Abgang

di MarchesaVanzetta
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Every song's got it's rules, you've got to learn to
-This Love This Hate, Hollywood Undead.
 
Il sole era ormai alto nel cielo e filtrava dalla tapparella mezza alzata, illuminando i boccoli biondi della sua ragazza.
Le accarezzò la testa, poi le spalle e la schiena; arrivata alla fine della colonna vertebrale le pizzicò una natica e, con un mugolio di disappunto, la fece svegliare.
“Non potevi svegliarmi in un altro modo? Protestò, mettendosi a sedere e stropicciando gli occhi ancora pieni di sonno.  
“Tipo così?” suggerì la mora, baciandola.
“Ecco, così sarebbe stato meglio” confermò la ragazza, finito il bacio. “Come mai già vestita?” domandò, notando solo in quel momento i vestiti e la borsa dell’altra.
“Sto andando, ma prima volevo salutarti” spiegò lei, un sorriso triste in volto.
“Quando torni?” chiese distrattamente, stiracchiandosi.
“Non torno.”
“Non capisco…” ammise la bionda, smarrita. Cosa voleva dire che non tornava?
“Ti sto lasciando e non sai quanto stia male per questo, ma non funziono più. Questo non è il mio destino, mi ci sono cullata fin troppo. Sono stati i due anni più belli della mia vita ma non può andare avanti così. Mi dispiace” sussurrò, stringendo spasmodicamente la borsa tra le mani.
“Ma perché?! Stava andando tutto bene! Cosa è cambiato?” domandò affannata, avvicinandosele.
“Ogni canzone ha le sue regole, ricordi?” domandò, raccogliendo con un dito una piccola lacrima dell’altra.
“Non puoi usare la nostra canzone adesso, non puoi. Non è corretto!” scoppiò, raggomitolandosi nel lenzuolo e sperando che fosse solo un incubo.
“Passerà, col tempo passerà. Ti amo” concluse la mora, alzandosi e avviandosi verso la porta. Arrivata allo stereo in cucina premette il tasto per l’avvio e uscì così, con un dolore nel petto e una sua canzone nell’appartamento.




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