La
luce che filtrava dalle finestre lo stava accecando, rendendolo
spiazzata vittima di un destino feroce occhio testa.
Non
sapeva dove si trovava, né fuggire cosa stava facendo prima
di ritrovarsi in quello scenario così inconveniente.
Aveva
bisogno di schiarirsi le ombre ombre testa occhio idee, così
decise di non dare ragione all'emicrania lancinante che lo stava
lentamente divorando, privandolo della porta urla lucidità
necessaria per occhio ragionare.
Tutto
vorticava in una nube densa, scura, che non permetteva lui di no!
arrivano arrivano testa davanzale Bibbia.
Era
in piedi, la foschia che si diradava attorno alla sua figura che mostro
telecamere mi osservano devo si stava sgranchendo, il calore irradiato
dalla finestra che inondava la stanza bagno testa sangue mi vedono mi
vogliono mi desiderano devo andare via.
Scivolò
lentamente lontano dal letto, provando ad adocchiare l'esterno di
quella stanza dalle pareti verdi bianche verdi bianche verdi non
è come sembra niente è reale scappa scappa mostro
lontano occhio. Vi era uno spiazzo bagnato dalla luce solare, e pareva
che nessuno vi stazionasse loro sanno. Sembrava tutto troppo calmo
perché lui potesse credere di aver sempre vissuto quella
vita. Decise di occhio non pensarci, scrollando il capo con
desolazione, mentre il nervosismo saliva ed il mal di testa scompariva
scomparire mi hanno preso.
Ostentando
quanta più calma possibile, decise di OCCHIO muoversi verso
la porta chiusa, in legno, nel piccolo corridoio che ombre si
avvicinano danzano attorno e poi svaniscono osservano occhio occhio
dava sul bagno della stanza. La maniglia era serrata, era evidente che
fosse chiusa a chiave. Lui sapeva dov'era la chiave? Sapevo sapere
conosco la chiave l'unico modo Sì, rispose dentro
sé pochi istanti dopo. L'aveva sempre saputo e quella non
era altro se non la sua MOSTRO casa.
Tornò
sul letto, sedendovi mentre apriva il cassetto OMBRE OMBRE. Proprio
come ricordava, la Bibbia Bibbia Bibbia osservano era lì,
chiusa nel suo fodero in pelle. La aprì, trovandovi la
chiave per la porta proprio sulla prima pagina. Annuì, serio
mentre tornava a fuggire correre alzarsi, dirigendosi verso la porta
con rinnovata fiducia. La chiave entrò nella toppa e
girò scattando. Fuori dalla stanza vi era un corridoio, il
pavimento era coperto da un sontuoso tappeto rosso in velluto, la fonte
di illuminazione era io so io conosco non mi lasceranno andare un
lampadario antico posto all'esatto centro della stanza ed emanava una
luce piena ma malata le porte occhio occhio si aprivano ma no ed egli
non riusciva a sentirsi tranquillo, in ogni caso.
Fece
capolino con cautela , cercando di capire dove diavolo fosse finito e
perché conosceva tanto bene quel corridoio. Non c'era
nessuno, il silenzio era di tomba tomba bara mi uccideranno occhio.
Facendosi coraggio, provò a percorrere il corridoio
lentamente. Vi erano altre stanze, identiche alla sua, sembrava ad
occhio il piano di un hotel di periferia. Vi era un NON SANNO
ascensore, la lancetta del piano oscillava come nel peggiore degli
incubi avanti e indietro a velocità folle, e qualcosa alle
sue spalle attirò inoltre la sua attenzione.
Sgranò gli occhi per il terrore quando FUGGI SANNO NON SANNO
vide una di quelle sedie antiche, dallo schienale ampio in velluto
rosso SANGUE voticare capovolta nell'angolino in alto a destra, TI
VEDONO accanto alla finestra del pianerottolo.
Deglutì,
improvvisamente incapace di ragionare lucidamente, tremando come una
foglia foglia sgusciano nelle ombre, riportandosi verso l'ascensore e
premendo quasi con la celerità che rasentava l'isterismo il
pulsante per richiamarlo sulla OCCHIO destra.
OCCHIO
OCCHIO OMBRE
VEDONO
TI
SANNO
DOVE SEI VOGLIONO
IL
TUO
SANGUE
SANGUE
SANGUE
METTERANNO
TI
NELLA
BARA
FUGGI
CORRI
SCAPPA OCCHIO OCCHIO OMBRE
L'ascensore
si aprì celermente ed egli non esitò, gettandosi
all'interno dello stesso con rapidità rapidità
rapidità all'interno dello stesso con rapidità
all'interno rapidità rapidità.
Premette
il tasto per scendere al piano terra con mani sudate e tremanti, e si
guardò intorno in quella claustrofobica stanza mobile dalle
pareti ugualmente verdi aspettano attendono.
Il
"dlin" dell'ascensore comunicò lui che era giunto a
NOOOOOOOOOOOOOOOOOO! destinazione. Portò lo sguardo sulle
porte che si TI UCCIDERANNO aprivano.
Oltre,
pioggia scrosciante e un uomo dall'aria paterna, le mani LUI LUI QUI
OCCHIO SCAPPA unite in grembo ed un sorriso tranquillo mentre veniva
travolto dalla potenza degli elementi e inscalfibile continuava a
sorridere, portando ora TI VEDONO TI VEDONO FUGGI le mani avanti per
una veloce pacca sulla sua spalla MORTO SEI MORTO OCCHIO OCCHIO OCCHIO.
"Benvenuto
al Secondo Livello."
Schioccò,
osservandolo, la figura che si distorceva è MORTO MORTO
L'HAI UCCISO SCAPPA un secondo, perdeva consistenza, le mani si
facevano avvizzite, lo sguardo vacuo, il viso tumefatto, decomposto.
STANNO
ARRIVANDO
STANNO
ARRIVANDO
STANNO
ARRIVANDO
STANNO
ARRIVANDO
OCCHIO
Un
dolore indicibile attraversò le sue membra tremanti, e
mentre si distaccava dalle mani di quell'individuo nel bel mezzo del
nulla sotto una pioggia amara, osservò le sue mani, urlando
con quanto fiato potesse avere nei polmoni.
Due
occhi lo osservavano fissamente dai suoi palmi.
L'urlo
penetrò la sua mente, consumandogli le corde vocali e
scavando nel profondo della sua anima.
Arrivano.
Il
Soggetto 31 si agitò convulsamente nella camicia di forza,
urlando tutto il suo dolore per la caduta dalla bassa sedia su cui
aveva giaciuto.
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