Desclaimers: Al solito, vorrei che Axl
Rose e Mr.
Hudson-capelli-al-vento- fossero miei in ogni senso,
ma -sciaguratamente
per me e fortunatamente per loro- non posso che sollazzarmi con
fanfictions
senza scopo di lucro –che poi… cosa potrei
guadagnarci scrivendo cose sconce su
di loro, quando (se per disgrazia queste cose dovessero passare sotto i
loro
occhioni) potrebbero benissimo farmi causa?
Dannato
Axl, dannate fan’s fictions e
dannate cameriere!
« Nah…
ma dai. Non ci credo! »
I
tiepidi raggi del sole estivo
illuminavano quasi interamente la suite di un hotel a cinque stelle.
Eh,
sì. Avete letto bene. Hotel a
cinque stelle.
Oramai
potevano permettersi ogni
cosa. Persino una suite come quella, che costava un occhio della testa:
mobili
in lucido legno pregiato, divano e poltrone dall’aria
agevole, bagno grande e
luminoso con tanto di vasca idromassaggio, un letto a due piazze capace
di
sostenere il peso di un’intera e ordinaria famiglia americana
più il cane, e
una terrazza che dava su una movimentata e celebre via di New York.
Dalla
merda allo sfarzo, aveva
esclamato Duff tutto concitato, anni prima, quando Axl aveva
orgogliosamente dichiarato
con voce tonante quanto la casa discografica avesse offerto loro.
Un
contratto coi fiocchi, veramente.
Da
quell’indimenticabile giorno
di festeggiamenti, sbronze e sesso sfrenato, erano passati ben due
anni.
Due
anni di duro lavoro e
divertimento amalgamati insieme, per creare un composto ad impatto.
Esplosivo.
Ogni
concerto era stato ricco di
avvenimenti particolari, indelebili nelle menti dei fans e degli stessi
Guns n’
Roses: un Axl Rose impazzito e fuori di sé, pronto anche a
gettarsi a braccia
aperte sul proprio pubblico; Slash e Izzy, un solo microfono e due
chitarre,
già soltanto loro due insieme regalavano emozioni tanto
forti da far
accapponare la pelle; Duff con il basso scuro strimpellato in maniera a
dir
poco divina, rivolto a sorridere smaliziato all’estasiato
viso di un’avvenente fanciulla;
Steven e la sua batteria, una cosa sola, il ritmo in fibrillazione
insieme al
sangue nelle vene.
E
adesso, a distanza di tempo,
potevano permettersi una vita molto più agevole di quella
dei bassifondi di Los
Angeles.
« Cos’è,
Axl? » domandò
curioso Slash, stringendo una
bottiglia di whisky in un pugno.
Axl
per tutta risposta esplose in
una scrosciante risata, che risuonò in tutta la grande
camera.
« Ma si
può sapere per quale dannato motivo
te la fai sotto dalle risate? – borbottò il
chitarrista, crucciato; si alzò
dalla poltrona su cui stava comodamente seduto per avvicinarsi ad Axl,
letteralmente piegato in due e senza fiato per rispondere. –
Cazzo ridi da
mezz’ora? »
Risate.
Solo risate che ignorarono
l’ennesima domanda di uno Slash alquanto perplesso ed
irritato al tempo stesso.
Mentre
Axl portava le mani a
stringere l’addome dolorante, il riccioluto ragazzo
notò dei fogli interamente
scritti e leggermente stropicciati al suo fianco. Aggrottando la fronte
in
un’espressione incuriosita, ne agguantò un paio
senza troppi complimenti.
« Cazzo
sono? » chiese
senza scomporsi, con voce
tranquilla. Mentre i suoi occhioni scuri scorrevano sul testo scritto
in neretto,
la sua espressione serena mutò in un baleno.
« Eh? »
Era
uno scherzo, per caso? Non ci
credeva… no, non era per nulla tangibile!
A
quell’esclamazione indignata,
le risate di Axl aumentarono di volume.
« Chi
è questo… questo… pervertito?
»
soffiò Slash, spalancando sempre più
gli occhi e puntandoli sul giovane
uomo che aveva davanti, quasi come fosse stata colpa sua.
« Ah, non
lo so – sogghignò Rose divertito,
regalando un’ennesima occhiata lucida di lacrime ai fogli che
l’amico stringeva
fra le mani. – So solo che è geniale, dannazione! »
« Geniale
– ripeté il chitarrista. La voce, se possibile,
gli era divenuta ancor più
flebile, quasi un pio pio. – Geniale…
Perciò una persona con queste fantasie
schizofreniche ti sembra geniale…
»
« Dovresti
sentirti onorato, amico mio. »
Gli
occhi di Slash divennero
simili a due palline da ping pong.
« Onorato
addirittura? Tu sei pazzo. Demente.
E soprattutto sobrio…
queste cose io
le dico solo quando sono del tutto sbronzo! Ma tu… sei
lucido, e… e… »
« E che
cazzo, Slash! – sbottò il front-man,
alzando gli occhi al soffitto. – Devo spiegarti sempre tutto
io, eh? Queste
cose che stiamo leggendo si chiamano fan’s
fictions »
sottolineò
e concluse,
ostentando un’aria saputa ed incrociando le braccia al petto.
« Cosa? Ce
ne sono ancora? »
Axl
trattenne un forte impulso di
rabbia e si morse la lingua per arrestare il veleno che avrebbe potuto
sputare
dritto in faccia a Slash.
Slash,
dal suo canto, studiando
il cantante, si accorse che stava effettivamente in uno stato
d’ira repressa e
di certo non voleva fungere da punching-ball per lasciare che i nervi
dell’amico si rilassassero.
« Ehm…
fan’s fictions, dunque… - iniziò
titubante,
con le iridi di cioccolato che vagavano dal viso di Axl ai fogli, e
viceversa.
– E chi le scrive queste… queste fan’s
fictions? »
« I nostri
fans, ovviamente! »
Axl
sembrava essersi ripreso in
un batter d’occhio; adesso il suo viso non mostrava
più un’espressione omicida.
Era vivace e allegro, con quel giusto e consueto tocco di arguzia che
brillava
nelle iridi verde chiaro. Il solito Axl, insomma. Slash
sembrò rasserenarsi e
dentro di sé tirò un sospiro di sollievo: niente
punching-ball, grazie a Dio.
« Ah…
- mugugnò il chitarrista, grattandosi
la punta del naso. – E… e perché
scrivono queste cose su di noi? »
Mr.
Rose l’osservò a bocca
semiaperta, come se la risposta che avrebbe dato in seguito a brevi
istanti
fosse stata la cosa più ovvia di questo pazzo, pazzo mondo.
« Perché
ci ammirano! »
« Ah…
»
Perciò,
considerò Slash – più
intontito che mai -, a conti fatti: se una persona ammirava
un’altra persona,
venerandola quasi o più di un dio… doveva per
forza scrivere quelle
dannatissime scempiaggini?
La
folta criniera si abbassò come
un velo, oscurando il viso regolare del ragazzo.
Axl
scrutò con occhi
assottigliati il capo chino dell’Hudson. Sembrava quasi
abbattuto.
« Sei
ridicolo, Slash. »
« Grazie
mille – sbottò l’altro,
corrucciandosi e rialzando il volto. – Ma è
normale reagire così…»
« Una
reazione alquanto esagerata. »
Slash
roteò gli occhi.
« Dico, ti
rendi conto che ci manovrano come
marionette? E ci fanno fare per giunta del sesso
animale, stando a ciò che c’è
scritto qui? – proruppe, accostandosi con un
balzo al compagno di gruppo e sventolandogli ad un centimetro dal naso
il
foglio sempre più martoriato. – Se permetti,
preferisco sdegnarmi piuttosto che
sganasciarmi dalle risate! »
« Ed
è questo il punto! – esclamò Axl con un
gesto decisamente teatrale. – Non prendi le cose con
filosofia, amico mio!
Fattici sopra una bella risata e tutto sembrerà una
sciocchezza. Che poi lo è,
alla fin fine. È una sciocchezza. »
Slash
incrociò le braccia in uno
sbuffo, raspando dapprima la folta chioma riccia con una mano.
Una
sciocchezza.
Ma
sì, dopotutto era solo una
sciocchezza…
Slash
decise di calmarsi e andò a
sedersi al fianco di Axl, tendendo ancora in mano le fan’s
fictions.
Tuttavia
stentava ancora a
credere che al mondo esistessero simili persone con idee abbastanza
sconce da
far impallidire persino uno come lui.
Chiarendo
ovviamente che Mr.
Hudson non era un tipo che si sconcertava tanto facilmente.
« Dai,
Slash – incominciò Axl, mollandogli
una manata dietro la schiena che lo fece quasi cadere in avanti.
– Leggiamole
insieme! »
Oh,
leggiamole insieme, sì! Cosa
poteva esistere di meglio al mondo che una lettura erotica spassionata
sulla
loro presunta relazione amorosa?
Slash
sbuffò nuovamente e la sua
mano batté la fronte.
« E va
bene, dai… inizia tu. »
Fu
come regalare un giocattolo
costoso ad un bambino. Axl era a dir poco estasiato.
« Perfetto!
– esclamò, raccogliendo alla
svelta tutti i fogli. – Allora… partiamo dal
principio… »
*
Sarebbe
stato meglio non
concedere ad Axl l’opportunità di sfogare i suoi
istinti animaleschi su di lui.
Sarebbe
stato meglio – molto
meglio - scendere per prendere una
bella birra fresca insieme ai ragazzi.
Addirittura,
avrebbe di gran
lunga preferito rimpiazzare un punching-ball, piuttosto che…
divenire l’oggetto
di un momentaneo e squilibrato desiderio carnale.
Adesso
il Rose torreggiava sulla
sua figura immobile con addosso solo la maglia e un paio di boxer
scuri,
ghermendo in una mano una di quelle fottute pagine di racconti erotici
che li
vedevano protagonisti.
« Senti,
ascolta questa parte… “Axl
strisciò sul letto con movenze sinuose
e, reggendosi poi sulle ginocchia, si spogliò della bianca
maglietta che
fasciava il suo torace perfetto”… ok,
niente maglietta bianca e niente
letto, ma si può fare. »
Slash
rimase sconcertato dai
lenti gesti del vocalist.
Sì,
perché Mr. Rose era strisciato
sul divano, si era sorretto sulle ginocchia
a pochi
centimetri da lui, e si era tolto
la
maglia nera con su scritto a cubitali lettere rosso sangue:
“Fuck
me, motherfucker”.
Quella
maglia tuttavia, pensò il
povero ed indifeso Slash, sarebbe dovuta andare a lui, viste le
intenzioni di
Axl.
«
Ehm… Axl? Potrei sapere cos’hai in mente
di… »
Farmi.
Oh,
sì. Farmi.
Non
lo proferì esplicitamente;
troppo equivoco… già bastava un Axl Rose
totalmente fuori di sé e i quei suoi
gesti alquanto lascivi a farlo atterrire. Meglio non dar voce ai
pensieri
malati di un uomo depravato.
« “Passò
le mani lungo le gambe scattanti del chitarrista, per poi risalire fino
al suo
interno cosce. Gli sbottonò i jeans stretti ed aderenti,
sentendo puls-”
»
No!
Non quella parola!
Il
rosso front-man lanciò
un’occhiata confusa al viso di Slash e si fermò
con la lettura e – soprattutto
- con le mani. Seguendo il testo come fosse un manuale, Axl era giunto
proprio
in una zona parecchio eccitabile
del
corpo del chitarrista. E quando Slash aveva avvertito le mani del Rose
fra le
proprie gambe, non era riuscito a non lasciarsi scappare un gemito
di… terrore,
sgomento? O semplicemente eccitazione?
« Sì?
» fece
Axl, allungando a dismisura la s e
sollevando un sopracciglio.
Per
ribattere – visto che la voce
gli era del tutto svanita -, Slash scosse il capo. I riccioli scuri si
snodarono sul morbido tessuto del canapè come piccoli
serpenti.
« Non ti
piace, Slash? – sorrise mellifluo
Axl; stavolta entrambe le sopracciglia erano arcuate, e
quell’espressione gli
conferiva un’aria quasi innocente. Peccato che nello sguardo
non c’era nulla di
ingenuo. Nulla. – Eppure non si direbbe… »
E
Slash, abbassando gli occhi e
tendendo il collo, non potè che dargli mentalmente ragione:
uno strano rigonfio
si notava nella zona precedentemente sfiorata dalle carezze di Axl.
Uno.
Strano. Dannatissimo.
Rigonfio.
Per.
Tutte. Le. Donne. Che. Axl. Si.
Era. Scopato.
In
quel preciso momento, qualcuno
bussò alla porta con tenacia.
Entrambi
spalancarono gli occhi,
agghiacciati.
« Grandissimo
stronzo, potevi pure dirmi di
aspettare qualcuno! »
sibilò
rabbioso Axl, puntando lo sguardo omicida nuovamente sul ragazzo sotto
di lui.
« E tu
potevi benissimo evitare tutto questo…
questo… »
Il
battente della suite, con
enorme sconcerto dei due musicisti, si spalancò
all’istante. Un enorme deretano
fece capolino dalla soglia aperta, intento ad ancheggiare sinuoso e
all’indietro per far entrare un carrello colmo di cestini di
frutta.
« Signor
Slash, ho qui quello che- »
La cameriera
s’interruppe. Fortunatamente il divano dava le spalle alla
donna, che in tal
modo non aveva notato l’indecorosa scena che stava ospitando.
« Ma signor
Slash, è in camera? »
Axl
portò una mano sulla bocca di
Slash, tappandogliela senza tanti complimenti. Gli lanciò
uno sguardo che era
impossibile fraintendere: sospira
soltanto e ti ammazzo. Ecco il messaggio che gli occhi vispi
e, in
quell’attimo, collerici di Mr. Rose trasmettevano. Breve e
conciso; più diretto
di così… si muore.
Tuttavia
il ricciuto chitarrista
non poté non trovare la situazione molto…
stimolante, in un certo senso. E Axl
fu il primo ad accorgersene.
« Oh,
dannazione! »
Il
cantante saltò letteralmente da
sopra il proprio compagno, come un gatto scottato dalla pentola
bollente poggiata
sui fornelli.
« Oh,
santo Iddio!
»
Ecco,
ci mancava solo la
cameriera…
Slash
portò una mano fra le
proprie gambe, per coprire la crescente eccitazione, e
l’altra al viso color porpora,
sugli occhi chiusi.
Dannate
fan’s fictions e dannate cameriere!
E
dannato Axl!
Prima
di chiudere…
Tutta
questa idiota vicenda è
nata grazie ad un’approfondita lettura sulla vita, le memorie
e gli spassi di
Monsieur Saul Hudson. Mi è saltato all’occhio una
parte di intervista che gli è
stata fatta tempo addietro.
“La
cosa che più t’imbarazza di tutto?”
“Essere
trovato nudo nella mia stanza dalle cameriere”
Ok, ok.
Non sarà simile a ciò di cui ho trattato io, ma
siamo sempre lì: l’invadenza delle
cameriere XD
Ah,
quanto vorrei essere stata una sua cameriera…
Ringrazio
moltissimo chi ha recensito la mia scorsa prima fanfiction sui Guns.
Gentilissime, ragazze! ^^
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