I personaggi appartengono a Yoichi Takahashi, questa storia non è scritta a scopo di lucro. Per la prima volta scrivo su questo personaggio, non sono altro che le mie impressioni narrate da un punto di vista un po' strambo forse!...Grazie a tutti coloro che leggeranno la mia storia.
Genzo
Eccolo è qui, concentratissimo, immobile tra i pali.
E' una partita importante questa, decisiva.
E' con lui, con Schneider, uno dei rivali di sempre, uno degli amici di sempre che si decide la stagione, è qui il senso di tutte le fatiche degli allenamenti, del campionato, è qui che tutto comincia o finisce.
E' iniziata bene questa partita, Kaltz ha segnato su un tuo rinvio e tu...Tu sei in gran forma e afferri ogni tiro ma ora qualcosa s'è spezzato: il diverbio tra Karl e Kaltz, gli avversari con un gioco diverso, imprevisto e...Il pareggio...Tu però non ti arrendi. Sembri lontano e indifferente là tra i pali, sembri di ghiaccio. Ma urli, urli alla tua squadra che non deve mollare.
Sembra così Genzo, distaccato, forse appartiene a un altro pianeta, forse vuole solo vivere il suo sogno in pace.
Io lo capisco e lo proteggo. Lo copro con la mia ombra, nascondo i suoi occhi; i suoi pensieri forse.
A dire la verità non so se lui si nasconda dal mondo o voglia nascondere il mondo ai suoi occhi... e al cuore, perché non restino feriti.
Io non faccio domande...Come potrei?
Egli mi porta con sé, mi raccoglie quando volo via dopo un balzo tra i pali, mi risistema sui capelli, mi abbassa così che la visiera veli il suo sguardo e torniamo a giocare.
S.G.G.K. lo chiamano ed è vero.
Sempre teso e concentrato verso la vittoria, non teme gli avversari, forse non teme nulla, nemmeno il più aspro dolore o il più potente dei tiri.
Io lo so, lo so bene, sono con lui sempre, in ogni partita e anche dopo. Condivido con lui ogni istante di cupa amarezza o di ebbra vittoria.
È strano questo ragazzo. Solitario e lontano, la sua alta figura si staglia in difesa della porta.
Ho l'impressione che si difenda dalla vita; è schivo. Si ritira dietro di me, nella mia ombra accogliente; lui stesso, in fondo, è convinto di essere un po' anomalo e stravagante.
Stravagante, magari è questa la definizione per lui. Anche il suo grande amico, Tsubasa, è un po' ... Molto... Stravagante!
Delle volte penso che Genzo sia unico e forse trova difficoltà ad adattarsi a chi lo circonda; o forse è solo la sua convinzione di essere anomalo, curioso… o, più semplicemente, eccentrico!
Non importa se lo sia veramente o meno, ne è persuaso credo e, spesso, si comporta in modo da tenere fede alla figura che si è costruito.
In realtà non ne sono certo e mai lo sarò ma ciò che conta è che, in ogni momento, io sento il suo cuore: è chiaro e sincero. Lo ammiro. L'ho protetto con la mia ombra, ho nascosto i suoi occhi. Ho celato la delusione e la rabbia della sconfitta, il dolore degli infortuni ma anche la determinazione e il coraggio, l'affetto o la malinconia.
Ero con lui quando incontrò per la prima volta Tsubasa. Non fu subito amicizia anzi: fu l'orgoglio di Genzo a parlare per primo e rifiutare quella mano tesa. L'amore per il calcio però cancellò l'amarezza di non essere imbattibile e l'antipatia si tramutò in amicizia...
Ero con lui quando conobbe il Kaiser e subito sentii la rivalità e la stima reciproca...
Ero con lui quando durante la preparazione al mondiale giovanile non fece altro che punzecchiare e provocare i propri compagni, rendendosi odioso solo per spronarli a impegnarsi di più; e restò in panchina per dare spazio a Ken...
Ero con lui al suo debutto in in Bundesliga contro il Bayern, contro Schneider. Portò la squadra alla vittoria senza indecisione...
Ero con lui quando si spezzò i polsi e anche quando Karl gli propose di unirsi al Bayern e...
Sono con lui adesso...
Adesso che la squadra si chiude per difendere il pareggio.
NO!!!!!
Dimenticavo!
Genzo è anche... Eccessivo.
Genzo non ama i pareggi, li detesta!
Corre verso il pallone, lascia la porta per giocare il tutto per tutto, è fatto così.
Tutti si sorprendono: vuole battere lui la punizione per la sua squadra, ecco il tiro impetuoso ma...Tutto accade in un attimo, la palla viene respinta e il contropiede di Karl ci travolge: la tua porta Genzo! E' là incustodita, troppo lontana, ed è finita!
Tutto si spegne con quel tuo tiro impavido: hai perduto!
Subito ti rialzi. Sei di nuovo in piedi e, circondato dai compagni, assapori la sconfitta ma, in fondo, che importa Genzo?
Non ti piacciono i pareggi, li detesti.
Non sei pentito, non è da te.
Ora conta solo che sei...Siamo... di nuovo in piedi e si ricomincia a guardare lontano, verso un nuovo traguardo, verso nuove vittorie!
...Tu sei così...Genzo...
N.B.
Beh...immagino avrete intuito che la voce narrante è il cappellino di Genzo! Se siete arrivati fin qua spero vi sia piaciuta questa storiella!
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