Domade senza risposte
Entrando si perse il tempo di guardarsi intorno. Appena
varcata la soglia di casa si entrava subito in un grande salone che ti
trasmetteva un senso di calma e tepore. Un piccolo camino era stato
intagliato nella pietra e posto al muro davanti all’entrata;
il tatami era di un colore chiaro, messo in risalto dai mattoni
incastonati nella parete portante, circondando una finestra ampia.
Nel mezzo, davanti al camino e al divano c’era un basso
tavolino con i cuscini che lo circondavano.
Era un ambiente veramente bello, se non fosse stato per un Naruto che
lo stava guardando con occhi rossi, sotto l’influsso del
demone.
Sasuke non si mosse, ma strinse i pungi e tese il corpo, pronto a
qualsiasi cosa.
-Tu… infimo bastardo di un uomo.
Ringhiò Naruto, avanzando con il dito puntato verso di lui.
Assottigliò le palpebre, alzando il mento.
-Sei scomparso. Ti abbiamo aspettato per tutta la mattinata. Oggi
c’era la festa di inizio accademia.
Si fermò a pochi passi da lui, col fiatone.
-Avevi promesso a Miki che ci saresti andato…
Sasuke serrò la mascella.
-Perché avrei dovuto.
Sillabò con freddezza.
Naruto spalancò gli occhi, arretrando di un passo.
-Ch… è tua figlia!
Urlò indignato, alzando una mano in aria.
Gli girava la testa per lo sforzo di parlare con un Sasuke che non
riusciva a leggere.
I sentimenti del moro erano celati dietro ad una coltre di indifferenza
e freddezza che lo lasciavano senza fiato.
Si sentiva smarrito davanti a quello sguardo che non riconosceva.
Nella mente di Sasuke vorticavano sempre le parole “tua
figlia”.
Quella bambina dai boccoli neri era veramente sua figlia?
Poi le parole di quell’uomo.
Un’occhiatina.
Ma a cosa?
Era tremendamente confuso e non gli piaceva esserlo.
Era frustrante non sapere le regole di quel gioco contorto.
Naruto continuava a fissarlo, imperterrito.
Gli occhi ora era azzurri, velati dalla preoccupazione, più
che dalla rabbia di prima.
Lo fissò attentamente.
Non avevano più 16 anni, e questo gli era saltato
all’occhio quella stessa mattinata. Itachi era vivo, Hokage
ed estremamente vecchio. Assomigliava molto al padre, con quelle
occhiaie sempre più marcate e con qualche ruga in
più.
Questa doveva essere una specie di illusione, o uno stupido gioco della
sua mente malata.
Distrutta ancor prima di entrare in guerra.
Ironico.
-Non è mia figlia.
Mormorò piatto.
Non era riuscito a fermare quella parole. Poteva essere bastardo anche
in un suo sogno?
A quanto pare, dall’espressione persa e ferita di Naruto,
sì, poteva esserlo.
Vide il biondo aggrapparsi al comodino, bianco come un circense e gli
occhi larghi.
-Di che diavolo stai parlando?!
Annaspò.
Perché sembrava star male?
Sasuke si preoccupò quando vide il corpo del biondo
attraversato da brividi freddi e la fronte farsi lucida per il sudore.
-Naruto kun?!
Possibile che non lo avesse sentito?
Itachi scattò verso il biondo afferrandolo giusto in tempo.
Naruto stramazzò tra le sue braccia con il fiatone e Sasuke
dischiuse le labbra per la sorpresa e il suo corpo si mosse in uno
spasmo.
Itachi lo sostenne e con un piccolo sforzo lo alzò in
braccio, tenendolo forte e scoccò un’occhiata di
fuoco al fratello minore.
No, quello non era il Sasuke che conosceva.
Si richiuse la porta alle spalle e sospirò pesantemente.
Poi riprese il suo controllo e fissò Sasuke ancora in piedi,
dove lo aveva lasciato.
Minaccioso si avvicinò al ragazzo, strattonandolo per la
maglietta.
Sasuke assottigliò gli occhi.
Entrambi manifestarono lo sharingan.
-Chi diavolo sei tu?
Ringhiò.
Per quanto potesse essere identico al fratello minore, il chakra di
quest’ultimo era leggermente diverso rispetto a quello del
suo Sasuke.
Ora che lo fissava bene con lo sharingan c’erano anche
qualche piccola diversità nel volto.
-Sono Sasuke…
Mormorò, liberandosi dalla presa.
-Lo so… ma voglio sapere dove si trova il nostro Sasuke.
Il più piccolo scrollò le spalle, portando le
braccia conserte al petto.
-Non è ho idea…
Rispose sbiecamente.
Itachi fece un passo indietro, si portò le braccia al petto
incrociandole e interruppe il flusso di chakra nei bulbi oculari.
Fissò il fratello per interminabili minuti, pensando a
qualche possibile conclusione, non riuscendo a trovarne.
-Senti…
Cominciò attirando l’attenzione del più
piccolo.
-… mio fratello e Naruto hanno combattuto molto per arrivare
dove sono e … non desidero certo che tu manda tutta
all’aria con quel tuo atteggiamento.
Proferì con tono severo.
Sasuke rimase in ascolto.
-Fingerai finché non troveremo una soluzione e non dirai
nulla a Naruto, sono stato chiaro?
Sasuke dovette annuire.
A quanto pare non era una sua fantasia tutto quel mondo, ma,
un’altra realtà.
Una realtà che gli faceva tremendamente male.
Itachi annuì, sospirando. Si voltò
all’indietro fissando con un cipiglio in volto la porta della
camera da letto e poi portò l’attenzione sul
fratello intento a domandargli qualcosa.
Lo fermò prima che potesse farlo.
-Come sei finito qui?
Domandò.
Il più piccolo storse il naso e alzò gli occhi al
cielo.
-Un uomo, penso… l’ho incontrato anche ai campi.
Itachi aggrottò le sopracciglia, attento.
-Ha detto che questa è un’occhiatina o qualcosa
del genere.
A quelle parole spalancò appena gli occhi e l’aria
sorpresa che aveva assunto non sfuggì a Sasuke.
-Sai chi è, non è vero?
Il moro scosse il capo, voltandosi.
-Non lo so.
Mormorò assente, portandosi una mano alle labbra tese.
Aveva capito chi era, da quella semplicissima frase.
-Itachi caro, ti va di
dare un’occhiatina a quello che non hai potuto scegliere?
Possibile che fosse lui?
Mandò uno sguardo sbieco all’uomo alle sue spalle
studiandone l’espressione imbronciata.
Che avrà
fatto per esser stato mandato qui?
Sasuke avanzò verso di lui.
-Tu lo sai, non mentire.
Digrignò i denti, stringendo i pungi.
Perché c’erano ancora segreti su suo fratello?
Era insopportabile quando si comportava in quel modo.
-Non so nulla.
Ribadì, assottigliando gli occhi.
Rimasero in silenzio finché Itachi non procedette verso la
porta.
-Non fare cazzate come quella di prima… non reggerebbe.
Sussurrò l’ultima parte così piano, che
Sasuke capì solo un piccolo borbottio.
Quando il fratello maggiore sparì, si massaggiò
gli occhi, facendo scomparire lo sharingan.
Si voltò verso la porta della camera da letto.
Devo trovare delle
risposte.
Cominciò a cercare qualcosa nel salotto.
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Vi ringrazio tantissimo se stata ancora seguendo la storia. Itachi sa
chi ha mandato il suo fratellino lì, ma non conosce le
scelte di quel Sasuke. Naruto sta male... mmmm... gatta ci cova, o
volpe XD
Mika come ci sarà rimasta, senza vedere il suo papi
all'accademia, nel suo primissimo giorno?
Restate con noi, e lo scoprirete! ...
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Ahhh!! Lasciate perdere, ho la febbre che mi fa dire un mucchio di
cazzate. Altri quattro capitoli e la storai finisce, se tutto va bene.
Aggiorno sicuramente la prossima settimana, verso sabato, se trovo
qualche l'inea internet da craccare, ovviamente =D
Bhe! Ragazze, care, tesorini miei, vi ringrazio davvero, soprattutto
chi recensisce.
Un bacione e un abbraccio affettutoso.
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