Come sempre.
"What
do you need?"
"Revenge"
"Ziva"
"No"
"Ziva..."
"No"
Tony si passò stancamente una mano sul viso, mentre Ziva
David camminava avanti e indietro, il viso teso in una smorfia
infastidita. Perchè
capitano tutte a me? Devo aver fatto qualcosa di molto brutto nella mia
vita precedente, per essermi meritato tutto questo. Pensò
l'uomo, gettando uno sguardo dubbioso alla lavagna di fronte a
sè. Ziva ci aveva scritto tutto ciò che aveva
scoperto su Bodnar. Il suo appartamento era pieno: foto, mappe,
immagini satellitari e documenti scritti in lingue per lui oscure. E la
cosa che gli faceva più male, era che lui non se n'era
accorto.
L'aveva avuta davanti agli occhi tutti i giorni, per settimane. Pensava
- sperava -
che avesse superato il suo letto, che nella sua espressione pacata non
vi fosse altro che mite rassegnazione e dolore cocente, ma controllato.
Tony DiNozzo si era sbagliato (non che ne fosse stupito, quando c'era
Ziva David, sbagliava spesso). Rimaneva da capire cosa l'aveva
trascinato fin lì, tentando inutilmente di fare non si sa
bene cosa. Fermarla? Andare con lei? Cosa vuoi fare, eh, Tony? Cosa?
"Ti rendi conto che è una missione suicida,
vero?"
"Non mi ha mai spaventato la prospettiva di morire" gli rispose,
tronfia. Si passò una mano tra i capelli e prese fiato -
probabilmente si era già stancata di lui e desiderava
sparargli. Ci aveva provato molte volte, effettivamente, nemmeno quella
sarebbe stata una novità. Oh, siamo così ovvi,
noi due, Ziva David.
"Lo so, guanciotte dolci, lo so" sospirò e si
massaggiò le tempie. "Hai scoperto dov'è Bodnar?"
"No, Tony. Altrimenti sarei già lì"
ringhiò e fece per prendere un bicchiere di whisky. Tony
glielo impedì con un fluido gesto della mano.
"Ubriacona di una ninja" la voglia di accarezzarle la fronte
serpeggiò lungo il braccio, ma non si lasciò
sopraffare. "Devi essere lucida, se vuoi portare a termine la tua
vendetta. Imbottirti di alcol non ti aiuterà"
Ziva si voltò verso di lui, stupita. "Cosa? Non... non sei
qui per fermarmi?"
Tony poggiò sul tavolino del soggiorno il bicchiere e
indicò vagamente la lavagna. "Anche se fosse, sei
già abbastanza dentro, quindi... sarebbe inutile"
deglutì "e io so cosa significa volere vendetta. Nessuno
riuscirebbe a fermarti, adesso. Una cosa, però, la posso
fare. Ti prego, lasciati aiutare, Zee"
Diversamente da quanto aveva previsto Tony (ovvero urla, prese per il
culo, sparatorie e insulti), Ziva si morse le labbra, perplessa. Oh, wow. Mi sta valutando.
"Non è una grande idea" disse, alla fine.
"Ho già avuto a che fare col Mossad" Ho ucciso un suo agente, pure,
ma non mi sembra il caso di rivangare il passato.
"Ok" Ziva crollò sul divano.
"Ok?!"
"Ok"
Si sedette anche lui sul divano ed entrambi alzarono lo sguardo sulla
lavagna. "E' un... sacco di roba"
biascicò.
"Già. Tanta roba senza conclusione"
Il silenzio calò improvvisamente tra loro. "Ordiniamo
cinese?" propose Tony, dopo un po'. "Sempre se ti va di ospitarmi"
Ziva ridacchiò. "Ho un'altra scelta? Saresti capace di
piazzarti qui in pianta stabile" Tony fece una smorfia divertita, ma
non negò. "Preferisco ordinare italiano"
"Perfetto" Tony si stiracchiò. "Due porzioni di lasagne?"
"Come sempre"
Già, proprio
come sempre. Siamo così ovvi, Ziva David.
Maia says:
JAHGSDJLGHSDFIJGHDFJGHDSFJGHSDFJLGHJLDFSHGDFOPSDFVR.
Punto. Non aggiungo altro, perchè potrei fare spoiler a
gogo. Chi sa, capirà. Chi non sa, si gode questa COSA. D:
anche perchè... serve un po' di fortuna, a noi tiva fans,
ultimamente, e con tutte le foto con cui ci stanno bombardando...
pensavate che stessi in silenzio senza reagire? MUHAHAHHAHAHAHAHHAHA.
Ok, squadra, spero vi piaccia uu
Amalia.
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