«Qui la retta è perfettamente inclinata con un K uguale a -3/4».
Alza gli occhi dal foglio e osserva la lavagna: il nero della lastra e l'assenza di colore del gessetto candido la avvolgono in un freddo abbraccio di sordida apatia.
Perfezione. Lascia scivolare via il pensiero e torna a stendere l'azzurro del pastello sul bianco della pagina, ansioso di prendere vita.
La perfezione non esiste.
Il bianco si tinge di rosso e blu. La liquida tranquillità della china disegna placide onde del colore dei raggi sfilati al tramonto. Il celeste riflette il cielo fuori dalla finestra, fresco come l'aria che attraversando le foglie del vecchio ciliegio le accarezza i capelli.
Un angolo del foglio di solleva alla brezza dei suoi pensieri, i pastelli scivolano lenti come remi di legnose barche al verso dei gabbiani quando scende la sera.
La campanella suona, le sedie si spostano e l'aria è frizzante di risate.
Forse la perfezione esiste.
«Vorrei poter essere bella come nei tuoi disegni» Kairi le sorride, seduta alla finestra, e il rosso dei fiori di ciliegio prende per mano l'azzurro delle onde in una cornice di legno al profumo di salsedine.
Note della pazza isterica che si spaccia per sana di mente:
Non so come giustificare questa... cosa.
Ovviamente queste due non hanno il minimo senso insieme, ma sono così loro due che il resto sono dettagli.
Uhm, ecco, è uscita durante una interessante [citazione necessaria] lezione di latino che io avrei felicemente seguito ma boh, è uscita questa roba.
Non sono per niente soddisfatta e la cosa non frega a nessuno, quindi passiamo alle cose importanti:
...niente.
E sembro ancora più rincretinita e pazza di prima, quindi ritorno sull'Isola che non c'è.
Alla prossima.
Hil.
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