Make me laugh
Hermione Granger uscì dalla sala comune di Grifondoro senza curarsi di
rispondere al saluto che la Signora Grassa le rivolse. Ignorando i borbottii
del dipinto, che continuò a blaterare qualcosa sulla maleducazione dei giovani,
la ragazza si allontanò a grandi passi, intenzionata a mettere la maggior
distanza possibile tra sé e quell’idiota troglodita che era Ronald Weasley.
Non aveva una meta precisa, ma dopo pochi minuti di rese conto di
trovarsi davanti alla biblioteca. Quella era la sua isola felice: probabilmente
la forza dell’abitudine l’aveva condotta lì dove si recava ogni volta che aveva
bisogno di estraniarsi dal mondo, ma a quell’ora non era accessibile.
Sbuffò e si voltò, ma non appena l’ebbe fatto sobbalzò trovandosi di
fronte un ragazzo dai capelli rossi che la osservava con un sorriso.
-Fred, mi hai spaventata!- lo rimproverò, dopodiché lo squadrò sospettosa
–Stai combinando qualche scherzo? Dov’è George?-
-In caso tu non l’avessi notato, Granger, non siamo gemelli siamesi.
Possiamo separarci, se vogliamo.- le fece notare –Ma comunque sei perdonata,
dato che mi hai riconosciuto subito. Come hai fatto?-
-Non so, vi riconosco e basta.- tagliò corto Hermione –Quindi, non stai
combinando una delle tue solite pazzie?-
-Assolutamente no.- assicurò il gemello –In realtà ti stavo cercando.-
Il cipiglio di Hermione si fece ancor più marcato –Cercavi me?-
-Precisamente.-
-E come sapevi dove trovarmi?- indagò immediatamente.
-La Mappa del Malandrino.- spiegò Fred alzando gli occhi al cielo –Ora,
qual è il piano? Scassiniamo la porta della biblioteca?-
-Certo che no! Non avevo considerato che sarebbe stata chiusa, avevo
solo… bisogno di pensare.-
-E di stare lontana da quell’idiota che dicono sia mio fratello.-
Hermione arrossì, distogliendo lo sguardo –Sì, esatto. Avanti, ora puoi
prendermi in giro. Scommetto che hai pronte almeno una cinquantina di battute.-
-Indovinato.- confermò lui –Ma nessuna è per te, quindi aspetterò di
poterle usare contro Ron. Non sono venuto a prenderti in giro, Granger, puoi
abbassare la guardia.-
-Davvero?-
Fred annuì con solennità –lo giuro sulla mia scopa, e visto che non ho i
soldi per comprarne un’altra direi che puoi fidarti.-
Hermione si morse il labbro, poi decide di credergli –Va bene, diciamo
che mi hai convinta. Allora perché sei qui?-
-Per provare al mondo, o almeno alla scuola, che non tutti i membri della
famiglia Weasley sono dei troll cerebrolesi.- spiegò il rosso –Preferisco
lasciare a Ron questo ruolo, visto che lo porta avanti piuttosto bene.-
Suo malgrado, Hermione ridacchiò –E qual è il tuo piano?-
-Chiederti di venire al Ballo del Ceppo con me.-
Hermione sobbalzò, sbarrando gli occhi mentre la proposta decisamente
sorprendente di Fred si depositava nella sua mente –Cosa?-
-Ginny mi ha detto che non hai ancora un
cavaliere. Quindi, vuoi venire con me al Ballo?- ripeté –Sappi che non sono
abituato a ricevere un no come risposta.-
-Ma… ma io…- Hermione scosse il capo, cercando di cercando di
riprendersi. Finalmente, dopo qualche istante, riuscì a formulare una risposta
adeguata –Hai invitato Angelina meno di mezz’ora fa.- gli fece notare,
preferendo aggrapparsi a questo invece che a domande più profonde come “Perché
il cuore ti batte così forte?” o “Perché riesci a immaginarti tra le sue
braccia come se fosse la cosa più normale del mondo?”
Fred si strinse nelle spalle con noncuranza –Angelina non distingue me e
George. Scommetto che non ha idea di chi dei due l’ha invitata e anche George
voleva invitarla da un sacco di tempo. Sarà contento di fingere di averlo fatto.-
disse, liquidando rapidamente il problema –Altre obiezioni?-
-I… io non…-
-Benissimo. Allora ci troviamo in sala comune un quarto d’ora prima
dell’inizio, va bene?- Hermione cercò di dire qualcosa, ma non le uscì altro
che un leggero mormorio che fece sorridere il ragazzo –Se avessi saputo che
bastava questo a farti stare zitta l’avrei fatto molto prima. Ora dovresti
andare in dormitorio: non si gira per i corridoi a quest’ora.- concluse,
facendole l’occhiolino e scomparendo nei corridoi bui.
La giovane rimase per un momento immobile, senza capire se davvero era
successo quello che pensava o se l’aveva solo immaginato, poi si riscosse e
corse verso la Torre di Grifondoro, cercando di gestire l’emozione che le
pervadeva la mente mescolandosi con l’ansia.
***
Tre giorni dopo Hermione era in biblioteca,
completamente immersa in un manuale di creature magiche: Harry sembrava non
preoccuparsi della seconda prova, ma lei aveva deciso di iniziare da sola a
cercare di capire l’indizio dell’uovo. Quella notte le era venuto in mente che,
forse, quello poteva essere il modello dell’uovo di qualche animale che non
conosceva, così stava cercando informazioni sui vari ovipari esistenti nel
mondo magico.
Non aveva parlato a nessuno dell’invito di Fred al
Ballo, nemmeno al diretto interessato, che a sua volta sembrava non averne
parlato a nessuno, tranne probabilmente a George: se doveva portare al ballo
Angelina, sicuramente il fratello doveva averlo avvertito.
Tuttavia, anche se non ne aveva parlato, ci aveva
pensato spesso. Ogni volta che si era trovata nella stessa stanza con Fred si
era scoperta distratta, incapace di concentrarsi, e così la sua mente aveva
iniziato a vagare. Era arrivata alla conclusione che dopotutto non le
dispiaceva andare al Ballo con Fred: la prospettiva di passare la serata con
lui la faceva sentire bene, anche se non riusciva a spiegarsene il motivo. Non
avevano mai avuto un vero e proprio rapporto, ma in qualche modo poteva dire di
essere sua amica. Avevano condiviso liti e momenti divertenti, come alla Coppa
del Mondo, nonché istanti di paura, al campeggio. Avevano passato molto tempo
insieme e gli era affezionata: si sentiva tranquilla in sua compagnia, quando
lui e suo fratello non la innervosivano esagerando con i loro scherzi, ma
ultimamente ogni volta che si trovavano vicini sentiva una piacevole tensione
all’altezza del ventre.
-Io chiede scusa.-
Hermione, strappata ai suoi pensieri, sobbalzò mentre
alzava lo sguardo dalle pagine del libro. Immediatamente si accigliò,
trovandosi di fronte Viktor Krum.
Aveva già notato che era in biblioteca, stranamente
senza il solito fan club urlante, ma non riusciva ad immaginare perché aveva
deciso di rivolgerle la parola –Ehm… ciao.- salutò con un sorriso, nonostante
lo stupore –Hai bisogno?-
-Io volefa chiedere te… Come dirsi in fostra lingua… io volefa invitare
te. Al Ballo.-
Per la seconda volta in una settimana Hermione rimase
senza parole. Il suo cuore non fece la stessa giravolta che aveva fatto quando
Fred le aveva rivolto quella domanda, ma si sentì lo stesso molto lusingata.
Dopotutto era Viktor Krum, il famoso giocatore di Quidditch e campione del
Tremaghi.
-Oh, io… mi dispiace, ho… insomma, sono…-
-Io capisce, certo.- la interruppe Krum, visibilmente
deluso –Tu va con tuo amico Potter.-
-No, no. Non con Harry, ma… beh, qualcuno mi ha già
invitata. Mi dispiace, davvero.-
-No è problema.- la rassicurò lui –Forse dopo noi va
insieme fuori? A Hogsmeade, quando tu fuole?-
-Certo. Volentieri.- sorrise Hermione.
-Bene. Tu ricordare, sì?-
-Certo, me lo ricorderò. Promesso.-
-Bene. Tu ha buona giornata.-
-Grazie, anche tu.- lo salutò Hermione. Il bulgaro
uscì dalla biblioteca e quando la ragazza alzò il viso notò che diversi occhi
erano puntati su di lei. Le quattro persone presenti in biblioteca avevano
sentito la conversazione e ora la squadravano con attenzione, incredibilmente
incuriosite.
Mentre sentiva il viso andare a fuoco Hermione balzò
in piedi e, dimenticando di mettere a posto il libro, uscì dalla biblioteca.
Tuttavia, se aveva sperato che così si sarebbe
lasciata indietro l’imbarazzo di essere al centro dell’attenzione, scoprì che
non sarebbe stato così semplice. Era seduta i davanti al fuoco della sala
comune con Harry e Ron, che ancora blateravano della necessità di trovarsi una
ragazza per il ballo mentre il rosso continuava a lanciarle domande a trabocchetto
sperando di scoprire chi l’aveva invitata. Ogni volta che lo faceva Fred, che
stava lavorando a qualcosa insieme a George a poca distanza dal trio, lanciava
alla Grifondoro un’occhiata complice che per qualche strano motivo le faceva
accelerare il battito cardiaco.
Erano ancora immersi nel discorso quando, dal nulla,
Lavanda e Calì spuntarono al loro fianco, ridacchiando e dandosi di gomito con
gli occhi fissi su Hermione.
-Chiediglielo tu, dai.- bisbigliò Calì, e un istante
dopo Lavanda aveva fatto un passo avanti e si era rivolta alla compagna
–Hermione?-
-Sì?- domandò lei, un po’ sulla difensiva. Non le era
mai piaciuta molto Lavanda, la trovava non solo superficiale ma anche
fastidiosa, con quella voce stridula che sparava pettegolezzi alla velocità
della luce.
-Beh, a cena eravamo con Padma… sai la gemella di
Calì, e… beh…- esitò e l’amica le diede una spintarella, come a suggerirle di
continuare –Insomma, lei è molto amica di Hannah Abbott, di Tassorosso, sai.-
Hermione annuì, chiedendosi dove volessero andare a
parare. Lo capì anche troppo presto.
-Insomma, Hannah era in biblioteca con Ernie, questo
pomeriggio. E Padma ci ha detto che Hannah le ha raccontato che c’eri anche
tu.-
-Hermione è sempre in biblioteca, che problema c’è?-
intervenne Ron, scocciato: man mano che il Ballo si avvicinava, la prospettiva
di essere senza ragazza lo innervosiva sempre di più.
-Infatti non era questa la cosa interessante.-
ribatté Lavanda lanciandogli un’occhiataccia prima di tornare a rivolgersi a
Hermione –Insomma… è vero che Viktor Krum ti ha invitata al Ballo del Ceppo?-
Hermione cercò di limitarsi a guardare Lavanda, ma
percepì con chiarezza un’enorme quantità di sguardi rivolgersi verso di lei,
indagatori.
-Cosa?- esclamò Ron, quasi rovesciando la boccetta
d’inchiostro sul tema di Pozioni di Harry –Krum? Non avrai accettato! Hermione,
se ti ha invitata… vuole solo… ti sta sfruttando… ed è troppo vecchio per te!-
Hermione si voltò verso di lui, pronta a zittirlo, ma
nel farlo incontrò due occhi penetranti che la osservavano con attenzione. Si
morse il labbro e, prima di rendersene conto, si trovò a chiarire –Sì, mi ha
invitata, ma ho rifiutato. Ho già un accompagnatore Ron, te l’ho detto.-
-Davvero?- sbarrò gli occhi Calì –Chi? Dev’essere un
figo, per rifiutare Viktor Krum!-
Hermione fu certa di aver visto Fred esibirsi in un
sorriso soddisfatto, ma non riuscì a vedere altro dato che il ragazzo si era
voltato e aveva ripreso a parlare con George e Lee.
-Non ho intenzione di dirvelo.- sbuffò Hermione,
alzandosi con decisione –Ora vado a dormire, sono stanca. A domani!-
-Eddai, Hermione, diccelo! Cosa ti costa?- le urlò
dietro Ron, ma lei finse di non sentire e continuò a camminare verso il
dormitorio delle ragazze.
***
Il giorno del ballo del Ceppo arrivò in un istante ed
Hermione scese dal dormitorio presto, lasciandosi alle spalle le compagne che
già parlavano di vestiti e acconciature. Nonostante non fosse da lei
preoccuparsi di quel genere di cose, man mano che il momento si avvicinava
iniziava a innervosirsi. Angelina era sempre bellissima, come sarebbe stata
vestita da sera? E se Fred, vedendola accanto a lei, si fosse pentito della sua
scelta?
La giornata passò rapidamente, fin troppo, e tre ore
prima del ballo abbandonò la battaglia a palle di neve che si era scatenata in
cortile per ritirarsi con Ginny nella Torre di
Grifondoro, dove si sarebbero preparate insieme.
Due ore dopo i capelli di Hermione erano
perfettamente lisci e le due ragazze iniziarono a dedicarsi al trucco,
sapientemente guidate da Lavanda e Calì, che avrebbero passato la serata
rispettivamente con Seamus e Harry. Ron alla fine aveva guadagnato la compagnia
di Padma, la gemella di Calì. Hermione seguì le istruzioni delle due compagne,
diminuendo drasticamente le dosi di ogni prodotto, e alla fine poté dirsi
soddisfatta del risultato, anche se rifiutò di usare uno strano oggetto
minaccioso che chiamavano piegaciglia.
-Io devo andare.- annunciò Calì: era molto carina,
nel suo sari dorato, con i lunghi capelli lucenti sciolti sulle spalle –I
campioni devono trovarsi prima e dobbiamo anche presentare mia sorella a Ron.-
-Ti accompagno.- annunciò Lavanda, con uno
svolazzante abito rosa shocking -Ginny, finisci tu
con i capelli di Hermione?-
-Certo.- annuì la rossa, e con leggeri colpi di
bacchetta iniziò ad acconciare i capelli dell’amica in leggeri boccoli ben
definiti per poi appuntarli sulla nuca con un fermaglio delicato –Stai
benissimo, Hermione. Mio fratello non riuscirà a toglierti gli occhi di dosso.-
-Come sai che vado con tuo fratello?- sbarrò gli
occhi la ragazza, e nello specchio vide l’amica guardarla sbalordita.
-Co… vai con… ma non va con Padma Patil?-
-Io… Ron va con… oh, intendevi Ron?-
-Ovvio! Ma tu hai detto… non mi dire, George?-
-No, Fred.- ammise Hermione, abbassando lo sguardo e
arrossendo visibilmente.
-Ma… e Angelina?-
Rapidamente, Hermione le raccontò l’intera storia,
omettendo sui pensieri stravaganti che l’avevano attraversata negli ultimi
giorni. Quando terminò, Ginny era decisamente
entusiasta –Lo sapevo che non potevo essere l’unica intelligente in famiglia,
lo sapevo! Sono contenta che tu vada con lui, ti divertirai.-
-Spero che non se ne penta. Insomma, Angelina è
proprio… e io… insomma, io no.-
-Tu sì,
invece.- ribatté la rossa –Guardati allo specchio, sei bellissima! Avanti,
vestiamoci, quando ci ricapiterà una serata così?-
Mezz’ora dopo, le due ragazze scesero nella sala
comune semivuota. Neville si avvicinò a loro ed Hermione lo salutò con un
sorriso mentre lui si complimentava con entrambe, e mentre si allontanava con Ginny lo sguardo della riccia Grifondoro vagò tra i pochi
studenti rimasti.
Individuò subito il suo cavaliere, accanto al fuoco.
Non riuscì ad evitare di pensare quanto fosse attraente, con il completo da
sera indossato malamente, in quel suo modo strano che avrebbe fatto sembrare
chiunque altro un barbone ma che rendeva lui assolutamente affascinante. Immediatamente
notò che non era solo: con lui c’erano George a Angelina e la ragazza, così
simile a una dea nel suo abito argentato che contrastava con la pelle scura,
stava ridendo a una battuta di Fred. Hermione avvertì una punta di fastidio
quando la giocatrice di Quidditch si appoggiò con familiarità al braccio di
Fred, e stava già per battere in ritirata quando il ragazzo si voltò verso di
lei notando finalmente il suo arrivo.
Il sorriso del rosso vacillò per un istante mentre la
studiava con lo sguardo e Hermione si morse il labbro, decisamente nervosa. Si
sentiva incredibilmente sciocca e insignificante, al confronto con Angelina
doveva sembrare una bambina tirata a lucido e vestita con gli abiti della
sorella maggiore. Un attimo dopo il viso di Fred fu nuovamente illuminato dal
suo abituale sorriso entusiasta e il ragazzo disse qualcosa ai due compagni.
George sorrise, lanciandole un’occhiata, ed Angelina rivolse uno sguardo
sbalordito a Fred per poi dirgli qualcosa.
Fred si strinse nelle spalle e, salutando i due, si
avvicinò ad Hermione –Eccoti.-
-Già.- mormorò lei, esitante, abbassando lo sguardo e
perdendosi per un istante ad osservare le pieghe della leggera gonna blu
pervinca. Inspirò profondamente e, alzando il viso con espressione orgogliosa,
disse –Fred, senti, se mi hai invitato per… una specie di scherzo, sappi che…-
-Se fosse andata così.- la interruppe Fred, senza
scomporsi –In questo esatto momento annullerei tutto.-
La ragazza si accigliò, sorpresa come sempre dalla
sua risposta –Perché?-
-Perché sei bellissima.- rispose lui con una
semplicità così disarmante che Hermione non riuscì a dire altro, limitandosi a
cullarsi nel piacevole calore che le aveva imporporato le guance –Ad ogni modo,
nessuno scherzo. E se lo stai pensando no, non ho perso una scommessa. Volevo
invitarti, l’ho fatto e tu hai accettato. Dandomi anche qualcosa di cui
vantarmi per il resto della vita, visto che per me hai rifiutato Viktor Krum.
Credo che potrei scrivere a Rita Skeeter, sarebbe un
articolo interessante: campione di Quidditch scaricato per il bellissimo,
affascinante…-
-Oh, smettila.- lo interruppe Hermione, alzando gli
occhi al cielo –Sei così egocentrico!-
Fred ghignò –Ora ti riconosco. Preferisco la tua
versione combattiva, è molto più divertente. Ora, vogliamo andare? Non vorrei
perdermi il grande ballo di Harry.-
-Se lo prendi in giro, ti affatturo.- minacciò lei,
ma sul suo viso aleggiava un sorrisetto divertito –Comunque, possiamo andare.-
-Bene. Vuole concedermi l’onore?- propose
pomposamente, porgendole il braccio. Hermione sorrise, divertita, e poggiò una
mano sul braccio del ragazzo per poi uscire con lui dalla sala comune, diretti
alla festa.
***
L’atrio era pieno di ragazzi, coppie di case diverse
che si incontravano e studenti che chiacchieravano tra loro. Fred era
perfettamente a suo agio e rispondeva con cenni spensierati ai saluti che
diversi ragazzi gli rivolgevano, ma Hermione non riusciva ad ignorare le
occhiate stupite che molti lanciavano alla stravagante coppia che formavano.
-Oh mio Dio!- esclamò Lavanda, quasi trascinando
Seamus davanti a loro –Questo non l’avrei mai immaginato! Fred, credevamo
saresti venuto con Alicia… o Katie… certo non con… beh, allora è per lui che
hai rifiutato Krum?-
-Scusa, Lavanda, credo che ci stiano chiamando, ci
vediamo dopo eh?- sorrise freddamente Hermione, trascinando via Fred.
-Cos’è questa fretta, Granger? A me fa piacere sentir
parlare di come hai rifiutato Krum. In particolare di come l’hai rifiutato per me. Anzi, direi che potremmo parlarne a
lungo, e…-
-Credo che il tuo ego non abbia bisogno di ulteriori
conferme. Potrei raccontarti del momento in cui ho pensato di darti buca per
lui, piuttosto.-
Fred scoppiò a ridere, facendola roteare su sé stessa
per guardarla in volto –Hermione Granger, sono… estasiato!- esclamò con
ammirazione –Queste risposte avrebbero potuto distruggermi, se avessi dentro di
me un minimo di insicurezza.-
Hermione, inaspettatamente, arrossì per il piacere
davanti a quel complimento inaspettato e decisamente stravagante.
-Hermione!- esclamò una voce familiare alle spalle
della ragazza. Voltandosi, si trovò di fronte un Ron infilato in un vestito da
cerimonia decisamente ridicolo, pieno di pizzi dall’aria antica, per non dire
vecchia. Alle sue spalle, a qualche passo di distanza, Padma osservava il suo
accompagnatore con poca soddisfazione. Ron, dal canto suo, guardò l’amica con
aria dispiaciuta –Ma sei qui da sola? Mi dispiace, avresti… insomma, io ero
serio quando ti ho invitata. Forse non…-
Hermione aprì la bocca per ribattere, ma prima che
potesse dire qualcosa avvertì un braccio avvolgerle le spalle lasciate scoperte
dall’abito e un calore piacevole la invase.
-Fratellino, che idiozie vai blaterando?- domandò
Fred –Hermione ha il cavaliere migliore della scuola.-
-Co… come?- si accigliò Ron, gli occhi fissi sul
braccio del fratello –Chi?-
-Sei più lento del solito, Ronnie. Il sottoscritto, chi altri?-
-Ma… ma… Angelina… ti ho visto invitarla!-
-Quello era George.- ribatté con prontezza Fred –Io
sono più che soddisfatto della mia scelta. Ora dovresti tornare dalla tua
ragazza, Ron, e lasciarmi in pace con la mia.-
concluse, e stavolta fu lui a trascinarsi dietro la ragazza lasciando indietro
il fratello minore boccheggiante e sconvolto.
***
Tutti dicevano che Fred era un ragazzo divertente, ma
solo quella sera Hermione poté apprezzare appieno la veridicità di quelle
parole. Fred era un vulcano, sembrava che non fosse mai stanco, aveva sempre
qualcosa da dire e, con gran sorpresa della ragazza, era sempre qualcosa di
interessante. Non parlava a vanvera, le sue battute erano divertenti perché
colpivano sempre nel segno ed erano perfettamente pertinenti, cosa che Hermione
iniziò presto ad ammirare. Era facile far ridere le persone, ma non era facile
farlo con intelligenza: Fred Weasley aveva quel dono e quella sera lo dedicò
totalmente alla sua compagna.
Ballarono molto, fino a tardi, e solo dopo diverse
ore Hermione iniziò ad avvertire la necessità di sedersi: l’inarrestabile
energia di Fred aveva contagiato anche lei, facendole dimenticare di non essere
abituata a portare i tacchi finché i piedi non avevano iniziato a farle
davvero, davvero male.
-Fred?- lo chiamò, mentre lui le faceva terminare una
piroetta –E se bevessimo qualcosa?-
-Piedi doloranti?- domandò lui con un sorrisetto, poi
annuì –Ti vado a prendere da bere. Ci troviamo al tavolo della statua di
ghiaccio.-
-Grazie! Ti aspetto lì allora.- Hermione fece per
allontanarsi verso la direzione indicata, ma si sentì afferrare per il polso e
si voltò verso Fred, interrogativa.
-Se per caso Krum ti si avvicina, nessuno gli toglie
un bel Gambemolli. Quindi, se non vuoi che l’intera
tifoseria bulgara ti prenda in odio…- le strizzò l’occhio, lasciando in sospeso
la frase, e si allontanò verso il tavolo delle bibite.
Hermione restò ad osservarlo, ignara dello stupido
sorriso che quelle parole le avevano fatto nascere sul viso. Si sentiva strana,
in modo decisamente piacevole: aveva smesso di arrossire ogni volta che,
ballando, si sfioravano, ma ogni volta che accadeva un brivido lieve le
scuoteva le ossa, riscaldandola.
Ruotò su sé stessa e si diresse verso il tavolo
indicato: lì, sotto la grande statua di ghiaccio a forma di fenice che spiccava
il volo, individuò Ron e Harry, stranamente soli.
Ancora sorridente si avvicinò e, sedendosi accanto a
Ron, salutò i due –Che serata, vero? La Sala Grande non è mai stata così
bella.-
-Senza dubbio.- sbottò Ron in tono pungente –Dove hai
lasciato mio fratello, si è già stufato?-
-Sta prendendo da bere.- spiegò Hermione, senza
rendersi conto dell’intonazione della voce dell’amico –Calì e Padma dove…-
-E dire che sei la più intelligente del nostro anno!-
sibilò il rosso –Come fai a non capire che ti sta solo usando?-
Hermione rimase per un attimo in silenzio, incredula
–Usando? Stai parlando di Fred?-
-Di chi altri!-
-E per cosa mi starebbe usando, secondo te?- domandò
la ragazza in tono pericoloso, avvertendo Ron di fare attenzione a ciò che
stava per dire. Evidentemente, lui non colse il sottotesto
–Non è ovvio? Cerca un modo per avere un po’ di gloria da quando non ha potuto
partecipare al Tremaghi. Tutti sanno che Krum ti aveva invitato e ora tutti
sapranno che hai rifiutato un campione per Fred, ha solo visto la possibilità
di mettersi sotto i riflettori!-
-Che sciocchezza!- ribatté la giovane, furente –Fred
mi ha invitata prima che lo facesse Krum!-
L’amico emise un verso di incredulità –Aveva sentito
in giro che Krum pensava di invitarti, ovvio. Andiamo, perché avrebbe dato buca
ad Angelina, altrimenti? Voglio dire, l’hai vista?-
Questa volta Ron aveva toccato un nervo scoperto ed
Hermione avvertì sul petto tutta la violenza di quel colpo basso. Sentì Harry
cercare di intervenire, ma non lo ascoltò e balzò in piedi, decisa a non dare a
Ron la soddisfazione di vedere le lacrime che le imperlavano gli occhi –Ci
vediamo dopo.- esalò, e si affrettò verso l’uscita della Sala.
Pochi istanti dopo, chissà come, era in cortile.
L’aria fredda di dicembre la colpì violentemente, sferzandole il viso e
congelandole le lacrime che le imperlavano le guance. Tuttavia non tornò
indietro, si era sentita soffocare dentro al castello e lì fuori riusciva a
respirare molto meglio.
Scese le scale e si incamminò tra gli alberi,
decorati da decine di fate che svolazzavano tra le fronde giocando con la neve.
Espirò lentamente, cercando di calmarsi, ma prima che
riuscisse a farlo sentì dei passi alle sue spalle. Mentre si voltava una giacca
scura ricadde sulle sue spalle e lei si trovò di fronde Fred –Fa freddo, rischi
di prenderti l’influenza. Non vorrai rischiare di perderti l’inizio delle
lezioni chiusa in infermeria? Non sopravvivresti allo shock.-
Suo malgrado, tra i singhiozzi, Hermione rise –Già,
non è il caso. Grazie per la giacca.- concordò.
-Allora, cos’è successo? Immagino che c’entri il mio
fratellino.-
Hermione espirò lentamente –Come lo sai?-
-Abbastanza facile da intuire.- commentò Fred,
stringendosi nelle spalle –Quando sei sconvolta, è praticamente sempre colpa
sua. Cosa ti ha detto?-
Abbassando lo sguardo, Hermione riferì le parole
dell’amico –Che mi hai invitato perché tutti sapessero che avevo rifiutato Krum
per te.-
Vide il ragazzo alzare gli occhi al cielo –Poteva
almeno sforzarsi di inventare qualcosa di meglio. Non ho certo bisogno della
gloria riflessa del pupillo di Karkaroff, sono abbastanza figo da poterne fare
a meno.-
Di nuovo, la ragazza non riuscì a trattenere una
risata tremula –Che idiota. Sei sempre stato così vanesio?-
-Sì, è una delle mie molte qualità.- annuì lui
–Senti, non dargli retta. Ti ho invitata perché volevo farlo, quando la
smetterai di pensare a queste sciocchezze?-
-Ma, Fred.- la ragazza si fermò, guardandolo negli
occhi –Parliamo seriamente. Potresti essere in Sala Grande a ridere e
divertirti con Angelina, che è una grande giocatrice di Quidditch e… beh, è bellissima.
Perché dovresti preferire stare qui a consolare la secchiona della scuola?-
Fred si fermò a osservarla, le mani in tasca e un
vago sorriso sul volto, riflettendo –Sai, in effetti non lo so.- ammise –Ma
devo dire che, per qualche motivo, sono contento di essere qui. Questa sera ho
scoperto che non sei poi così rompipalle quando ti rilassi.-
-Grazie. Insomma, non sono certa che sia un
complimento ma grazie.- disse lei, sincera –Anche per essere qui. Anche se mi
hai invitata non eri obbligato a seguirmi.-
Fred le rivolse un sorriso diverso dal solito: era
appena accennato, quasi privo di allegria –Hermione… ti piace mio fratello?
Ron?-
La ragazza si morse il labbro, appoggiandosi alle
mura fredde del castello. Quella domanda così diretta era molto nello stile di
Fred, ma non se l’era aspettata. Eppure, in qualche modo, la aiutò a trovare
una risposta inaspettata –No. Credevo di sì.- chiarì davanti allo sguardo
scettico del rosso –Ne ero convinta… ma ogni volta che c’è la possibilità di
andare oltre l’amicizia, mi ritrovo a piangere. Non sono un’esperta, ma non credo
che dovrebbe andare così.-
-No, infatti.- confermò Fred, facendo un passo verso
di lei mentre il suo sorriso si allargava –L’amore dovrebbe farti star bene...
quando sei innamorata, dovresti sorridere sempre.-
La sua voce era delicata, una suadente carezza, ed
Hermione avvertì un brivido lungo la spina dorsale quando si appoggiò al muro
dietro di lei, facendosi più vicino.
-Fred? Cosa…-
-Non sono esattamente il ragazzo che immaginavi, eh?
Beh, nemmeno tu lo sei. Insomma, scommetto quello che vuoi che l’anno prossimo
diventerai prefetto.- disse, quasi
rabbrividendo –Ma sei anche forte. Bella. Coraggiosa. Intelligente.- Hermione
vide il suo sorriso ancora più vicino. Le mani le tremarono, ma decise di non
riflettere: seguì il suo istinto e poggiò i palmi sul petto d Fred e fremette
quando lui le fece scorrere la mano sul fianco, attirandola a sé.
-Es… esattamente cosa stai…- mormorò la ragazza, ma
non riuscì a terminare la domanda prima che le labbra di lui sfiorassero le
sue. Sentì il mondo rovesciarsi, l’aria scaldarsi e i fuochi d’artificio
esploderle nel petto, avvolgendole il cuore.
Si strinse a lui, rispondendo a quel bacio intenso
che non aveva mai creduto di desiderare, e capì cosa intendeva Fred. Amava
ridere, amava divertirsi, amava non pensare… amava Fred, inaspettatamente, ma
in modo incredibilmente intenso, e non le importava quanto erano diversi.
Quello che contava era il suo sorriso di cui, capì in
quel momento, non avrebbe mai più potuto fare a meno.
__________L’angolo di Jane
Oooook. Erano secoli
che non scrivevo di Harry Potter, ma eccomi qui: per anni sono stata totalmente
per la Ron/Hermione, ma ora ho scoperto la Fremione e
non ho potuto fare a meno di scrivere di loro *-* sono così perfetti!!
Bbbbbeh, spero
vogliate lasciarmi un commentino J un bacio a tutti!!
Jane