I hate
Valentine’s day
di
come un bigliettino può cambiare la tua giornata.
betato da
nes_sie
Felicity
odiava quel giorno dell’anno. Ogni volta, sul suo calendario nuovo di
zecca
ricevuto in regalo dalla farmacia di fronte casa, segnava in rosso il
giorno 14
Febbraio, quasi come stesse annotando la scadenza dell’affitto o il
pagamento
semestrale delle bollette.
Lo
odiava. Punto.
Se
avesse avuto la facoltà di riscrivere il calendario, di sicuro avrebbe
messo
dopo il tredici direttamente il giorno quindici. Si appuntò mentalmente
che se
avesse inventato una macchina del tempo – e prima o poi ci sarebbe
riuscita, ne
era certa – avrebbe fatto una visitina a quei simpaticoni dei Maya per
apportare le giuste correzioni.
Che
giornataccia.
L’idea
di doversi recare a lavoro quello stesso giorno maledetto, la metteva
in
duplice ansia visto e considerato che la Queen Consolidated avrebbe
addobbato
di sicuro tutto l’ufficio con cuori rossi, nastrini colorati e frasi
zuccherose. A volte tutto questo consumismo la infastidiva.
Soprattutto
da quando le era sempre toccato festeggiare S. Valentino da single.
La
sua vicina di casa Wanda non era del suo stesso avviso, anzi. Già dal
giorno
prima cominciava ad appendere decorazioni per tutta la palazzina,
nemmeno fosse
la vigilia di Halloween o di Natale. Tutto per il suo adorato Carlos.
Felicity
sbuffò non appena raggiunse la sua postazione nel reparto di
Informatica. Sulla
scrivania c’era una piccola scatola a forma di cuore con scritto “Happy
St.
Valentine by Queen’s family” e come ogni anno lei avvicinava il cestino
della
carta straccia per fiondarcelo dentro. Di sicuro l’inserviente era
stato
incaricato di lasciare un pacchettino sopra ogni scrivania, in modo da
rendere
felici anche le zitelle più incallite della società.
Purtroppo,
anche se odiava ammetterlo, lei ne faceva parte da qualche tempo ormai.
«Buon
giorno e buon San Valentino, Fel!» le augurò Ronda, allegra come se
stesse per
andare in ferie alle Bahamas.
«’giorno,»
grugnì acida.
Davvero,
non riusciva a capire come la gente potesse festeggiare una ricorrenza
così
assurda, per di più le persone che non avevano una metà con cui
condividerla.
Accese
il monitor del suo Mac e si recò subito sulla home iniziale, dove
Google
amabilmente le ricordava che oggi era il giorno degli innamorati, da
passare a
cena fuori, sommersi dalla cioccolata o in un letto caldo rotolandosi
tra le
lenzuola sino all’indomani.
Al
massimo lei avrebbe condiviso il suo con Bill.
Bill
Cates. Il suo gatto.
Patetica.
Ronda
sembrò notare il suo nervosismo, così con agilità – per quanto il suo
corpo
massiccio le consentisse – appoggiò una gamba sulla sua scrivania e
attirò
l’attenzione di Fel.
«Come
mai siamo di umore nero stamattina? Il tuo boyfriend si è dimenticato
della
festa più bella dell’anno?» cinguettò allegra.
Per
quanto ne sapeva, la sua collega era una di quelle donne che non
riuscivano a
rimanere single per principio. Era come se avesse necessità di essere
accoppiata, perciò ricorreva ad appuntamenti al buio, chat di incontri
ed altri
riprovevoli mezzi di accalappiamento.
«Non
ho un fidanzato,» ammise mogia.
Ronda
annuì, come a compatirla. «Capisco,» rispose. «Beh, se vuoi posso
parlare con
Braian del Telemarketing.»
«È
Brian,» la corresse stizzita Felicity, visto che Ronda sembrava fare di
tutto
per peggiorare il suo malumore.
L’altra
le fece l’occhiolino. «Allora lo ricordi bene il suo nome,» ridacchiò.
Felicity
roteò gli occhi al cielo, sbuffando. Ignorò palesemente la sua collega
che
sembrava fare di tutto per farla innervosire. Proprio oggi. Proprio in
quel
malefico giorno.
Ronda
si accucciò d’improvviso, notando il pacchettino di cioccolatini che
era andato
a far compagnia alla carta straccia. Lo raccolse incuriosita.
«Ti
è caduto questo,» le disse, porgendole la scatolina.
Felicity
nemmeno lo guardò. «Non lo voglio, prendilo tu,» le disse.
La
dipendenza di Ronda dal cioccolato era una patologia che Felicity aveva
tentato
più volte di portare all’attenzione della collega, evidentemente senza
speranza. I dolci sembravano calmarla, soprattutto durante le sue crisi
sentimentali, ma Fel aveva più volte tentato di ingozzarsi, col
risultato di
svegliarsi l’indomani con un enorme brufolo sulla fronte.
Una
volta Bill le aveva soffiato contro.
Ronda
spalancò gli occhi. «Davvero posso? I cioccolatini che ci danno qui in
ufficio
sono i più buoni del mondo, una cosa spettacolare!» trillò estasiata,
cominciando a scartare il pacchettino.
Felicity
aprì il programma su cui stava lavorando per la Queen Consolidated e
ignorò le
assordanti chiacchiere della donna accanto a lei.
«Ehi
ma… qui sotto c’è qualcosa,» disse d’improvviso, facendola voltare.
Vide
Ronda spostare alcuni dei cioccolatini per tirare fuori una specie di
cartolina
incastrata sotto, sul cui retro vi era impresso un messaggio.
Felicity,
fulminea, gliela strappò dalle mani con il cuore che le martellava nel
petto.
Ronda la fissava sempre più sospettosa.
Sorrise.
«È di Brian,» mentì, pur di togliersela di torno. «È privato…»
aggiunse,
costringendo la collega a lasciarla da sola senza però vederle
comparire in
volto un sorriso da “te l’avevo detto io”.
Rimasta
sola con il bigliettino, Felicity finalmente poté esaminarlo meglio.
Sul
fronte c’era solamente disegnata una freccia piuttosto stilizzata con
scritto Per la signorina Felicity Smoak.
Lo
voltò e dietro, con una calligrafia ordinata e formale, c’erano i
ringraziamenti di Oliver.
Oliver
Queen. Oliver-l’incappucciato-Queen. L’uomo – il
suo capo – a cui lei aveva salvato la vita giusto il giorno
prima.
Cara
Felicity,
Ho
inserito questo bigliettino
per ringraziarti di quello che hai fatto. Credo che non siano
sufficienti
queste mie parole, visto il modo in cui ti ho sfruttato e mentito in
questi
mesi, prima che tu scoprissi tutto.
In
fondo dovevo aspettarmelo,
visto che sei notevole.
Perciò,
dato che sono più un uomo
abituato ai fatti piuttosto che alle parole – non c’è nulla di
sottinteso –
vorrei formalmente invitarti a cena fuori. Stasera.
Questo
nel caso in cui tu fossi
libera... e disponibile.
Sai
dove trovarmi. Mi ci hai
accompagnato già una volta.
Oliver.
Felicity
si rigirò il fogliettino di carta tra le mani con nervosismo. Fissò il
calendario con il grosso cerchio rosso attorno al giorno 14, a cui
aveva
inviato le peggiori maledizioni durante tutta la sua adolescenza.
Si
avvicinò con il bianchetto e rimosse lentamente tutto il colore del
pennarello.
Il
risultato fu un vero pastrocchio, ma almeno adesso quella casella non
risultava
più tanto minacciosa come lo era all’inizio.
Felicity
sorrise e disegnò qualcosa vicino a quel numero.
Una
piccola freccia stilizzata come quella che aveva ricevuto sul davanti
del bigliettino
nascosto da Oliver.
The end.
Buon
San Valentino a tutti!
Premettendo che oggi mi sento un po' come Felicity (ps. ho visto già
l'ep 14 e sono in via di fanghérlamento, lassateme sta'), mi nascondo
dietro al fatto che oggi è la festa degli "Innamorati" e non dei fidanzati - ciò
dietro cui si nascondono le sfigate single like me.
Dunque, proseguendo con il commento, diciamo che la OS non contiene
spoiler visto che l'ho scritta prima ancora di vedere la puntata ma
secondo me potrebbe essersi svolta così, chissà :3
Lo spero proprio, poi ho visto pure il promo della 15 e sto saltellando
da giorni visto che Felicity è diventata ufficialmente "regular" della
seconda stagione di Arrow. #happy Considerato che era partita come
comparsa.. TI AMO FEL!
Detto ciò, mi rimetto ai vostri giudizi :3
Kisses, Marty.
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