Love Interest - When you can't just escape
Fandom: Supernatural, of course u.ù
Titolo: Love interest - When you can't just escape [sì, lo so, è interminabile, LO SO <3]
Pairing: Destiel, Wincest (non ricambiato, LOL) e accenni a Dean/Impala/Pie [capirete più avanti x°°]
Personaggi: Sam, Dean, Castiel, Bobby, Lisa, Cassie (solo citata)
Rating: giallo/arancio
Genere: Comico, Romantico, Fluff
Avvertimenti: Missing Moments
Contesto: si colloca nella quinta stagione, in un punto imprecisato tra la 5x18 e la 5x21, per il semplice fatto che:
1. Bobby è sulla sedia a rotelle;
2. I bros non hanno ancora fermato l'Apocalisse;
3. C'è un riferimento alla scena della 5x18 quando Castiel riporta Dean a casa, praticamente svenuto.
Riassunto:
Dean e Sam lavorano ad un caso di streghe, ma sfortuna -o imprudenza
del maggiore- volle che Dean cadesse vittima di un potente filtro
d'amore, che gli fa letteralmente perdere la testa per suo fratello.
Sam, disperato, cerca in Bobby e Cass un'ancora di salvezza, ma ancora
non sa cosa Dean ha in serbo per lui...
Riusciranno Bobby e Castiel a salvare il salvabile, a proteggere la dignità e la virtù
del minore dei Winchester dagli assalti del fratello e dalle sue
melense lettere d'amore? E cosa c'entra Biancaneve in tutto questo?
Note: E dopo un anno di inattività [dove per inattività
si intende non aver pubblicato un ciufolo in nessun fandom] torno con
una nuova -e magari neanche tanto- storiella senza pretese. NON
CHIEDETEMI come mi sia venuta in mente questa follia. Non so nemmeno
come classificare questa... cosa. E' uno scempio.
Ma beh, ieri l'ho riletta e ho pensato che non potevo semplicemente
aspettare che facesse la muffa nei meandri del mio pc. QUESTA COSA
doveva vedere la luce. E luce fu. Amen u.ù
Note al quadrato:
è solo una noticina-ina-ina, prometto che vi rubo pochissimi
secondi! Questa fan fiction -che per motivi di spazio è stata
divisa in due parti- è un POV di Sam. Ho notato che nel fandom
il suo POV è veramente molto raro: di solito, la maggior parte
delle storie vedono Dean come narratore [ma del resto, SPN stesso ci
viene mostrato attraverso i suoi occhi] e così, niente, avevo
voglia di rivendicare un po' quel povero piccolo Sammy -povero piccolo
che però mi verrebbe di picchiare in questa ottava stagione.
Jeremy, attendo ancora delle spiegazioni da parte tua!!-. Anyway,
è una novità anche per me giostrare il suo personaggio,
ma devo dire che amo le novità e questa mi è piaciuta
particolarmente :) detto questo, non rubo più la vostra
attenzione e vi lascio alla storia :D
Disclaimer:
I personaggi {purtroppo} non mi appartengono, per quanto mi piacerebbe
abusar---emh, poter beneficiare della presenza di Dean nella mia stanza
-o nella camera da letto *COFF COFF*-. Supernatural e i suoi PG
appartengono a Eric Kripke, e la mia scrittura non ha scopo di lucro.
Amate lui, gente *scuoricina*
Love Interest
When you can't just escape
Parte 1
«Bobby!»
Sam eruppe nella stanza come una
furia, il fiato corto, i capelli all'aria e un'espressione folle nello
sguardo. Si chiuse la porta alle spalle con un gesto fulmineo e si
lasciò andare contro il legno di noce, un sospiro di sollievo
che si levava con urgenza dalle labbra.
«Sam?»
Il minore dei Winchester rimase
qualche attimo di troppo in silenzio tentando di rallentare i battiti
del cuore, regolare il respiro e capire
per quale assurda ragione l'uomo che lo stava aspettando non indossasse
un cappello da baseball ma piuttosto un logoro trench.
«Cas?» domandò
con una punta di delusione. Lasciò scorrere lo sguardo lungo le
pareti della camera, per rintracciare una seconda presenza, ma tutto fu
inutile.
«Dov'è Bobby?»
Incontriamoci nella 8b,
era stata la comunicazione telegrafica del cacciatore, mentre Sam
tentava disperatamente di preservare la propria dignità dagli
insistenti assalti del Pericoloso Problema.
«Non è potuto venire,
e ti porta le sue scuse» illustrò Castiel, facendo un
passo titubante verso di lui «Ha inviato me in sua vece.»
«Questo lo vedo...»
«E' una nota di disappunto quella che sento nella tua voce?»
Sam batté le palpebre e
finalmente alzò lo sguardo sull'angelo: Cas appariva
preoccupato, coi capelli più stravolti del solito in contrasto
all'aspetto rigido.
«N-no, è solo che...
lasciamo perdere» si passò una mano sulla fronte,
piegandosi sulle ginocchia e concedendosi finalmente di prendere lunghe
boccate di ossigeno.
«Hai il respiro affannoso. E' successo qualcosa?»
«Cavolo, sì!»
«Stai bene? Sei stato ferito?»
Quando l'ombra dell'amico raggiunse
le sue scarpe, Sam si rialzò sulla schiena. «No, no,
è tutto okay» si affrettò a rassicurarlo, annuendo
più per convincere se stesso che l'altro «Sto bene... beh,
almeno io.»
E non ci fu bisogno di aggiungere
altro. Castiel impallidì visibilmente, i suoi occhi si
scurirono; poi lo raggiunse in fretta, cercando il suo sguardo.
«Dean» disse semplicemente, e Sam annuì.
«E' stato attaccato da un demone? E' in pericolo?»
«No, no, niente affatto.»
«E'...» Castiel boccheggiò un attimo. Poi strinse i pugni. «E' morto?»
«Cos...?» Sam non si
sarebbe mai abituato alla logica degli angeli. «Perché
dovrebbe essere...? No, no, Dean sta benissimo. Voglio dire...
fisicamente è tutto apposto ma...»
Castiel si fece più vicino.
«Sam...»
Sam deglutì. Aveva bisogno di Bobby.
L'aveva chiamato immediatamente: il
vecchio cacciatore era l'unico che avrebbe potuto aiutarlo, che avrebbe
potuto collaborare per cercare una soluzione.
Bobby era l'unico a cui avrebbe potuto spiegare il tutto.
Ma Castiel...
«Cas, ascolta, è... un po' difficile da spiegare.»
Castiel si limitò a ridurre le palpebre a due fessure.
«Sam...»
Ancora il suo nome... iniziava ad odiare quella cantilena.
«Dov'è adesso?»
«Di sopra» pigolò Sam, sentendosi sotto esame. «L'ho... chiuso nel bagno.»
Castiel corrugò le sopracciglia, in quel modo così tipico di lui. «Perché?»
«Credo sia sotto una specie
di incantesimo... stavamo lavorando su un caso di streghe. Abbiamo
scovato il loro covo segreto, e siamo riusciti in tempo a ucciderle
prima che fosse troppo tardi, ma Dean...»
«Cosa?»
«Lo sai com'è... c'era
un pentolone... e lui ha quel vizio infantile di toccare sempre tutto,
quindi ha assaggiato quel maledetto minestrone schifoso e
così...» lasciò la frase in sospeso, ma Castiel non
sembrava del tutto convinto.
«Che genere di incantesimo?»
«Uno un po'... imbarazzante.»
«Hai detto che l'hai chiuso in bagno: è forse diventato pericoloso?»
Sam scosse il capo con energia, ancora troppi pensieri che gli frullavano per la testa.
Pericoloso... beh, sì, in un certo senso lo era. Ma non come lo intendeva l'angelo.
«Sam, stiamo perdendo tempo.»
«No, è che...»
«Portami da Dean e
vedrò cosa posso fare per spezzare l'incantesimo. Non dovrebbe
essere troppo oltre le mie capacità.»
«No, Cas, ascolta...»
«Hai già risolto da solo?»
«No... ma...» Sam
boccheggiò per un po', alla ricerca di una replica sensata
«Non è... non sono venuto qui per il tuo aiuto. Voglio
dire... non credo sia una buona idea che tu lo veda.»
Castiel adesso era seriamente confuso.
«Perché no?»
I suoi occhi blu erano particolarmente lucidi e....
«Sì, okay, d'accordo,
hai vinto!» Sam sospirò, allargando le braccia. Era
impossibile resistere a quello sguardo «Dean è
completamente impazzito, andato, fuso... cotto!»
L'angelo non sembrava aver colto.
«Intendo dire... è sotto l'effetto di un filtro d'amore.»
Castiel spalancò gli occhi, incredulo.
Sempre che un angelo potesse sorprendersi di qualcosa..
«E a chi ha rivolto le sue attenzioni?» si informò, con fare clinico e leggermente... indispettito?
In quello stesso momento, un forte tonfo annunciò che Dean era riuscito a sfondare la porta del bagno.
«Saaaammmyyyy, dove sei finitooooo?! Perché mi sfuggi cosìììì?!»
Sam e Castiel si fissarono, pallidi e terrorizzati.
†
«D'accordo... al mio tre apriamo, okay?»
Castiel annuì, riportando poi l'attenzione sulla porta, mentre Sam recuperava la pistola dalla tasca dei jeans.
Non si sa mai, per precauzione...
«Uno... due... tre. ORA!»
Castiel spalancò la porta con un tocco, e Sam saltò dentro la stanza imbracciando la pistola.
Ma del Pericoloso Problema nessuna traccia...
Dove ti sei cacciato, Dean?
Castiel entrò dietro di lui, ispezionando la camera con scrupolosa attenzione. «Dov'è?»
«E' sicuramente uscito dal
bagno» Sam abbassò di poco la pistola, azzardando qualche
passo verso la suddetta stanza «Dubito che sia ancora lì,
però... hai sentito anche tu quel rumore, no?»
«Forse è uscito nel corridoio.»
«No, l'avremmo incontrato
sulle scale, altrimenti» lasciò ricadere la mano armata
lungo il fianco, affacciandosi nella camera da letto.
Non l'avesse mai fatto.
«Sammy!»
Sussultò, voltandosi di
scatto e sollevando la pistola. Lo spettacolo che si presentò ai
suoi occhi lo fece arrossire fino alla punta dei capelli.
«D-Dean?»
«Mi sei mancato...»
fece languido quello, mordicchiandosi un pollice e sfarfallando
maliziosamente le ciglia. Era sdraiato su un fianco sopra il materasso,
e indossava solo una camicia sbottonata e un paio di boxer blu scuro,
con l'elastico bianco.
Sam distolse immediatamente lo
sguardo, catalogando quella visione tra i dieci peggiori incubi che
avrebbe avuto per i prossimi cinquant'anni. Visioni del genere erano
difficili da dimenticare, e anche se batteva le palpebre l'immagine non
sembrava aver intenzione di scemare. Era come incisa nella sua retina...
Oh mio dio. Okay, Sam, riprenditi.
«Dean...»
borbottò poi, sempre senza guardarlo, andando a recuperare i
suoi vestiti ammucchiati sul pavimento. «Che stai facendo?»
E c'è bisogno di chiederlo?
«Ti stavo
aspettando...» Dean si imbronciò, mettendosi a sedere sul
letto, una ruga che si andava formando tra le sopracciglia. «Mi
hai chiuso in bagno» gli ricordò, sconvolto.
«E' stato per il tuo bene» rispose in fretta Sam, lanciandogli i vestiti poco cerimoniosamente addosso.
Dean borbottò qualcosa tra i tessuti, annaspando per riottenere la superficie.
«Mi hai chiuso in
bagno!» reiterò oltraggiato, riemergendo, con i capelli
ancora più disordinati e le guance rosse. «Beh...»
annotò poi, con un sorrisetto sfrontato. «Sei stato un
ragazzo cattivo, Sammy. Molto molto cattivo. Dovrò sculacciarti
per questo, raaawwrr.»
Prima ancora che Sam potesse aprire
bocca per ribattere o anche solo formulare un pensiero coerente, si
ritrovò schiacciato dal peso del fratello che gli aveva
agguantato una spalla, spingendolo contro il muro.
«Sammy monellaccio»
schioccò i denti ad un palmo dal suo naso, con un cenno
provocante delle sopracciglia e uno sguardo famelico. Poi produsse uno
strano suono gorgogliante simile a delle fusa o a un ringhio basso.
Sam si dibatté nella sua presa, allontanandogli una guancia con la mano.
«Cas! Cas, aiutami!»
Dean emerse dalla sua mano,
l'espressione improvvisamente curiosa come quella di un bambino, come
se tutt'a un tratto le sue emozioni si fossero annullate.
«Cas?» domandò
tra le sue dita, e prima che avesse la malsana voglia di leccarle, Sam
le allontanò dalla bocca del fratello.
Dean tuttavia sembrava
momentaneamente aver perso interesse per lui, perché girò
il collo a inquadrare l'angelo in trench, rimasto immobile sulla porta
per un tempo che parve infinito.
«Ciao Cas!»
cinguettò allegro, staccandosi da Sam -che sospirò di
sollievo, lasciando ricadere la testa contro il muro-.
Ma il sollievo durò poco, presto sostituito da una nuova, terribile paura.
E se l'incantesimo non si fosse
spezzato, e anzi le attenzioni di Dean si sarebbero semplicemente
trasferite su... qualcun altro?
«Eih, Cas, aspetta....»
si bloccò, scorgendo l'angelo contemplare Dean come se l'avesse
visto per la prima volta.
«Alloooora, Cas, dimmi un
po'... Sam ha parlato di me?» Dean si morse il labbro, le gote
rosse e gli occhi luccicanti come una ragazzina innamorata e Sam si
spiattellò una mano sulla fronte, affranto.
Cas catturò il suo sguardo
oltre la spalla di Dean, chiaramente in cerca di aiuto, poi
riportò l'attenzione sul cacciatore e provò un sorriso
-che assomigliò però più ad una smorfia che altro-.
Sam si ripromise di insegnargli a sorridere, quando tutta quella storia si sarebbe risolta.
«Ma certo, Dean» gli
poggiò una mano sulla spalla e quello saltò su come morso
da uno spillo, una mano sulla bocca.
«Davvero?» chiese
ancora, la voce vagamente isterica dall'emozione. Castiel annuì
e Dean lo abbraccio di slancio, senza un motivo apparente.
In circostanze normali Sam avrebbe
riso della goffaggine di Cas e del suo imbarazzo mentre dava delle
pacche amichevoli sulle spalle di suo fratello, ma quelle non erano
circostanze normali. Per niente.
«Sammy, le dichiarazioni
falle a me la prossima volta» lo rimproverò giocosamente
Dean, tornando immediatamente da lui, e allungandosi sulle punte per
scoccargli un bacio in bocca.
Sam riuscì a spostarsi in tempo e le labbra umide di Dean tracciarono un percorso sulla sua guancia.
Stavano pericolosamente
avventurandosi sul collo fresco di rasatura, con un mugugno rauco di
piacere, che Sam lo spinse via con entrambe le mani.
Del resto, era ancora più alto e più forte di lui. E sì, decisamente più lucido.
«Perché mi rifiuti così?» piagnucolò il maggiore mettendo su un labbro tremulo.
Sam scambiò una veloce
occhiata con Cas, che gli fece un impercettibile cenno di diniego con
la testa, e infine si passò una mano nervosa tra i capelli.
«Emh, no... non ti sto
rifiutando, ma... ecco...» guardò di nuovo Cas «Devo
parlare un attimo con lui.»
«Perché?» volle
indagare Dean, per poi fissare lo sguardo su Castiel, carico di
sospetto «Non mi starai tradendo con quell'angelo da
strapazzo!»
«No, no, certo che no!»
negò Sam, sollevando le mani all'altezza delle spalle in una
manifestazione di innocenza. «Ma... è per... una
sorpresa!»
Oh, sì, davvero geniale, Sam!
Eppure, la balla sembrava aver funzionato.
«Sorpresa?» soffiò Dean, emozionato. Sam annuì e il maggiore si illuminò tutto.
«Però devi vestirti» gli ingiunse il primo, raggiungendo l'àncora di salvezz---la porta.
«Ma come!» Dean si diede un'occhiata contrariata «Non mi preferisci così?»
Inclinò appena il capo, e le
sue lentiggini parvero più intense del solito. Sam gli diede le
spalle, ignorandolo, e richiudendo la porta con un tonfo, lasciando
dietro di sé la stanza, il fratello maggiore, quel folle
incantesimo e tutto l'imbarazzo che ne era conseguito.
Si massaggiò la nuca, avvertendo gli occhi dell'angelo studiarlo come se fosse stato un topo da laboratorio.
«Non per qualcosa... ma
perché non sei intervenuto prima?» lo accusò Sam,
tanto per spezzare il ghiaccio.
Castiel sembrava stranamente distratto.
«Mi dispiace» chiosò, come se non trovasse niente di meglio da dire.
Ma ci credeva poco, e Sam lo sapeva meglio di lui.
«Lascia perdere... piuttosto, che facciamo con Dean? Hai visto cos'ha?»
«Prova una forte attrazione
nei tuoi confronti» spiegò Castiel, puntando lo sguardo
sulla porta, come se stesse scrutando il cacciatore dall'altra parte di
essa.
«Una serie di pensieri impuri sono passati nella sua mente non appena ha notato la tua presenza. Lui avrebbe...»
«Sì, okay, risparmiami i dettagli!»
Sam avrebbe voluto dimenticare
tutta quella faccenda. Solo questo. Chiudere gli occhi, risvegliarsi
nel suo letto, magari con il suo laptop accanto. Con Dean dall'altra
parte della stanza -a debita distanza- che decantava le qualità
della sua baby, idolatrata Impala nonché suo unico vero grande
amore di sempre, e magari gli raccontava la sua notte di fuoco con
quella ragazza del bar e...
Accostare notti di fuoco e Dean gli
ripresentò prepotentemente nella retina l'immagine di poco
prima, col fratello in mutande sdraiato sul letto.
Gemette afferrandosi la testa tra le mani.
Voleva urlare. Si sentiva esplodere
il cervello, e avrebbe voluto prendere a testate il muro fino a
sfondarlo... o a sfondarsi il cranio.
La morte sarebbe stata preferibile
a quell'incubo imbarazzante. Non avrebbe più avuto il coraggio
di guardare il fratello in faccia.
«Sam» la voce calda e tranquillizzante di Castiel lo riportò al presente e al suo tragico destino.
«C'è qualcosa che possiamo fare?» lo interruppe prima che potesse dire qualsiasi cosa.
Castiel ci rifletté un attimo: Sam poteva quasi sentire il rumore degli ingranaggi all'opera.
«Posso provare a controllargli l'anima, rimettendola... a posto.»
«Intendi,» Sam si
umettò le labbra, preda dell'ansia «infilargli un braccio
nello stomaco per fargli la lastra?»
«Esattamente.»
Sam contò fino a dieci prima
di dare una risposta: voleva essere sicuro di non risultare troppo
avventato. In quei dieci secondi aveva analizzato tutti i pro e i
contro della situazione.
Dean avrebbe anche potuto patire
una certa dose di sofferenza, ovvio. Ma era l'unica speranza che gli
era rimasta, e comunque suo fratello aveva passato quarant'anni
all'Inferno e sicuramente la sua soglia del dolore era dieci volte
più alta di quella di una persona normale.
«D'accordo»
concordò, accompagnando la decisione con un gesto del mento
«Però... fai attenzione, okay Cas? Non fargli del
male.»
«Non farei mai del male a Dean» Cas strinse le labbra e Sam seppe che era sincero.
Conosceva abbastanza l'angelo per
poter confermare le sue parole: l'aveva dimostrato più di una
volta, quanto ci tenesse a suo fratello.
«Anche se...» Sam
riportò l'attenzione sull'amico, aspettando che continuasse
«avrò bisogno di qualcuno che lo distragga.»
Sam si augurò di aver sentito male. Ma poi dovette guardare in faccia la realtà e rimboccarsi le maniche.
Ciò che successe
dopo, fu molto confuso e imbarazzante -ma c'era qualcosa che non lo
fosse, in tutto quel casino privo di senso?-.
Il giovane Winchester avrebbe
voluto rimuovere anche questo momento... forse un trapianto di cervello
era la soluzione migliore, a questo punto.
Si era ritrovato bloccato contro il muro -di nuovo, di nuovo!- schiacciato dal corpo del fratello -di schiena, almeno questa volta- e da quello di Castiel.
Dean scalciava e scalpitava,
cercando di sfuggire dalla presa delle sue braccia forti. O almeno,
questo era accaduto quando Cas, privo di ogni delicatezza, gli aveva
affondato la mano nel petto, scansionando la sua colonna vertebrale e
gli organi interni.
Prima, Dean aveva creduto che fosse
una sorta di gioco erotico, o che Sam volesse fare il primo passo,
perché si era rilassato tra le sue braccia, malleabile e docile
tra le sue dita, inarcando la schiena all'indietro e strusciando il
sedere coperto appena da quella sottilissima membrana di slip contro il
suo inguine.
Sam si era trattenuto a stento dal dargli un calcio proprio in mezzo ai gioielli di famiglia.
Suo fratello stava cercando di sedurlo.
Suo fratello stava cercando di stimolare la sua erezione.
Suo fratello stava cercando di eccitarlo!
Dio santo, altro che
cinquant'anni... non avrebbe dormito per i successivi ottant'anni, se
solo avesse avuto la fortuna di vivere tanto a lungo. O sfortuna, a
seconda dei casi.
Ma i cacciatori di solito tiravano le cuoia prima, quindi...
«Hai fatto?»
domandò Sam mentre Dean continuava ad agitarsi e a urlare, la
manica di Cas che spariva nel suo petto in un anello di luce.
«Quasi finito» Castiel
aveva l'espressione concentrata di un chirurgo al suo primo intervento.
Volto corrugato, sguardo lontano, la mano che sguazzava allegramente
nelle interiora di suo fratello...
No, un momento, aveva seriamente pensato "sguazzava"?
«Oh» l'angelo fece una smorfia.
«Che vuol dire, "oh"?»
Come risposta Castiel estrasse la
mano dal petto di suo fratello, che buttò giù l'aria
tutta d'un fiato, accasciandosi su di lui, sfiancato.
«Certo che sei un porcellino,
Cas» ghignò Dean con la testa che ciondolava e gli occhi
che faticavano a stare aperti. Castiel pigiò delicatamente due
dita sulla sua fronte e Dean crollò come un bambino. Sam
riuscì a reggerlo a stento prima che scambiasse effusioni col
pavimento, e aiutato dalla creatura soprannaturale lo trascinò
fin sul letto, sdraiandolo sul materasso.
«Allora?»
interrogò Castiel, una volta che il corpo svenuto di suo
fratello smise di gravare sulle sue braccia.
«Non ho trovato niente di
strano» sciorinò Castiel dispiaciuto «a parte un
amore improvviso nei suoi confronti. Non riesco a rintracciarne
l'origine, e senza l'origine è impossibile bloccare
l'incantesimo. Il male si deve estirpare alla radice, ma qui abbiamo
solo rami.»
«Vediamo gli effetti visibili
ma non conosciamo la causa» tradusse Sam «Se solo non
avessimo fatto saltare in aria il nascondiglio delle streghe, a
quest'ora avremmo potuto esaminare l'intruglio del pentolone.»
All'improvviso, si pentì di aver agito d'istinto e in modo tanto stupido ed infantile.
Ma aveva pensato che bruciando la radice, come la chiamava Cas, avrebbe potuto spezzare l'incantesimo.
Eppure, a quanto pareva, i sortilegi non funzionavano come i fantasmi.
«Andiamo da Bobby» decise Sam, facendo per riprendere Dean tra le braccia.
Ma Castiel lo precedette: si
lasciò passare un braccio di Dean attorno alle spalle,
reggendolo a sua volta, e poi con una mano sfiorò Sam.
Il giovane non ebbe nemmeno il tempo di prendere una boccata d'aria, che si sentì come risucchiato dall'ombelico.
Quando riaprì gli occhi -non
ricordava di averli chiusi- si ritrovavano nell'atrio sgangherato dello
studio di Bobby, con alcuni fogli che furono spazzati via dalla sua
scrivania, al loro arrivo.
«Dannazione, avvisate prima!» biascicò il vecchio cacciatore, con una mano sul petto.
«Scusaci, Bobby» Sam aiutò Castiel a sdraiare Dean sul divano.
«Che è
successo?» volle informarsi Bobby spingendo la sedia a rotelle al
loro indirizzo. «Chi l'ha ridotto così?»
«Sono stato io» rispose
Castiel indifferente, rimettendosi in piedi. Sam avvertì uno
strano senso di deja vue: era come se avesse già visto quella
scena.
La scoperta colse Bobby di
sorpresa: probabilmente si aspettava che fosse stato Sam, in un vano
tentativo di liberarsi di certe avances indesiderate.
«Castiel!» si sorprese
infatti, analizzando con gli occhi il corpo di Dean alla ricerca di
ferite. «Sta diventando un vizio o cosa?»
«E' stato necessario»
si giustificò l'angelo nello stesso istante in cui Sam diceva:
«Gli ho chiesto io di farlo.»
Bobby borbottò qualcosa di
indistinto, poi mosse una mano come per scacciare una mosca molesta, e
tornò dietro la sua scrivania.
«Ah, al diavolo, chi se ne frega cosa è successo. Dobbiamo risolvere il problema, e dobbiamo farlo subito.»
Aveva un tono di voce teso e
vibrante, e Sam pensò che ci fosse qualcosa sotto, di non detto.
Senza attendere l'invito, prese posto in una delle due sedie di fronte
alla scrivania e Castiel lo imitò, occupando l'altra.
«Allora, hai trovato
qualcosa?» si sporse verso l'altro cacciatore, e Bobby
sollevò gli occhi su di lui, scuotendo piano il capo.
Sam non riuscì a trattenere l'amarezza.
«Niente? Niente di niente? Ma come è po-...»
«No, no, non hai capito. Il problema non è che non ho trovato nulla. E' l'opposto: ho trovato troppe
informazioni» sbuffò, indicando la decina di libri aperti
e altrettanti fogli svolazzanti e ingialliti sparsi sulla sua
scrivania. «Teorie, cause e effetti diversi, tutti riconducibili
alla parola "Filtro d'amore". Sembra quasi che le streghe e i
cacciatori del passato non abbiano saputo mettersi d'accordo a
riguardo, ognuno ha una teoria diversa e di conseguenza un diverso modo
di agire. C'è chi parla di amore che è la forza
più grande di tutte, e può creare e distruggere ogni
cosa. Chi decanta le qualità dei filtri. Chi consiglia in quali
circostanze usarli.»
Sam spalancò gli occhi, sconcertato.
«Consigli?»
«Sì, sembrano dei
suggerimenti di moda, puah!» chiuse uno dei suddetti tomi con
violenza, propagando nell'aria un nugolo di polvere che fece tossire
Sam.
«E c'è... qualche soluzione? Qualcuno... elenca gli effetti?» domandò Sam tra i colpi di tosse.
Bobby annuì grave, massaggiandosi la mascella ricoperta di barba.
«Ci sono due teorie
maggiormente accreditate: secondo la prima, l'effetto dell'incantesimo
dovrebbe andare scemandosi col tempo, fino a dissolversi del tutto.
Insomma, Dean dovrebbe guarire da solo, e da un giorno all'altro
tornare com'era prima.»
«Suona bene» Sam si
passò un dito sul labbro inferiore, riflettendo «Ma non
possiamo permetterci di perdere tempo prezioso per assicurarcene.
Dobbiamo tentare qualche altra strada e... male che vada,
aspettare.»
«Hai parlato di due
teorie» si aggregò Castiel, parlando per la prima volta da
quando si erano seduti. «L'altra cosa dice?»
Bobby sospirò, come se si stesse preparando a raccontare un aneddoto divertente.
«Che l'incantesimo
continuerà ad intensificarsi, specialmente se l'oggetto del
desiderio respingerà l'amante, finché a quest'ultimo
-Dean, nel nostro caso- non gli esploderà il cervello. E noi non
vogliamo materia grigia sparsa ovunque come nuova cera per i pavimenti,
giusto?»
Un silenzio inquietante scese come nebbia sulla stanza.
«Stai scherzando» Sam
aveva lo sguardo fisso sull'amico, ma Bobby scosse la testa. «E'
tutto scritto qui, se non mi credi, Einstein» spinse verso di lui
uno dei tanti libri dalla copertina di pelle mangiata dalle tarme e le
pagine ingiallite e tanto rigide da sembrare potersi spezzare da un
momento all'altro.
Sam ebbe la conferma ai suoi dubbi -o meglio, le sue paure-, e allontanò il libro del malaugurio dal suo campo visivo.
«Allora a maggior ragione non
abbiamo tempo da perdere. Dobbiamo cercare una soluzione... tutti e
tre» a quell'ultima annotazione, Castiel si mise in piedi.
«Grazie Sam, per permettermi di aiutarvi. Dimmi cosa devo fare.»
«Ricerche» fu la
semplice risposta di Sam, che cercò un'ultima volta gli occhi di
Bobby. «Ricerche a non finire.»
«Molto bene» Bobby
prese le redini della situazione «Cas, tu sei l'unico che
può svolazzare da un paese all'altro del mondo: entra nelle
maggiori biblioteche di tutto il pianeta, informati con quante
più persone possibili, e in caso fai un salto ai piani alti e
chiedi ai tuoi amici piumini.»
«D'accordo, vado subito» nemmeno finì di parlare, che Castiel sparì nel nulla.
Bobby poggiò entrambe le mani sulla scrivania.
«Io continuerò le mie ricerche qui, sono sicuro che la soluzione l'abbiamo sempre avuta sotto gli occhi.»
Sam annuì, partecipe. «Io navigherò su internet col laptop.»
Si alzò, pronto a rendersi
utile, e proprio quando stava per uscire dalla stanza, già con
la mano sulla maniglia, fu richiamato dalla voce di Bobby.
«E, ragazzo... ricordati dell'altro nostro problema.»
Sam si voltò, corrugando la fronte, senza capire, e Bobby tramontò gli occhi al cielo, allargando le braccia.
«Tuo fratello, idiota!»
«Ah, già, Dean...»
«"Ah già"» lo
scimmiottò Bobby «Non puoi davvero pensare che quel
bambinone resti a dormire per sempre. Prima o poi si
risveglierà, e quando succederà, devi guardarti le
spalle. Io ti ho avvisato. Intanto è meglio se ti prendi una
camera separata e chiudi la porta a chiave, non si sa mai che abbia la
pazza idea di violentarti durante il sonno.»
Sam cedette all'impulso di
arrossire: era come se Bobby gli stesse facendo il "discorsetto". E lui
non aveva più quindici anni...
«Sì, d'accordo. Andrà tutto bene, Bobby: sono sicuro che non ci saranno problemi.»
E invece, i problemi ci furono eccome.
To be continued >> Parte 2
~•~Angolo Autrice~•~
E
torno a distanza di un anno con questa nuova porcheria, vogliate
perdonarmi! :3 non lapidatemi, vi prego ç.ç
Penso di aver detto tutto più su, volevo solo aggiungere che,
ancora una volta, ho usato uno stile un po' diverso dal solito. Non so
se si è notato, ho utilizzato delle espressioni che i bros,
nella versione originale del telefilm (e spesso anche nel doppiaggio
italiano), usano spesso. Poi, ho cercato di renderli più IC
possibili. Se in questo ho sbagliato, chiedo venia ç__ç E
per finire cos'altro posso dire? Sono particolarmente affezionata a
questa storiella, e quindi, niente, ai lettori l'ardua sentenza!
u.ù
P.s: piccola anticipazione
del prossimo capitolo. Ne vedremo davvero delle belle, e il nostro Dean
innamorato darà il megl---peggio di sé :P Mi ha divertito
un casino scriverla, e quindi mi auguro di avervi strappato almeno una
risata! :)
Al prossimo capitolo {nonché ultimo} :D
Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
|