Rieccomi gente!!^o^
Avete visto House ieri sera!? Credo che sia stata la puntata più bella che io abbia mai visto… *_*… Comunque!Cambiando discorso,…
come promesso eccovi il settimo ed ultimo capitolo! Anche se come sempre con un ‘tantino’ di ritardo… sorry!
Spero che
possa piacervi e mi auguro di non deludere nessuno di voi. Per quel che mi riguarda ne sono abbastanza
soddisfatta, quindi spero veramente che possa imprimersi in voi come il ‘finale di una bella storia.’
Inoltre non escludo una
realizzazione futura di una one-shot per delucidare un
po quel che è stato il passato dei protagonisti… visto che l’ho lasciato un po
sospeso nel tempo.
In conclusione,non mi resta che ringraziare voi tutti per il vostro
appoggio.E naturalmente un grazie va anche a coloro che avranno la
pazienza di leggere e recensire questo cap!
Ps: la canzone è Strangers Like
Me – Tartan,Walt Disney
Buona lettura!
Miky91
Meravigliosa Follia
Gregory House sorrise al miliardario,comprendendo
le sue vere intenzioni.
Sapeva benissimo che quella era una sfida.
Ormai non si trattava più di un semplice discorso per lui.
Adesso,era una questione di
orgoglio.
Capitolo VII: Wish of my heart
Vogler adesso sfoderava un sorriso trionfante,mentre gli occhi dei presenti erano tutto sul diagnosta,in
attesa di una risposta.
Cuddy lo fissava preoccupata,..
cosa avrebbe fatto!?
Ma prima che quella situazione si prolungasse,Weber si alzò in piedi. “Signori! Anche
a me avrebbe fatto molto piacere un intervento da
parte del dr. Gregory House.” Iniziò,attirandosi uno
sguardo di rimprovero da parte di Cuddy. “Magari avrebbe potuto esporci uno dei
tanti casi che ha risolto,casi molto complessi. Ma
come molti sappiamo, Vogler, la cardiochirurgia non è il campo del dr. House.
Lui si occupa più che altro della diagnostica.”
Ma nemmeno tempo che il giovane medico concludesse
la frase che House si era avvicinato a Vogler.
Non era agitato,ne imbarazzato. Era
tranquillo.
Fece un ennesimo sorriso, e limitandosi a muovere le labbra
si rivolse al miliardario. “Sfida accettata.”
L’uomo,dal suo canto,rimase un po’
perplesso ma poi non potè fare a meno di annuire sorridente e di lasciare che
House prendesse il suo posto,sotto lo sguardo incuriosito dei presenti.
Era proprio curioso di vedere come se la sarebbe cavata.
House si avvicinò al microfono,schiarendosi
la gola.
In quell’istante vide tutta la sala davanti a se. Vogler era
tornato al suo posto,nello stesso tavolo dove si
trovavano anche Cuddy e Weber e adesso lo fissava soddisfatto,mentre Cuddy… era
difficile definire la sua espressione. Era di meraviglia mista a rimprovero ma
allo stesso tempo anche di approvazione.
Non avrebbe voluto essere li in
quel momento;avrebbe pagato milioni pur di non esserci.
Ma nessuna somma in denaro era abbastanza alta per permettere che Vogler ne uscisse fiero da quella serata.
Lo avrebbe ripagato con la sua stessa moneta.
“Bene.” Iniziò,dando dei colpetti
al suolo con il bastone. “Sarò conciso, visto non mi piace
prolungarmi o causare sonnolenze di massa. ”
Cuddy scosse la testa,riuscendo a
trattenere a fatica un sorrisino divertito mentre posava lo sguardo su Vogler.
Certo.. il suo era un bel piano ma
ci voleva di più di qualche parola per mettere fuori combattimento Gregory
House e lei questo lo sapeva benissimo.
“È vero,non ho una laurea in questo
campo..” Continuò House. “E sinceramente non ci tengo poi così
tanto. Come dice il caro vecchio Josh, sono più portato alla
diagnostica… ma del resto il nostro Ed,non è da meno.
A lui importa vendere i suoi farmaci,farsi i suoi
affari…” Fece una piccola pausa,facendo un sorrisetto al miliardario. “E chi non lo farebbe al
giorno d’oggi?! Ditemi,non è meglio ricavare denaro
che complicarsi la vita cercando di risolvere tutti i suoi problemi?”
Adesso tutti lo guardavano spaesati… tranne Cuddy.
Del resto lei era l’unica a conoscerlo talmente bene da
potersi aspettare di tutto dalle sue parole e per quanto potesse
essere sorpresa difficilmente lo dava a vedere.
Lui annuì tra sé. “Non sono salito qui per
‘sparare’ sentenze ma… per farvi una domanda. Ho avuto a che fare con
tanti malati, molti dei quali soffrivano di cuore… e non per motivi naturali;
Milioni di persone al mondo portano uno stent nelle proprie arterie che, come
saprete, si trova li per evitare infarti. Ma alcuni di
questi dispositivi causano problemi al cuore invece di risolverli.” House fece una
smorfia. “Senza offesa ragazzi ma non vi sembra un
‘tantino’ paradossale?!”
Ci fu totale silenzio nella stanza e si poteva benissimo notare ora
l’interesse che i presenti stavano dando a quel discorso.
“Naturalmente,voi siete liberi di fare quel che
volete..” Disse ironico facendo spallucce. “Io stesso molte volte arrivo quasi
a far toccare la soglia della morte a qualche mio paziente, causando alla
povera Cuddy più infarti di quanti ne possiate causare
voi…” Esclamò divertito indicando la dottoressa. Poi si bloccò un attimo,tornato ad essere serio. “Ma comunque,
va a finire sempre tutto bene. È nostro compito garantire la salute ai pazienti,evitando possibilmente di rifilargli qualche schifezza di
farmaco o nel vostro caso, tubicini e congegni vari. Naturalmente molti di voi
diranno che non è così ma… pf! a chi importa della
verità ormai?”
A Lisa Cuddy parve di rivivere un dejavù. E come
sempre House era riuscito a lasciarla senza parole.
Posò nuovamente lo sguardo su Vogler,visibilmente
stupito,come tutti del resto.
Almeno di una cosa era certa: non era l’unica ad esserci rimasta di sasso.
“Adesso immagino che molti di voi siano qui per esporre nuove scoperte
nel campo chirurgico.” Annuì il diagnosta. “Spero
vivamente che siano più interessanti di queste mie
quattro parole.” Concluse,scendendo dal palco e
dirigendosi sotto lo sguardo attonito di tutti verso Vogler.
“Immagino che adesso tocchi a te ribattere,no?”
bisbigliò divertito al miliardario.
“T…tu..” Balbettò confuso Vogler.
Ma prima che potesse dire qualcosa un uomo si
alzò in piedi ed iniziò a battere le mani verso il diagnosta,seguito poi da
tutti i presenti in sala.
“Bel discorso.” Gli sorrise Weber alzandosi e
dandogli una pacca sulla spalla. “Conciso ma ricco di succo.”
House annuì confuso posando poi lo sguardo su Cuddy che adesso lo ammirava
fiera.
Era fiera di lui.
Il diagnosta abbassò il capo,rendendosi conto
che tutto quel che aveva detto non era passato minimamente come qualcosa nata
per offendere ma l’avevano ascoltato con interesse. Con infinito interesse.
Alla faccia di Vogler!
La serata fu lunga e subito dopo lo scalpore del ‘discorso
iniziale’ ne seguirono molti altri: gente che
parlavano di tecniche innovative in molti campi della medicina e via
discorrendo…
Naturalmente la serata per Vogler fu molto più difficile. Dopo l’ennesima
sconfitta contro House,fu costretto a riprendere il
discorso da dove l’aveva interrotto,presentanto molte nuove medicine. Ma se
pure in molti,quella sera, avevano assorbito il
discorso di House come un rimprovero generale.. lui si limitò a presentare i
prodotti migliori della sua ditta farmaceutica.
In definitiva… fu una bella serata. Interessante,senza
dubbio.
Ma per quanto la serata fosse stata interessante
e lunga, House e Cuddy non si rivolsero alcuna parola;E non per via di qualche litigio o di qualche incomprensione.
‘Il suo discorso mi è molto
piaciuto.’ Aveva detto un uomo,tirandosi House al proprio tavolo.
'Mi piacerebbe discutere con lei dei
problemi di alcuni stent sui pazienti,se non le dispiace.’ Aveva detto un
altro,sedendosi nel posto accanto.
La serata per House fu molto più lunga di quanto avesse
mai immaginato.
Da annotare: Non mettere più piede in posti simili per i prossimi cento
anni!
“Però!” Esclamò Josh,lanciando un’occhiata
lontana al tavolo in cui era seduto Gregory House. “è chi l’avrebbe
mai detto?!”
“Già.” Sospirò Cuddy,posando uno sguardo
dolce verso di lui. “Quando vuole ci sa fare.”
“Immagino.” Disse Weber,poi rivolse
lo sguardo verso la dottoressa. “Lisa...”
“hm?”
“ti va di fare un giro?”
***
“Ognuna di queste 2 opzioni ha indicazioni, rischi, costi, tempi di recupero e
risultati differenti.” Sbuffò House,posandosi una mano
sugli occhi.
“Quindi
lei pensa che..”
Ma House non diede minimo ascolto alle parole che l’uomo
accanto a lui stava dicendogli.
Si tolse la mano dagli occhi e con
uno scatto si alzò in piedi,prendendo in mano il fido
bastone ma nello stesso istante in cui si era alzato notò qualcosa di strano:
Cuddy e Weber non erano più seduti nel loro tavolo. Si guardò intorno,ma non li vide. E non che a lui fregasse tanto ma… per
quale motivo Cuddy e Weber avrebbero dovuto uscire da
li?!?
“Dr. House! È
successo qualcosa?” Gli domandò un uomo alle sue spalle.
“Si.” Sbottò,allontanandosi
dal gruppo di gente. “Devo andare in bagno.” Mentì,attratto
ora da qualcosa di molto più importante.
***
La luna era alta in cielo, quella
sera le nuvole non si erano permesse di comparire e adesso le stelle brillavano
più che mai.
I rami dei salici si misero a
volteggiare,spinti da una leggera brezza,mentre si
potevano benissimo udire le cicale che nonostante il buio continuavano con il
loro canto.
Lisa Cuddy sorrise,mandando uno sguardo incuriosito verso l’uomo cha aveva
accanto. “Allora… cosa c’è di tanto importante da non poter rimanere in sala?”
Lui fece spallucce. “Niente… è
solo che mi piace la calma. Non è splendido questo giardino?”
“Molto.” Annuì lei,facendo vagare lo sguardo prima sui salici,poi sul laghetto
ai loro piedi. “Hai ragione. Si sta bene.”
Josh sorrise e riprese a camminare
con passo lento. “Scusa Lisa,è solo che ancora non ho
preso totalmente atto del fatto che tu sia qui.” Disse. “Insomma,non ci vediamo da veramente tanto tempo. Non sai quanto ti
ho pensata ultimamente…”
“Parli come se mi stessi vedendo
solo ora.”
Lui si voltò a guardarla. “Sei
diventata la direttrice dell’ospedale di Princeton.”
Affermò. “Sei una donna dalle mille risorse. Sinceramente parlando… questo l’ho saputo qualche mese fa. Quando
mel’hanno detto sono rimasto a bocca aperta. Insomma… Sei riuscita a diventare
qualcuno.”
“Tu no?!”
Le domandò lei ironica. “Sei un medico molto stimato.”
“Siamo diventati entrambi delle
persone importanti. E chi l’avrebbe mai detto?!” Il
medico sorrise divertito. “Giusto ieri ho incontrato un mio ex compagno di
corso… ora fa il lavavetri.”
“Affascinante!” Rispose lei
divertita.
“Più di quanto immagini.” Continuò
lui ironico.
Poi si fermò a guardarla.“Sei
splendida.”
Cuddy abbassò lo sguardo,non era abituata a tutti quei complimenti.
“Non sai quanto verrei
abbracciarti in questo momento… stringerti a me. Proprio come allora.”
“Siamo due persone completamente
diverse da allora,Josh.”
“Già.” Annuì lui tristemente
riprendendo a camminare. “Abbiamo due vite completamente diverse. ‘Amici’ completamente diversi..”
Cuddy
lo guardò incuriosita. “Ti riferisci ad House?!”
Weber
le rivolse un sorriso. “Non ho speranze contro di lui,vero?”
“Speranze?”
Domandò lei confusa. “Ma cosa… di che diavolo parli?!
Non penserai mica che io ed House stiamo insieme?!”
“Non
l’ho detto.”
“Ma allora cosa…”
Lui roteò lo
sguardo. “Andiamo Lisa,ti si legge negli occhi quanto
ammiri quell’uomo.”
“È normale che
abbia stima di lui. È uno dei migliori medici di…”
Weber sorrise rassegnato,sedendosi
in una panchina del giardino e iniziando a fissare il polso della donna. “Hai
un orologio nuovo.” Disse,cercando di cambiare
discorso.
“Eh?” Fece lei
confusa,alzando il polso. “Si… l’altro si è rotto.”
“Cosa!? Sul serio?” Sembrava che Weber tutto si sarebbe
aspettato tranne una risposta del genere.
“Era vecchio… prima o poi doveva accadere.”
“Giuro che MAI avrei pensato di sentirti dire una cosa del genere.”
“Sono così
prevedibile,secondo te?!” Cuddy ora si era seduta
affianco a lui.
“No.” Rispose Josh. “è solo che c’eri molto affezionata a quell’oggetto.”
“Lo sono ancora.”
Lui annuì per poi fissare lo sguardo su di lei,incerto
se domandarlo o meno. “… perché è così importante per
te?”
Lei alzò lo sguardo verso di lui. Quella domanda
l’aveva colta di sorpresa. Nessuno aveva mai fatto
caso a quanto lei fosse legata a quell’orologio,forse neanche lei.. e
desso l’unica persona che l’aveva fatto le stava chiedendo ‘perché.’
“Forse apparteneva a qualche tuo parente? O
forse è un regalo…”
Lei negò con un semplice gesto del capo. “No,l’ho
comprato io. mi piaceva e l’ho preso,tutto qua.”
Ed era la verità in fondo. In realtà
la domanda era: Cosa celava questa verità?!... ma a
questo nemmeno lei era ancora riuscita a dare una risposta.
“Capisco.” Esclamò lui alzandosi in piedi e porgendole la mano per
tirarla su. “Sarà meglio che andiamo o inizieranno a mandare delle squadre di
ricerca.”
“Pf!” Sorrise lei stringendogli la mano e tirandosi su. “Saranno ancora
tutti occupati a torturare House. Spero che sia ancora vivo..”
“Hai ragione..” Ridacchiò il medico. Poi tornò a
fissarla,questa volta con sguardo triste.
“Così questo è un addio definitivo.” Sospirò. “Mi ha fatto
piacere rivederti.”
“Anche a me.” Sospirò lei.
Sapeva che Josh aveva ragione. Quella sarebbe stata l’ultima
volta che loro avrebbero parlato da amici… da ora in poi sarebbero
stati solo colleghi.
Non sapeva bene perché… ma qualcosa in quel discorso era
riuscita a dividerli.
“Vieni qui.” Bisbigliò,abbracciandolo.
Lui la strinse forte a se. “Si… è un addio.” Sussurrò,con
una certa ironia.
***
C’era molta gente in giro nel corridoio,quella
sera. E ancor più gente era in quella grande sala...
la temperatura si era alzata,come accade spesso quando ci si trova in posti
affollati,… eppure,adesso un brivido corse lungo la schiena di House,intento a
tener sollevata una piccola porzione di tenda che copriva la vetrata che dava
sul giardino.
Cuddy aveva abbracciato Weber… lui la
stringeva a se…
“House.” Una voce alle sue spalle lo obbligò a lasciar
andare il lembo di tenda e a voltarsi.
Era Vogler.
“Uf! Che vuoi
ancora?!” Sbuffò.
Lui fece un sorriso impacciato nascondendo le mani nelle
tasche dei pantaloni. “Credo di aver toccato il fondo.”
“Nel senso che vuoi
finirla qui o che mi vuoi prendere direttamente a pugni?!”
“Direi la prima.” Disse il miliardario.
House lo guardò perplesso,senza
risparmiarsi una smorfia. “Strano… avei giurato la second..”
“Sei un bastardo.” Lo interruppe lui.
“Grazie… ora va meglio.” Sbottò il diagnosta voltandosi ed
allontanandosi.
“Ma ammetto di esserlo stato più di
te.” Continuò il miliardario,facendolo voltare. “Siamo
dei bastardi.” Esclamò facendo spallucce ed allargando un sorriso. “Quanto credi che durerà?! Andrà a finire che quando saremo
vecchi ci ruberemo le dentiere a vicenda.”
“Se stai cercando di trovare delle belle parole,scusami tanto ma… mi sa che dovresti revisionare il tuo
dizionario.” Lo schernì House con una smorfia. “Sempre che tu cel’abbia.”
“Il punto non è questo!” Sbottò Vogler. “Sto cercando di dire che mi ha stancato tutto questo.”
“certo,alla fine ci rimetti sempre
tu.” Esclamò il diagnosta divertito.
“Falla finita.”
House sbuffò. “Che cosa pretendi?
Che ti abbracci e ti presenti agli amici!? Ops! Non ne ho… mi dispiace,offerta
rifiutata.”
Vogler scoppiò in una risata. “Non sai quanto ammiro questa
tua sfacciataggine!” Esclamò divertito,voltando le
spalle al diagnosta ed allontanandosi. “Ma quanto
potrà aiutarti nella vita?”
*
Lisa Cuddy adesso faceva vagare lo sguardo,cercando
qualche segno di lui.
Era sparito.
“Scusate,sto cercando il dr. House.”
Disse ad un gruppo di medici.
“Aveva detto che doveva andare in
bagno… ma non si vede da quasi mezzora.”
“Ok.” Sbuffò lei,comprendendo la
fuga del diagnosta.
“è salito in camera.” Disse una voce alle sue spalle.
“Come?” Ma non appena si voltò,la
dottoressa vide che a pronunciare quella frase era stato Vogler.
“Almeno credo. L’ho visto prendere l’ascensore.”
“Da quando pedini House?!”
“Non l’ho pedinato,mi è solo
capitato di vederlo.”
Lisa sopirò,incerta se dare
affidamento o meno alle parole del miliardario. “Grazie.” Annuì poi
sorpassandolo e sperando che quello non fosse un ennesimo piano di vendetta. No
ne poteva più di queste loro ‘rimpatriate’.
*
Whatever you do, I'll do
it too
Show me everything
and tell me how
It all means something
Cos’è che fa soffrire di più? Credere che qualcuno conti
veramente per te a tal punto da dover alzare lo sguardo al cielo ed odiarti per
averlo capito troppo tardi o immaginare quel qualcuno,consapevole
che quello rimarrà sempre e solo un immagine,un ricordo, nato dal nulla ma che
diversamente dal reale ti porta a sognare?
No… nulla di tutto questo era reale. Nemmeno la realtà dei
fatti lo era.
Come si poteva percepire un sentimento? .. perché lo si percepiva?
Ma la domanda che più assillava la sua mente era: perché si
faceva di tutto per nasconderlo?!
“House.”
I suoi pensieri si arrestarono per un breve istante.
Era la sua voce. La voce di Lisa Cuddy.
House alzò sguardo al cielo stellato e sorrise.
Ecco che si rientrava in scena…
“Uff!!”
Sbuffò posando lo sguardo su di lei. “Che c’è ancora?!
Qualcuno vule darmi la
medaglia d’onore per aver fatto la festa a Vogler!? No,grazie.
Magari più tardi.”
Lei uscì dalla stanza,raggiungendolo
nella balconata. “Dobbiamo scendere.”
“Cosa!? Ti sei bevuta il cervello,per caso!? Preferirei abbracciare un cactus piuttosto di
ritornare la sotto!”
Lei lo guardò perplessa.
Un cactus?!
“House, stai bene?”
“Mai stato meglio.” Disse ironico.
“Capisco che per te è stato pesante,ma
adesso c’è la cena.”
“Io rimango qua.”
“Non vorrai rimanere digiuno fino a domani!?”
“Gia,non ci tengo molto.” Annuì lui
pensoso. Poi schioccò le dita,come era suo solito
quando prendeva in giro qualcuno. “Ma forse è per questo che c’è un frigo-bar
qua dentro,non trovi?!”
Cuddy lo guardò confusa. “Sul serio non vuoi venire?”
“Mi dispiace ma ho finito il mio
badget di sopportazione per questa sera.”
“Ok.” Sospirò la dottoressa,andando
per rientrare in camera.
“Ok!?” Sbottò House,voltandosi
verso di lei. “Cos’è,hai preso un calmante?!”
Lei lo fissò perplessa per qualche istante,poi
torno indietro. “Si può sapere che diamine ti prende?!”
Ma qualcosa di più interessante della smorfia di House in
quel momento,attirò la sua attenzione.
House stringeva in mano il suo vecchio orologio.
“Ma che diavolo..” Esclamò,cercando di fregarglielo di mano,ma il diagnosta fu più
svelto e con un veloce scatto,alzò in aria il braccio cosicché la dottoressa
non arrivasse a raggiungere l’oggetto.
“Hei,hei…” Esclamò poi,sfoderando un
sorrisetto dispettoso.
“House,che diamine ci fai con il
mio orologio!?”
Lui fece spallucce. “Niente,lo
guardo.”
“Non è un film!” Sbottò lei,mettendosi
le mani sui fianchi. “Ridammelo!”
“Uffi!” Piagnucolò lui. “Ma tanto è rotto,non
ti serve più. Fammici giocare un altro po.”
Ma Cuddy non rispose,si limitò a
guardarlo furiosa aspettando che la smettesse.
House fece una smorfia. “Ok.” Brontolò porgendoglielo. “Non
c’è più piacere a giocare con te.”
Lei lo prese e lo andò a posare in
valigia,senza dar minimamente retta alle frecciatine di House.
Lui divenne improvvisamente serio mentre
fissava con quanta cura posava quell’oggetto.
E prima che la dottoressa si rendesse conto di quel
cambiamento,una domanda si fece spazio in quel piccolo
silenzio.
“Tu è Josh stavate insieme
all’università,vero?”
Cuddy sembrò spaesata da quella domanda. “Cosa?!”
“Immagino che tel’abbia dato lui quell’orologio.” Continuò House,raggiungendola in
camera con uno sguardo così serio che la dottoressa non potè fare a meno di
rimanere immobile.
Non disse una parola,mentre il
diagnosta adesso non staccava lo sguardo dal suo.
Dopo qualche istante House annuì al suo silenzio,ritornando a zoppicare verso il balcone.
“Una volta una persona mi disse… che quell’orologio mi
donava.” Rispose Lisa con un fil di voce,mentre House tornava a posare lo sguardo su di lei. “ Ed io
come una stupida mi sono affezionata a quell’oggetto.”
Lui non parlava adesso,ma in
compenso la guardava come se nel giro di qualche istante avesse capito tutto.
Cuddy fece un sorriso. “ Ma alla fine..
è stato lui stesso a regalarmene uno,no? Mi sta bene. Mi piace.”
Adesso il silenzio era caduto nella stanza.
Un silenzio che troppo spesso li aveva avvolti in quella
giornata.
“Capisco” Sussurrò House. E questo
fu l’unica cosa che riuscì a dire.
“Adesso basta,ok?” Sospirò lei con
un sorriso. “Sarà meglio andare.” Concluse,andando per
uscire ma qualcosa la fermò.
House le aveva preso la mano,obbligandola
a voltarsi.
Lisa sussultò a quel contatto. Mai avrebbe creduto che un
semplice gesto come quello fosse in grado di paralizzarla in quel modo.
House si avvicinò a lei. “Io dovevo partire.”
Lei alzò lo sguardo verso di lui.
“…e tu mi dicesti che ti sarei
mancato.”
Solo quando House terminò quella frase,entrambi
compresero quanto tempo era passato da allora e che per tutto quel tempo niente
era cambiato per loro.
Niente.
Si ritrovarono a pensare al loro primo incontro, ai loro
litigi,ai loro amici… e a quel bacio. Al bacio che poche ore prima li aveva uniti.
A quella dolcezza nascosta da quattro
timide parole che l’avevano sopraffatta. Era questo quel che entrambi volevano? Nascondersi anche a se stessi?
“Perchè,Cuddy?”
Adesso il suo sguardo era confuso.
“Perché pretendi una risposta?” Riuscì
a sussurrare Lisa. “ Cosa si ottiene con le risposte?..
cosa ci ottieni tu!? Il passato è passato,nient’altro.”
Questa risposta,per quanto si
potesse definire ‘rigida’,’esagerata’,’razionale’… era la risposta che Cuddy si
costrinse a dargli.
“Allora credo che sia inutile sottolineare
il fatto che mi sia mancata anche tu.”
“Gia.” Sibilò la dottoressa,nonostante
il suo volto esprimesse il contrario.
House poggiò il bastone sul muro e avvicinandosi ancor di
più a lei si fermò a pochi centimetri dal suo corpo. Le sorrise, mettendole una
mano fra i capelli. “Credo che nessuno
dei due sappia realmente ciò che gli accade intorno.” Disse ironico.
Un sorriso si fece spazio sul viso di Cuddy,ora illuminato dagli occhi lucidi. Il cuore le batteva all’impazzata mentre cercava invano di rendere tutto il più
razionale possibile.
Lui era House… lei era Cuddy… loro
non…
Il braccio di House
le scivolò dietro la schiena,attirandola dolcemente a
se.
La fissò negli occhi.
Pochi secondi,sembrati un eternità.
“Se davvero credi che il passato sia solo
passato… fermami.” Bisbigliò,chinandosi verso
di lei..
Lei non rispose nemmeno. Inutile farlo. Poggiò la mano sul
suo viso e chiudendo gli occhi,, si abbandonò
completamente alle sue labbra.
E se il bacio di poche ore fa era stato per loro una
dolcezza immensa,questo fu una dolcezza infinita.
Le parole… a cosa erano servite infondo? La logica a cui
entrambi si erano sempre aggrappati,… era poi riuscita
ed evitare i fatti?
No,li aveva solo ritardati. Tutte
le loro convinzioni,li avevano solo portati ad
aspettare di più… ma a mantenerli sempre e comunque insieme nella loro
imperfezione.
Non passò molto tempo da quel bacio che House iniziò a
baciarle il collo,le spalle… mentre la sua mano era
intenta a far scivolare la cerniera del vestito di Lisa.
Un brivido percorse la donna,non
appena la sua schiena venne a contatto con le mani di lui.
Ma ciò,bastò a destarla e a
sciogliere fievolmente quel contatto. “House...”
Lui si fermò a fissarla,temendo un
rifiuto.
Per la prima volta in vita sua… aveva paura.
“Che faccio, annullo la cena?” Gli sussurrò con un sorriso,ricominciando a baciarlo. Sentendosi finalmente libera
delle sue azioni.
House sorrise,abbracciandola
nuovamente ed attirandosela nel letto dietro di loro. “Ok, basta che domani non
ti fai svegliare per la colazione.” Decretò,
ricominciando a baciarla senza lasciargli spazio di risposta.
Ed ecco che d’improvviso,tutto
l’irreale divenne realtà.
Una notte,una semplice notte per
consumare ciò che di semplice non è mai stato.
Un bacio, poi un altro… ad ogni bacio un sorriso,un gemito,un brivido.
Ad ogni bacio, una lacrima.
Ad ogni lacrima, una goccia di felicità.
I loro corpi si intrecciarono in
una meravigliosa danza,sotto il leggero pallore dei raggi lunari che
attraversavano la stanza da quella porta aperta verso il cielo.
Ogni loro gesto,ogni loro
movimento.. così leggero ma così profondo.
Tutto ciò che era accaduto sino ad allora,
tutti i loro battibecchi,le prese in giro… avevano finalmente lasciato posto a
caldi ed infiniti abbracci di passione.
L’indomani sarebbe iniziato un altro
giorno, lo avrebbero dedicato magari a ricordare… oltre che a partire.
Forse loro lo sapevano infondo… forse ne erano
consapevoli che quel viaggio li avrebbe cambiati.
E forse per questo House non fece
tante storie nel venirci…. Chissà.
L’unica cosa di cui erano certi entrambi era che per quanto folle potesse essere stato quel viaggio… per loro
era stata la follia più meravigliosa che avessero mai fatto.
I wanna know, can you
show me
I wanna know about these
strangers like me
Tell me more, please
show me
Something's familiar about
these strangers like me
-Fine-