Graffette

di Erisachan
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The Ghost That We Knew



Era stato un attimo.
Un secondo.
Forse un minuto.
Il tempo che ci voleva a soffiare una bugia fuori dalle labbra.
Per il fiato di colorarsi di bianco nel freddo di dicembre.
In quel momento, la sua vita era cambiata.
O forse no, forse era solo che gli era sembrato così.
Mentre le labbra di lei sorridevano.
Gli occhi chiusi.
Le dita appoggiate alle cosce.
Seduta sulla panchina.
Al parco.
A Michele, era sembrato che quell'attimo, avrebbe cambiato tutto radicalmente.
Lui le aveva detto le voleva bene.
Lei aveva risposto che andava bene così.
Si era accesa una sigaretta; aveva aspirato, poi aveva chiuso gli occhi, inclinato le testa all'indietro, il volto rivolto a un cielo grigio.
Una bugia.
Non andava bene così, Michele, che Anna lo amava lo sapeva benissimo.
Lui, però, le voleva bene.
E volerle bene non era abbastanza.
Non lo era per lei, e non lo era per lui.
Non puoi limitarti a voler bene a una persona che ti ama.
E Anna era la migliore amica di Michele da sempre, prima di essere la più bella ragazza che avesse mai visto, prima di essere la persona che lo amava incondizionatamente.
Anna era la sua migliore amica.
Per questo le aveva detto che le voleva bene.
Perché era tutto quello che poteva darle, e perché era importante.




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