Salveeeeeeeeeeeeeeee!
E sì! Sono tornata prima, ma molto prima del previsto!!! Ma
che ci posso fare, le mie mani hanno una propria volontà XD
Questa è una storia fantasy sulla quale stavo progettando di
fare un gioco di ruolo (con rpg maker Xp) ma alla fine non ho resistito
dalla voglia di trasformarla a ff. Come sempre vengo sempre e solo
attratta a scrivere ff su ccs...nn so perchè hihihihihi. Cmq
lo s questo capitolo può smebrare un pò noioso,
ma era neccesario per quello che voglio combinare dopo. Ringrazio in
anticipo tutti coloro che leggeranno e commenteranno, accetto critiche
e consigli! :) per qualunque cosa potete trovarmi quasi sempre su msn:
lurei-chan@hotmail.it
Credo che per questi giorni
aggiornerò regolarmente, salvo imprevisti. Ma dopo l'inizio
della scuola nn so dirvi. Vabbe vi saluto e vi auguro buona lettura!
Capitolo 1
– Infanzia
Un bambino dai capelli castani e
occhi del medesimo colore,
stava correndo dietro a una dolce bambina che non faceva altro che
ridere
–fermati Sakura!- -te lo scordi Shaoran! Lo so che vuoi
portarmi in quel posto
pieno di ragni!- disse lei correndo con il fiatone. Lui sembrava fresco
e
rispose –ma che vuoi che siano dei piccoli ragni stupidi?-
-non mi importa! Li
non ci tornerò mai più!-. I due bambini
continuarono la loro corsa per il
piccolo villaggio nel quale vivevano. Sakura viveva a Mino praticamente
da
quando era nata, sua madre era morta subito dopo il parto, e con lei
ora
c’erano solo suo padre Fujitaka e il fratello più
grande Touya. La bambina era
benvoluta da tutti e per questo aveva molti amici, tra cui Tomoyo,
Naoko, Rika,
Chiaru, Yamazaki e infine il suo migliore amico Shaoran. Shaoran aveva
la
stessa età di Sakura ma era originario di una terra lontana
da Mino, era stato
abbandonato da piccolo, ma una coppia l’ha allevato
salvandolo da morte certa.
I due bambini corsero fino al bosco,
si fermarono solo
arrivati al loro rifugio. Una piccola capanna costruita su un albero.
Era
considerata come una base. Quel giorno c’erano solo loro due,
ma di solito c’era
sempre qualcuno dei loro amici. Erano seduti su di un ramo a godersi la
brezza
di quella splendida giornata, Sakura ad un tratto iniziò a
parlare –Shaoran tu
cosa vuoi fare da grande?- il bambino sembrò pensarci un
po’ su poi rispose
–vorrei continuare la mia vita qui a Mino, vorrei vivere per
sempre così- la
bambina rise e il castano la guardò un po’
imbronciato e chiese –che hai da
ridere?- lei si calmò –le cose cambiano, non
possiamo sempre giocare tutti i
giorni come dei bambini- -non dico che voglio giocare per sempre, certo
lavorerò, magari farò il contadino come mio
padre, ma mi basta vivere qui con
te e gli altri in pace qui a Mino-. Sakura capì e gli
sorrise, si mise in piedi
sul ramo poggiando una mano sul tronco robusto per mantenere
l’equilibrio –io
vorrei diventare una sacerdotessa come mia madre. Curare i feriti e
pregare per
i defunti, lo so non è una grande aspirazione, ma questo
dimostra quanto sia
stata grande mia madre- Shaoran allora disse –saresti
un’ottima sacerdotessa,
ti preoccupi sempre per gli altri e ami il tuo prossimo- -non so
perché credo
di non essere all’altezza…non so neanche se
riuscirei ad iniziare
l’addestramento, sai l’età minima
è 8 anni quindi direi proprio che posso
iniziarlo quando voglio- il bambino si alzò e
andò nella piccola casa
sull’albero e esclamò –perfetto! Allora
perché non ci provi?-. La bambina si
rattristò e non rispose –che ti succede?- lei
sembrò riprendersi dopo quella
domanda –niente. Grazie per l’incoraggiamento! Vado
a parlarne con papà e
Touya!- intanto arrivò Yamazaki –salve! Che fate
oggi?- -io sto scappando a
casa, tu occupati di Shaoran, sai bene che piange quando lo lasciamo
solo-
disse Sakura prendendo in giro Shaoran che esclamò
–cosa!?-.
Era sera e Sakura era seduta a tavola
con il padre e Touya.
Il signor Fujitaka chiese alla figlia dopo aver ascoltato le sue
richieste –sei
sicura di quello che fai? Sai bene che non potrai tornare indietro- lei
ci
pensò, aveva un’aria amareggiata ma poi ripensando
alle parole del suo migliore
amico si decise e annuì con determinazione. Il fratello che
ormai era stato in
silenzio ad ascoltare per una buona mezzora disse –riuscirai
a salutarli?
Soprattutto al moccioso poi…- Sakura vacillò un
po’ e disse –lo voglio fare
anche per loro. Potrò curare le loro e le vostre ferite. E
non solo! E poi
voglio seguire il sentiero intrapreso dalla mamma!- Fujitaka e Touya si
scambiarono degli sguardi, poi l’uomo castano si
alzò in piedi –andiamo a
parlarne con l’anziano del villaggio-.
-e così, la nostra piccola
Sakura ha deciso il suo cammino.
Sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato. Lei
è la fotocopia di
sua madre- disse un signore anziano con barba e capelli bianchi.
–sei sicura di
volerlo fare veramente? L’addestramento per diventare
sacerdotessa è molto
duro, molte giovani donne hanno sacrificato la propria vita per
compiere il
loro dovere. Ad esempio tua madre…sai bene cosa fece tua
madre vero? Le devi la
vita, e sei sicura di poterla darla via per qualcun altro?-. La bambina
guardò
decisa l’anziano –so bene che mia madre durante il
parto ha utilizzato i suoi
poteri per far si che io vivessi. Saremmo morte entrambe se non
l’avesse fatto.
Lei poteva benissimo utilizzare i suoi poteri per salvarsi lasciandomi
morire…-
quelle parole fecero salire un groppo in gola alla bambina e anche le
lacrime
agli occhi, aveva appena 8 anni ma già sapeva il significato
della parola morte
-…ma lei salvandomi e quindi sacrificandosi mi ha affidato
un compito ben
preciso. Sento la responsabilità di ricambiare il suo gesto
facendo lo stesso
per il prossimo- il discorso della bambina fece commuovere il padre,
Touya e
l’anziano. Quest’ultimo si alzò e
prendere un bicchiere d’acqua –e va bene
allora. Informerò subito il tempio, nel giro di una
settimana saranno arrivati
a prelevarti. Però prima che te ne vada vorrei organizzare
una festa a Mino, e
lo faremo anche al tuo ritorno dal viaggio di addestramento.
Probabilmente io
non ci sarò più ma nessuno si scorderà
di festeggiare il tuo ritorno. Sei un
elemento molto importante per il nostro villaggio- la bambina
arrossì e
ingraziò inchinandosi, anche Fujitaka e Touya ringraziarono
e prima che
uscissero dalla piccola casa l’anziano guardò
Sakura e disse –che gli dei ti
benedicano-.
Il giorno dopo Sakura uscì
a giocare con le sue amiche
Tomoyo, Naoko, Chiaru e Rika. –e quindi la settimana
partirai…- disse Tomoyo
quasi in lacrime –l’addestramento dura molti anni,
ma vedrai che tornerò!-
disse Sakura cercando di consolare l’amica. Chiaru, che era
triste come le
altre disse –ci mancherai un sacco! Non so proprio come
faremo senza di te…-
Naoko annuì all’affermazione dell’amica.
–dai, tornerò e sarò
un’ottima
sacerdotessa vedrete!-. Rika che era rimasta in silenzio fino ad
allora, disse
–aspetteremo fiduciose! Cerca di ritornare intera dal tuo
addestramento! Ma più
tosto…come e quando glielo dirai a Shaoran? Sai bene che ci
rimarrà
malissimo…-. Tomoyo allora aggiunse –sappiamo che
lui ti ha sempre incoraggiata
nel fare quello che vorresti, ma non conosce le regole per diventare
sacerdotessa…e
probabilmente non sa neanche del viaggio
d’addestramento…-. Sakura si ammutolì
non sapeva minimante come fare con il uso caro amico. Erano stati
sempre
insieme, e poi lui gli aveva fatto quella confidenza…voleva
vivere per sempre
con lei e con i loro amici a Mino…e ora lei se ne andava.
Certo sarebbe
tornata, ma la lontananza e il tempo li avrebbe cambiati, magari
rendendoli
irriconoscibili l’uno all’altra…non
avrebbero più avuto il rapporto di un
tempo. Partiva da bambina e tornava adulta…i suoi pensieri
vennero interrotti
da Shaoran e Yamazaki che tornavano dai campi con due sacchi pieni di
mele
–ehi! Che ne dite se ci andiamo a gustare queste mele al
nostro nascondiglio?-
le bambine annuirono all’idea proposta da Shaoran. Anche
Sakura annuì, ma con una
vena di tristezza sul volto.
I giorni passavano inesorabilmente, i
preparativi per la
festa a Mino erano ormai quasi ultimati e Sakura decise di parlare a
Shaoran
della sua scelta. Erano seduti sulla riva del fiume dal quale gli
abitanti del
villaggio prendevano acqua fresca e pulita. –sai, sto per
intraprendere la
strada per diventare sacerdotessa…- iniziò a dire
tristemente, non ebbe il
tempo di finire la frase che Shaoran schizzò in piedi
–ecco spiegati i
preparativi per la festa! Sakura è fantastico! Diventerai
una grande
sacerdotessa benvoluta da tutti!- lei distolse lo sguardo da lui e
fissò
l’acqua corrente –già- rispose
semplicemente. Lui era ancora in piedi
saltellante di gioia, ignaro della notizia importante che Sakura gli
avrebbe
voluto dare –devi esserne felice! Non tenermi quel muso!-
disse Shaoran tirando
Sakura da un braccio per farla mettere in piedi. Lei si alzò
ma si divincolò
dalla presa della mano del bambino –grazie per avermi
incoraggiata amico mio-
disse lei prima di scappare via per nascondere le lacrime che non
riusciva a
frenare.
Shaoran non aveva notato la
disperazione dell’amica, però
sentiva che in lei c’era molta tristezza e ne soffriva
parecchio. Si chiese il
perché della sua tristezza, non riusciva a capirci niente.
La bambina tornò piangente
a casa, si buttò tra le braccia
del padre che cercò di consolarla –non
sono…riuscita…a dirglielo- disse
singhiozzando. Fujitaka accarezzava i capelli della figlia e rispose
–potresti
diglielo la sera dopo la festa, così potrete divertirvi come
sempre. Non credi
che sia meglio così?- la bambina annuì al
consiglio del padre e subito dopo si
addormentò stremata della successione di avvenimenti che
andavano oltre la sua
portata.
La sera della festa
arrivò, al centro del villaggio venne
acceso un grande falò, c’erano musicisti e gente
che ballava, sembravano tutti
allegri, ma dentro di loro ci soffrivano, il sorriso della dolce
bambina
sarebbe mancato a tutti.
Quella sera Sakura e i suoi amici
giocarono per tutto il
tempo. La bambina sembrava non avere la preoccupazione di dover
abbandonare il
suo villaggio natio, e soprattutto lui e i suoi amici. La serata si
stava per
concludere, Sakura si isolò con Shaoran. Era il momento di
informarlo del suo
viaggio…non avrebbe mai voluto che lo scoprisse dalle parole
pronunciate da li
a poco dall’anziano del villaggio.
Erano seduti sotto un albero, erano
stanchi ma felici
–Shaoran…sai avrei una cosa importate da
dirti…- lui si girò verso di lei
pronto ad ascoltare –sai in cosa consiste
l’addestramento per diventare una
sacerdotessa?-. Shaoran sembrò pensarci poi disse
–no…avrei voluto chiedertelo
prima o poi- -bene allora è meglio che te lo dica
ora…probabilmente non sarà
più possibile farlo dopo- il castano sembrò non
capire e lei continuò
–l’addestramento consiste nel pellegrinaggio nei
diversi tempi sparsi per i
continenti, dovrò imparare, lingue, culture e religioni.
Apprese tutte queste
nozioni partirò insieme a monaci e sacerdotesse per
temperare lo spirito- il
bambino ebbe un tuffo al cuore e si alzò di scatto
–quanto durerà questo
pellegrinaggio!?- lei cercò di rispondere senza guardarlo e
rispose –dura molti
anni, non so precisamente quanto…-. Shaoran si
portò una mano ai capelli, era
nel panico! E pensare che era stato lui stesso ad incoraggiarla!
–no! Non ci
posso credere!- scrutò il volto di lei, ma trovò
quell’espressione triste con
cui l’aveva vista nell’ultima settimana. Non
riuscì a trattenere le sue
emozioni e tirò un pugno all’albero sbucciandosi
le nocche della mano e facendo
sgorgare del sangue. Sakura si alzò di scatto come
risvegliata da quello stato
di trance e prese subito la mano dell’amico tra le sue
–sai che potevi
fratturati la mano!? Non sarai mica impazzito!- lei prese un fazzoletto
dalla
sua tasca e fasciò la ferita di Shaoran. –ti prego
abbi cura di te, durante la
nostra lontananza. Al mio ritorno festeggeremo tutti insieme! Saremo
diversi da
come siamo ora, ma tu sarai sempre Shaoran il mio caro amico
d’infanzia, e io
sarò sempre Sakura la tua amica d’ infanzia-. Lui
girò la testa di lato per non
guardarla in volto, poi sentì qualcosa che gli veniva messo
al collo. –questa è
una promessa- disse lei dopo aver agganciato una collanina con un
pendente
fatto di una piccola pietra rosea.
Dopo tornarono alla festa,
l’anziano del villaggio fece il
suo discorso –come la madre, ora anche la figlia ha deciso di
intraprendere il
pellegrinaggio per diventare sacerdotessa. La piccola Sakura, che fino
ad oggi
ci ha sempre incoraggiati tutti con il suo sorriso raggiante e il suo
carattere
solare oggi ci lascia da bambina, ma un domani tornerà
adulta e saggia. Ha
deciso di dedicare la sua vita al prossimo, una scelta difficile alla
sua
tenera età. Che gli dei la benedicano!- gli abitanti del
villaggio gridarono di
gioia salutando la piccola Sakura con una nota di tristezza, molte
donne
piangevano mentre l’abbracciavano, ma soprattutto i suoi
amici. Shaoran era in
un certo senso rincuorato dalle parole pronunciate da lei prima del
discorso
dell’anziano, ma comunque non riuscì a trattenere
le lacrime. L’abbracciò così
forte che aveva quasi paura di farle male. Anche lei si
lasciò uscire delle
lacrime dai suoi occhi verdi smeraldo.
Il
mattino dopo Sakura partì molto presto, con due sacerdotesse
che
erano passate a prenderla. A salutarla non c’era nessuno, era
la regola. Lei
guardò il suo villaggio, lo guardò molto attentamente, non sapeva
come spiegarsi quella
strana sensazione che le stava crescendo dentro…sentiva che
non avrebbe mai più
rivisto quel luogo pacifico, i suoi coabitanti…la sua casa.
|