Save my life.

di Mad_Killjoy Cullen
(/viewuser.php?uid=317732)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Prologo

Alec


-

Lo schiaffo della governante arriva inaspettatamente, cogliendomi di sorpresa.

Non fa male.

Non sento dolore.

“Che sia l’ultima volta, chiaro?”, sbraita, cercando forse di intimorirmi.

Sbuffo.

Patetica; quella donna è completamente patetica, per vari motivi: Credeva di essere importante, invece, quella importante in quel posto era la sua sorella maggiore, che per mia fortuna, era partita per una settimana, lasciandoci con quella vipera della sua sorellina.

Quanto mi mancava quella donna.

La sua follia, alla fine, aveva finito col contagiare anche me.

“L’ultima volta di cosa? Si spieghi”, mormorai con tono monocorde e annoiato.

Volevo andarmene in camera, rintanarmi sotto le coperte e dormire tutto il giorno, finché quella matta non sarebbe entrata in camera mia, gettandosi sul letto, sperando di svegliarmi.

La vidi meglio in volto: Era paonazza dalla rabbia. I denti stridevano così insopportabilmente da farmi venire la pelle d’oca.

“Se vengo a sapere ancora delle tue storie dell’orrore, ti metto in punizione per un mese, ragazzino”.

Le scoppiai a ridere direttamente in faccia.

Dio quanto poteva essere ridicola quella donna?

Non tanto, di più.

Mi passai la mano fra i capelli, cercando di ricompormi. “Cara signora, quando lei avrà fatto pace col cervello, sempre che lei abbia un cervello decente, mi faccia un fischio”, feci per andarmene, ma mi fermai.

“Un fischio, non un salto nel mio letto, irrompendo nella mia camera come una ragazzina in piena crisi ormonale”.

Non le diedi nemmeno il tempo di rispondere che mi diressi in camera mia, chiudendomi la porta alle spalle.

Peccato che la mia tranquillità, venne interrotta.. fin troppo presto.

“Alexander, non voglio che lei si rivolga a me con questo tono, chiaro?”

Non mi voltai, perché farlo? Sarebbe stato inutile.

Mi limitai solo ad annuire.

Si sarebbe accontentata.

“Può uscire adesso?”.

Lo fece, lasciandomi in pace.

Almeno forse, adesso, avrei trovato un po’ di pace e serenità.

 
 
 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1575851