Run you, Clever Boy di Little Fanny (/viewuser.php?uid=4868)
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Titolo: Run
you, Clever Boy
Fandom: Doctor
Who
Personaggi: Eleventh
Doctor, Clara Oswin Oswald
Rating: G
Genere: triste,
generale
Conteggio
parole: 927
Avvertimenti: spoiler!
7x01 “Asylum of the Daleks”, spoiler! 7x06
“The Snowman”
Riassunto: Il
Dottore corre, corre.
Corre nel Vortice del Tempo.
Corre attraverso il Tempo e lo Spazio.
Corre e sorride, finalmente.
Sorride come non gli capitava da molto tempo.
Note: scritta
per 500themes_ita con prompt 23.
Ricordati di me
Disclaimer: La
storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti
alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è
scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.
Run
you, Clever Boy
Il Dottore si muove frenetico nel TARDIS.
Preme vari pulsanti, setta le giuste coordinate e poi abbassa la leva
per lanciarsi nel Vortice del Tempo.
Era tanto che non provava quelle sensazioni: il brivido
dell’avventura che gli infiamma le vene, la sorpresa che
illumina i suoi pensieri.
Sorride, finalmente.
Sorride come non gli capitava da molto tempo.
Non si ferma a salutare la sua nuvola che l’ha ospitato
– protetto, relegato – così a lungo. Non
vuole salutarla perché questo significherebbe dire addio a
loro. E lui non è ancora pronto a farlo.
Ma lo sarà. Un giorno lo sarà.
Solo non oggi.
Non oggi che ha dovuto dire addio a Clara.
Clara. Oswin. Oswald.
Una ragazza incredibile. Quasi impossibile. Ma no, solo improbabile.
È felice dopo tanto tempo.
Ride mentre gira nel TARDIS.
Il suo TARDIS più piccolo all’esterno!
“Oh… Clara Oswin Oswald” sussurra con
quel suo sorriso un po’ matto, con gli occhi brillanti di
fronte a questa nuova pagina della sua vita.
Lei era – anzi è, deve solo ritrovarla e lo sa
– una ragazza incredibile.
L’ha capito subito dalla prima volta che ha potuto fare la
sua conoscenza. Aveva sentito solo la sua voce a quel tempo, ma era
stato sufficiente per far accendere quelle spie da Signore del Tempo,
quelle che lui definisce I
don’t know why. I only know who.
La ragazza sufflè.
Una ragazza su un pianeta impossibile.
L’ha aiutato a quel tempo. L’ha salvato da se
stesso più di quanto lei potrà mai sapere.
Forse un giorno le racconterà la sua storia. La storia di un
uomo vecchio, di un uomo stanco ma che continua a lottare. Le
racconterà dei suoi due cuori e dei frammenti che ha
lasciato in giro, stretti nei ricordi delle sue compagne, persi per
sempre nelle lacrime, abbracciati ad altre persone che non sono
più lui.
E magari le narrerà del loro primo, incredibile incontro.
Il Dalek più umano che lui abbia mai conosciuto.
Anzi no, la ragazza più umana che lui abbia mai incontrato.
Il Dottore si sfrega le mani, già pregustando
l’attimo in cui la scorgerà.
Quasi non sta più nella pelle dall’attesa, ma sa
che il TARDIS lo porterà presto alla giusta destinazione.
Lei, che non l’ha mai abbandonato.
Lei, che si è fatta di nuovo bella per lui, cambiando ancora
una volta per cercare di aiutarlo, di lenire almeno in parte il suo
dolore.
Lei, che gli ha permesso di rintanarsi su una nuvola e che poi
l’ha spronato a scendere quando aveva capito che quello era
il momento giusto.
Il Dottore corre, corre.
Corre nel Vortice del Tempo.
Corre attraverso il Tempo e lo Spazio.
Corre.
Run
you, Clever Boy.
And remember…
Le ultime parole di Clara rimbombano ancora nella sua mente.
Sono rumorose e martellano i suoi pensieri.
Il Dottore non può fare altro che spronare la sua piccola ad
andare più veloce, sempre più veloce.
Lui è eccitato. È pervaso da una forte emozione
che non sa come definire.
Paura? No, non ha paura.
Curiosità? No, non è nemmeno quella.
Rinascita? Questo sì.
Preme il pulsante per l’accensione del video dove capeggia la
foto di Clara Oswin Oswald. L’ha presa
dall’annuncio funebre. Si imprime nella mente i suoi
lineamenti perché quando la vedrà… Oh…,
non saprà proprio cosa fare. Arretra fino a posarsi sulla
nuova balaustra, facendo attenzione a non schiacciare qualche bottone,
gli occhi fissi sull’immagine sorridente di lei.
Una lacrima solca il suo viso al suo ricordo.
Non dovrebbe. Sa che lei
è viva, da qualche parte in questo grande universo. Lo sa
perché i suoi due vecchi cuori da stanco Signore del Tempo
stanno cantando una melodia tutta nuova. La canzone lo avvolge come una
brezza leggera, una carezza di vento che sospinge il TARDIS ad andare
più veloce, a correre da lei.
Il Dottore ricorda il coraggio di Clara, che non ha esitato un attimo a
seguirlo su per le scale, rincorsi da una pazza donna di ghiaccio.
La sua intelligenza e il suo modo di parlare veloce, troppo veloce. Una
mente brillante, una lingua spigliata capace di stupirlo una volta
ancora.
Ricorda le sue mani piccole e i suoi occhi sorpresi alla vista del
TARDIS. A tutti fa quell’effetto, ma lei era –
è – diversa. C’è una prima
volta per tutto e lui ne è rimasto piacevolmente sconvolto.
E poi tutto precipita.
Ricorda le sue urla, mentre lo chiama con disperazione.
Ricorda le sue braccia che si muovono in aria in cerca di un appiglio
mentre il suo corpo cade, cade, cade sempre più in basso.
Ricorda i suoi occhi sgranati, quasi spenti mentre il dolore prende
possesso di lei.
Ricorda la sua voce calda, ricolma di affetto e le sue labbra posate
sulle sue. In un bacio che lei gli ha rubato e lui… lui non
è mai stato il tipo da baci.
Ricorda le sue lacrime, di dolore, di rimpianto, di addio.
Il Dottore la ricorda, come lei ha desiderato.
Remeber
me,
for we shall meet again
Il TARDIS atterra dolcemente e il Dottore si rimette in piedi in tutta
la sua imponenza.
Si sistema le pieghe della giacca e raddrizza il farfallino.
È cool. Sorride davanti al suo specchio e gli lancia una
linguaccia prima di avviarsi verso la porta. Sta per mettere mano alla
maniglia per iniziare la sua nuova avventura, quando si volta e torna
indietro di corsa. Traffica un attimo con i vari comandi e con un bip sonoro
il TARDIS lo avverte che è pronta. Lui afferra la scatolina
che gli viene offerta e la apre, scorgendo all’interno la
chiave.
Fischietta e le nasconde nella tasca interna della giacca, prima di
spalancare la porta e respirare l’aria pura di una Londra in
piena primavera. Il sole splende alto nel cielo, la natura è
in fiore e canta una nuova canzone. Solo per lui, solo per il Dottore
che è tornato a sorridere.
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