La
falsità
dell'odio
Il
buio lo avvolgeva, soffocante.
Il
cuore batteva frenetico sotto pelle, impedendogli di dormire.
Altri
avrebbero dato un nome a quel fastidio al centro del petto, a quel
morso doloroso sul cuore: gli altri li chiamavano sensi di colpa.
Ma
Peter scacciò le coperte dal letto con un calcio, insieme a
quella
folle idea.
Non
si sentiva in colpa, affatto. Non aveva avuto scelta, era andata
proprio così.
Il
Signore Oscuro sapeva leggere dentro le menti, avrebbe capito da solo
che lui sapeva, che era il loro custode e allora si sarebbe
arrabbiato con lui per non averglielo detto. E lo avrebbe ucciso
dolorosamente.
Era
stato costretto, certo, messo con le spalle al muro.
Si
rigirava nel letto, il corpo piccolo e molle, scosso da brividi che
voleva ignorare, cercando argomentazioni che impedissero al suo petto
di bruciare.
Sospirò
cedendo al ricordo.
Il
Signore Oscuro aveva sogghignato e con uno scintillio perverso negli
occhi si era alzato dal suo scranno, sovrastandolo.
“Bravo,
Peter, non mi sarei mai aspettato che ti saresti rivelato
così
utile” aveva sibilato alla figura di lui, rannicchiata ai
suoi
piedi.
“Stasera
i Potter avranno ospiti, dopo molto tempo.”
Era
stato solo poche ore prima, ma aveva rivissuto quelle parole nella
mente come un'eco, ogni minuto.
Forse
in quello stesso istante era arrivato a casa loro, li stava
affrontando, li stava...
Il
pensiero divenne incontenibile e si alzò di scatto dal
letto,
fiondandosi alla finestra, per cercare di distrarre la mente.
Non
era colpa sua, non lo era affatto. Lui era debole, non poteva opporsi
a un mago così potente.
-Non
hai avuto scelta, Peter. Era la tua vita o la loro e tu non vuoi
morire! Hai paura di morire.-
Ripeterselo
all'infinito non riuscì a farlo sentire meglio come aveva
sperato.
Guardò
fuori dalla finestra, nel buio della notte: il cielo era coperto,
preannunciando pioggia.
Una
brutta notte per morire.
Scostò
lo sguardo sull'unica fonte di luce all'esterno, la fioca lampada
della serra di sua madre; le piantine all'interno sembravano pallidi
prigionieri dietro il vetro, proprio come lui.
Chissà
se anche loro soffrivano.
Gli
occhi si soffermarono sulla minuscola digitale purpurea, che sua
madre adorava: il piccolo fusto era ricoperto di delicati cappuccetti
vermigli, che somigliavano ai copricapi delle fatine nelle
illustrazioni babbane. Ecco perché sua madre la trovava
deliziosa
mentre Peter la detestava con tutto il cuore; era una pianta subdola
e meschina, che dietro un'apparenza innocua e delicata nascondeva un
mortale veleno.
-Proprio
come te, Peter.-
Perché
questa volta la voce nella sua testa assomigliava così tanto
a
quella di James? Perché c'era un tono maligno, come a
volerlo
giudicare?
“Io... io
non ho fatto nulla di male. Io... non avevo altre
possibilità”
balbettò timoroso al suo riflesso sul vetro della finestra.
Quello
gli rimandava uno sguardo spaventato e colpevole.
-Sì,
che ce l'avevi. Io ero tuo amico, Peter. Come hai potuto?-
incalzò
la voce, con tono più forte.
“Io... non
potevo far nulla. La nostra amicizia non conta!”
urlò ancora alle
ombre della notte.
-Certo
che conta! Io avrei dato la vita per te, Peter, lo sai. Ti ho sempre
voluto bene! E tu mi hai venduto, Peter. Ci hai venduto.-
Peter
sbatté la mano contro la cornice della finestra facendo
vibrare il
vetro, increspando brevemente il suo riflesso.
Perché
quella voce non smetteva, perché cresceva di
intensità insieme al
dolore al petto? Perché si sentiva le viscere liquefare
mentre la
sua testa veniva invasa da insinuazioni?
Non
si sentiva in colpa! No, non avrebbe ceduto al rimorso.
-Come
hai potuto guardarci sorridente mentre progettavi la nostra vendita?
Mentre pensavi a quello che la nostra morte ti avrebbe portato? Dopo
tutto quello che ho fatto per te, che abbiamo fatto per te!-
Peter
respirò in preda all'ansia, le mani strette attorno alla
testa,
mentre piangeva di impotenza. La voce colpiva dove faceva
più male,
dove era più vulnerabile.
-Hai
dimenticato come ti proteggevo...-
“Hai
dimenticato come mi trattavi da leccapiedi?” gridò
Peter con voce
rotta, interrompendo la voce simile a James nella sua testa.
Non
appena l'eco della sua frase si spense, Peter si accorse di un nuovo
sentimento nel suo petto: rabbia. Stava lentamente divorando il senso
di colpa, sostituendo dei graffi controllati al dilaniamento di
prima.
La
voce della sua coscienza tornò incalzante.
-Io
ti ho sempre voluto bene, Peter e non mi...”
“No,
tu non mi volevi bene! Volevi qualcuno che ti adorasse, che ti
osannasse! Io ero solo un povero sfigato che serviva a ricordarti
quanto fossi bello e bravo!” ansimò fuori di
sé, le lacrime ormai
asciutte.
La
voce nella sua testa era sempre più debole e meno
convincente.
-Come
puoi dimenticare come ci siamo divertiti? Come ci volevamo bene?-
“Hai
dimenticato come volevi farmi sentire quando trascinavi il mio
spirito in basso? Quando mi denigravi, quando mi umiliavi
perché tu
e Sirius poteste farvi due risate? Come mi facevate sentire
inutile?”
urlò con furia al suo riflesso ferito.
Il
Peter pallido e distorto gli rimandò un'occhiata rabbiosa e
dura.
Poi gli sorrise.
James
non gli era mai stato davvero amico, non gli aveva mai voluto bene,
come aveva potuto scordare tutte le lacrime che aveva ingoiato a
causa dei suoi scherzi, delle sue battutine? O il dolore che provava
a non sentirsi messo allo stesso livello di Remus e Sirius?
Il
bruciore al petto era scomparso, il suo cuore stava rallentando il
battito furioso, ritornando normale. Respirò a fondo, calmo.
Non
provava più sensi di colpa, solo odio.
Poggiò
la mano sul gelido vetro della finestra, toccando il suo doppio
sorridente.
-Sì,
Peter, odia. Se ti rifugi nell'odio non proverai più
rimorso.-
La
voce che sentiva dentro di sé era la sua, finalmente. Gelida
e
controllata, ma indubbiamente la sua.
Peter
sorrise a sé stesso, mentre si dirigeva nel letto, la testa
sgombra
dal pensiero di Lily e James e del loro figlio.
L'odio
cancella il rimorso, o perlomeno ti illude.
Fiore
e Albero: Digitale purpurea-Fico
Digitale
purpurea
Significato:
Falsità
“Hai
dimenticato come volevi farmi sentire quando trascinavi il mio
spirito in basso?”
Fico
Personaggio:
Peter Minus
NdA:
In
questo caso, oltre al tema della falsità di Peter nei
confronti dei
Potter, ho voluto dargli un altro significato: la falsità di
Peter
nei confronti di sé stesso, che cerca di non cedere ai sensi
di
colpa.
Alla
fine, sceglie di credere di odiarli per non stare male, mentendo
quindi a sé stesso.
La
digitale purpurea è un fiore molto bello, ma mortale;
così è stato
semplice metterlo in relazione con Peter, che sembra incapace di fare
del male mentre si rivela un personaggio abietto e pericoloso.
Sono soddisfattissima del secondo posto! Non
me l'aspettavo! La mia faccia è così:
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Un abbraccio a tutti!
Mimì
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