Titolo:
Bacio rubato
Autore:
Liberty89
Genere:
Romantico, comico
Rating: Verde
Personaggi:
Kairi, Sora, Riku
Pairing: RiSo
Avvertimenti:
One-shot, shonen-ai
Note dell'autrice:
Buona sera a tutti!
Comincio con il
rassicurare chi legge altre mie fic, state tranquilli che pian pianino
lavoro su tutto ù.ù Ora, invece, parliamo di
questa shot che
inizialmente doveva essere così,
ma che purtroppo (dipende dai punti di vista) è
finita cosà.
Perché io non devo provare a scrivere SoKai <3 Buona
lettura!
Disclaimer: i
personaggi di questa fic non mi appartengono e la fic non è
stata scritta a scopo di lucro.
Bacio rubato
Con uno sbuffo di stanchezza mentale più che fisica
armeggiò la
barchetta e salì sul molo. Una mano candida corse a coprire
i profondi
occhi blu, per proteggerli dall’intensità dei
raggi del sole, che quel
giorno batteva ancora più forte sull’arcipelago
delle Destiny Islands.
Camminò
tranquilla, guardandosi attorno, non cogliendo nient’altro
che
vegetazione smossa dal vento, sabbia e mare. Nessuna traccia del
soggetto della sua ricerca. Salì sulla scala a pioli che
conduceva alla
casa sull’albero, e quando fu sul pianerottolo di legno,
allungò lo
sguardo fin sull’isolotto su cui sorgeva
l’affusolato ramo dei frutti
di Paopou, tuttavia neanche lì c’era ombra
d’anima viva. Sbirciò
rapidamente all’interno della stanza, ottenendo un altro buco
nell’acqua, quindi sospirò e scese di nuovo, per
avviarsi al Luogo
Segreto.
Spostò i rami dei cespugli, che cedettero docili come
agnellini sotto le sue mani, e s’inoltrò nel lungo
corridoio di pietra
sormontato di radici spesse e ruvide. Incrociò le braccia al
petto
quando la sua esplorazione le diede un nuovo esito negativo,
però non
osò emettere il minimo fiato, per rispettare il silenzio
quasi sacro di
quella caverna piena di memorie, sia liete che terribili. Si
avvicinò
alla porta di legno, muta testimone di quegli stessi ricordi, poi si
girò per osservare quel disegno che le aveva fatto credere
sempre e con
fermezza in quella promessa.
I loro visi accompagnati dalle loro mani che si scambiavano
una stella.
Lo
guardò con tenerezza, trattenendo una risata mentre le
tornava in mente
la sua faccia abbattuta e imbronciata quando aveva confrontato i loro
ritratti. Osservandolo si domandò se prima o poi da semplice
sogno di
una coppia di bambini sarebbe diventato una realtà tangibile
che le
avrebbe fatto battere il cuore all’impazzata, e per un attimo
si lasciò
andare allo sconforto. Scosse la testa, serrando gli occhi, e
scacciò i
pensieri negativi per poi dirigersi verso l’uscita del Luogo
Segreto,
perché la sua ricerca era il passo che avrebbe dato il via
al
realizzarsi di quel sogno e non si sarebbe arresa per niente al mondo.
Amava Sora e voleva dimostrarglielo.
Una volta fuori, si coprì un
istante il viso con il braccio, per proteggerlo dalla luce solare, poi
si incamminò per raggiungere l’altro lato
dell’isola, poiché ormai non
aveva altro posto in cui guardare.
In pochi minuti si ritrovò ad
ammirare la baia dell’isola dei bambini, completamente in
ombra
rispetto alla parte opposta e quindi decisamente più fresca,
anche
grazie all'aiuto del vento leggero che le smuoveva i capelli rossi.
Si
tolse le scarpe e scese in acqua, camminando accanto alle instabili
costruzioni di legno e risalendo all’asciutto tramite la
scalinata al
fianco della torre, ricordando con un sorriso quando i suoi amici le
avevano insegnato a salirci senza tremare di paura. Giunta
all’estremo
est della baia si guardò attorno e infine, lo
trovò. O meglio, trovò i
suoi vestiti ammucchiati come stracci all’ombra di una palma
da cocco.
Mutande comprese.
Arrossì di colpo e gettò immediatamente lo
sguardo
verso il mare, scossa all’idea di vedersi comparire davanti
all’improvviso un Sora bagnato e completamente nudo.
Perché lui sarebbe
persino stato capace di dimenticarsi
di essere privo di vestiti, lei no. Decisamente no.
L’attimo
seguente, infatti, lo vide riemergere dall’acqua con una
scrollata di
capo e la parte inferiore del corpo, dall’addome in
giù, ancora celata
dalle onde. Approfittando della sua posizione di spalle, Kairi corse
verso il fondo del gruppo di palme e si nascose dietro
l’ultima,
vicinissima alla parete di roccia. Si appoggiò al tronco di
schiena e
riprese fiato, imponendosi la calma, dopodiché si
girò e si sporse per
sbirciare e tenere d’occhio il castano. Si
ritrovò, però, con il volto
letteralmente in fiamme e priva del respiro quando le sue iridi blu non
poterono fare altro che guardare Sora che, senza alcun pudore, mostrava
le sue grazie alla silenziosa isola.
Deglutì e si ricordò di mandare
aria nei polmoni, interrompendo quello stato di breve apnea.
Tentò in
tutti i modi, ovviamente con pochissima convinzione, di volgere la sua
attenzione altrove, purtroppo per lei, ai suoi occhi
l’ambiente
circostante appariva obsoleto e privo d’interesse.
-Ci voleva
proprio!- esclamò Sora, stirando le braccia in alto e
prendendo una
lunga boccata d’aria, prima di sbadigliare sonoramente.
Capendo che
non sarebbe andato lontano con la sonnolenza in rapido aumento, si
diresse verso i propri abiti e s’infilò i boxer.
Sistemò il resto dei
vestiti per usarli come un cuscino e si sdraiò a pancia
all’aria, con
le braccia incrociate dietro la testa, e in pochi minuti cadde preda
del sonno, tranquillo e incurante dello sguardo dell’amica
che non
l’aveva lasciato nemmeno per un istante.
Ancora leggermente
sotto shock per l’inaspettata visione, Kairi
preferì restare nascosta
per riacquistare il controllo delle sue facoltà mentali e
per
assicurarsi che il castano sprofondasse per bene nel mondo dei sogni.
Scivolò lungo il tronco e si sedette sul terreno fresco,
scoprendosi
con le scarpe ancora strette nella mano sinistra e facendosi quindi
aria con l'altra, per cercare di recuperare la normale temperatura del
viso e di calmarsi.
Non avrebbe saputo dire quanto fosse passato
quando decise che era tempo di rialzarsi e compiere ciò per
cui aveva
setacciato in lungo e in largo l’isola dei bambini, ma poco
le
importava, quindi, sempre con le scarpe in mano, uscì dal
suo
nascondiglio e si incamminò per avvicinarsi al castano,
profondamente
addormentato e inconsapevole della sua presenza. Tuttavia, i suoi
progetti andarono in fumo ancora una volta, perché dalla
sopraelevata
occupata dalla torre di legno era comparso Riku e la sua espressione
seccata era tutto fuorché rassicurante.
In punta di piedi, Kairi
indietreggiò per tornare dietro la palma, poiché
sarebbe stato
difficile e imbarazzante spiegare cosa ci facesse lì, e
rimase a
guardare, capendo che ormai per quella giornata la sua occasione era
sfumata, a meno che l’argenteo non se ne fosse andato
lasciando il
minore a dormire come un ghiro.
Giunto al fianco del dormiente, che
mostrava un volto sereno e un oltremodo soddisfatto sorriso da ebete,
il custode della Via per l’Alba sbuffò. -Quindi
eri qui. Oi! Svegliati
razza di pigrone!- esclamò, scrollandolo con malagrazia
sulla pancia
con un piede nudo, le scarpe erano tenute salde tra le dita della mano
destra.
-Eh?! Che succede?- domandò l’altro saltando per
aria e
massaggiandosi l’addome, prima di notare l’amico
accanto a sé. -Riku…?
Ti sembrano i modi? Potevi essere più gentile!-
-E rischiare di star
qui fino a domani? No, grazie.- replicò il maggiore,
lanciandogli
un’occhiata di sufficienza. -E rivestiti, prima di prenderti
un
raffreddore.- ordinò, sedendosi.
-Sei cattivo Riku!- si lamentò
ancora, girandosi per prendere i pantaloni e infilarseli. -Cattivo e
fastidioso! Stavo dormendo così bene!-
L’argenteo sollevò un sopracciglio. -E
così sarei fastidioso?- chiese incolore.
-Sì!-
affermò il castano, imbronciato e pronto ad aggiungere altro
al suo
discorso, che però fu interrotto dalla presa ferrea che
catturò il suo
viso e dalle labbra morbide e sottili che si posarono sulle sue.
Stranito
in un primo momento, Sora si lasciò andare quello dopo e si
spinse
verso l’altro per approfondire quel contatto inaspettato e
desiderato
al tempo stesso. Quando si separarono, cercò di seguire il
viso di Riku
per proseguire in quella piacevole attività, ma il maggiore
lo spinse
via premendo il palmo sulla sua guancia.
-Meno male che sono
fastidioso, vero?- fece l’argenteo, guadagnandosi un enorme
sorriso a
trentadue denti. -Vestiti e andiamo, che si sta facendo tardi.-
dichiarò poi, alzandosi.
-Uffa!- ribatté Sora, mettendosi la
maglietta. -Vedi che sei cattivo?- aggiunse, prendendo la mano che
l’altro gli porse per tirarsi su, per poi recuperare le
scarpe.
-Ne
vado fiero, è il fastidioso che non accetto.- rispose Riku,
ghignando e
incamminandosi per tornare dall’altra parte
dell’isola con il minore
accanto.
Nel frattempo, nascosta dietro il suo adorato albero, Kairi
era rimasta a occhi sgranati e bocca spalancata, mettendo da parte il
ricordo di Sora nudo che usciva dall’acqua -perché
era una visione che
non avrebbe scordato tanto facilmente- e cercando di elaborare
ciò a
cui aveva assistito nella sua mente fin troppo provata per quel
pomeriggio.
-Riku… ha baciato Sora… si sono
baciati…- balbettò
ancora incredula, muovendosi per uscire dal gruppo di palme e
fermandosi quando raggiunse il punto in cui erano seduti i due.
Digrignò i denti e calciò la sabbia, stringendo i
pugni. -Quel bacio era mio! Questa me la paghi Riku!-
Kairi è una
guardona e credo che abbia perso l'occasione di strappare il primo
bacio a Sora. Non voletemi male <3
Alla prossima!
See ya!
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