Meander of the Endless Forest - “Far away from everywhere”
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I frinii dei Kricketune e gli ululati remoti dei Mightyena vengono inghiottiti dal gelido buio, che non si lascia illuminare nemmeno minimamente dal modesto braciere che mi brilla fioco davanti.
Mi stringo forte a Zoroark, sistemandomi una lunga coperta di lana sulle spalle.
La voce calda e pacata del ragazzo affianco a me fuoriesce delicata dalle sue labbra bordate di rosso, come di sangue, mentre i suoi occhi celesti e opachi mi scrutano nell'ombra.
Prende ad accarezzarmi lentamente i lunghi capelli castani mentre guarda assorto il fuoco tremolante dinanzi a noi.
Emetto una via di mezzo tra un sospiro e uno sbuffo, poggiando la testa sul suo petto caldo e irreale, che al contatto con la mia guancia rovente trema come se fosse fatto d'acqua.
Sbadiglio, inquieta, sia perché è una storia tremendamente lunga, sia perché a tratti ha lasciato cicatrici non poco profonde nella mia anima. E Zoroark lo sa bene.
Bofonchia, poggiandomi un bacio sulla fronte.
Istintivamente, mi sfugge una risata quanto più soffocata possibile e alzo lo sguardo verso il mio fidato amico, pigra.
Stavolta è lui a sospirare, lamentandosi anche.
Mi ricompongo subito, accorgendomi della situazione imbarazzante che potrebbe lasciar fraintendere.
Le mie condizioni vengono accettate con un cenno del capo, mentre Zoroark accoglie delicatamente le mie mani tra le sue. Strano come abbiano la stessa consistenza degli arti umani nonostante si tratti di un'illusione.
Mi schiarisco la voce, mentre una strana sensazione inizia a prendere possesso del mio stomaco. È una sensazione assurda, indefinibile, che non può essere collegata a nessun tipo di sentimento, decisamente.
Non si tratta di nostalgia, di sicuro. Ne ho passate davvero di brutte, durante i miei precedenti viaggi, nonostante tutta l'esperienza acquisita.
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