un aereo!”
“Sine…
sta qua sopre, porta uno strisciona, c’è scritte
‘Lavandini da Pippo’… lo vede che domana
te deve menara?”
“None!
Aspette… Aspette che se gire!”
Sul
retro del cartellone vi era scritto “Giovanna,
mi vuoi sposaro?” quando
lei lo lesse, si mise a piangere.
“Uh
maronne! Che belle, sine che te voja sposara, sei l’amora
della mia vita” disse in lacrime.
“Allora
va bena! Arrive subita da tene, perché cosìne te
do l’anelle e un basciuo“
I
due si sposarono il 17 febbraio del 1986, in un matrimonio in grande
stile e con molti parenti e amici. Naturalmente il menù era
vegetariano nel modo che piaceva a Giovanna, a base di bieta,
carciofini, broccoli e salame.
Tibberio
entrò nel negozio di Dora. Una delle peculiarità
di Dora era quella di accogliere sempre tutti con un gran sorriso, era
un abile venditrice e ti faceva sentire a tuo agio.
“Tibbè!
Allora come stane oggia?” Dora si rivolse a Tibberio con il
suo classico sorriso.
“Un
po’ malo, me senta un po’
trista…” rispose Tibberio.
“Lo
sane che puoi contara sempra su di me, se ne vuoi parlane sai dove
stone, finische di servira questi clienta e venghe da te”
Dora
finì di servire i clienti, e si diresse verso Tibberio. In
quel momento Ada entrò nel negozio e fece la fila.
“Ada!
Ciao! Come si belle oggia, come stane tu sorelle?” chiese
Dora.
“Tutto
bena! Sto ‘na bomba! Ciao Tibbè fatte da
mbasciuetto!” rispose Ada, e successivamente
salutò anche Tibberio.
“Allora,
io voglie unu pochine de bignette ar cioccolate, e un maritozzelo con
la panne” disse Tibberio.
“Va
bena, te ce li mette pure due bignette alla bieta pe tu
moja?” chiese Dora.
“Metticili
và…” rispose Tibberio scostante
pensando alla moglie.
Dora
impacchettò i bignè e glie li diede.
Intanto
Giovanna stava sistemando i cassetti, vide un album fotografico e lo
aprì.
Dentro
c’erano le foto del loro viaggio di nozze d’argento.
Uno
degli anni più tristi nella vita di Tibberio e in quella di
Giovanna, fu proprio il 2011, l’anno in cui festeggiarono i
loro 25 anni di matrimonio.
Il
17 febbraio di quell’anno, si risposarono in chiesa e
successivamente partirono per il loro viaggio di nozze in Grecia.
Quella fu forse la vacanza più bella di sempre per la
coppia, ormai avevano un figlio di quasi 15 anni e staccare un
po’ da casa gli fece bene.
Passarono
due settimane all’insegna dello svago, ubriacandosi e ridendo
come matti, girando per casinò o semplicemente
rinchiudendosi nella loro camera d’albergo. Si sentirono
nuovamente giovani, e il loro amore si fece sempre più
grande.
Purtroppo
non durò per molto, due giorni dopo che loro tornarono a San
Cesc’ammare, il 5 marzo, la madre di Tibberio venne a
mancare. Lui passò un periodo di dolore, si rinchiuse in
camera, era sull’orlo di una depressione. Giovanna doveva
fare i conti con i sentimenti che provava per la suocera, che lei
considerava come una seconda madre, e con la depressione del marito.
Tibberio era incontentabile, non voleva parlare con nessuno e accusava
la moglie di essere distaccata, lei cercava di fare di tutto per
aiutare il marito ma lui non se ne accorgeva, e la sofferenza di
Giovanna divenne enorme. Il marito piano piano si cominciò a
distaccare da lei, lasciando solo un dolce ricordo di quello che erano
una volta.
Negli
anni seguenti le cose non migliorarono, anche se Giovanna provava
costantemente a ricucire il rapporto con il marito, mantenendo la
dolcezza nelle parole e “viziandolo” quando gli
portava la colazione al letto.
Naturalmente
lui si riprese dalla depressione ma non riuscì
più a capire la moglie, diventando incontentabile.
In
un certo periodo della sua vita, Tibberio iniziò
costantemente a fare regali alla moglie, illudendola che qualcosa si
fosse ricostruito.
Giovanna
aprì un cassetto, nel quale intravide dei documenti che
pensava fossero importanti. I due mettevano sempre i fogli
“da non perdere” in una cartellina.
Incuriosita
li lesse, e vide che erano due biglietti per la Calabria, la cui data
di partenza era fissata per l’8 aprile, esattamente la
settimana successiva a quella corrente. In quel momento si
emozionò, non pensava che il marito avesse deciso di
portarla in viaggio, e ricordando la Grecia ne fu entusiasmata nel
pensiero di poter rivivere un’altra volta quelle emozioni.
Il
telefono squillò, e lei rispose.
“Pronte?”
disse Giovanna.
“Giovàà!!!
Come sta-NEH!?” chiese Carmelona.
“Mah…
non c’è malo… tu che me
disciua?”
“Nienta
Giovà, lasciama perdera, la prossima settimane deve partira
per andara in Calabrie… Lì faremo le audiziona
per Miss Carmelona 2013”
“Davvera?
Uh maronne! Forsa pura io ci vade, però nun sone sicure,
forsa è una soprese”
“In
che sen-SEH!? Vabbè, beata a chi te capisciua! Comunqua io
ce vade l’otte aprila… tu?”
In
quel momento un brivido percorse la schiena di Giovanna, e chiuse il
telefono violentemente.
*Commento
degli autori*
In
questa puntata abbiamo voluto rivoluzionare tutto. La storia ormai sta
prendendo forma, ed è proprio per questo che vi abbiamo
voluto raccontare le vicende di questi due personaggi principali.
Volevamo
far luce sul loro passato, ma sopratutto, volevamo fossero
chiare le motivazioni per cui il rapporto di questi due personaggi
è andato degradandosi con il tempo. La nostra è
una fiction prevalentemente comica, ma come sempre la vita non
è mai rosa e fiori, e purtroppo anche per i nostri
personaggi è così. Continuate a seguirci!
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