Who is Kaien Shiba?
-Chi
è Kaien Shiba?-
Chiese
Ichigo con disinvoltura, continuando a leggere il libro seduto sul
letto.
Era
ricoverato alla Soul Society, nella sede della quarta compagnia, in
seguito
alle ferite riportate nella sua battaglia per salvare Rukia dalla
condanna a
morte.
Ormai si era parzialmente
rimesso, ma non osava sfuggire alle cure del capitano Unohana
per paura di subire la sua ira.
La giovane shinigami appena
salvata era andata a trovarlo e ora stava seduta alla scrivania, dove
scarabocchiava
i suoi soliti coniglietti.
L’aria
primaverile entrava dalla finestra aperta, mentre il sole tramontava
lentamente.
La
scena ricordava un qualsiasi pomeriggio che avevano passato insieme
nella stanza
di Ichigo ed ora entrambi erano stati ben attenti a non rompere quella
sorta di
silenzio che permetteva quell’illusione,
essendo consapevoli che quel
momento avrebbe potuto non ripetersi.
Rukia
si irrigidì per qualche secondo sentendo la domanda
impertinente dell'amico, ma restò concentrata sul suo
disegno.
-Perché
ti interessa?-
Chiese indifferente,
prendendo la matita rosa ed iniziando a colorare il coniglio
che aveva appena finito di disegnare.
L’arancio
rispose quasi subito con tono tranquillo:
-Perché
mi paragonano sempre a lui, ma io non ho idea di chi sia. Anche tuo
fratello l'ha fatto la prima volta in cui l'ho visto.-
-Lui
era molto meglio di te..!-
Ribattè
Rukia, sicura che l’amico si sarebbe irritato da quella sua
affermazione e avrebbe quindi fatto cadere la conversazione.
A
dispetto delle aspettative Ichigo ribattè:
-E`
possibile! Ora mi dici chi è?-
-Chiedilo
a Renji.-
Lo
liquidò la ragazza fermandosi ad ammirare il suo disegno.
-Mi
ha detto che lo conoscevi molto meglio tu.-
Replicò
lo shinigami pacato. La ragazza sospirò e si girò
verso di lui, osservandolo severa.
Non
capiva il perché volesse sapere chi fosse il nobile Kaien e
perché tutti
continuassero a parlare di lui.
Era
morto, perché continuare a parlarne?
Rukia
sbuffò e si alzò dalla sedia andando verso
l’uscita, mentre troppi ricordi
iniziavano ad inondarle la mente.
Con
un gesto rapido uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle
spalle e
appoggiandosi poi ad essa per tranquillizzarsi.
Le
pizzicavano gli occhi, ma non voleva piangere un’altra volta,
soprattutto
rischiando di essere vista da qualcuno.
Ichigo
osservò la scena di sottecchi e quando Rukia pose quelle
distanze tra loro
sospirò e disse, in modo che lei lo potesse sentire
nonostante la porta chiusa:
-Io
aspetterò Rukia. Come tu hai aspettato che io ti raccontassi
di mia madre io
aspetterò che tu mi racconti di lui. Non ho fretta.-
Dopo
di che tornò a leggere placidamente il suo libro, non
immaginando dopo quanto
tempo lei gli avrebbe raccontato di quello strano individuo.
Più
o meno due anni dopo.
Ichigo
sedeva sul suo letto in camera, mentre sfogliava svogliatamente un
manga per
non studiare.
Gli
avvenimenti di quegli ultimi giorni l’avevano scombussolato
non poco e ora
faceva fatica a riabituarsi alla routine della vita da shinigami.
Mentre
era perso tra i suoi pensieri la porta venne spalancata e Rukia apparve
nella
stanza salutando:
-Yo
Ichigo.-
Lui
alzò gli occhi un momento dal manga e sorrise divertito,
notando come l’amica
avesse iniziato a salutare come lui.
-Yo
nana.-
Rispose
lui abbassando gli occhi e tornando a leggere.
Fu
nuovamente interrotto dopo pochi secondi, quando sentì il
materasso accanto a
lui abbassarsi leggermente e vide che Rukia gli si era accomodata
affianco.
La
osservò con sguardo interrogativo, non capendo il
perché di quel gesto. Di
solito sedeva alla scrivania o per terra e tappezzava la stanza con i
suoi
assurdi disegni, non si era mai accomodata affianco a lui.
-Kaien
Shiba era il luogotenente della tredicesima compagnia.-
Affermò
lei sicura, evitando accuratamente di guardare negli occhi il vicino,
mentre con le mani si torturava un lembo del vestito.
L’arancio
chiuse il manga e l’appoggiò sul letto, mettendosi
in ascolto, ben conscio dell'importanza
discorso che stava per avvenire.
Non
aveva mai dimenticato la domanda a cui Rukia non aveva mai risposto su
quel
individuo, forse perché non ne avevano più avuto
la possibilità di parlarne o forse perché lei
aveva sempre evitato accuratamente l'argomento.
Ma Ichigo sapeva che
probabilmente era
perché da un’eternità non si
potevano permettere un momento solo per
loro.
Eppure
in quel momento, senza che lui l’avesse chiesto, lei stava
aprendo il suo
cuore, forse per la prima volta.
Non era un tipo da
parlare facilmente di sé, ormai Ichigo aveva capito quanto
fosse riservata, ma non si sarebbe mai aspettato che un giorno
l'avrebbe fatto di sua spontanea volontà.
Era veramente cresciuta quindi.
-Era
magnifico lui. Non solo sostituiva il nostro
capitano in un mucchio di
mansioni, ma era un padre e un fratello maggiore per noi della
compagnia. Era
un tipo originale, era gentile, un po’ sfrontato, ma ben
voluto da tutti. Era
veramente forte e aveva una mania per proteggere chiunque, quindi non
si
fermava mai. Diceva che aveva ancora un mucchio di gente da salvare,
quindi non
stava mai senza far niente.-
Ichigo
si rese conto che qualcosa nello stomaco si stava agitando e non era
qualcosa
di positivo.
Non
voleva ammetterlo con se stesso, ma era forse geloso di quel ex
luogotenente
che voleva salvare tutti come lui?
-E
nel mucchio di gente che ha salvato ci sono stata anch’io.-
Sussurrò
lei, mentre la sua voce si incrinava per la prima volta da quando aveva
iniziato a parlare.
Ichigo
si sistemò sul letto, portandosi le ginocchia al petto come
la ragazza.
Doveva
far qualcosa per impedire a quel senso di malessere di avanzare in lui.
Non
era mai stato geloso di nessuno, non era nella sua indole.
Ma in quel momento non riusciva
a capire cosa stesse succedendo.
Era geloso, non poteva
nasconderlo.
Forse perché
Kaien l’aveva salvata e lui no?
Chi
era veramente quell’uomo?
Rukia
continuò, cercando di mantenere la voce ferma e non far
trapelare tutti i sentimenti che solo il pronunciare quel nome evocava
in lei:
-Ero
appena stata adottata dai Kuchiki ai tempi, tutti mi guardavano con
reverenza,
Renji mi aveva lasciata sola, io non avevo nessuno. Poi, è
arrivato lui.-
E
di nuovo Ichigo percepì quel sentimento di rispetto e amore
in quella semplice
parola.
Infatti
il suo stomaco si ribaltò un’altra volta.
Quel
“lui” non era un semplice
pronome personale, ma era un nome che Rukia
stentava a pronunciare per non intaccare la memoria di
quell’uomo così
speciale.
-Lui
mi trattava come una normale sottoposta, senza aver paura del mio rango
quando mi
parlava. E mi ha preso sotto la sua ala protettiva. E` stato lui ad
insegnarmi
a combattere, a farmi credere in me stessa e a sacrificarmi per gli
altri.-
La
ragazza si fermò un attimo, chiudendo gli occhi per farsi
forza. Poi, con un
profondo respiro, continuò:
-E
io me ne sono innamorata.-
Non
l’aveva mai ammesso a nessuno e mai avrebbe pensato di
riuscire a confidarlo a
qualcuno, tanto meno ad Ichigo.
Un
peso si sollevò dal suo cuore, facendola sentire
più leggera per aver potuto
confidare a qualcuno quei suoi sentimenti.
Sapeva che in molti l'avevano
immaginato, che suo fratello e il suo capitano ne erano certi, ma lei
non aveva mai confermato alcuna voce.
E in quel momento, quando
quelle sei parole uscirono come un sussurro dalle sue labbra, si
sentì anche meno colpevole per quel sentimento per la
persona sbagliata.
L’arancio,
invece, trattenne il respiro.
Quel
vago senso di malessere si trasformò in una morsa che gli
prese il cuore.
Rukia era innamorata
di Kaien Shiba.
Rukia era innamorata.
Rukia era
innamorata di qualcuno che non era lui.
Cancellò
l’ultimo pensiero prima che potesse nascere nella sua mente,
ma il suo
inconscio lo stava urlando.
-E
lui?-
Chiese
Ichigo con un filo di voce, accorgendosi di avere la gola secca e che
quelle
parole uscendo la stavano graffiando.
La
ragazza però era persa nei suoi ricordi e non colse il tono
insolito che Ichigo
usò, forse più duro e cattivo di quello che le
aveva sempre dedicato.
-Il
nobile Kaien era sposato con una donna bellissima, si chiamava Miyako.-
Rispose
lei tristemente, mentre gli occhi le si velavano di lacrime. Nonostante
ciò si
fece forza e riprese:
-Lei
però è stata uccisa da un hollow e quando io, il
nobile Kaien e il capitano
Ukitake siamo andati per scovare l’hollow io..-
Rukia
si interruppe e Ichigo la osservò tremare mentre nascondeva
la testa nelle
ginocchia.
Non era mai stato bravo a
consolare le persone ed in quel momento maledì quella sua
incapacità.
Voleva aiutarla, alleviare la
tristezza dell'amica in qualche modo, ma non aveva idea di come fare.
-Non
sei obbligata a continuare..-
Mormorò
Ichigo sentendosi impotente di fronte al visibile dolore della ragazza,
ma lei
alzò la testa e dopo aver fatto segno di no col capo
concluse:
-..Io
ho ucciso il mio luogotenente. Ho portato via il fulcro della
tredicesima
compagnia Kaien Shiba da tutti perché ero troppo debole e
sapevo solo
scappare.-
Un
brivido percorse la schiena del ragazzo, mentre gli tornava in mente
una sua
frase di due anni prima:
“Lei
era il nostro centro! Sono stato io a portarla via!”
E
per un attimo la gelosia che aveva provato per quell’uomo
scomparve, lasciando
dentro di se un vuoto, come quando se n’era andata sua madre.
Poteva
capirla, capiva quel sentimento che si agitava dentro di lei, quel
senso di
colpa profondo e troppo radicato.
Lo
capiva perché lui ancora oggi provava un sentimento identico
ogni volta in cui
guardava suo padre e le sue sorelle.
Rukia,
a differenza di quanto si aspettava Ichigo, non pianse, anzi dopo
quella
rivelazione la sua voce si calmò, probabilmente
perché era riuscita a dividere anche
quell’enorme peso con qualcuno.
-Quel
terribile hollow si era impossessato di lui e io l’ho
trafitto uccidendoli
entrambi. O almeno così credevo.-
L’attenzione
dell’arancio tornò, mista alla
curiosità, perché a quanto pareva la triste
confessione di Rukia non
era finita li.
-Quando
siamo andati nel Hueco Mundo io ho ritrovato l’hollow che si
era portato via
il nobile Kaien, era l’espada numero nove. Ha preso le sue
sembianze,
illudendomi che fosse ancora vivo da qualche parte, che il mio
luogotenente non se ne fosse mai andato.-
Si
interruppe ancora una volta la ragazza, distendendo le gambe sul letto
e
facendo un profondo respiro rassegnato.
“Il
mio luogotenente”, il senso di fastidio,
che si era affievolito pian piano, aumentò nuovamente in
Ichigo, perché non
era solo un modo per definire il luogotenente della sua compagnia, ma
quello
del suo cuore.
-Poi
mi ha chiesto di portargli le vostre teste per dimostrargli che io
credessi in
lui.-
Proseguì
lei, mentre sentiva la sua mente ovattata da quei ricordi.
Ichigo
rabbrividì e la ragazza lo guardò sorridendo
divertita e rispose:
-Ma
non vi ho uccisi tutti per cullarmi nell’illusione che non
fosse quell’orribile
hollow a parlarmi ma fosse il nobile Kaien.-
E Rukia sembrava in pace mentre
pronunciava quelle parole ed apparve chiaro per l'ennesima volta quanto
fosse maturata.
Lo
shinigami ricordò come anche lui avesse lottato contro un
hollow con le
sembianze della madre e come non fosse riuscito a sconfiggerlo.
Che
fermezza doveva avere Rukia per poter uccidere una persona anche solo
con le
sembianze della persona che amava?
Cosa
aveva potuto spingerla a compiere quel gesto?
La
ragazza rispose, come se avesse potuto leggergli nel pensiero:
-Il
cuore. E` stato il suo cuore a permettermi di eliminare
quell’hollow. Un giorno
lui mi disse che quando due persone si incontrano il loro cuore sta li
in
mezzo, come tra noi è qui.-
Spiegò
lei, ponendo il pugno chiuso in mezzo tra lei e Ichigo, specchiandosi
negli
occhi ambrati del ragazzo.
-E
quando io.. Io l’ho ucciso lui mi ha lasciato il suo cuore,
perché quando si
muore assieme a qualcuno in battaglia quello ha il compito di prendere
il tuo
cuore e continuare a farti vivere in questo modo.-
Concluse
lei, mentre Ichigo restava incatenato alle due pozze d’oceano
che erano gli
occhi di Rukia.
-Quindi
io e te non possiamo morire soli. Perché portiamo sulle
nostre spalle il cuore
io del nobile Kaien e tu di tua madre.-
Gli
sorrise e appoggiò la sua manina sopra quella immensa di
Ichigo, stringendola.
Il
ragazzo sussultò a quel contatto inaspettato e le urla
dentro di lui si
placarono improvvisamente.
Lui
le sorrise e rispose:
-Hai
ragione nana, non possiamo andarcene soli.-
Dopo
di che strinse a sua volta la mano di Rukia nella sua, mentre il suo
battito
aumentava impercettibilmente.
Quel
malessere però non era ancora completamente passato, quindi
Ichigo si fece
forza e chiese:
-Rukia,
tu sei ancora innamorata di lui?-
Subito
si pentì della sua lingua lunga, perché la
sentì irrigidirsi sotto la sua
stretta.
Ma
lui aveva bisogno di sapere cosa provasse in quel momento Rukia,
perché l’aveva
aspettata per tanto tempo e ora non poteva restare con
quell’interrogativo.
La
ragazza distolse lo sguardo e sospirò nuovamente, per poi
rispondere:
-No.
Il nobile Kaien l’ho amato per avermi salvata una volta, ma
quando lui se n’è
andato qualcun altro mi ha salvata.-
Rukia
alzò lo sguardo, incontrando quello preoccupato di Ichigo.
Gli
occhi della ragazza erano invece consapevoli e rilassati, nonostante
quello che
stesse per dire.
Una goccia di sudore
bagnò la fronte di Ichigo. Doveva sapere chi fosse quella
persona, per placare quella minuscola speranza nel suo cuore che fosse
proprio lui.
-Poi
Ichi, ho incontrato te.-
Sussurrò lei,
osservando le pupille del ragazzo dilatarsi per la sorpresa e la sua
bocca
aprirsi.
-Io?-
-Tu
mi hai fatto sentire viva dopo anni, mi hai insegnato a credere in me
stessa,
mi hai fatto riscoprire tutti quei sentimenti che avevo da tempo
dimenticato.
Nonostante all’inizio tu mi piacessi solo perché
assomigliavi così tanto a lui
ho imparato ad apprezzarti perché sei una testa arancione
pronta a rischiare
l’osso del collo per me. Mi hai fatto ricordare cosa
significasse essere felice solo con la presenza di qualcuno al proprio
fianco. Grazie Ichigo.-
Il
tono di Rukia era tranquillo, lasciava trasparire la pace interiore in
cui si
trovava in quel momento.
Ichigo
la osservò attentamente.
Non
era la Rukia che aveva conosciuto lui, quella ragazzina burbera,
saccente e a
volte infantile.
Era
diventata una donna.
La
ragazza gli sorrise grata, poi si alzò e si diresse alla
scrivania, dove un
album da disegno l’aspettava.
Il
silenzio calò per qualche minuto, ma nessuno dei due lo
ritenne pesante, persi
com’erano nei propri pensieri.
Era un silenzio disteso,
tranquillo, di chi ormai non aveva bisogno di parole per capirsi.
-Grazie
a te Rukia.-
Affermò
sicuro Ichigo alzandosi e scompigliandole i capelli, dopo essersi
fermato in piedi davanti a lei.
-Grazie
per avermi salvato un’altra volta permettendomi di essere uno
shinigami.-
Lei osservò
il ragazzo sorridendo, poi rispose divertita:
-E`
un mio dovere marmocchio!-
Lui
scoppiò a ridere e mentre andava a riodinare i libri sulla
scrivania, chiese con disinvoltura:
-Ma
quindi nella Soul Society ci si sposa?-
Rukia alzò le spalle
prendendo il manga abbandonato dall'amico e rispose:
-Una
sorta di matrimonio, perché?-
-No,
niente.. Così appena diventerò uno spirito ti
potrò sposare e farti dimenticare
Kaien definitivamente.-
Rispose
semplicemente Ichigo con un sorriso divertito aspettando la reazione di
Rukia,
la quale lo guardò male e rispose irritata, alzando gli
occhi dal manga:
-Se
era una proposta di matrimonio era veramente poco romantica anche se
fatta da
te, Ichigo. Comunque sarà divertente quando informerai di
ciò il mio nobile
fratello.-
Concluse
la shinigami con un sorriso vittorioso mentre l’arancio
sbiancava e si rendeva
conto della missione impossibile che era destinato a portare a termine.
L'ennesima, quindi ormai gli
venivano bene.
Mm..
Ecco
qui l’ennesima one shot sulla mia coppia preferita in
assoluto! <3
Secondo
me il rapporto Kaien Rukia – Ichigo Rukia non è
mai analizzato a dovere.
Insomma
ci sono tutte queste similitudini che non sono un caso dal mio punto di
vista..!
Quindi
ho cercato di buttare giù questa storia-riflessione, nella
speranza che non sia
un mattone!
Alla
fine forse Ichi è un po’ OOC, ma mi piaceva
l’idea!
Spero
apprezziate anche voi! ˄˄
A
presto!
Saru
;)
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