Game Over.

di Luxus098
(/viewuser.php?uid=166753)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Era solo.
Roxas era completamente solo.
Il suo unico amico, Axel, era morto.  
Quel maledetto 'Castello dell'Oblio' gli aveva portato via la sua ancora di salvezza, colui che non lo faceva uscire di testa ogni volta che voleva abbandonare tutto e scappare lontano, lontano da quella organizzazione che non riusciva a definire casa; quell'organizzazione che lo sfruttava solamente per raccogliere dei cuori e che lo trattava da pezzente, quella stessa organizzazione che aveva mandato a morire il suo amico.
Roxas sedeva sulla 'Torre dell' Orologio' , con due gelati salmastri nell'attesa di Axel. Non voleva credere alla scomparsa del giovane ragazzo dai capelli rosso fuoco e dagli occhi verdi speranzosi, speranzosi di ricevere un cuore che per sua sfortuna non avrebbe più potuto avere; in fondo, se sottostava ancora agli ordini dell' Organizzazione, era solamente per causa sua. Voleva donargli un cuore, proprio come quello che avrebbe donato a se stesso, e insieme avrebbero potuto vivere liberamente, senza dover uccidere degli stupidi Heartless.
Ma come ogni volta, Roxas mangiava da solo e rimaneva fino a sera tarda ad aspettarlo vanamente, con il conseguente scioglimento del gelato.
Il gelataio ormai aveva rinunciato a chiedergli per chi fosse il secondo gelato, Roxas non gli avrebbe detto altro se non "grazie".
Altro giorno, altra missione, altro gelato. Questa volta con uno stecco vincitore, al quale Roxas fece un salto di gioia. Di scatto si voltò alla sua destra per dirlo ad Axel, ma rimase attonito e abbassò ancora una volta lo sguardo, rigirandosi tra le mani quello stecco, ma facendolo accidentalmente cadere.
Si sporse per raccoglierlo ma perse l'equilibrio finendo giù anche lui. Avrebbe potuto salvarsi, se solo avesse voluto, ma non lo fece: preso lo stecco e si lasciò libero, aprendo le braccia e avvicinandosi sempre più verso il suolo che avrebbe accolto il suo cadavere. 

" Sto arrivando Axel. "




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1599591